I hate you, or maybe not... di CharlieMadison1 (/viewuser.php?uid=136483)
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cap2
Capitolo 14.
Infilai
le mie mani tra quella chioma folta di capelli neri, che al tatto
risultarono morbidissimi. Assaggiai più volte quelle labbra
carnose e non esitai a rompere lo spazio tra i nostri corpi, con uno e
più baci.
Mi sentivo avvolgere da un puro desiderio di follia. Qualcosa di frenetico che non poteva assolutamente morire.
Zayn posò le sue labbra sulle mie spalle per poi percorrere ogni
pezzo della pelle, arrivando fino al mio collo. Prese il viso tra le
sue mani e potei sentire, come mi teneva stretta tra i suoi palmi.
Un altro bacio, un'altra danza tra i nostri esseri. Lui sopra di me,
che lentamente mi stava svestendo e come lui, io facevo lo stesso.
Ammisi in quel momento di provare un'attrazione disumana per Zayn e che era impossibile per me, resistergli.
Accadde per caso, quando per sbaglio bagnai il mio ospite con un
bicchiere d'acqua. Glielo stavo servendo ma con la mia solita, grazia
divina, inciampai nel tappeto di casa e...splash.
Certamente un po' d'acqua non fu la scintilla che fece scoppiare il
tutto, ma fu piuttosto la reazione per quel bicchiere d'acqua.
“L'hai fatto apposta?” Domandò inarcando il sopracciglio che non si era nascosto dal ciuffo bagnato.
Rimasi un po' sulle mie inizialmente, però notando quello
sguardo birichino che si leggeva tra i suoi occhi, capii che mi stava
prendendo in giro.
“Sei e rimarrai un mistero!” Esclamai riponendo il vassoio
sul tavolo, davanti al divano su cui era seduto Zayn: “Ti porto
un panno, così ti asciughi.”
“Tu vuoi farmi fuori?”
“Dai!”
“Voglio la mia vendetta!” Gridò alzandosi dalla sua
postazione. Infatti si diresse verso l'ala in cui si trovava la cucina
e riempì un bicchiere d'acqua.
Ebbene sì, quest'acqua mi arrivò.
“Potresti fare scoppiare la terza guerra mondiale, in questo
momento.” Dissi pacata: “E io non scherzo mai.”
Aggiunsi andando a passo lento verso di lui.
“Combatterò a modo mio, questa guerra, allora.”
E fu in quel attimo che i nostri sguardi si accesero come non mai e i
nostri corpi si avvicinarono e desiderosi l'uno dell'altra, si
strinsero più vicini.
Trascinai Zayn in camera da letto e da lì, ebbero inizio le danze della passione.
Passarono diversi giorni da quel momento d'intimità passata
insieme, e purtroppo non riuscii ad affrontare Zayn serenamente,
neanche al lavoro.
Infatti cercavo di poterlo evitare il più possibile, anche perché non avevo idea di cosa dire e non dire.
Mi sentivo in imbarazzo perché in un certo senso sentivo che non avrei dovuto fare ciò che feci.
Il moro si accorse del mio distacco nei suoi confronti e forse aveva
intuito anche lui, il motivo. Probabilmente avrà deciso di
lasciarmi un po' sola a riflettere e in questo momento ne avevo
veramente bisogno.
Evitai di raccontare gli ultimi fatti a Sophie. Ero certa, che se
venisse a scoprirlo, lei stapperebbe lo champagne e farebbe fare una
festa enorme a casa sua, in onore mio e di Zayn.
Mentre stavo uscendo per andare a prendere un boccone dal ristorante di fronte, vidi Michelle e il signor Parker parlare.
E quando sentii il mio nome affiancarsi per l'ennesima volta quello di
Styles, decisi di fare l'agente segreto 007 e seguii le due figure.
“Non vorrei sembrare cinico, Michelle.” Cominciò a
dire il signor Parker: “Ma non sarebbe meglio che se la
gestiscano da soli i ragazzi, questa situazione? E poi perché
stai coinvolgendo anche me?!”Esclamò scettico, guardando
la donna con gli occhi sgranati.
“Voglio essere il cupido tra Harry e Charlie.” Rispose
l'altra, sognante e facendosi chissà che strani viaggi mentali.
“Se ci sarà qualcosa di vero tra i due, torneranno insieme.”
“Ma c'è qualcosa di vero! Lo so!” Esclamò
accaldata Michelle: “Solo che sia Charlie che Harry sono due
teste calde. E non metterebbero l'orgoglio da parte per
dichiararsi.”
Ok, avevo sentito abbastanza. Non era il caso di continuare ad origliare.
Decisi di venire fuori magicamente dalla meravigliosa pianta, che casualmente mi stava nascondendo dalla visuale dei due.
Sgranchii un po' la voce, tanto per attirare l'attenzione delle due figure che si voltarono sorpresi verso di me.
“Charlie! Stavamo parlando proprio di te.” Disse sorniona la madre di Styles.
“Lo so.” Mormorai: “Ho ascoltato, tutto. E come ha
già detto il signor Parker, non è il caso di coinvolgere
lui in una storia in cui non ha niente a che fare. Stiamo parlando di
me ed Harry. So che il nostro rapporto non è stato tra i
migliori. Anzi, ci sono stati numerosi alti e bassi ma gli ero sempre
stata accanto e nonostante ciò, Harry non si era fidato di me.
Perché se avesse avuto un briciolo di fiducia, non mi avrebbe
mentito e non avrebbe fatto questo putiferio. Voglio dare un taglio
netto a questa faccenda, perché ne ho le scatole piene...”
“Oltre ad essere testardi, entrambi hanno paura di amare.”
Soffiò il signor Parker: “Ci sono tutte e due dentro e non
vogliono credere di essersi perdutamente innamorati l'uno dell'altra.
Cercano, ognuno a modo suo, di evitare di affrontare la verità.
Charlie lo fa, sostenendo la scusa che Harry sia un bugiardo, uno a cui
non si deve dare la fiducia e Harry usa il comportamento freddo e
distaccato di Charlie.”
“Stai andando nel complesso.” Dichiarò Michelle.
“No è così. Con la mia teoria si spiegherebbe il
comportamento dei due ragazzi e magari lo fanno senza rendersene
conto.”
“Mamma, sei la solita curiosona!” Ecco chi mancava al puzzle. Un soggetto che non avrei voluto identificare.
Feci finta di niente e sospirai rumorosamente.
“Periodo mar rosso?” Domandò con aria innocente.
Come se niente fosse successo tra di noi. Mi pareva quasi di avere lo
stesso Harry che ero costretta a sopportare a scuola.
“Vuoi vedere l'assorbente?” Replicai alzando il sopracciglio con aria di sfida.
“No, quello è meglio che tu lo faccia vedere ad Edward Cullen. E' quel cadavere ad amare il sangue.”
“Pensavo che ti potesse interessare. Sai com'è, sei bianco
come una mozzarella.” Gli dissi schiaffeggiando leggermente le
guance di Harry.
“1-0, per te, panda.”
Il ricciolo incrociò le braccia e fece il muso da finto offeso.
Buttai lo sguardo verso l'orologio e mi accorsi di quanto fosse già tardi. Dissi loro che il lavoro non poteva tardare.
Tuttavia la mano di Harry mi afferrò il polso e mi trattenne:
“Ripartiamo da zero, Charlie. Niente Natalie. Niente azienda,
niente di niente. Solo noi due.”
Lo guardai negli occhi per poter capire se mi stava mentendo o meno, ma
non vidi neanche una nota di insicurezza in quelle pozzanghere verdi.
In quel momento capii come ero stata impulsiva e frettolosa con Zayn. Come potevo ora affrontare a viso aperto Styles?
E neanche con Zayn mi ero comportata bene. Per nulla.
Neanche ci fossi andata letto con il moro, però provavo una
forte attrazione per lui, nonostante io sapessi quanto forti fossero i
miei sentimenti verso questo disgraziato di criceto.
Avevo paura in questo momento.
Dovevo essere coerente o dovevo seguire il cuore? Ma chi mi diceva che il cuore non avrebbe sbagliato ancora?
Chi non mi dice, che magari con Zayn, la nostra storia sarebbe funzionata meglio?
Confusione.
Ecco cosa c'era nella mia testa in quell'istante. Mille se non di
più immagini, affluivano davanti a me, come se stessi vivendo la
mia vita in un secondo.
Sciolsi quel contatto da Harry e scossi la testa.
Non potevo comportarmi come lui si era comportato con me. Non avrei
tradito la fiducia che Zayn mi stava dando. Non solo la fiducia ma
l'appoggio e la sicurezza di un qualcosa di stabile. Qualcosa che Harry
non era riuscito a darmi.
“No Harry.”
“Ti stai invaghendo di Zayn, vero?”
“Forse.”
Mi allontanai con questa frase che mi echeggiava nella testa. Io sapevo
di cosa volere, ma le scelte che avevo fatto mi stavano dettando di
fare qualcosa che non avrei voluto fare.
Stavo iniziando a comprendere il motivo delle bugie di Harry. Anch'io
come lui, preferivo la via più facile, quella più sicura.
Quella che mi avrebbe salvato dal dolore.
Egoista.
Ancora una volta finii succube di una sensazione di stanchezza, di confusione, di vuoto che mi strinsero il cuore.
Stavo perdendo o probabilmente avrò già perso, qualcosa che era importante.
“Charlie!” Udii il mio nome e vidi Zayn avvicinarsi a me.
“Sto sbagliando tutto.” Confessai.
Le lacrime furono difficili da trattenere e infatti queste fuoriuscirono: “Scusami Zayn. Ma Harry...”
Zayn non disse ancora una volta niente mi attirò a se,
abbracciandomi: “Assomigli moltissimo a Keyra e me la ricordi
tanto. E quando ti ho vista in aereo, ho pensato che fosse proprio lei.
Poi conoscendoti, ho intravisto tanto di lei, che ho cominciato a
provare un'attrazione nei tuoi confronti per questo motivo. Quindi
quello che si deve scusare sono io, Charlie.”
“Ma da quanto tu e Keyra vi siete lasciati? E adesso sta con un altro?”
“Keyra è morta in un incidente stradale. Avevamo litigato
e l'ultima cosa che le dissi fu: -Non mi hai mai capito.- Rimpiango
quelle parole, rimpiango quegli attimi. Perché se avessi messo
da parte l'orgoglio e l'avessi trattenuta qualche minuto di più,
lei sarebbe qui.”
Zayn mi accarezzò la guancia e con i pollici mi asciugò
le lacrime che mi avevano rigato il viso: “Non fare lo stesso
errore che feci.”
“Non sei arrabbiato ...insomma per quello..”
“Mica siamo stati a letto insieme?!” Mi ricordò
Zayn: “Sei stata tu a fermarmi e se non l'avessi fatto,
probabilmente la situazione sarebbe stata più difficile da
gestire.”
I nostri baci sempre più bollenti e i nostri corpi più
desiderosi che mai di superare quella linea di confine, il lume della
ragione mi tornò per un breve istante. Sufficiente a fermare il
nostro ballo.
“Non posso.”
Zayn si bloccò all'istante e mi fissò negli occhi, con
aria interrogativa: “I-il colore non è ancora
sbiadito.”
Charlie's Pov.
Tredici ottobre.
Oggi
era il mio compleanno e oggi avrei compiuto vent'anni. Avrei lasciato
la famosa età dei teenagers e avrei iniziato la lunga era degli
adulti. In quella in cui avrei dovuto trovare lavoro e affermarmi nel
mondo professionale, trovare il compagno ideale con il quale avrei
dovuto costruire una base solida per i figli...
Suonerebbe fantastico, se
le cose funzionassero nel verso giusto e se io fossi così
coraggiosa e non tremassi così tanto di fronte alla porta
dell'appartamento di Harry.
Volevo ricominciare da capo e avrei voluto farlo con Styles.
Però avevo paura comunque di una sua reazione, di un suo rifiuto
e di certo non lo biasimerei.
Avevo avuto l'idea di bussare alla sua porta, come Sheldon in
modalità: Toc, toc, Leonard? Tuttavia non era il caso di fare
commedia.
Presi respiro e bussai.
“Chi è che rompe così presto?” Brontolò Harry dall'altra parte del muro.
L'unica cosa che speravo di non vedere era un ricciolo a torso nudo
davanti a me. Perché in quel caso la mia lucidità mentale
sarebbe mancata di sicuro e la sottoscritta potrebbe compiere gesti che
riuscirebbero a compromettere ogni mio buon proposito di mettere le
cose in chiaro con Harry.
Quando vidi la porta aprirsi, il cuore mi stava battendo velocissimo e
il respiro sembrava quasi mancarmi. Ero nervosa e volevo assolutamente
che questo attimo si concludesse il più velocemente possibile.
“Charlie.” Pronunciò con gli occhi sgranati.
Ero stata fortunata, Harry indossava una semplice maglia grigio scuro abbinata a dei pantaloncini blu notte.
Sospirai e riportai la mia attenzione a lui: “Mi piacerebbe
parlare un po' con te. Non abbiamo fatto altro che litigare e vorrei
fare un po' chiarezza.”
Mi osservò dubbioso cercando di potersi trovare a qualche nota
di insicurezza o qualcosa che gli potesse far dire di no. Ma non
trovando quello che cercava, Harry abbozzò un sorriso e mi disse
che si sarebbe sistemato e che in dieci minuti era pronto.
“Intanto accomodati. Non sono bravo con gli ospiti, ma se hai bisogno di qualcosa fa' come se fossi a casa tua.”
Mi accompagnò nel breve tratto per raggiungere il soggiorno e
come era prevedibile da Harry, il disordine regnava sovrano. Non gli
facevo una colpa.
“So che stai pensando.” Mi interruppe il ricciolo:
“Ma dovresti sapere meglio di me, che le faccende di casa non
sono il mio forte. Devo ringraziare il cielo che non muoia di
fame.”
“E Michelle?”
“E' tornata subito qualche giorno dopo la cerimonia. Che poi non era andata come sperava Natalie.”
“E con lei?”
“Ne riparliamo dopo. Va bene? Se non è un disturbo aspettare.”
Scossi la testa e lo lasciai andare per prepararsi.
Mi domandai se per Harry non era un problema parlarmi.
Ricominciare.
Non pareva ad essere così nuova questa parola, forse
perché in realtà non c'era mai stato un nuovo inizio.
Perché ancora non ero pronta ad affrontare un nuovo capitolo
della mia vita.
Era in questo momento che avrei voluto che qualcuno avere accanto una
persona forte che mi tenesse la mano e mi indicasse il percorso adatto
a me, quello che mi avrebbe portato alla felicità. Tuttavia
sapevo che non potevo dare una responsabilità del genere a
qualcun altro, perché chi poteva sapere che significato davo io
alla mia felicità?
“Sono pronto.” Si annunciò da solo, presentandosi dinnanzi a me: “Possiamo andare.”
Con la coda dell'occhio guardavo Harry, soprattutto perché avrei
voluto che iniziasse a farmi qualche domanda, che non arrivò per
mia sfortuna.
“Facciamo colazione insieme? Solitamente io la faccio qui.”
Disse indicando il bar di fronte al condominio da cui eravamo appena
usciti.
“Sì, va bene.”
Mi misi davanti a lui con una falcata e girai su me stessa. Gli sorrisi.
Il ricciolo di sua risposta chinò il capo verso sinistra e
strinse gli occhi, inarcando il sopracciglio non nascosto dal ciuffo
ribelle. Già mi immaginavo su cosa si stava interrogando.
Intuivo i suoi gesti non affrettati e le sue parole calibrate. Udivo
anche nel suo tono di voce, che mancava quella nota di sarcasmo e di
ironia che caratterizzava il suo modo di parlare.
Charlie, complimenti! La cara coscienza intervenne congratulandosi,
forse sei riuscita a salvare il criceto dentro al suo cervello.
Chissà, magari adesso gli ingranaggi funzioneranno meglio e tu
non dovrai più patire le pene dell'inferno, per lui.
Non era il momento di pensare alle proprie paure.
“Tu e Natalie non vi sentite più?” Ecco che il mio
interrogatorio di terzo grado era cominciato. Avrei messo sotto torchio
Harry.
“Non per mio volere.” Dichiarò, prendendo la tazza
di caffè e portandola tra le mani, per potersi riscaldare:
“I Bennett e gli Styles hanno firmato un contratto di unione tra
le società delle due famiglie che avverrà grazie al
matrimonio mio e di Natalie.”
“E preferisci stare con me o con lei?” Ecco che sentivo le
guance andare a fuoco e il cuore galoppare dentro al mio petto, come un
cavallo da corsa dopato.
Abbassai lo sguardo e trovai molto interessante la tovaglia color rosso vino.
“Ho una preferenza per i panda. Ma ultimamente anche le giraffe non sono male.”
Sbattei la mano sul tavolo e mi alzai di scatto: “A te le giraffe
sono sempre piaciute!” D'un tratto lo strato di confusione, di
rabbia e un miscuglio non chiaro di sentimenti, fuori uscì come
la lava incandescente del vulcano.
“E a te piacciono quelli come Zayn, vero? Smettila di fare la
finta gelosa. Non capisco che ti sta succedendo. Io ho sempre provato
rispetto e fiducia per te, perché sapevo che non mi avresti mai
tradito. E invece ti ritrovo a fare la gatta morta con un mio caro
amico. Non so sei peggio te o Natalie.”
Strinsi le mani in pugni e deglutii: “E siccome io non ti avrei
mai tradito perché ti morivo dietro, tu eri giustificato a farmi
le corna? E poi anche se ci fosse stato qualcosa tra me e Zayn, almeno
i miei comportamenti erano fuori dalla vita di coppia.”
Sgranò gli occhi come non mai: “Che? Sei andata a letto con lui?!” Esclamò rosso di viso.
“No. Ci siamo fermati prima.” Rivelai.
“E tu pensi di farmi bere una cavolata del genere, eh?! Basta, io
me ne vado.” Disse alzandosi e dirigendosi verso l'uscita.
“Harry!” Lo richiamai afferrandogli il polso:
“Perché non provi a capirmi.” Gli sussurrai,
stringendo la presa.
“Non c'è niente da capire. Mi hai rimpiazzato presto.”
“Fammi parlare. Voglio che tu sappia...”
Harry non mi diede il tempo di continuare, che con un gesto rapido si
liberò della mia mano e si voltò verso di me: “Sei
rossa come un pomodoro.” Disse: “Va bene, ti ascolto.”
Ci tornammo a sedere e mi ritrovai i suoi occhi verdi appiccicati a me.
Scossi la testa. Adesso non era il momento di farsi romanzi e pensieri
contorti. Dovevo tirare fuori tutto quanto e parlare chiaro.
Partii dall'inizio, da quando beccai lui e Natalie a letto insieme, il
desiderio di cambiare, l'incontro con Zayn, Marcel e di nuovo lui Harry.
Gli raccontai di come mi ero sentita divisa a metà, di come mi
sentivo confusa e di come non capivo cosa fare. In più il mio
orgoglio che non mi faceva guardare le cose in maniera lucida e poi
quando ti ritrovavi all'estremo di un lato, comprendi cosa vuoi
veramente.
Fu ciò che successe con Zayn.
Quell'attrazione fatale era solo un desiderio per schiacciare la figura
di Harry che esisteva e che sarebbe sempre esistita dentro di me. E nel
momento in cui quella danza di passione avrebbe avuto inizio, la mia
mente e il mio cuore ebbero da sussurrare solo il nome di Harry.
“Quando ho saputo che ti stavi per sposare con Natalie, il mondo
sembrò crollarmi addosso e tutto pareva essere vuoto, senza un
senso. Ci fu Zayn a darmi conforto e pensai che magari lui poteva
essere la persona che stavo cercando. Ma poi quando stava per
attuarsi..sì, insomma quella cosa...” A parlare di certi
argomenti così apertamente era sempre stato difficile per me:
“Ho capito che non potevo più mentirmi così. La
cosa che però che mi aveva fatto arrabbiare del tuo
comportamento, è stato che non ti hai detto ciò che
volevi con tuo padre. Insomma, è la tua vita!”
“Non è sempre così facile, Charlie.”
Sospirò lasciandosi cadere sulla sedia, distendendo il collo
all'indietro e osservando la soffitta: “E' difficile per me
affrontare la realtà, soprattutto perché non so cosa
voglio e quando vedo un'opportunità me la prendo, ma quando
capisco che non è per me, non riesco...” Si stava
riferendo a Natalie e alla scelta che suo padre aveva fatto per lui.
Pensava che sarebbe stato il meglio per lui, ma non fu così.
Vedere un Harry così fragile e tanto simile a me, avvolse il mio
cuore da calore e un piccolo sentimento di felicità. Non che
provassi gioia ad avere davanti un Harry confuso, ma dopo tanto tempo o
forse per la prima volta, il ricciolo si stava aprendo a me.
Ripresi posto e allungai le mani, afferrando le sue. Lui di scatto mi guardò.
Gli sorrisi e strinsi quella presa: “A me piaci, Harry.”
Anche lui sorrise e abbassò il capo, poi alzò leggermente lo sguardo: “Vuoi riprovarci?”
“Cancelliamo le cose fatte?” Dissi io.
“No.” Affermò: “Il passato ci serve per non farci fare gli stessi errori in futuro.”
“Che perla di saggezza.” Ironizzai.
“Sarà merito del panda, forse hai resuscitato il mio criceto.”
Stappiamo lo spumante. Facciamo festa...a proposito di festa, qui qualcuno si sta dimenticando qualcosa...
Forse il criceto non è ancora funzionante al cento per cento.
“Sai che giorno è oggi?” Gli chiesi.
“Oggi è il...” si guardò intorno cercando di
farsi venire in mente la data, prese il cellulare in mano e i suoi
occhi diventarono grandi quanto due palline da tennis: “Cazzo,
è il tuo compleanno. Auguri! Scusami mi sono dimenticato e
quindi non ho nessun regalo.”
“Beh, non mi sorprendo più di tanto...”
“Ho un'idea!” Esclamò: “So che cosa
regalarti.” Si alzò dalla sedia e allungò la mano,
incitandomi a seguirlo. Harry pagò la colazione e uscimmo dal
bar.
“Evita qualsiasi cosa che sia riguardante, gioielli, vestiti e profumi...” Gli cantilenai.
“Ah, lo so che non ti piacciono quella robaccia. Tanto meglio per
me. Il mio stipendio non si brucerà in robaccia.”
Replicò.
“Come sei poco gentleman.”
“Sarà, ma io ti piaccio. Quindi...”
“1-0 per te Harry.” Dichiarai sconfitta. Solitamente quella
che aveva sempre la risposta pronta ero io. Chissà, magari stavo
perdendo colpi.
Mentre Harry si guardava a destra e a sinistra, mi accorsi di quanto fosse piacevole tenere la mano intrecciata alla sua.
Mi sentivo bene.
“Taxi!” Gridò.
L'auto gialla si fermò davanti a noi e guardai il ricciolo con aria interrogativa.
“Tranquilla, so cosa fare.”
Ci accomodammo in auto.
“Agli uffici Bennett.”
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#Note Finali.
La storia era stata pubblicata tempo fa, ma avevo deciso di cancellarla. Ho deciso dunque di ripostarla. Spero vi piaccia.
Grazie a chi ha letto il capitolo.
Alla prossima.
PS.(Prima il mio nick era PiccoloKoala, l'ho cambiato in LisaJWolfe)
Lisa.
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