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di scrittrice in canna
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Dieci mesi, erano passati dieci mesi da quando era arrivata in Israele, tirava avanti con un lavoro in un supermercato di zona, ogni tanto mentre timbrava il cartellino pensava a quando glielo disse lui, sicuramente non era una cosa da prendere alla lettera ma a lei piaceva e le permetteva di avere abbastanza tempo libero per poter… be’ mangiare, correre, dormire e leggere. In verità non faceva granché, non era abituata al tempo libero, a Washington non ne aveva spesso e quando succedeva era sempre in compagnia di qualcuno: Abby, Tony, McGee… certe volte si ritrovava persino a casa di Gibbs, con un bicchiere di Bourbon in mano mentre parlava a ruota libera e lo osservava sistemare la sua barca o, recentemente, cose come sedie di legno e balocchi vari. Ma, si ripeteva, quello era un capitolo chiuso, finito, orami quella che si alzava ogni giorno non era la vecchia Ziva, ma una nuova e raggiante, una Ziva che lasciava sempre i capelli sciolti, che indossava di nuovo i vecchi vestiti da addestramento del Mossad e ciondolava per casa con un bicchiere di caffè in mano, ma tutti questo stava per cambiare grazie a una telefonata: “Pronto, Orli?”
“Cara Ziva, da quanto tempo! Come va?” rispose una voce gioiosa all’altro capo del telefono.
“Saltiamo i convenevoli, cosa vuoi?” tagliò corto l’altra.
“Avrai sicuramente sentito parlare di un terrorista chiamato Benam Parsa, vero?” Ziva accese il televisore sul telegiornale della ZNN e osservò l’intervista a un agente NCIS che lei non aveva mai visto, biondina, giovane, in sovraimpressione appariva il nome: “Ellie Bishop”, stava parlando proprio di lui.
“Sì, certo… se ne sta occupando l’NCIS, perché dovresti pensarci tu?” disse poi cercando di seguire il discorso in inglese, tutti quei mesi a parlare in Ebraico l’avevano arrugginita.
“Lo saprai, se accetti di collaborare con la squadra Kidon per catturarlo.” Aggiunse la direttrice.
“Orli, sai che non ho la più pallida intenzione di…” stava per propinarle un discorso convincente finchè l’inquadratura della TV non si allargò e mostrò la sua vecchia squadra accanto alla ragazza di prima, c’erano tutti e tre e ora stavano intervistando Tony, capì dalle sue parole che erano in pericolo e che se Parsa non fosse stato fermato ne avrebbero risentito tutti, loro compresi, guardò la data di registrazione, solo qualche giorno prima, forse c’era ancora tempo. Bastò questo a farle cambiare idea: “Quando posso venire?”.

 
Il ragazzo girò il coltello tra le mani, fece due passi a destra e poi due a sinistra, si fermò, guardò il pannello che si trovava davanti, storse un po’ il naso e lanciò il coltello contro una parete, più precisamente in una foto, proprio nel petto della sua prossima vittima.
 
Scrittrice in canna’s corner
Hola a tutti! :3
Questo è un piccolo esperimento, mooolto piccolo, chiamiamolo un prologo u.u
 ditemi se vi piace e se volete che continui, la mia fantasia a volte fa di queste cose >.<
Già ho in mente tutta la storia ma se a voi non piace la tengo nel cassettino e non la pubblico, eh...
Scrittrice in canna




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