Cambiamenti
-Suna?
Perché mai dovrei andare a Suna?- chiese Neji, storcendo il
naso.
-Userai il mio
biglietto aereo- spiegò Tenten –il volo parte alle
undici, ma dovremmo avere tempo a sufficienza-
-Per fare cosa?-
domandò di nuovo, confuso.
-Camuffarti, no?
Hiashi avrà sicuramente qualcuno anche
all’aeroporto-
Tenten si
alzò in piedi e cominciò a recuperare le poche
cose che avevano. Non lo guardò mai in viso e
continuò a comportarsi come se nulla fosse finché
si ritrovò Neji davanti.
-Io non
andrò a Suna- dichiarò lapidario.
-Siediti e risparmia
le forze- rispose lei del tutto intestardita a non discutere con lui.
-Prima di tutto, io
non scappo come un delinquente- continuò Neji,
costringendola ad ascoltare –e secondo, è il tuo
biglietto. So che aspetti di andartene da anni e non sarò io
a metterti i bastoni tra le ruote, chiaro?-
Neji finì
il suo breve discorso dandole le spalle e con passo malfermo si diresse
verso il passaggio nascosto da cui la sera prima erano entrati. Le
braccia di Tenten caddero lungo i fianchi e dalle sue labbra
uscì un profondo sospiro.
-E cosa pensi di
fare?- gli chiese, accettando la sfida, anche se di malavoglia
–non hai nessuno disposto ad appoggiarti. Ti uccideranno, lo
sai. Non è successo ieri per pura fortuna, cosa ti dice che
arriverai a stasera?-
-Grazie per
l’appoggio- rispose l’altro, ironico
–troverò un modo-
-Quale, Neji?- si
impose la ragazza con autorità.
Di fronte al suo tono
inflessibile gli occhi chiari del suo interlocutore si animarono, quasi
a ribellarsi di fronte all’obbligo di dare una risposta
plausibile. Rimasero a fissarsi per qualche secondo, in silenzio,
avvolti solo dalla penombra.
-Vai a Suna-
ripeté Tenten –non preoccuparti per me, ne
comprerò un altro-
-No- disse brusco
–non ho intenzione di abbandonare tutto proprio adesso, non
ora che sono libero-
-Non abbandonerai
niente- gli disse Tenten, facendo un passo avanti. Le sue parole erano
state troppo veementi, lo capiva dal suo sguardo smarrito,
così fece un respiro profondo e si avvicinò
ulteriormente, in modo che nessuno dei due urlasse più.
-Quello che voglio
dire- continuò –è che non te ne andrai
per sempre. Il Kazekage di Suna è un ragazzo giovane,
assennato e molto potente. Parlagli, spiegagli cosa sta succedendo a
Konoha. L’ Hokage non lo ignorerà, non lui, e
insieme risolveranno la questione-
-E questa idea quando
ti sarebbe venuta?-
-Appena ti ho visto
entrare mezzo morto in casa mia- risposte infastidita
–è la migliore che mia sia venuta in mente che non
comporti la tua morte prematura-
-E cosa ti assicura
che il Kazekage mi dia retta?-
-Sei uno Hyuga, basta
e avanza- rispose lei.
Neji rimase in
silenzio. Tenten non lo aveva mai visto così in
difficoltà come in quel momento e provava una sincera
compassione, tanto da essere tentata di lasciar uscire quelle parole di
rassicurazione che aveva sulla punta della lingua. Ma sapeva che non
avrebbero funzionato, anzi, avrebbero avuto l’effetto opposto.
-E’
l’unico modo- disse infine.
-E tu come farai?- le
domandò, facendola fermare.
-A far cosa?-
-A rimanere qui-
rispose abbassando il tono della voce –vieni con me-
Tenten
sentì una scossa dentro di sé. Avrebbe voluto
urlare il suo “sì” a squarciagola,
saltargli al collo e baciarlo. Era quello che voleva ed era
lì, a un passo da lei.
-Io sarò la
tua copertura- spiegò con il cuore in gola
–all’aeroporto, farò finta di prendere
quell’aereo così che gli uomini di Hiashi tengano
d’occhio me e non te. In questo modo potrai andartene sano e
salvo-
-Così
farò ammazzare te?!- esclamò l’altro,
alzando gli occhi al cielo per non colpirla con la sua rabbia.
-Chiederò a
Lee di venire con noi-
-Lee non
può sorvegliarti ventiquattro ore su ventiquattro!-
-Nessuno
può- rispose con irritazione Tenten –ma
è un rischio che sono pronta a correre. Cosa possono farmi
ancora? Non ho più niente da perdere e l’unica
cosa importante è che tu stia bene, ovunque sarai-
Ancora una volta Neji
non trovò le parole con cui rispondere. Non era
d’accordo, per niente, ma non riusciva a contrastare
l’idea che lei si stesse sacrificando per un motivo diverso
dal senso del dovere. Eppure il suo comportamento in quegli ultimi
giorni sembrava dire l’opposto, che quel bacio era stato un
errore da dimenticare.
Ma non ci riusciva.
-Va bene- le disse a
fatica, arrendendosi e sentendosi stanco come mai in vita sua. Se ne
sarebbe andato, non per Hiashi, ma per dimenticare lei.
Tenten gli sorrise e
subito prese il telefono dalla tasca dei pantaloni, per poi scrivere un
numero che conosceva a memoria.
-Lee, ciao sono io-
disse –ho bisogno del tuo aiuto-
Dopo solo mezzora la
casa abbandonata si ritrovò popolata da altre tre persone:
Lee, Naruto e Hinata erano corsi loro in aiuto, portando tutto
l’occorrente che Tenten aveva minuziosamente elencato.
-Neji, come stai?-
chiese Hinata al cugino, il quale sembrò sorpreso del suo
interessamento.
-Bene- rispose
semplicemente, senza aggiungere altro.
-Ecco qui i miei
vestiti- si intromise Naruto, estraendoli da uno zaino –spero
ti vadano bene-
Neji li
guardò con aria disgustata.
-E’ proprio
necessario? Non posso presentarmi al Kazekage in questo stato!-
Naruto fu sul punto di
ribattere a quell’evidente offesa al suo stile, ma Tenten lo
anticipò.
-Devi sembrare un
altro- gli disse –quindi vai a vestirti-
Il ragazzo
obbedì, afferrando in malo modo la felpa gialla extralarge e
i pantaloni neri dal cavallo basso. Si prese qualche minuto nella
stanza accanto per potersi cambiare e quando tornò sembrava
che il suo viso non fosse più pallido come al solito.
-Oh mio dio-
esclamò Tenten sorpresa –sembri un ragazzo
normale!-
-E questo cosa
vorrebbe dire?- chiese lui, in evidente disagio.
-Che stai bene-
rispose l’altra, sorridendogli. Neji abbassò lo
sguardo.
-Manca solo una cosa-
si intromise Hinata, accogliendo su di sé
l’attenzione di tutti –i tuo capelli-
Persino Tenten era sul
punto di protestare. Gli piacevano i capelli di Neji, così
neri e lisci. Sarebbe stato un vero peccato tagliarli.
-Hinata ha ragione-
aggiunse Lee –anche a dieci chilometri capirebbero che sei
uno Hyuga con quei capelli. Che ne dici di un taglio come il mio? Ti
donerebbe!-
-Mai-
ringhiò Neji, che sembrava un animale selvaggio di fronte
agli addomesticatori.
-Non preoccuparti- gli
disse con dolcezza Hinata, avvicinandosi e invitandolo a sedere su una
sedia –ci penserò io-
Neji si
lasciò guidare dalla gentilezza della cugina come se fosse
sotto incantesimo. Fulminò con lo sguardo Lee
all’ennesimo tentativo di convincerlo a fare un taglio come
il suo e quello del maestro Gai. Un onore diceva, ma per Neji sarebbe
stata la morte del suo onore.
-E non li voglio
nemmeno come quelli di Naruto- aggiunse, ormai partecipe
dell’argomento –non voglio sembrare uno
spaventapasseri-
Sentì
Tenten ridere alle sue spalle, mentre il biondo protestava animatamente
alla seconda offesa sul suo aspetto. La tensione si era finalmente
sciolta e non si accorsero del tempo che passò e nemmeno
delle lunghe ciocche corvine che cadevano sul pavimento. In un attimo
Neji sembrò trasformarsi.
-Ecco, ho finito!-
esclamò Hinata con un’espressione soddisfatta.
Quando Neji si
alzò in piedi e si girò verso di loro li
lasciò a bocca aperta.
-E’
più bello di Sasuke!- esclamò Lee.
-Diavolo
sì- gli diede corda Naruto –e anche di me-
-Chiudete quelle
dannate boccacce- li minacciò il diretto interessato, in
imbarazzo come mai in vita sua. Spontaneamente i suoi occhi si posarono
su Tenten e si accorsero dell’interesse con cui lo stava
guardando, anche se subito dopo il suo sguardo si spostò.
-Ottimo lavoro Hinata-
disse all’amica, la quale ricambiò con uno sguardo
divertito –ma ora dobbiamo proprio andare-
Si salutarono,
promettendo a Neji che si sarebbero presto rivisti. Hinata fu
l’unica ad avere il coraggio di sfiorarlo, tanto da
abbracciarlo, e lo stesso fece con Tenten. Quando il loro taxi
arrivò, aveva le lacrime agli occhi.
-Ci siamo- disse
Tenten quando il taxi ripartì. Fino a quel momento si era
dimostrata forte e sicura, ma ora sembrava impaurita –spero
di aver preso tutto-
-Hai già
controllato due volte, c’è tutto- rispose Neji
bruscamente, ma poi si fermò a guardarla –stai
dubitando del tuo piano?-
-No- rispose lei con
sicurezza, incontrando i suoi occhi. Con i capelli corti sembrava
più giovane di anni ed era così bello da metterla
a disagio. I tratti del suo viso apparivano più marcati e
davano ulteriormente forza al suo sguardo, che se prima colpiva per
l’insolito colore, ora lasciava senza fiato per
l’intensità che trasmetteva. Avrebbe passato
l’intera vita a guardarli.
-Che
c’è?- gli chiese lui, insospettito da quella lunga
occhiata –ricresceranno prima o poi-
-Oh, no, stai molto
bene- aggiunse subito la ragazza –è solo che
… è strano vederti così, tutto qui-
-Lo è anche
per me, credimi- disse lui, toccandosi i capelli corti con aria
sconsolata –ma in fondo sono solo capelli-
Tenten rise.
-Perché
ridi?- domandò lui, guardandola torvo.
-Niente, è
solo che … bè è chiaro che ci tenevi
alla tua bella chioma- spiegò –ma non vuoi
ammetterlo perché credi che non sia virile avere simili
pensieri. Fai sempre così, anche se una cosa ti interessa
non lo mostri per paura di sembrare debole-
-E questa attenta
analisi del mio carattere l’hai fatta prima o dopo aver
deciso di ignorarmi?-
Non ce
l’aveva fatta a trattenersi. Quella critica era troppo
ingiusta da parte sua, da parte di chi gli aveva dato una speranza per
poi riprendersela senza troppi riguardi. Capì di soffrire
per lei più di quanto pensasse nel momento stesso in cui
sentì la sua stessa voce piena di rabbia uscire dalla sua
bocca con il solo scopo di ferirla.
Tenten
sgranò gli occhi, trafitta nel suo punto debole. Quel
rimpianto mai colmato era perennemente nei suoi pensieri, anche se
doverlo affrontare le faceva più paura che mai. Ora, invece,
veniva usato come arma contro di lei e aveva decisamente funzionato.
-Neji io …
- sospirò –mi sono comportata male, mi dispiace.
Non volevo ignorarti, solo che non sapevo … -
-E’ meglio
se ci concentriamo su quello che dobbiamo fare- tagliò corto
il ragazzo, mettendosi a guardare fuori dal finestrino. Ormai erano
arrivati e non avevano tempo da perdere: Neji sarebbe sceso per primo
con in mano il vero biglietto aereo, Tenten, invece, avrebbe attirato
l’attenzione su di sé dirigendosi al check in con
un biglietto falso, che sicuramente avrebbero rifiutato, e attirando
l’attenzione su di sé finché
l’aereo non fosse decollato.
Neji aprì
la portiera, pronto a scendere e mettere in atto l’ultima
scena di quella commedia, quando Tenten lo fermò
afferrandogli un braccio.
-No- gli disse
–la verità è che sono una vigliacca-
Non gli
lasciò il tempo di pensare né di respirare. Lo
baciò, attirandolo a sé e mettendo le braccia
attorno al suo collo. Voleva che sapesse cosa provava per lui e non
aveva altra occasione se non quella. Quando sentì che la sua
sorpresa iniziale stava svanendo in un abbraccio tenace attorno alla
sua vita, pensò che il suo cuore stesse per
esplodere di gioia. Si fermarono solo quando mancò loro il
fiato.
-Verrò a
Suna appena le acque si saranno calmate- aggiunse Tenten in fretta, a
due centimetri dal suo volto.
-Ti
aspetterò- rispose Neji. Poi scese dalla macchina e la
lasciò sola.
Penultimo
capitolo.
Neji parte. Tenten resta. Io al loro posto sarei impazzita!
Ringrazio Kitiara_92 e Electromaster per le loro recensioni del
capitolo scorso e tutti voi che silenziosamente continuate a leggere.
Dryas
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