Niente di male

di Jude
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Niente di male

Hermione fissava Ron leggermente imbronciata, come se si fosse offesa, mentre lui diventava pian piano rosso in zona orecchie, segno che la sua vergogna in certi campi persisteva con tenacia.
“Ron, per favore, vuoi comportarti da persona matura?” lo apostrofò Hermione con durezza.
Il ragazzo rimase a fissarla, ancora più dubbioso su ciò che stava per fare.
“Mi sembrava che ne avessimo già parlato, o sbaglio? E tu ti eri detto fermamente d’accordo. Insomma, è ora che tu metta la testa fuori da quel guscio di vergogna che ti porti dietro!”
“Vermente tu volevi fare questa cosa, Hermione,” replicò Ron, senza troppa convinzione e con un tono di voce talmente basso che la ragazza, nonostante avesse visto le sue labbra muoversi, non si era nemmeno accorta della frase appena pronunciata. E, comunque, non le interessava granché: sapeva perfettamente che il ragazzo non approvava affatto la sua decisione, ma lei voleva farlo a tutti i costi e non avrebbe di certo rinunciato a causa di questo ‘intoppo’.
“Ronald Weasley, spogliati, per favore. Non c’è niente di male in quello che stai per fare!” disse Hermione, la cui espressione ora tendeva più alla rabbia, sostituitasi all’impazienza di poco prima.
“Hermione… non ce la faccio,” si giustificò Ron, con una vocina piccola piccola. L’aspetto di Hermione, altamente vicino a quello che di solito segnalava l’arrivo prossimo di una violenta sfuriata, lo spaventava non poco e lo faceva sentire ancora più stupido di quanto già si sentisse lì, in piedi, di fronte a lei, tranquillamente sdraiata mentre lui la sovrastava.
“Ronald, so che è la tua prima volta, ma non sei più un bambino… sei maggiorenne, per Merlino! Cosa vuoi che succeda? Temi di fare brutta figura?”
“Non questo… è che…” balbettò il ragazzo, quasi in tono di scusa.
Hermione si accorse di ciò che lui provava e decise di cambiare tono: forse (anzi, sicuramente) lo avrebbe convinto di più con un metodo diverso.
“Ron,” lo supplicò, allora, dolcemente, “non c’è niente di male…”
Ron sospirò e finalmente si tolse la maglietta, incapace di resistere a quella vocina suadente e a quegli occhini dolci. Poi si tolse anche i pantaloni, poggiò gli abiti lì vicino e fissò Hermione con aria di sfida, quasi si aspettasse che lei sarebbe scoppiata a ridere. Ma la ragazza non ci provò nemmeno (lo avrebbe offeso mortalmente e avrebbero dovuto ricominciare tutta la storia da capo), ma gli fece l’occhiolino in segno d’intesa.
Ron si sdraiò accanto a lei e pensò che tuttavia non era così male: dopotutto Hermione era lì, vicino a lui, perfettamente a proprio agio e incredibilmente tranquilla… Chiuse gli occhi cercando di rilassarsi, ma la ragazza non gliene diede il tempo.
“Ron, per favore, mettiti la crema solare, altrimenti ti scotti:sai, non ho proprio voglia di passare i prossimi giorni a sentirti lamentare per il bruciore!” lo rimproverò Hermione, solo un paio di minuti dopo. Ovviamente si era solo illuso: non poteva, anzi non doveva, rilassarsi quando si trattava di Hermione Granger.
Allora si alzò, prese la crema solare dalla grande borsa di paglia sotto l’ombrellone e tornò a sdraiarsi vicino ad Hermione, pensando che, nonostante l’imbarazzo di dover indossare solamente un paio di mutande formato gigante e di risultare, agli occhi di parecchie persone, dello stesso colore della sabbia, non era poi tanto male andare al mare alla maniera Babbana!




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