Lily
Lily non pensava sarebbe finita in mezzo alla strada. Fino a qualche ora prima credeva di essere
indietro con i pagamenti, ma non al punto da essere buttata fuori di casa. Si era innervosita ed aveva
chiamato la sua carissima sorella. Non poteva averle ridotto la vita in quel modo. “Cosa cazzo è
successo? Mi avevi detto che ero indietro di un mesetto” le aveva urlato al telefono. ”Ed invece mi
hanno sbattuto fuori di casa!”
Lei tutto sommato aveva continuato ad essere tranquilla. Come se fosse la cosa più naturale del mondo.
“Ho detto un mesetto. Non significa letteralmente uno”
“Ah no! Io … io ti ammazzo! Non ti fare vedere in giro. Ti ammazzo! Parola mia ti ammazzo!”
aveva urlato attraverso il microfono del cellulare. Poi aveva chiuso bruscamente ed era rimasta per
qualche secondo seduta sopra i suoi bagagli, a guardare gli operai che mettevano il cartello
“vendesi” di fronte casa sua. Non poteva crederci. L’avrebbe scomunicata dallo Stato di Famiglia a
quella scema di sua sorella.
Era rimasta lì anche quando era arrivata una coppietta felice, pronti a guardare la loro futura casa.
“C’è posto solo per una persona. Mi dispiace” aveva urlato dietro ed era rimasta lì a guardare la
sua amata porta in legno, che le avevano di nuovo sbattuto completamente in faccia. Anche quando
arrivò l’agente immobiliare in questione a dirle di andarsene, lei aveva urlato: “Questa è casa mia!
Non me ne vado neanche morta!” ed era rimasta lì con una corona di fiori alla testa, seduta sul suo
giardino.
Verso le tre del pomeriggio aveva preso le valigie, costretta dalle minacce dell’agente immobiliare
di chiamare la polizia, ed era andata via. Non aveva idea di dove sarebbe andata. Di sicuro non da
Sally. Non capiva come faceva a mantenersi casa sua, se non era riuscita a mantenere quella di Lily
per qualche mesetto. Le veniva la rabbia ogni qual volta ci pensava.
Si recò dalla sua cara amica. Crystal Reed. Era davvero bella e quando le aprì la porta del suo
appartamento rimase piuttosto sorpresa nel vederla. Crystal era un’attrice. Un’attrice conosciuta tra
l’altro. Lei era la sua stupida amica fotomodella. Quella che non faceva molto nella vita. Diciamo
che solo la loro carriera li rendeva diverse, del resto erano molto simili.
Crystal aveva i capelli corti e castano scuro, anche se al momento tinti di un biondo scuro, lei li
aveva castano chiaro. Crystal era bella e alta. Lei era carina e alta. Crystal aveva un bellissimo
fisico, lei molto simile. Crystal aveva pessimi gusti nel vestire, lei portava una corona di fiori alla
testa che non centrava nulla con quello che indossava. Lei era una riccona e Lily era appena stata
mandata da casa. Diciamo che a parte il piccolo dettaglio che l’altra fosse ricca e felice, erano molto
simili fra di loro. Alla fin fine erano pur cresciute insieme.
“Lily? Cosa ci fai qui?” chiese sorpresa. “È successo qualcosa?” poi vide le valige. “Oh!” mormorò.
“Quella stupida di Sally! Non le lascerò mai più casa mia per un paio di mesi!” disse sbraitando ed
entrando, mentre l’amica rimase davanti alla porta a fissare le valige fuori.
“Lily … le valige.” Disse Crystal, per poi prenderne una.
Lily si girò mortificata “Oh, scusa” disse per poi prendere la seconda e chiudere la porta di casa.
Crystal non aveva una casa così grande. Abitava in un appartamento al centro di Los Angeles. Era
al secondo piano. Aveva le stanze necessarie ed un cane meraviglioso. Oscar, era il miglior cane e
migliore amico di Crystal da molto tempo.
“Quindi stavi dicendo?” chiese Crystal sedendosi sul divano.
Lily la imitò. “Che sono rimasta senza casa e non posso neanche comprarla. Non ho abbastanza
risparmi. Adesso dovrò comprarmi un piccolissimo appartamento. Di quelli minuscoli. Di quelli che
mi fanno venire la claustrofobia.” Disse lei disperata, poi spalancò gli occhi inorridita e prese il
cellulare. “Oh no! Sicuramente sarò su tutto il web!” sbraitò cercando le news della giornata in quel
blog così pieno di gossip.
“Lily … Lily, tesoro … un consiglio? Lascia perdere” disse lentamente Crystal, ma Lily
continuava a cercare disperata, fin quando non trovò la foto di lei seduta sopra le sue valige con una
faccia sconsolata. Sotto c’era un piccolo articolo, che Lily preferì non leggere. Stava già abbastanza
male senza il bisogno di leggere gossip su di lei.
“Dio mio! Lo sapevo!” sbraitò la ragazza, facendo alzare Oscar dalla sua postazione.
Il cane si diresse verso le ragazze e poggiò il muso sopra le gambe di Lily. La ragazza lo fissò e
sorrise. Quel cane era sempre stato speciale. Era come se leggesse dentro le persone. Sapeva captare
ogni singolo stato d’animo della padrona, ed anche di Lily.
“Non preoccuparti Oscar, andrà tutto bene” disse Crystal accarezzando la testa del cane, con la
mano destra, e poggiando la mano sinistra sulla schiena dell’amica in segno di conforto.
“Perché non cerchi annunci su giornali o su internet. Magari puoi condividere l’appartamento con
qualcuno.” Propose Crystal “Io l’ho fatto una volta e sinceramente mi manca vivere con qualcuno
che conosci da poco, ma che ti da la sensazione di conoscerlo già da tempo.” Disse lei, immersa nei
pensieri. Ovviamente parlava del suo ex. Eh già, il suo ex l’aveva lasciata perché era gay. Lily
pensava che fosse l’unico motivo logico per lasciare una ragazza come Crystal.
“Okay. Farò così. Si risparmia?” chiese Lily quasi convinta.
“Certo che si risparmia. Ti dividi le spese con diverse persone” disse Crystal guardandola
sorridendo. A volte Lily era proprio ottusa.
“Bene. Ma con la sfiga che ho, sicuramente non ci sarà alcun posto disponibile.”
“Tranquilla tesoro. Andiamo a cercare qualche posto e se non va bene ho dei miei colleghi che
dividono l’appartamento ed hanno bisogno di un coinquilino. Andiamo da loro, e se non vai bene
riproviamo da qualcun altro.” Disse l’amica sorridendo. Poi guardò da un’altra parte e sorrise. “Che
scema che sono. Sempre se a te va bene”
Lily ridacchiò. “Crystal, sono disperata! Mi va bene qualsiasi cosa” disse infine sorridendo.
“Perfetto! Allora andiamo a fare questo colloquio.” Disse Crystal alzandosi e prendendo la giacca
ed il mazzo di chiavi trovatosi sul tavolino di vetro, al centro del salone. Poi prese Oscar e si diresse
verso la porta.
“Colloquio? Oh Dio, proprio un vero colloquio?” chiese Lily, alzandosi e seguendola nel
pianerottolo.
“Tranquilla, ti spiego in macchina” disse lei per poi ridere.
Sally
Quando Lily le aveva chiamato, Sally non poteva credere ai suoi occhi. Quindi aveva fatto la finta
tonta e si era fatta prendere per cretina. Perché quella era la sua unica difesa. Non voleva farla
sentire peggio di come stava. Perché se sarebbe stata una tipa senza cuore, le avrebbe detto quanto
scema era stata a non mandarle soldi. Perché Lily sapeva che mentre Sally le teneva la casa e gliela
puliva, aveva una sua casa da pagare e non poteva di certo pagarne due. Lily era davvero una
svampita e non se ne rendeva minimamente conto. A volte Sally si chiedeva come faceva la sorella
ad essere la sua fotomodella se non riusciva neanche a fidarsi di lei. “Lily …” disse, prima che
sentisse l’altra scollegare la chiamata. S’innervosì e lanciò il telefono sul letto, che sfortunatamente
prese il muro e cadde per terra. Corse subito dal suo amato telefono e lo guardò accuratamente. Non
si era fatto niente fortunatamente. Sorrise più rilassata e si andò a fare una doccia. Quando uscì da
casa decise di prendere l’auto. Quel giorno avrebbe fatto diverse tappe. Difatti, prima si diresse da
Starsbucks, dove comprò il pranzo per lei e Lily, anche se erano le tre del pomeriggio. Voleva
andare da lei e scusarsi. Quindi si diresse a casa della sorella, perché era convinta di trovarla lì, ma
quando arrivò vide il cartello vendesi e nessun ombra di Lily. Sicuramente era andata da qualche
parte. Conoscendola si sarebbe recata da Crystal. Decise di lasciarla perdere al momento, ed andò a
casa della persona che più riusciva a rilassarla. Andò a casa della sua migliore amica. Holland
Roden. Lei ed Holland erano molto simili. Tenevano molto allo stile, ai capelli e tutto il resto. Loro
si erano conosciute qualche anno fa, al contrario di Crystal e Lily che si conoscevano da una vita.
Holland aveva posato per Sally. Eh già! Sally era una fotografa. Una brava fotografa. Era la
fotografa di Lily. Da qualche anno aveva iniziato a fotografare persone famose e questo l’aveva resa
altrettanto famosa. Era molto indaffarata. Correva di qua e di là. Lei era presente in
ogni manifestazione, celebrazione e così via, che le avrebbero fruttato soldi. Era molto stressante il suo
lavoro, ma le piaceva così tanto. Era sempre stato il suo sogno, poter correre con il caffè in mano,
una macchina fotografica e una borsa sulla spalla, sempre impeccabile nel suo stile. E poteva urlare
al mondo che era riuscita perfettamente nel suo intento.
Quando arrivò sotto casa dell’amica scese velocemente dalla macchina, salì le scale ed aprì il
portone. Portava una copia delle sue chiavi. In realtà lei portava la copia delle chiavi di Lily, Crystal
ed Holland. Quando si ritrovò dietro la porta di casa, decise di non aprirla, ma bensì di bussare. Ad
accoglierla fu un sorriso mozzafiato della sua adorabile amica, che la fece entrare.
“Ho portato il pranzo.”
“Grazie, ma sono le tre. Ho già pranzato.” Disse Holland sedendosi su una sedia per poi poggiare le
braccia sul tavolo di legno.
“Oh …” disse Sally sedendosi di fronte l’amica e poggiando la busta col pranzo sul tavolo.
Holland la guardò per un po’. “Oh, dannazione! Mangerò ugualmente” disse lei aprendo la busta.
Sally sorrise soddisfatta e prese l’hamburger, mentre la ragazza prese l’insalata di Lily. Pranzarono
mentre lei spiegava ad Holland cosa fosse successo.“Quando smetterai di fare Lydia?” disse infine Holland.
“Cosa?” chiese Sally confusa.
“Ancora non hai visto Teen Wolf? Bell’amica!” disse Holland con ironia.
“Scusa! Non ho avuto il tempo” disse sincera.
“Comunque sia, intendevo quando è che smetterai di fare la finta stupida.”
“Stava male, non potevo dirle che era tutta colpa sua” disse lei esasperata. Perché era l’unica persona che provava sentimenti?
“Okay. Allora diglielo quando starà meglio.”
“Okay” mormorò Sally con poca sicurezza.
“Bene” disse lei sorridendo terribilmente soddisfatta.
Dylan
Dylan era davvero esausto. Non poteva credere di aver fatto gli straordinari. Quel Jeff Davis
l’avrebbe distrutto prima o poi. Sì, anche lui era un attore. Al momento stava lavorando, insieme ai coinquilini,
per Jeff Davis. Era davvero soddisfatto del suo lavoro. Ma non poteva credere che Jeff lo avesse
trattenuto tutta la notte. Aveva detto che Russel era “malato”. Chissà se era vero, poi. A volte si
chiedeva se Jeff avesse un amore segreto verso lui, ma poi scosse la testa, pensando che erano le ore
di sonno che lo facevano parlare e girò la chiave nella toppa. Stava morendo di sonno.
“Ehi Dylan!” sentì il ragazzo da dietro le sue spalle.
Pensò alla fan che aveva come vicina e si girò abbastanza scocciato, perché quello non era il
momento adatto per gli autografi. Ma poi vide Crystal Reed, la sua amata collega, insieme al suo
cane Oscar, ed una ragazza abbastanza carina. Aveva dei capelli castano chiaro ed una coroncina di
fiori in testa. Portava dei collant a rete minuscole e dei pantaloncini sopra, una maglietta nera con
un triangolo al contrario ed una giacca di jeans verde militare.
“Crystal? Cosa ti porta qui?” disse Dylan sorridendo ed abbracciando l’amica.
Crystal sorrise, col quel sorriso che tutti loro pensavano fosse perfetto. “Ti ricordi l’amica di cui vi
ho parlato. Quella con cui sono cresciuta …”
“Quella che non vuole guardare Teen Wolf?” disse Dylan per poi riguardare la ragazza che alzava
gli occhi al cielo divertita.
“Esatto.” Disse Crystal ridendo. “Oggi l’hanno sfrattata da casa e quindi è qui per il colloquio.”
Dylan la guardò assente per diversi secondi, poi ricordò di cosa parlasse e si affrettò a dire: “Oh, sì
certo. Sono stato fuori tutta la notte, quindi non ne sapevo nulla” disse lui facendole entrare.
“Ah sì? Una notte di fuoco?” chiese l’amica di Crystal sorridendo maliziosa.
“In realtà no. Una notte di lavoro.” Disse Dylan posando lo zaino davanti la porta.
“Davvero? Come mai? Pensavo che ancora le riprese non fossero cominciate” disse Crystal
confusa.
“Infatti, ma Jeff mi ha detto se lo aiutavo con gli ultimi ritocchi dei copioni.” Disse Dylan alzando
gli occhi al cielo, mentre l’amica di Crystal guardava la casa come una bambina in un campo
di giochi.
“Finalmente sei a casa! Con chi diavolo parli?” si udì la voce di Tyler provenire da camera propria,
La porta si aprì ed uscì Tyler che rimase immobile a fissare la ragazza, che faceva altrettanto, poi
il ragazzo posò gli occhi su Crystal.
“Crystal? Che diavolo ci fai qui?” chiese sorridendo.
“Lei è la mia amica Lily, ve ne ho parlato altre volte.” Disse Crystal sorridendo.
“Ciao. Sono qui per il colloquio” salutò Lily, muovendo le dita alla parola colloquio.
Tyler la fissò sorridendo imbarazzato. “E’ quella che non guarda Teen Wolf?”
“E’ bello che mi conosciate tutti così”
Dylan li guardò divertito. “Allora. Accomodatevi pure che iniziamo.” Disse per poi spostarsi ed
indicare il loro divano marrone.
Le ragazze camminarono verso il divano e quando si sedettero, mentre Oscar si coricò sul tappeto,
Lily li guardò divertita.
“Che fate lì impalati? Non vi avvicinate? Non ho mai fatto questi colloqui”
e alla parola colloqui ripeté il gesto con le dita. “Quindi non so se voi dovete stare in piedi ed io
sono l’unica che deve sedersi.” Disse lei sorridendo.
“Di solito facciamo così quando una ragazza ha una certa scollatura, non so se intendo” ironizzò
Tyler.
Dylan guardò Crystal che sorrideva imbarazzata e per un momento il ragazzo pensò che Lily si
sarebbe alzata e sarebbe scappata via, ma successe il contrario. La ragazza iniziò a ridere divertita,
puntando qualche dito nella direzione di Tyler e facendo innervosire Oscar, che si alzò dalla sua
postazione. Dylan sospirò. Gli faceva già simpatia. Quando anche loro si sedettero sul divano, di
fronte alle ragazze, Crystal disse: “Allora? I ragazzi dove sono?”
Si erano completamente scordati di Colton e Daniel. “Colton è in camera e Daniel è uscito con
Posey” Disse Tyler sorridendo a Crystal.
“Quindi non ci sarà per il colloquio?” chiese Crystal.
“Non importa, a lui piacciono tutti” disse Dylan sorridendo.
“Bene. Oscar? È arrivato il momento di andare a fare i bisogni. Ci vediamo dopo, tesoro” disse
Crystal alzandosi e sorridendo a Lily.
Dylan sapeva che l’amica stava andando via per quello che aveva detto Tyler. Daniel non era in
casa, quindi era inutile che ancora lei fosse lì. Si chiedeva perché ancora i due non si fossero decisi
a fare un passo avanti. Erano perfetti insieme. Stavano bene, si divertivano sempre, ma ancora
mentivano a loro stessi sull’evidenza.
Tyler fissò Crystal uscire, poi girò lentamente la testa. “Colton! Ci sono i colloqui!” gridò infine.
Colton
Colton stava guardando il suo armadio. Era davvero concentrato. Cercava un abito decente da
mettere quella sera. Un abito che qualsiasi persona, donne e uomini, avrebbe notato. Era un ragazzo
con molti soldi, quindi potete solo immaginare com’era ricco di vestiario costoso il suo armadio.
Tyler diceva sempre che il suo guardaroba era l’oggetto più costoso di quella casa. Rideva ogni qual
volta ci pensava. Ed anche in quel momento stava sorridendo, mentre spostava leggermente gli
abiti, per guardarne di altri. E fu lì che venne distratto dal suo lavoro quotidiano.
“Colton! Ci sono i colloqui!” era la voce di Tyler. Per lui era inconfondibile. Il suo carissimo
migliore amico. Lo conosceva da due anni circa, ma per lui era come se lo conoscesse da sempre.
Il ragazzo sorrise. Si ammirò allo specchio ed uscì dalla camera da letto, con eleganza. “Ciao.
Scusami se mi presento solo adesso. Sono Colton.” Disse lui, andando incontro alla ragazza.
Era sorprendentemente carina. Ci avrebbe provato. Questo fu il suo primo pensiero, quando prese
posto vicino Tyler, ma poi la sua mente percorse un’altra immagine. L’immagine dell’unica ragazza
che riteneva importante ai suoi occhi. Holland Roden. Lei era tutto per lui. Lui la riteneva una sorta
di dea ed insieme erano perfetti. Colton lo sapeva, e si arrabbiava ogni qual volta ci pensava. Non
riusciva a capire perché lei gli diceva sempre di no. Non lo capiva affatto.
“Non preoccuparti. Sono Lily” disse lei sorridendo.
“Bene. Iniziamo” disse Tyler.
Tutti e tre fecero un profondo respiro, poi poggiarono i gomiti sulle ginocchia e le mani sotto il
mento, ed iniziarono a fissare la ragazza. Com’era solito fare ad ogni loro colloquio. Colton notò
quanto Lily rimase sorpresa di questo, ma decisa non distolse lo sguardo. Questa sua azione piacque
molto ai ragazzi, che le diedero subito un punto in più, ovviamente senza riferirglielo.
Rimasero così per un’altra manciata di minuti, fin quando la ragazza spazientita disse: “Okay, non
so per quale motivo vi abbia dato corda, ma adesso sto iniziando a spaventarmi.”
Colton sorrise soddisfatto.
Tyler H.
Quella ragazza era particolarmente speciale, pensò Tyler, quando notò che stava alle loro regole.
Infatti erano rimasti per qualche minuto a fissarsi, tutti e quattro, fin quando lei aveva rotto il
silenzio, proprio nel momento in cui loro stavano per mollare. “Okay, non so per quale motivo vi
abbia dato corda, ma adesso sto iniziando a spaventarmi”
“Per quale motivo ti mettiamo paura?” chiese Colton.
Lei sembrava sconcertata. “Non lo so. Mi sento confusa.“ disse angosciata, portandosi una mano fra
i capelli. E poi che capelli strani! Non si capiva se erano lisci o mossi. Mentre Tyler si poneva
queste domande silenziose, Dylan stava già spiegando la prova appena conclusa. “Lo facciamo per
vedere che tipo di persona sei. Sai, se uno distoglie subito lo sguardo è timida, il che la rende
noiosa.”
”Se una continua a guardare con sguardo vuoto è stupida, il che la rende una coinquilina
inaffidabile.” Continuò Colton.
“Per quale motivo?” chiese lei tranquilla.
“Non capirebbe molte cose. Sarebbe un rischio. Potrebbe mandare a fuoco la casa” spiegò Colton.
“Sarebbe buona solo per scopare” ironizzò Tyler sorridendo.
Sia Dylan, sia Lily che Colton, anche se quest’ultimo divertito, si girarono a fissarlo. “Quindi è
questo quello che state cercando?” chiese Lily dopo un breve silenzio.
“Certo che no!” intervenne subito Tyler. “Era una battuta.” Ma dopo aver incrociato lo sguardo
innervosito di Dylan, disse: “Adesso parlaci un po’ di te. Facciamo finta di nulla” Continuò
indicandola con una mano.
“Sì. Così Tyler, sta un po’ zitto” disse Dylan lanciandogli un’occhiataccia.
“Oh. Okay. Prima posso chiedervi se, per caso … siete una coppia?” chiese la ragazza facendo
spalancare la bocca sia a Dylan che a Tyler, mentre Colton iniziava a ridere soddisfatto.
“Qualcosa del genere” rispose Colton e Tyler provò un forte imbarazzo.
“Cosa? No! Non siamo una coppia! Siamo tutti amici e convinti etero.” Sbraitò Dylan rosso in viso
e Tyler lo trovava sempre adorabile quando dava di matto.
“Non tanto convinti” mormorò Colton alla ragazza indicandoli e lei ridacchiò.
“Colt … lasciamo perdere, continua pure” disse Dylan portandosi una mano alla bocca, suo classico
segno di nervosismo.
“Ok.. okay. Sono Lily Pan.” Disse lei toccandosi le mani.
“Oh, come Peter. Peter Pan” disse Tyler sorridendo ironicamente.
“Tyler, cazzo! Falla parlare, così posso andare a dormire!” urlò Dylan girandosi a fissarlo.
Aveva il viso rosso e questo stava a significare che Dylan stava per far uscire il suo lato nevrotico.
”Mi vuoi vedere svenire qui davanti a voi? Perché non sarebbe per niente un bello spettacolo! Lo
vuoi davvero, Tyler? Vuoi davvero che io svenga qui davanti a voi?”
Lily era semplicemente sconvolta. "Perché sei stato tutta la notte fuori?” chiese Tyler mentre Colton
guardava Lily come a dirle quanto aveva avuto ragione. Era l’unica domanda che voleva chiedergli
da tutta la mattina.
Dylan respirò con affanno, mentre Colton alzava gli occhi al cielo. “Ero da Jeff! Continua a dirmi di
aiutarlo”
“Per quale motivo?” chiese Tyler, iniziando a sentirsi nervoso.
“Non lo so! Dice che ha bisogno del mio aiuto ora che Russel sta male” adesso non urlava più.
“Credi davvero che tu sia indispensabile nella scrittura del copione?” chiese Colton.
Dylan sospirò. “Non lo so.”
“Almeno ti paga?” chiese Tyler scontroso. Non capiva perché si stava innervosendo.
“Mm-mm”
I ragazzi si girarono verso il rumore e si ricordarono immediatamente che c’era una bella ragazza
davanti a loro, pronta per il colloquio.
“Bene. Dicevamo?” disse Colton sorridendo.
“Okay. Emm … ho 23 anni. Sono una fotomodella.”
“E cosa fai di preciso? Le foto nuda?” chiese Colton sorridendo malizioso. Lei lo guardò stupita.
“Lascialo stare. È uno stupido.” Disse Dylan indicando Colton, poi sbraitò:
“Dannazione quel barattolo!”
Lily sorrise imbarazzata e continuò: “Faccio diverse foto per una linea di vestiti … diciamo, dark!”
poi dopo aver notato la bocca di Colton che iniziava a muoversi, la ragazza aggiunse: “Vestita!”
Tyler sorrise divertito, mentre il suo migliore amico la guardava sconvolto. Era riuscito a zittire il
lato perverso di Colton Haynes. Quella ragazza era sempre più sorprendente.
“Si guadagna bene?” chiese Tyler.
“Piuttosto bene” rispose lei sincera. Tyler sorrise soddisfatto.
“Okay. Sei presa.” Disse Dylan, per poi alzarsi dal divano.
“Cosa?” dissero in coro i tre.
“Lascialo stare, è un idiota. Continua a parlarci di te. Come mai sei qui?” disse Colton.
Dylan sbuffò e si risedette accanto a Tyler che, inconsapevolmente, gli avvolse il braccio attorno
alle spalle. Questo a Lily non sfuggì e Tyler arrossì imbarazzato, ma fece finta di nulla.
Ma prima che Lily riuscisse a continuare, Dylan disse: “Scusami, Lily. So che potrei sembrare antipatico o
scontroso, ma ho davvero bisogno di dormire. Potresti parlare di te velocemente?”
Tyler alzò gli occhi al cielo. “Certo” disse lei sorridendo.
“È proprio una storia buffa, che ancora mi fa arrabbiare a pensarci. Qualche mese fa, mi avevano
offerto un lavoro provvisorio a Miami. Allora mia sorella si è presa il compito di tenere decente la
mia casa. Sono tornata ieri sera, e sembrava tutto tranquillo, alla norma. Invece l’indomani mattina
sono stata cacciata da casa mia. Perché non risultava pagata già da un po’.” Disse velocemente
e tutto d’un botto per poi ansimare. Tyler sorrise. Era davvero strana quella ragazza.
“Okay, sei presa!” dissero tutti e tre in coro, per poi alzarsi dal divano.
Dylan abbracciò la ragazza e poi corse in camera da letto. Colton le chiese dove aveva lasciato le
valige e corse a prendergliele. Rimasero solo loro due in salone. Tyler la fissò. Era davvero carina,
si disse. “Allora. Vuoi fare un tour della casa?” chiese con una mano sulla testa.
La ragazza sorrise entusiasta ed accettò. “Bene, iniziamo dal bagno!”
Crystal
Crystal si trovava sotto casa dei ragazzi, con Oscar. Non sapeva neanche se la prendessero come
coinquilina. Aveva accompagnato Lily, in quel palazzo e stava aspettando che scendesse a dargli
qualche notizia positiva. Avevano girato già due appartamenti prima di quello, ed entrambi le
avevano detto che erano pieni. Crystal sapeva perfettamente che non era vero ed ancora si chiedeva
cosa avesse combinato Lily per farsi mandare in quel modo da quegli appartamenti. Erano passati
già ben venti minuti, il che era positivo, secondo le precedenti esperienze. Doveva essere più
ottimista per la sua amica. Forse doveva fargli togliere quel cerchio di fiori dalla testa prima di farla
salire.
Si stava davvero annoiando. Era sicura che domani, o la sera stessa, avrebbe trovato qualche foto
sua su internet. In effetti era stata fin troppo tempo nello stesso luogo, e si stava decisamente
annoiando. Ma una parte di lei non voleva andare a passeggiare con Oscar. Sapeva perfettamente
che non vedeva l’ora di intravedere Daniel arrivare da qualche parte della strada. Voleva sorridergli
e voleva vedere il suo meraviglioso sorriso. Quei suoi occhi talmente blu che il mare gli faceva
un baffo. Quell’accento inglese che nessuno in quel luogo aveva. Era talmente sexy che Crystal arrossì
senza il bisogno di trovarlo davanti.
“Scusa! Scusa!” sentì la voce di una ragazzina e ne fu grata che almeno qualcuno la distraesse
da quel manicomio di pensieri. “Sei Crystal Reed?”
Si girò e sorrise. Era una ragazzina di 15 anni circa, bionda, magrolina. Era davvero graziosa, pensò
Crystal. “Ciao. Sì, sono Crystal. Tu sei?” chiese sorridente.
“Kimberly. Sono davvero emozionata di vederti!” disse quasi urlante.
“È un vero piacere anche per me”
Holland
Holland stava parlando con sua madre. Era davvero frustrante avere genitori preoccupati lontani da
casa tua. Perché, anche se erano lontani, erano ancora più possessivi.
“Mamma sto bene.”
“Sei sicura, tesoro? Ti vedo molto più magra in foto e leggo anche ciò che dicono le fan.”
Holland alzò gli occhi al cielo. Eh già, in quel periodo si era parlato tanto della sua decisione di
dimagrire, come se fosse il peccato più grosso che una persona potesse commettere. “Mamma, non
devi assolutamente leggere le informazioni su internet. Dicono sempre il falso.”
“Ma è vero che sei dimagrita.”
La ragazza sbuffò sonoramente. “Non sono anoressica, okay? Oggi ho pranzato due volte! Se non
mi credi puoi chiamare Sally. Non ho mai vomitato negli ultimi tre anni, mamma. Sono dimagrita
perché ho deciso di farlo, non per qualche malattia mentale o fisica. Okay?”
Non sopportava più nessuno in quel periodo. Anche la presenza di Sally le aveva procurato fastidio
dopo un po’. Non sapeva cosa avesse, ma Holland in quel periodo era molto stressata. E forse era
proprio lo stress ciò che la portava a questi stati d’animo, a queste reazioni spropositate. Ma di una
cosa Holland ne era certa. Non aveva alcuna forma di anoressia.
Daniel
Daniel stava camminando lungo la strada principale. Aveva passato una giornata stancante e adesso
aveva solo voglia di coricarsi e riposare. Sperava che ai ragazzi non fosse venuta in mente qualche
idea strana di come passare la serata, perché sapevano che lui non avrebbe resistito. Sperava solo di
tornare a casa e non trovare brutti scherzi, e non si stupì affatto quando ne trovò uno dei più brutti.
“Ragazzi sono a casa!” aveva urlato chiudendo la porta.
Subito dopo era arrivato Tyler, tutto sorridente, un sorriso davvero inquietante. “Cosa succede?”
aveva chiesto, quasi impaurito. Quel ragazzo era imprevedibile.
“Daniel.” Aveva detto Colton spuntando di fianco al ragazzo.
Daniel li aveva guardati leggermente sconvolto e aveva detto: “Cosa succede?”
“Niente. Dobbiamo dirti una cosa” aveva detto Dylan spuntando da dietro la scrivania, e si erano
ritrovati tutti e tre in fila, di fronte al povero Daniel. C’era stato un grande silenzio e alla fine Daniel
aveva detto: “Si può sapere che diavolo vi succede?” e nel frattempo era uscita una ragazza,
abbastanza carina, dalla vecchia camera dell’altro Tyler, quello che li aveva abbandonati al loro
destino. “Diamine Lily!” aveva urlato Colton infuriato.
“Scusate, pensavo aveste urlato il mio nome” aveva detto lei tremendamente dispiaciuta.
Daniel era rimasto in silenzio, alquanto scioccato, cambiando lo sguardo da lei ai ragazzi, poi aveva
detto: “Ragazzi, riunione sul divano. Subito!”
E adesso si trovavano sul divano tutti e quattro i ragazzi, mentre lei era seduta sullo sgabello del
bancone, lontani da loro ma vicina da poterli sentire, a far finta di leggere un libro di cucina.
Daniel era davvero sconcertato. Non l’avevano aspettato. Avevano visto la prima bella ragazza e se
l’erano accasata. “Non vi capisco. Il mio pensiero non conta? Eh?” disse sconcertato.
L’unico idiota a parlare fu Tyler. “Amico, sappiamo quanto sei dolce e socievole...”
“E quindi potete approfittare della mia dolcezza?” urlò lui rosso in viso.
Non era solito fare così, anzi era una persona molto gentile, ma gli dava tremendamente fastidio
essere stato tranciato fuori da una decisione così importante.
“Dai, Dan. Ti posso giurare che ti piacerà. Non è snob” sussurrò Dylan sincero. Forse l’unico che
prestava attenzione a non farsi sentire.
Lui aveva sbuffato e si era passato una mano tra i capelli. “E se non mi piacesse? Non posso
convivere con una persona che odio.”
“Ti piacerà eccome!” disse Colton ridacchiando.
Daniel lo guardò confuso. “Come fai a saperlo?”
I tre si guardarono.
“Glielo diciamo?” mormorò Tyler.
Dylan sorrise e si girò verso Daniel. “È la migliore amica di Crystal. Ce l’ha portata lei qui” disse
sorridendo.
Daniel spalancò la bocca e subito la sua mente percorse il suo lato più nascosto fino ad arrivare a
Crystal. Quindi quel giorno era passata Crystal e lui l’aveva persa. Dannato Posey. Avrebbe
davvero preferito vedere Crystal, che non vedeva da qualche giorno, che vedere Posey, il
coinquilino che li aveva abbandonati per vivere con la propria ragazza.
Si sentì un rumore metallico. “Oh! Ho trovato un barattolo” disse Lily, facendo girare tutti.
Daniel era scattato subito sull’attenti. Non poteva credere che la ragazza avesse trovato così
facilmente quel barattolo. “Hai trovato il barattolo degli imbecilli?”
Lei lo stava fissando. Era pieno di soldi. Eh sì, lo aveva trovato “Sembrerebbe di sì, britannico.”
Disse canticchiando.
“Cosa?” chiese lui confuso. Perché aveva usato quel motivetto?
Lei si girò sorridendo. “Sì. Sei inglese, vero?” lui accennò un sì e lei continuò. “Adoro l’Inghilterra.
Sono italo-americana, ma ho passato metà della mia infanzia a Londra, poi sono venuta in America
ed ho conosciuto Crystal” disse lei, mentre gli altri assumevano una smorfia accondiscendente.
“Sei presa!” disse Daniel sorridendo e allargando le braccia.
“Credevo che già fossi entrata a far parte della famiglia” disse lei, poi notando lo sguardo dei
quattro disse: “Grazie!” e sorrise felice.
“Adesso provvediamo con i soldi.” Disse Dylan. “Colton devi mettere venti.. cento dollari. Sai, non
lo trovavamo da una settimana. Tyler, settanta dollari. Io dieci. Lily. 20 dollari”
“No! Perché?” chiese lei sconvolta.
“Ti devo fare l’elenco? Prima hai distrutto il nostro piano.”
“Allora dieci.”
“Vogliamo parlare di quel motivetto inquietante?” disse Tyler sconvolto. “Dio, non lo fare più!”
La ragazza mise una mano nei pantaloni ed uscì venti dollari, tristemente. “Ciao belli. Ciaooo!”
disse con voce melodrammatica.
Rimasero tutti in silenzio per qualche secondo, fin quando Tyler la indicò con un braccio. “E quello
cos’era?” chiese stupito, quanto tutti.
Lei si guardò intorno, poi abbassò lo sguardo e mormorò: “Li stavo salutando … stavo …”
“Altri dieci dollari!” dissero i ragazzi in coro.
La ragazza alzò gli occhi al cielo ed infilò la mano nella tasca. “Bene. Non potrò mai più fare cose
del genere?” chiese.
“No! Metti solo paura!” disse Colton.
“È vero. Fidati, non farlo più” disse Dylan.
“Devi aggiungerne altri cinquanta” disse Tyler.
“No! Perché?”
“Perché non guardi Teen Wolf!”
“Tyler, è il barattolo degli imbecilli” disse Colton confuso.
“Colton, chiunque non guarda Teen Wolf è un imbecille!” disse Dylan stando al gioco.
Lily mise un’altra mano sulla tasca ed uscì altri soldi, dicendo: “Non è giusto”
“Ringrazia che non ti abbiamo fatto mettere 100 dollari lì dentro.” Disse Tyler.
“Non è giusto! Questo si chiama bullismo” gridò la ragazza.
Daniel si guardava la scena in silenzio, ed un piccolo sorriso gli scappò dalla bocca stupendo pure
se stesso.
Perché no, si disse, poteva essere una brava sostituta dell’altro Tyler. Quello che gli mancava tanto.
Tyler P.
Tyler stava ancora sistemando gli ultimi scatoloni. Gli mancavano già i ragazzi, ma aveva
comunque fatto un buon lavoro. Adesso era diventato un uomo a tutti gli effetti. Un uomo felice a
tutti gli effetti. Aveva esaudito i suoi sogni e adesso stava sistemando gli ultimi scatoloni mentre
aspettava che la sua compagna tornasse a casa dal lavoro. Eh sì, aveva mollato i ragazzi per
trasferirsi con la sua ragazza. Avevano comprato una casa e presto si sarebbero sposati. Ancora lui
non le aveva proposto nulla, ma presto l’avrebbe fatto. L’avrebbe fatto eccome, si disse mentre
scartava l’ultimo scatolone.
Seana
Seana era davvero esausta. Aveva lavorato così tanto quel giorno, che non era riuscita neanche a
godersi il loro trasferimento. Aveva dovuto fare tutto Tyler e questo l’aveva ferita fin troppo. Non si
era immaginata così il suo trasloco con la persona che amava, lo immaginava ben diverso di così.
Immaginava di riflettere con lui su dove collocare gli appositi oggetti, di sorridere mentre scartava i
primi scatoloni, di lanciarsi addosso polistirolo ed infine di fare sesso sul pavimento gelido. Ma non
aveva ottenuto niente di tutto ciò che si era immaginata, ed era per questo che era abbastanza
stressata quel giorno. Quando aveva salutato il suo capo si era data solo un ultimo obiettivo prima di
tornare a casa. Avrebbe comprato indiano, perché Tyler amava l’indiano e poi si sarebbe scusata per
l’ennesima volta prima di mangiare e andare dritta in camera da letto.
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