«Rei-chan...
lo mangi quello?»
Rei
afferra il cuscino quasi con rabbia, poi se lo cala sulla testa con
evidente rassegnazione, la bocca piegata all'ingiù in una
smorfia di insofferenza.
Sono
almeno tre quarti d'ora che Nagisa si è addormentato, eppure
non ha smesso di parlare.
Non
fa discorsi continui, ma di tanto in tanto se ne esce con frasi di
quel tipo, dirette a lui, e lo disturba involontariamente,
strappandolo dal torpore che precede il sonno più profondo. Ha
perso il conto delle volte in cui, ormai prossimo alle soglie del
mondo dei sogni, l'amico ciarlone l'ha costretto a ripiombare nella
realtà della camera d'albergo.
Ha
bisogno di dormire, dannazione, ha bisogno di staccare la spina anche
lui e riposarsi come si deve! Possibile che Nagisa non sappia
spegnersi nemmeno quando dorme? Ci deve sempre essere qualcosa da
dire?
«Rei-cha--n...
mhmhmh...»
Rei
arrossisce di botto e si tira su di scatto. Accende la luce sul
comodino e prende a fissare con sconcerto il letto accanto al suo.
Nagisa ha le mani infilate sotto il cuscino, la bocca socchiusa e
l'espressione serena, ma è indubbiamente addormentato.
«Cristo»,
sussurra, amareggiato dalla facilità con cui gli è
uscita l'imprecazione poco bella.
Si
passa la mano sulla faccia e ripiomba sdraiato, gli occhi
ostinatamente rivolti al soffitto.
«Rei-chan»,
ridacchia l'altro dopo quasi un minuto, il miele nel tono, muovendo
le gambe come per scalciare un cucciolo molesto. «Mi
fai il solletico!»
La
faccia di Rei passa dal rosso al viola melanzana in pochissimi
istanti.
Già
è sconvolgente scoprire che Nagisa sta sognando proprio lui,
ma addirittura dover sentire i suoi cambi di voce, dal flirtante al
sensuale spinto, è un po' troppo. Che cosa mai starà
vedendo, nella sua mente, per arrivare a gemere come ha fatto poco
prima?
Scosta
le coperte e si alza, finendo per inginocchiarsi accanto al letto di
Nagisa, le mani saldamente premute sulle ginocchia. Lo fissa così
intensamente da rischiare di incrinarlo con la forza del pensiero, ma
l'altro sorride e sospira, ignaro, gli occhi che si muovono veloci
sotto le palpebre chiuse.
«Mako-cha---n»,
si lamenta, affondando la guancia nella federa.
Rei
non riesce a trattenersi e scatta in avanti, stizzito. «Anche
lui!», sbotta con
voce stridula.
Santo
Cielo, non starà sognando roba a tre...
Roba.
R-roba. Solo averlo pensato lo scaglia nel baratro dell'imbarazzo più
completo.
Nagisa
sghignazza, un suono strascicato e forzato che emerge dalle nebbie
del sogno.
«Mako-chan ci vedrà»,
farfuglia e all'improvviso gli mostra la schiena rotolando sul fianco
opposto.
Mako-chan
li vedrà. Bene. Ora ne sa quanto prima.
Se
non altro Mako-chan non partecipa.
Deglutendo
con molta calma, Rei si alza e fa il giro del letto. Si sospende
sopra Nagisa e resta ad aspettare un seguito necessario, il respiro
ridotto al minimo, il cuore che batte forte.
«Cosa
vedrà?»,
azzarda, la gola ridotta a uno spillo per far uscire una voce quasi
inesistente.
A
quel punto Nagisa allunga le braccia e lo afferra dietro il collo,
tirandolo sul letto e facendolo stendere di traverso su di lui con un
verso soffocato.
Si
lascia spostare come una marionetta, finché non si ritrovano
guancia a guancia. Nagisa ride, un suono lamentoso, lunghissimo,
petulante.
«Ci
vedrà»,
ripete, abbastanza chiaramente. «Farlo.»
A
quel punto Rei gli sguscia via da sotto le braccia deboli e scatta in
piedi.
Si
allontana dal letto camminando all'indietro, così velocemente
che finisce per sbattere contro il muro e rimbalzare. Si accascia a
terra reprimendo un grido di dolore e si massaggia la spalla più
malconcia, gli occhi stretti e la bocca spalancata in un grido muto.
Farlo.
Makoto li vedrà farlo. Fare cosa?!
«F-farlo»,
ripete balbettante, immaginando più che bene a cosa si
riferisca.
Strisciando
al proprio letto con cautela decide di dimenticare in fretta la
parentesi di quella nottata difficile e si promette di non farne mai
parola.
Si
tira le coperte fin sopra la testa e prende grandi respiri, provando
con tutto se stesso a calmarsi.
«Rei-cha---n!»,
si lamenta di nuovo Nagisa, all'improvviso, e per poco Rei non grida
ancora.
Il
ragazzo nel letto accanto ridacchia, poi la sua voce si ovatta, come
se avesse immerso la faccia nel cuscino. Rei si azzarda a spiare e lo
trova completamente capovolto, i piedi nudi che spuntano comicamente
oltre il materasso e sembrano voler passeggiare.
Sbuffa,
si alza e prova a rimetterlo composto. Non sa nemmeno perché
si preoccupi tanto, dal momento che Nagisa si rigirerà altre
cento volte e probabilmente continuerà a blaterare frasi
sconnesse e insensate.
«Rei-chan?»
«Nagisa-kun,
smettila di sognarmi»,
sibila, arrossendo irrimediabilmente. «Ti
prego.»
Socchiude
gli occhi e lo guarda sorridere, il volto parzialmente girato, alcune
ciocche di capelli biondi sulla guancia. Sembra così
innocente, a vederlo così, eppure sa che non deve lasciarsi
ingannare.
Anche
sapendolo, non può negare di aver un debole per lui. È
il motivo per cui non ha fatto tante storie e ha accettato di
dividere la stessa stanza. Nagisa gli piace, vuole stargli vicino con
la stessa intensità con cui se ne lamenta profusamente.
Ah,
ma se avesse saputo che avrebbe parlato tanto...!
«Rei-chan,
sposiamoci.»
Rei
annuisce accondiscendente, poi sgrana gli occhi e finisce seduto
sulla sponda del letto, svuotato da ogni forza.
Si
allunga su di lui premendo i palmi sul materasso e lo scruta con
tutta l'attenzione possibile, alla ricerca del segnale che sta
fingendo di dormire, dopotutto, e che la scena fa parte di uno dei
suoi incredibili scherzi.
«Uh?»,
sussurra.
Un
braccio di Nagisa si allunga e la sua mano gli afferra la manica del
pigiama. Ha una stretta debole, una specie di spasmo involontario, ma
Rei crede che stia sognando di toccarlo. Continua a tenere gli occhi
chiusi e il suo respiro è lentissimo, quasi inudibile. Nessuno
è così bravo a fingere di essere addormentato, vero?
«Insieme...
a Rei-chan... felice»,
biascica, prima di girarsi sul fianco e riprendere a sorridere beato.
È
una specie di smorfia, dal momento che i muscoli del suo viso sono
troppo rilassati, ma la curvatura delle labbra rimane lì e Rei
perde almeno trent'anni di vita, oltre a tutta la scorta di aria nei
polmoni. Resta in apnea, le dita sulla sua guancia, finite lì
chissà come e quando, a sfiorarla delicatamente.
È
carino da morire.
«Non
intendevo questo quando ti ho chiesto di prenderti le tue
responsabilità»,
sussurra, corrucciandosi dall'imbarazzo. «Ma...
ok?»
Ritira
la mano in grembo, come se la pelle di Nagisa fosse diventata
improvvisamente fatta di lava. Ma è lui che brucia e scotta,
dalla fronte al petto, fin dentro le profondità del cuore.
Nagisa
socchiude le palpebre e fa un piccolo sbadiglio, stiracchiandosi con
un roco mugolio.
«Rei-chan?
Stai male?»
Rei
sobbalza e scatta di nuovo in piedi, le mani chiuse a pugno lungo i
fianchi.
«Ah!
No! Ecco, io... ti eri scoperto e non volevo prendessi un raffreddore
perché domani è un giorno importante!»
Si
lancia di testa verso il suo letto e rotola di nuovo sotto le
coperte, dandogli la schiena e dimenticando per la seconda volta di
spegnere la luce sul comodino. Stringe gli occhi fittissimi,
aspettando, con il cuore in gola, che Nagisa si riaddormenti.
«B-buonanotte!»,
starnazza, giusto per chiarire le proprie intenzioni e favorire la
ripresa del sonno del compagno di stanza.
Non
sente più nulla, nemmeno una sua risposta, e finisce per
rilassarsi.
Piano
piano, senza far rumore, si volta sul fianco e si ritrova gli occhi
di Nagisa piantati addosso. Non dal suo letto, ma direttamente dal
proprio materasso.
Lancia
un grido, ma si copre la bocca abbastanza in fretta da smorzarlo e
spegnerlo.
«Wow,
Rei-chan, quando sei concentrato non ti accorgi proprio di niente!»
«Cosa
fai qui?», esala,
spostando la mano e fissandolo con irritazione.
Nagisa
sorride e gli stringe le braccia attorno ai fianchi, avvicinandosi
ancora. Gli posa la testa sulla spalla e mormora un semplice
Buonanotte, senza
aggiungere altro.
Rei
rimane paralizzato, ma non ha la forza o il coraggio di mandarlo via.
I suoi capelli hanno un buon profumo, l'abbraccio è caldo e
confortevole, perché dovrebbe?
No,
ha almeno dieci ottime ragioni per farlo!
… E
almeno una cinquantina per non dire niente.
Quindi
è meglio tacere, ritenere quel comportamento normale e sperare
di addormentarsi prima di lui, in modo da non sentirlo più
parlare? In modo da ridurre al minimo le funzioni vitali ed essere
sicuro che il cuore rallenterà spontaneamente?
«Se
stiamo insieme dovremmo dormire nello stesso letto.»
«Cosa
stai dicendo!»,
replica immediatamente, tappandosi la bocca subito dopo e sperando
con tutto il cuore di non aver svegliato i due senpai nella stanza
accanto.
O,
per quanto ne sa, altre venti persone sconosciute.
Nagisa
ride, soffocando il suono nella sua spalla. Lo stringe così
forte che Rei teme di schizzare contro le pareti come la biglia
impazzita di un flipper da buttare.
«Hai
detto che possiamo sposarci. Non fare il timido, Rei-chan, ti ho
sentito.»
«Ma
tu non dovevi dormire?!»
Rei
si gira, cercando di allontanarsi dal suo viso, ma resta comunque
intrappolato dalle piccole braccia. Le mani dell'amico si arrampicano
su fino alla parte più alta del pigiama e lì si
aggrappano con fermezza.
«Anzi:
ma tu non stavi dormendo?!»,
rettifica.
Sta
per implodere dalla vergogna. L'ha sentito! Ha sentito il suo
assenso!
«Solo
all'inizio! Poi mi sono svegliato, mi sono accorto che eri vicino a
me e ho finto di continuare a dormire. Ne ho approfittato per dire
quella cosa e vedere come reagivi.»
Le
dita di Nagisa gli sfiorano la faccia dal basso e, quasi senza
rendersene conto, Rei cerca di intercettarle con le labbra. Lascia
che i polpastrelli le punzecchino, ci giochino innocentemente, mentre
dentro di lui tutto si scioglie e si ricompone infinite volte.
«Quindi
vorresti sposarmi?»
Ridacchia
e gli mette una gamba addosso, intrappolandolo per sempre. Non perché
non sia in grado di liberarsi, ma perché non vuole. Non ci
pensa proprio, anche se sta andando in ebollizione.
«Nagisa-kun,
per favore, adesso dormi»,
bofonchia.
«Noioso.»
Lo
tiene più stretto e gli sfrega la testa dietro la schiena. Rei
tiene gli occhi chiusi e si dice che è finita, non potrà
mai dormire, la gara dell'indomani andrà malissimo e sarà
tutta colpa sua.
Riesce
in ogni modo a mandare all'aria i suoi progetti accurati, i suoi
piani, i suoi metodi, ogni singola cosa.
Eppure,
non può fare a meno di quel ragazzo.
«Nagisa-kun.»
Gli
sfregamenti si fermano e lo sente strisciare verso l'alto finché
non gli spunta da sopra la spalla come un folletto.
«Cosa
c'è, Rei-chan? Vuoi dirmi di smettere?»
«N-no.»
Aspetta
ancora un po', augurandosi che non lo interrompa con mille domande
tutte in fila. Miracolosamente Nagisa non lo fa e rimane silenzioso
con il mento nell'incavo della spalla.
«Quella
di prima era una domanda seria?»
Un
sospiro caldo sulla pelle, poi un bacio sotto l'orecchio. Un secondo
sul collo, capace di farlo rabbrividire peggio di una manciata di
neve infilata dentro il maglione.
Lo
lascia fare, perché è delicato e sensuale senza
esagerare. Lo lascia fare, perché è incredibilmente
bello ed è la sua risposta muta.
«Se
sei felice con me, resta vicino a me»,
gli dice a quel punto, consumando tutto il coraggio che gli è
rimasto.
Seriamente
parlando, discutere di matrimonio gli sembra esagerato. Estremo,
senza mezzi termini. Nagisa non si rende conto dell'importanza di un
impegno del genere.
Ma
possono stare insieme, quello sì. Possono cominciare a farlo.
Forse,
un giorno, arriveranno davvero a quel momento...
«Grazie
a te non chiuderò occhio!»,
piagnucola sprofondando nel guanciale, mentre visioni di Nagisa con
un completo bianco gli sbocciano nella mente fin troppo vivide.
Nagisa
ride sul suo collo e lo stritola.
«Nemmeno
io.»
-Angolo
Autrice-
Loro
due.
Loro
due sono una delle OTP più belle del mondo, sono praticamente
CANON e io li amo in maniera sconvolgente.
Mi
auguro con tutto il cuore di averli resi il più possibile
veri, ma non mi vergogno ad ammettere pubblicamente che, proprio
adesso, rileggendo prima di pubblicare, ho fangirlato come un
demonio.
Questa
storia mi piace tanto, è una delle più recenti che ho
scritto e ho deciso di superare la mia naturale pigrizia per
permettere anche a voi di leggerla. Voi che amate la coppia oppure
voi che avete bisogno di dolcezza in generale.
Penso
che abbiate capito tutte/i a che momento della storia mi sono
ispirata e cosa mi ha spinto a scrivere tutto ciò. (A parte
che li voglio insieme con la potenza di un terremoto che si accoppia
con uno tsunami.)
Nagisa
che parla nel sonno è l'amore, ma Nagisa che SOGNA Rei è
ancora peggio e dato che in quel precisissimo punto ho messo in pausa
per gridare, era doveroso spargere amore scrivendo.
Spero
vi sia piaciuta~
Alla
prossima! (*u*)/
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