(mirror)
Harry
a volte crede di non capire Adriana. E pensa che questo rappresenti
davvero un problema dato che vivono insieme dal primo anno del college
e la conosce più o meno da quando al liceo, lei, era appena
arrivata in America dal Brasile e aveva le trecce lunghe fino al sedere
e un paio di occhiali che lo facevano davvero troppo ridere.
Non la capisce perché a volte le manda messaggi dolcissimi -
e sì, si prende tremila insulti da Zayn che no, con le femmine non bisogna essere
così - e lei neanche risponde. E non la
capisce neanche quando la sera rientra sempre dopo di lui e lascia le
scarpe all'ingresso. Okay, va bene, magari questo lo fa per non
disturbarlo e per non disturbare i vicini di casa con i suoi tacchi
quindici centimetri, ma ad Harry questa cosa non va proprio
bene.
Adriana ha tagliato i capelli il mese scorso. E no, non è
andata dal parrucchiere come qualsiasi donna del mondo, no. Lei si
è semplicemente legata i capelli, ha preso una forbice e ha
tagliato. Colpo netto. Non erano valse a nulla le raccomandazioni di
Jan, la ragazza di Liam che "oh
no, sembrerai un'ananas!" e i mugugni poco convinti di
Harry. Ha preso una forbice e ha tagliato.
«Perché
hai tagliato i capelli, amore?» le ha chiesto la sera dopo,
con le ginocchia incastrate alle sue e i suoi piedi fretti sotto i
talloni. Adriana non ha risposto, si è solo nascosta
sull'incavo del suo collo e si è aggrappata al suo braccio
sinistro.
E dai, ad Harry non dispiace per niente vedere i film romantici insieme
a lei - anche se le sue fantasticherie su Leonardo DiCaprio e Bradley
Cooper a volte lo infastidiscono un po' -, non gli dispiace neanche
sentirla respirare e basta, il petto che le si alza e le si abbassa a
ritmo regolare.
Non parla spesso, Adriana. Però questo, Harry lo capisce. Lo
capisce perché comunque è sempre stata
così e si è innamorato di lei anche per i suoi
silenzi; a volte lei si blocca nel bel mezzo di una frase, la spezza,
fissa un punto e la lascia cadere. Lascia cadere le parole, le
frantuma, le dissolve. Ed Harry ci è abituato.
«Sai, oggi ho visto Louis ed Helen, al
supermercato...»
«E
li hai salutati?»
«Ma...
si... però...»
«Però?»
Ehy, Harry. Sono strana, vero?
E non sono strana solo in questi giorni, che magari parlo un po' di
meno che forse ti cucino sempre il pollo al curry invece di comprare il
sushi che ti piace tanto. Sono strana da quando mi conosci, da quando
la prima volta mi hai guardato e io no, non sono diventata rossa, ho
semplicemente guardato in basso perché sei troppo per me.
E lo sai che un po' lo penso ancora? Lo penso anche se non fai che
ripetermi che mi ami, che vuoi sposarmi e che vuoi portarmi alle
Hawaii, quando avremo i soldi. Lo penso anche quando mi accarezzi i
capelli e sento il tuo sguardo addosso quando mi credi addormentata,
alle sei di mattina.
Lo penso non perché mi reputo una brutta ragazza, una sfigata o che
altro. Lo penso perché quando tu mi mandi quei bei messaggi,
io non ho la forza di risponderti. Lo penso perché ogni tua
parola dolce corrisponde ad un mio borbottio d'assenso e non ad un
bacio o ad un abbraccio. Lo penso perché i miei occhi a
volte non ti trasmettono altro se non freddo.
Harry, io lo so che non mi capirai mai, però ti amo anche
io. E scusa, per tutte le volte che non ti ho dato alcuna sicurezza,
per quelle volte in cui mi aggrappo al tuo sorriso quando ho una
giornata storta a lavoro e quando leggi le mie stupide recensioni degli
elettrodomestici.
Ti amo anche io, Harry, e mi devi credere sul serio.
Vorrei che anche tu ti aggrappassi alle mie spalle quando ne hai
bisogno. E lo so che le mie clavicole sporgono un po' troppo e ti
sembro tanto fragile, ma te
lo giuro che io ce la faccio a tenerti stretto e a non
farti cadere.
«Ti
ho portato il sushi, stasera»
«Ma,
amore... il pollo al curry andava benissimo»
«Lo
so che ti fa schifo»
«Non
è vero, amore, lo sai»
«Volevo
solo farti contento»
«Lo
sei, Harry?»
Dri, io sono contento. Sono l'uomo più felice del mondo se
penso soltanto che posso vederti col rossetto sbavato tutti i giorni e
posso vedere i tuoi capelli spettinati. E lo so che tu non saresti
contenta, di sapere che mi piaci anche con i capelli che ti sei
tagliata da sola e che adesso - e aveva ragione Jan - hanno
più la forma di un ananas.
Non ti ho risposto perché in fondo io lo so che tu lo sai,
che sono felice. Lo sai perché l'ho mangiato tutto, quel
sushi, e lo sai perché mi piace accarezzarti al buio.
Lo sai perché quando parliamo, e tu mi maledici
perché ti chiamo Dri, e tu non lo sopporti, io rido forte e
ti tengo stretta a me.
Dri, come potrei non essere contento con te a fianco? Spiegamelo. Come
si può non essere straordinariamente felici con una
ventunenne sensibile, attenta alle sfumature, a tratti stravagante e
davvero intelligente come te? E vogliamo parlare di quanto tu sia bella
quando ti metti davanti all'armadio con il pigiama e quasi ti metti a
piangere perché non trovi niente da mettere per andare in
ufficio?
E quando passeggiamo per Central Park? E quando ti vengo a
prendere a lavoro anche se non ho una macchina ma non voglio farti
prendere la metro da sola?
L'hai capito adesso che noi ci completiamo? Nessuno dei due
è troppo
per l'altro.
Sembra una stronzata romantica, Dri, mi sto sentendo stupido, ma
è così.
«Mi
ha aggiunto la nostra professoressa di inglese del liceo su
Facebook»
«Si
ricorda ancora di te? Lo sapevo!»
«Harry,
perché lo sapevi?»
«Perché
nessuno può dimenticarsi di te, Dri»
«Dai,
non chiamarmi in quel modo»
«Dri!»
«Harry,
smettila»
«Stai
ridendo»
«No,
è che mi fa ridere la tua faccia scema»
«Stai
per scoppiare a ridere»
«Oh,
insomma ti odio»
E anche se a volte un po' non ti capisco, Adriana, hai la
risata più bella del mondo.
buonasera
a tutte! non scriverò niente di particolare stasera, come al
solito. questa oneshot è nata sul momento, come il banner
che fa un po' schifo e come tutto il resto. non sarà
perfetta, non sarà la mia più bella storia, ma mi
piace tantissimo.
spero che piaccia tanto anche a voi, fatemi sapere :)
ari
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