Se l'inverno sparisse, sarebbe colpa del Sole di icered jellyfish (/viewuser.php?uid=588706)
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Capitolo 1 - Me ne starò sempre qui, nella mia torre a far crescere i miei capelli
C A P I T O L
O I
“ Me ne
starò sempre qui,
nella mia torre a far crescere i miei capelli „
Forse
sparire per così tanto tempo avrebbe preoccupato notevolmente il
villaggio – Astrid – ma ci aveva pensato per troppo tempo,
per troppi anni, per non cedere alla tentazione di inseguire quella
strana idea che non smetteva di martellare nella sua testa l'esigenza
di essere davvero presa in considerazione – di trovare finalmente
modo di essere iniziata, vissuta.
Era sicuro, comunque, che il foglio che aveva lasciato sulla sua
scrivania – nel quale aveva trascritto le più sincere
scuse e rassicurazioni sul suo ritorno più prossimo –
sarebbe bastato a giustificare la sua improvvisa sparizione.
In realtà non ricordava nemmeno da quanto tempo fosse in viaggio
assieme a Sdentato, ma – con ogni probabilità – ad
almeno un paio di sorgere del Sole aveva assistito – e l'alba che
in quel momento gli stava facendo da sfondo e ambientazione, poteva
essere la terza.
Anche quella notte aveva dormito poco e male ma proprio non ci riusciva
a lasciarsi trasportare dal sonno che, era palese, gli avesse
notevolmente stancato mente e corpo – le occhiaie predominanti
sul suo volto, un po' si sentiva fortunato non potesse vederle nessuno
al di fuori del suo drago.
Sfrecciò sulla superficie dell'acqua, sfregiandola con un solco
venutosi a creare a seguito dell'incredibile velocità che
Sdentato aveva raggiunto – ostentandola di continuo contro il
mare che cercava di catturare il loro riflesso.
Per quanto cercasse di tenerli chiusi, stretti in una fessura in grado
di fornirgli il minimo indispensabile della visuale, l'aria verso cui
andava incontro sembrava trovare sempre una via per insidiarsi nei suoi
occhi e seccarglieli – provocandogli un fastidioso prurito di
cui, però, sapeva non si sarebbe liberato semplicemente
sfregandoli.
La frescura che gli accarezzava la pelle gli fece finalmente provare un
brivido che non avvertiva da molto ormai e, per un attimo, quasi si
convinse stesse per ritornare il clima di un tempo – quello
freddo e pungente che sapeva insidiarsi dentro le ossa, ma gli
bastò guardare il calore del cielo per rendersi conto che ormai,
per lui e per la sua gente, l'inverno era un ricordo lontano.
Erano trascorsi esattamente cinque anni dall'ultima volta in cui Berk
aveva affrontato la rigidità di quella stagione e, sebbene
cronologicamente questa arrivasse con puntualità, la temperatura
continuava a rimanere costantemente afosa e canicolare – e quel
ribaltamento della situazione non era certamente migliore del
precedente.
Forse Berk, in fondo, non era destinata a dover godere di condizioni
climatiche che rientrassero nella norma – ma per quanto fosse
possibile come ipotesi, la sparizione del periodo invernale rimaneva
comunque assolutamente bislacca e fuori da ogni logica conosciuta.
Era certo che in un qualche modo c'entrasse lei,
ed era proprio per questo che aveva abbandonato ogni cosa per dedicarsi
a quell'avventura in cui nulla più che Sdentato avrebbe voluto
accanto a sé – e almeno per una volta, infatti, era felice
di essersi sentito finalmente libero nella decisione di intraprendere
qualcosa senza che Gambedipesce, Moccicoso e gli altri gli stessero tra
i piedi. Li adorava, li adorava come nemmeno lo credeva possibile, e
adorava Astrid – amava
Astrid – ma per quell'occasione sentiva che sarebbe dovuto
partire da solo – lui e il suo drago, solamente – e, nel
pensare a quante zone stessero già sicuramente perlustrando in
sua ricerca, non riuscì a fare a meno di continuare a sentir
scorrere più volte in lui brividi di freddo ai quali non era
più abituato.
Voltò poi lo sguardo appena più alla sua destra
scorgendo, infine, un ennesimo lembo di terra come tutti quelli in cui
si era già imbattuto nelle scorse giornate – ma la
vegetazione, questa volta, appariva tremendamente diversa da come era
ormai abituato a vederla.
Tutto in quel luogo era indistintamente bianco, decorato, guarnito da
un incommensurabile manto candido e brillante – che a stento
riusciva a credere fosse vero. Non sapeva se esserne certo o meno, ma
per quanto si stesse convincendo che quella fosse tutta un'illusione,
più si avvicinava più iniziò a ricordare il nome
di quella parola che non pronunciava da un lasso di tempo che
considerava una vita.
«Neve»,
appurò rivolto a se stesso – incredulo, davanti a
ciò che stava guardando e davanti a quelle quattro lettere che
gli suonavano ormai così strane unite assieme in quella
composizione.
Se quello non era l'inverno, non sapeva come altro chiamarlo, e non
sapeva se fosse finito lì e basta – stabilizzandosi
definitivamente lontano dal resto del mondo – o se quello fosse
un posto che, come molti altri, magari era stato graziato dalla sua
presenza, diversamente da Berk e dintorni.
Atterrò finalmente più o meno al centro di quella che
forse poteva finalmente considerare la fermata finale del suo viaggio;
da lì ora doveva solo capire per quale motivo quel tappeto
bianco in cui Sdentato – per disabitudine – sembrava non
trovarsi più propriamente a suo agio, non riuscisse a spingersi
più in là di così – raggiungendo nuovamente
la sua isola come un tempo. In fondo, doveva ammetterlo, per quanto
l'avesse sempre criticata, la neve gli mancava terribilmente – e
non negava di certo la preferisse all'asfissiante caldo che sembrava
non voler abbandonare più il suo villaggio.
Gli sembrò incredibilmente strano lo stridere dei suoi passi in
quella consistenza morbida e delicata ma, senza che nemmeno avesse il
tempo per abituarsi troppo, si ritrovò costretto a fermarsi
sull'istante, notando poco più in là – dietro un
gruppo di grossi ed alti alberi innevati – un'alta torre fatta
interamente di mattoni – anch'essa vittima del freddo che
avvolgeva quel luogo, lo poteva notare dalla sua colorazione
palesemente sbiadita per via della brina che la ricopriva.
Prese immediatamente in mano il foglio che si era portato con
sé, riaprendolo quanto più velocemente le sue mane
mangiate dall'adrenalina gli permisero di fare.
Tutto stava iniziando a prendere una piega decisamente più
sensata, logica e concordante con quanto aveva fin da subito supposto
– lei doveva essere lì, non poteva non essere così.
Guardò più volte quel pezzo di carta e la slanciata
struttura, alternando l'attenzione ripetutamente dall'uno all'altra
– come se avesse paura che uno dei due sparisse, o che
improvvisamente non fossero più così conciliabili come
gli era sembrato – ma non c'erano ormai più dubbi sulla
questione e, all'improvviso, si sentì notevolmente più
compiaciuto di se stesso nell'aver scambiato con mercante Johann,
cinque anni prima, quella vecchia pagina con uno dei sui mille
cannocchiali fatti in casa.
L'ultimo sguardo venne definitivamente catturato da ciò che il
foglio riportava; il disegno di una giovane ragazza con dei lunghi
– incredibilmente lunghi – capelli dorati se ne stava in
piedi nel mezzo, sorretta da una semplice riga che probabilmente
rappresentava il pavimento. Un'incerta calligrafia, sul basso, citava
una frase che Hiccup – per quanto semplice e per quanto tempo ci
avesse riversato sopra – non era ancora riuscito a comprendere
completamente.
“ Me ne
starò sempre qui, nella mia torre a far crescere i miei
capelli. ”
C
O N T I N U A
»
N O T E
A U T R I C E
;
E tipo sì, posto
una nuova raccolta sui The
Big Four prima ancora di terminare la Hogwarts!verse – ma
ero davvero ed incredibilmente ispirata per questa, quindi mi sono
presa la libertà di iniziarla e proporvela. x°
Questa volta le cose saranno molto diverse rispetto all'altra
– e non solo per il fatto che non c'è di mezzo il
mondo di Harry Potter. Ho deciso infatti di intrecciare le vite dei
quattro componenti del gruppo senza alterare le loro realtà,
creando un universo che possa unire i loro mondi quanto più
verosimilmente riuscirò a fare – e in mente ho
quelle due o tre idee che ritengo abbastanza interessanti da sentirmi
piuttosto motivata nella realizzazione del tutto!
Unico appunto che ritengo necessario; il mercante Joahnn esiste davvero, non me lo sono inventato hahaha – e Hiccup gli rifila davvero i cannocchiali che fa lui stesso, non ho inventato nemmeno questo hahaha. Vi consiglio infatti di guardare le serie Dragons: Riders of Berk e Dragons: Defenders of Berk
che, oltre ad essere estremamente carine e divertenti, amplificano
tantissimo tutti personaggi e spiegano diverse altre cose che il film
su cui sono basate, non ha comprensibilmente avuto il tempo di fare.
Passando al resto, devo essere onesta fin da subito: non so con quale
cadenza aggiornerò i capitoli. Ho diversi impegni personali,
mille progetti per mille altre storie, la Hogwarts!verse da terminare
– e mi scuso anche per questa, se non verrà
aggiornata subitissimo – eeee... E tanti altri e che riempiono le
mie giornate tipo.
Voglio solo avere il tempo per riuscire a dedicarmi a tutto questo, per
tanto, ho bisogno appunto di più tempo per poterlo fare.
x°
Per la Hogwarts!verse, poi – tanto per rassicurare chi fosse
interessato –, sebbene abbia detto che pubblicherò
con più lentezza, non significa che la
interromperò – ci tengo troppo per interromperla
haha. Semplicemente, potrebbe subire giorni di ritardo – che
comunque non si protrarranno a più di una settimana
– soprattutto già dal prossimo capitolo
– in quanto mi sto trasferendo da mia sorella per un paio di
giorni. Dubito che da lì riuscirò a metter mano
al computer o a internet – se non dal mio iPhone, ma questo
implicherebbe comunque azioni molto limitate. x°
Impiegherò comunque tutta me stessa nell'essere il
più puntuale ed esaustiva possibile ma, nel frattempo, spero
che anche questo nuovo esperimento/mionuovoamore
possa avervi deliziato e incuriosito quel tanto che basta da spronarvi
a commentarmi e seguirmi!
Alla prossima – che non so quando sarà –
e grazie per tutte le eventuali letture e quant'altro vorrete regalarmi!
©
a u t u m n
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