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Daniel si accese una sigaretta e Lindsay salì sul tavolo di legno e si sedette di fianco a lui. Aveva ancora i capelli spettinati di sempre e la ragazza se ne rallegrò, perché non sembrava cambiato di una virgola e persino lei indossava ancora la giacca militare di suo padre.
Si guardò attorno e il parco dove avevano deciso di incontrarsi riaffiorava così tanti ricordi: c’era quella volta in cui Lindsay pensò di morire perché Daniel aveva tradito Kim e lei si era infuriata, oppure tutte le partite di basket a cui aveva sempre vinto Nick.
« Quindi alla fine hai deciso veramente di non andare al college? » chiese il ragazzo, non avendo bisogno di fingere stupore.
Lindsay sorrise, incredula persino alla sua stessa decisione. « Così pare» confessò. « Insomma, a cosa mi serve se sono certa che non mi aiuterebbe a trovare ciò che voglio? »
Desario annuì, poggiando la testa sulla spalla dell’amica, com’era solito fare.
« E tu? » domandò a sua volta.
La bocca di lui si arricciò in una smorfia e sospirò. « A mia madre non frega granché, vorrebbe solo che portassi soldi a casa. In fondo non riuscirei a superare neanche un esame. Che cosa potrei fare? Non mi rimane molto da scegliere » ammise.
« Potresti fare grandi cose » si lasciò sfuggire la ragazza.
Daniel alzò il capo, fissandola, assottigliando gli occhi e facendo comparire tutte quelle piccole rughe espressive che spuntavano magicamente vicino agli occhi ogni volta.
« Lo dici solo perché ti faccio beffa » si sbeffeggiò, scuotendo il capo.
« No » obiettò Lindsay, « lo dico perché lo penso sul serio. »
Daniel vide il suo sorriso illuminarlo e corrispose.
Alla fine erano loro due. Niente Kim, niente Nick, nessun altro. Erano loro che si erano sempre aiutati a vicenda, che avevano contato l’uno sull’altro, anche se spesso sbagliavano e finivano col mettersi nei guai. Ma, alla fine, restavano pur sempre loro due, anche se, seppur sapendolo nel profondo del cuore, non l’avevano mai capito veramente, o almeno non l’avevano mai gridato a voce alta.
Daniel la baciò sulla fronte, circondandola con un braccio e stringendola a sé come se fosse la sua sorellina, come faceva sempre con lei.
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