FLASHBACK
Questo capitolo tratterà di un episodio dell'infanzia di
Revy(che ovviamente mi sono inventata XD).Spero di non aver messo cose
assurde (cosa molto probabile...).
Continuate a leggere e a commentare *ç*
PS.scusate se è breve, ma in questi giorni non ho molto
tempo ... |
Capitolo 2: Quella
notte...
“Mamma!!!Mamma!!”
“Rebecca!Vai via!!Non guardare,VAI VIA!!”
“Mam…ma…”la piccola piangeva,
davanti ai suoi occhi c’era un uomo che rideva mentre
picchiava e violentava il corpo di sua madre.I suoi occhi erano rossi
come quelli del diavolo, quel particolare non se lo
dimenticò mai …e poi rideva, come se ci fosse
qualcosa di così piacevole,bello e divertente in quello che
stava facendo.
“Lasciala stare!!!”urlò disperata la
bambina “papà!!perché stai facendo
questo alla mamma??”
“Rebecca ti ho detto di…”un
calciò nello stomaco soffocò le parole della
donna:
“vieni qui, piccola Revy”sibilò suo
padre con la bava alla bocca “vieni qui…”
La bambina si asciugò le lacrime e iniziò a
correre, ma una stretta al petto la fermò e due forti
braccia la sbatterono a terra:
“No!!Papà
lasciami!!Papà!!LASCIAMI!!”
“stai ferma, piccola Revy”le leccò il
collo “fammi vedere se sei bella come la tua
mammina”
Orrore,paura,disprezzo,speranza.Quelle erano le sensazioni che provava
Revy mentre piangeva e inzuppava il pavimento di lacrime.
Invocava in silenzio il nome di dio e pregava affinché
uccidesse suo padre … pregava e pregava, fino a quando perse
i sensi e vide tutto buio.
Si svegliò e si accorse che era notte.Cercò di
alzarsi da terra ma si sentiva debole e le sue gambe non volevano
muoversi.Ma un pensiero la scosse violentemente:
La mamma!
Si alzò e corse nella stanza accanto:
“mamma!!!mamma svegliati, sono andati via
…” la donna giaceva a terra immobile
“mamma?!” la piccola le toccò il braccio
e un brivido di freddo le salì fino alla testa.
Singhiozzando ripetè “mamma?!mamma! Mamma! Mamma!
Mamma! Mamma! MAMMA!!!??” adesso stava urlando e prendeva a
pugni il corpo nudo della donna.
In qualche modo si era ritrovata in strada:correva e pregava.
Perché era morta?Perché dio aveva voluto tutto
quello?
Eppure continuava speranzosa ad invocare quel nome e a recitare tutte
le preghiere che sua mamma le aveva insegnato.
Passò di fianco al bar e un po’ di gente si
girò a guardarla, domandandosi se fosse il caso di chiederle
come stava.Ma subito tutti si ricordarono la regola del
“ognuno pensi a se stesso”: la regola
dell’egoismo, quella che Revy non aveva ancora voluto
accettare.
In lontananza si sentivano degli spari e le sirene della polizia.Quella
polizia corrotta che se ne andava a spasso dicendo di portare giustizia.
Le gambe le facevano male e il sangue le pulsava nelle vene.Dagli
occhioni tristi e pieni di speranza uscivano ininterrotte le lacrime,
che il vento portava via.
Revy avrebbe voluto essere portata via anche lei dal vento …
così magari, per la prima volta in tutta la sua vita, si
sarebbe sentita leggere leggera …
Delle grida la distolsero dai suoi pensieri e fermarono lo scorrere
delle sue lacrime, lasciandone però un evidente segno negli
occhi e sul volto.
Due uomini si fermarono davanti a lei:uno aveva in mano un
borsone e l’altro una pistola.
“LASCIALA IN MANO A QUELLA!!LASCIALA IN MANO A
QUELLA!”diceva ansimante l’uomo con la pistola.
“MA SEI FUORI?!Con tutta la fatica che abbiamo fatto nel
prenderli?”ribatteva l’altro.
Revy si spaventò e si girò per scappare, ma,per
la seconda volta in un giorno, due forti mani la presero:
“dove credi di andare, furbettina?”poi
l’uomo si rivolse di nuovo al suo compagno
“preferisci farti picchiare a sangue dagli sbirri o perdere
qualche centinaia di dollari?”
“ok, ok…ho capi…”le sirene
della polizia coprirono le parole dell’uomo
“muoviti idiota, stanno arrivando!!”
Revy fu spinta a terra e sopra di lei fu gettato il borsone.Poi
sentì i due uomini allontanarsi velocemente.Non fece nemmeno
in tempo a rendersi conto di quello che stava accadendo, che vide due
macchine frenare ai suoi piedi.Dalle vetture uscirono tre uomini in
divisa, due scesero dalla prima auto e uno dalla seconda:
“a-ah!Ma guardate chi abbiamo qui?!La nostra piccola
furfantella …”disse l’uomo
più alto di tutti.Gli altri due si limitarono a sorridere e
a rigirarsi i manganelli tra le mani, come se stessero aspettando di
battere la palla, nel bel mezzo di una partita di baseball.
Poi uno di quegli uomini prese il borsone, lo aprì:dentro
c’erano parecchi soldi.
Per quanto piccola fosse, Revy iniziava a capire:quei due uomini
avevano fatto un furto e avevano scaricato su di lei la colpa
… ma i poliziotti avrebbero capito che una bambina non
poteva commettere un furto così.
Di sicuro l’avrebbero capito …
Quella notte Revy si accorse che nel mondo, la maggior parte delle
persone non capisce proprio niente.Tutti si limitano a bendarsi gli
occhi e a iniziare a predicare.
Quella notte Revy cessò di pregare e di credere in quel dio.
Quella notte gettò al vento tutte le sue speranze e le sue
idee di giustizia.
Quella notte Revy prese in mano una pistola e inizio ad urlare al mondo
la sua indignazione.
Quella notte Revy decise asciugarsi le lacrime per l'ultima volta.
Quella notte Revy fu picchiata per un crimine che non aveva commesso.
Quella notte Revy aveva soltanto dieci anni.
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Naruto4ever: prima
di tutto grazie per la recensione ^^ coff coff Revy
in abito da sposa?Ho messo davvero una cosa simile nella mia ficcy? *va
a rileggerla* oddio...comunque su, aveva ANCHE le scarpette col tacco e
i guanti di velluto u_u
Dei miei sogni meglio non parlarne ... lasciamo stare ....
Alfakein: Thank you!!Per non sconvolgervi ancora di
più meglio tener la bocca cucita XDD comunque sono sogni
sconci -_-''(roba da maniaci).
Pensavo di parlare un po' della vita precedente di Revy ...
però, chissà, sono un po'
imprevedibile io ^^
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