Il mio tempo di qualità

di medea nc
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Il ladrone
 
Ti amo…
bisbetica, indisponente, lunatica, molesta, incontentabile, irritante,capricciosa, frigida, spocchiosa, insana, litigiosa, cattiva.
Ti amo cazzo, ti amo!
E sembrò quasi come se le iridi profonde si allungassero e brillassero più forti.
La mano destra affusolata portata alla fronte, i capelli scompigliati e le gambe sopra il letto erano diventate la posizione ideale per poterla spiare mentre dormiva.
Si sentiva un incompetente.
Gli scappò quasi un ghigno malefico contro se stesso.
Se i suoi amici di sempre lo avessero visto essere tanto incapace con una donna, lui, proprio lui, se ne sarebbero prese di occasioni per sfotterlo gratuitamente.
Sollevò la testa stanca contro la parete guardando fuori dalla grata minuscola; non riusciva a distinguere nulla nell’oscurità della notte ma il verso di una civetta, il fogliame agitato potevano calmargli stranamente la tempesta che si sentiva combattere dentro, da qualche parte, infondo a se stesso.
Le braccia erano stancamente appoggiate sulle ginocchia, sentiva freddo e con esso … un bisogno impellente di averla tra le braccia.
Sorrise di nuovo, ancora, tra i pensieri sconnessi.
Vicini in centimetri, distanti per miglia!
E qualche secondo dopo si decise a diminuire quel divario.
Si alzò dal giaciglio con fare circospetto, non voleva svegliarla, non era ancora pronto a questo, non era ancora capace di affrontarla da sveglia.
Quattro passi! si disse mentalmente mentre li percorreva, c’era davvero da sorriderne.
L’analizzò millimetro per millimetro rimanendosene all’in piedi.
Vista da lì le sembrava bellissima.
Dio, quanto sei bella Patstale!
Si allungò sopra di lei e la odorò come se fosse stato egli stesso un animale famelico.
Gli venne spontaneo socchiudere le palpebre come se la sofferenza fosse troppo a portata di mano per guardarla dritta negli occhi.
Sono un ladrone, Patstale, sono ladro di te, ti rubo i momenti, vedi?! Ti rubo l’immagine di te mentre dormi, ti rubo i giorni facendoti litigare con me, ti rubo le notti costringendoti a rimanere qui, ti rubo le ore di lezione, quelle di studio, quelle che dovresti passare in biblioteca, quelle che potresti usare per rilassarti a Nothing.
Ti rubo tutto, tutto quello che finora mi sono preso di te, me lo sono rubato … ti ho derubato per tutto questo tempo!
Anche oggi l’ho fatto!
E si sentì più meschino.
Avrei potuto difenderti, certo che avrei potuto, certo che avrei voluto … ma poi ti saresti allontanata ancora di più. Non lo capisci che ho bisogno anche di questa bugia davanti agli altri per obbligarti ad avvicinarti ancora a me, non capisci che ti ho sgridata in cortile perché ci punissero ancora, perché finissimo di nuovo qua sotto?
Le sfiorò i capelli setosi, profumavano ancora di shampoo. Non avrebbe mai saputo distinguere che tipo d’intruglio si fosse messa in testa, che fragranza strampalata fosse stata, se rosa o gelsomino o bergamotto o chissà quale altra cazzata, lui sapeva solo che lei aveva un profumo che lo mandava fuori di testa.
Non la amo la Blake, non mi piace nemmeno. Ho tentato con lei sai perché, Patstale? … riesci ad immaginarlo?
E si sollevò sconfitto come se sapesse che un altro passo ancora e avrebbe rischiato di svegliarla sul serio; si ricompose come prima, all’in piedi davanti al giaciglio della ragazza, infilandosi le belle mani nelle tasche dei pantaloni, senza toglierle gli occhi di dosso.
Perché lei era quella che più ti somigliava …

Sono finito con lo scoprire che tu sei una cosa a parte rispetto a questo mondo, Patstale!

 

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