In un pomeriggio soleggiato

di Melinda Pressywig
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In un pomeriggio soleggiato






 
Nel cortile esterno alla casa, c'era un ragazzino dai capelli lunghi, neri e mossi, legati in una coda che accennava a disfarsi. Stava giocando a tennis con il muro; la palla gialla e fibrosa ci rimbalzava contro con un tonfo attutito, per niente fastidioso. Le sue guance erano lievemente arrossate per via dello sforzo continuo nel colpire la palla, che non doveva mai rotolare lontano. 
Ad assistere alla scena c'era un gatto: era seduto verso destra, composto, con la coda immobile. Aveva il pelo corto, invecchiato, di un colore marrone dalle sfumature ormai sbiadite. Gli mancava un occhio ed era cicatrizzato; forse si era azzuffato con qualche maschio alfa, una volta. Con quello sano color paglia, invece, osservava attentamente il ragazzetto in tuta grigia. Guardava lui e poi la palla, in alternanza. A giudicare dalla sua espressione risoluta e altezzosa, lo spettacolo sembrava interessante. Quello che stava giocando poteva essere il suo padrone, o semplicemente un umano qualunque.   
Il ragazzino continuava, imperterrito, a colpire la pallina con più precisione possibile. Aveva uno sguardo concentrato, determinato a battere il record personale. Poi, però, accidentalmente mancò un passaggio e la pallina balzò via. Passò rapida accanto al gatto e quello non si spostò di una virgola. Voltò solo la testa, guardando quasi annoiato l'oggetto in movimento, come se non fosse affatto un suo problema. 
Il ragazzino si precipitò a prenderla e nel farlo notò la figura del felino. Quando drizzò la schiena aveva il fiato corto. Fissò qualche istante l'animale, poi disse: «Ti diverti, eh?».
Subito gli sorrise, con un'espressione docile in volto. Si avvicinò a lui e si chinò ad accarezzarlo. 
Il gatto non si scompose, accettò quella coccola e fece vibrare la coda in segno di approvazione. Poi il ragazzino si rialzò e tornò a giocare, compiaciuto di avere un fedele e per lui incoraggiante spettatore. 
I colpi al muro ricominciarono e il gatto rimase lì, ad ascoltarli in silenzio.
 























 
Spazio Autrice
Tratto da una storia vera. 
Avrei voluto abbracciarli entrambi.
Quel momento mi ha ispirato così tanto che ho voluto "romanzarlo".
Mi piace. Spero un pochino anche a voi.
Grazie a chi ha letto. 
Un saluto - Melinda Pressywig 

 




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