Hey ragazze, è la
prima one-shot che scrivo, e spero
piaccia. Non è proprio sui tokio hotel, ma spero che riusciate a
coglierne il significato.
Avrei dei
ringraziamenti da fare.
Kristine: Un grazie particolare per avermi convinto a
postare questa fanfiction, e grazie per avermi fatti capire tante cose ieri
pomeriggio tramite msn…un bacione….
_ToMSiMo_: Un grazie anche a te, che mi fai tanta
tenerezza, e che, mi regali piacevoli emozioni con le tue fic e con le nostre
chiacchierate su msn…un bacione…
Chemical
Lady: Cucciola, potevo dimenticarmi di te? Ti dedico questa fanfiction
perché non pensavo di legare così tanto con una ragazza che non conosco
fisicamente. Grazie anche a te perle tue bellissime fic e per le e-mail…ti voglio bene…un bacione
enorme!
Vi lascio alla
storia, spero piaccia e recensiate…a presto!
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Mi piacerebbe dirvi
che la vita è bella, meravigliosa. Vorrei potervi dire che ti dà tanto e che
bisogna viverla nel migliore dei modi. Ma non è così. Adesso vi spiego
meglio.
Il mio nome è
Stefanie e, secondo i miei calcoli, dovrei avere quarantacinque anni.
Alla tenera età di tredici anni conobbi, a
scuola, il mio primo, unico, e grande amore: Georg Listing.
Era due anni
più grande di me. Ho sempre avuto un debole per lui, ma sono
riuscita a mascherarlo bene. Suonava il
basso, era la sua più grande passione, viveva per la musica, ed io sono
stata felicissima quando, con tre suoi amici è diventato una star internazionale.
Eravamo grandissimi
amici, ma dopo il primo tour, lui si accorse che gli mancavo troppo e che mi
amava. Wow, la mia vita procedeva benissimo. Dopo quattro anni stavamo ancora
insieme ed io ero felicissima del suo successo, anche se, mi sentivo morire
quando, per lavoro, non era vicino a me. Avevo da poco compiuto diciotto anni, e
senza che me ne accorgessi, a mia insaputa, qualcosa mi stava lentamente
uccidendo. Ormai non avevo più amiche, non è stato facile essere la ragazza del
bassista più desiderato d’Europa.
Due anni dopo, la
vita iniziò a sorridermi, pensavo di essere la donna più felice del
mondo…appunto, lo pensavo.
Il 16 Marzo 2009
scoprì di essere incinta. Georg era al settimo cielo così come i suoi compagni
di band, che ormai conoscevo perfettamente e che adoravo.
Ma qualcuno, un
poeta italiano, mi pare si chiamasse Giacomo Leopardi, disse che la felicità,
non è altro che un momento di gioia che si interpone tra due momenti di dolore.
E così fù.
Il primo di momento
di dolore è stato rappresentato
dalla mia solitudine e dalla lontananza da Georg. Il momento di piacere è stato
sicuramente scoprire che una nuova vita, cresceva dentro di me.
L’altro momento di
dolore?
8 Dicembre 2009,
dopo 10ore di travaglio, nacque mia figlia Sophie. Una bambina con dei
bellissimi occhini verdi, ereditati dal padre e una zazzera di capelli
neri…proprio come me.
Dopo la nascita
della bambina feci i dovuti
controlli e….sorpresa!
Mi dissero di avere
un cancro ai polmoni, che dovevo operarmi il prima possibile e che avrei dovuto
fare una cura con dei medicinali e, due volte a settimana, la
chemioterapia.
Adesso, mettetevi
nei miei panni. Sentirsi dire tutto questo due ore dopo che è nata vostra
figlia. Vi dirò la verità, non mi sono abbattuta, ma sono andata avanti per la
mia strada. Tre mesi dopo subii quell’intervento, i medici erano riusciti a
togliere l’ 80% della massa tumorale, e quindi. Erano molto ottimisti.
Dopo sei mesi di
pillole e che mio feci i primi controlli. Andava tutto splendidamente bene…stavo
guarendo, ma la mia malattia è imprevedibile come la pioggia
d’estate.
Passati altri sei
mesi, feci un altro controllo. Ero stata colpita da un Glioblastoma Multiforme,
un tumore a presa rapida letale. Non servì più a niente prendere medicinali,
come non servì più a niente la che mio, mi dovetti rassegnare, mi rimaneva, a
detta dei medici, un anno di vita. Avevo da poco compiuto 21 anni.
Contavo lentamente i
giorni che trascorrevano, pensando me ne sarebbero rimasti sempre meno. Ogni
bicchiere d’acqua, ogni sorriso della mia bimba, era come se fossero gli
ultimi.
Passavo le mie
giornate con Sophie e Georg che, per starmi vicino, aveva anche rinunciatola
gruppo e al suo sogno di sfondare in America. Ero finalmente felice…cercavo di
vivere il presente e non pensare al futuro, che si prospettava buio e
nero.
Ma anche questa mia
relativa felicità, si spense. Iniziai ad avere frequenti dolori all’addome e,
come se non bastasse, ero costretta a stare a letto perché anche una breve
passeggiata mi stancava come non mai.
L’unica persona che
mi dava la forza per andare avanti era la mia bimba. Aveva poco meno di un anno
quando iniziai a scrivere un diario. Scrivevo tutte le emozioni più belle che
quell’esserino piccolo e fragile mi faceva provare tutti i giorni.
Il 10 Dicembre 2010,
finì di scrivere il diario e lo consegnai a Georg, facendomi promettere che lo
avrebbe donato a Sophie, una volta diventata adolescente.
Quella fù
l’ultima cosa che feci.
Morii quella notte
con la piccola Sophie tra le braccia. Solo due giorni prima la mia bambina aveva
compiuto due anni.
Non sto a
raccontarvi di come è stato doloroso vedere, dall’alto, Georg, i miei amici e i
miei parenti soffrire e piangere sulla mia tomba. L’unica persona che mi rallegrava era come al solito
Sophie, che sorrideva ignorando la gravità della situazione.
Georg si è rifatto
una vita. Sei anni fa si è sposato con Hanna, una ragazza molto gentile e
premurosa, che ha aiutato il mio Georg a passare quella brutta fase della sua
vita e ha cresciuto benissimo mia figlia. Un altro raggio di sole ha illuminato
casa Listing due mesi fa, Sarah, la figli di Georg e, appunto, Hanna.
Nonostante tutto,
Georg mi ama ancora, lo so, lo sento, lo vedo. Lo vedo soprattutto quando prende
le nostre foto e sta ore a
guardarle, la maggior parte delle volte con Sophie, per raccontargli tutti gli
eventi che ci ritraggono, di quanto li amavo e di quanto gli manco.
La mia piccola
Sophie…piccola, ha da poco compiuto 25 anni. E’ laureata in medicina, vorrebbe
riuscire a guarire tante persone
dallo stesso male che mi ha portato via da lei.
Quando era un
adolescente, ed era triste, le bastava aprire il mio diario e leggerlo. Leggere dei suoi primi passi,
della sua prima parola, della sua prima pappetta (Che poi è finita sulla maglia
di Georg è un dettaglio!). Piangeva, e mi si spezzava il cuore, ma era anche piacevole vedere
quel sorriso, uguale al mio,
nascere sul suo volto.
Che dirvi, avrei
voluto passare più tempo con le persone che amo, avrei voluto sposare Georg,
avrei voluto festeggiare ogni piccola conquista di Sophie, o magari asciugato
tutte le lacrime versate per colpa di quei ragazzi che non ricambiavano il suo
amore. Hanna ha fatto un buon lavoro, l’ha educata nel miglior modo possibile e
con tutto l’amore che poteva donargli. Lo ammetto, quella donna è stata
fantastica, ma io avrei fatto di meglio, le avrei dato tutto quell’amore che
solo una madre verso un figlio più avere.
State notando come
sia stupida e superficiale?
Avrei, avrei,
avrei….sono discorsi inutili. Non potrò mai tornare indietro.
Forse sarebbe anche
meglio lasciarvi…avrete sicuramente di meglio da fare che leggere di una
quarantacinquenne che rimpiange la propria vita.
Vi dico solo una
cosa, anzi, vi mando un messaggio. Da tutte quelle persone che avete perso e
amavate e che, come me, vi guardano dall’alto.
Non via hanno
dimenticato, vi amano ancora. E si
aspettano il meglio da voi.
Ah, e ricordatevi,
non siete mai soli, perché tutte quelle persone vi sono più vicine di quanto voi
possiate solo immaginare…noi, quassù, viviamo grazie al vostro cuore e ai vostri
ricordi….
Stefanie.