4Maddy
Titolo: Boy Dreams Girl (The Sincerity of Silence)
Autore: Loreley
Personaggi: Ron Weasley; Hermione Granger
Pairing: Ron/Hermione
Genere: Romantico/Introspettivo/SongFic
Rating: Verde
Per la Mati, che ha
sopportato il mio pessimo gusto in pairing (salvami tu da questa falsa
religione!)
Per la Mati, che comunque ha letto quello che c'era da leggere e
commentato quel che c'era da commentare, perchè le amiche
fanno
così.
Per la Mati, la sua coppia preferita.
Enjoy, cara. Grazie per il supporto. E non mi riferisco solo alla
scrittura.
Altre note: (Devo sempre mettere tutti puntini
sulle 'i'. Lo so. E' un mio limite e me ne rendo conto.) Comunque... le
traduzioni dei passi presi dai libri sono mie, quindi se non
corrispondono esattamente a quelle delle versioni italiane abbiate
pazienza. Ho cercato di essere il più precisa possibile. La
canzone che ho usato s'initola "(You Say it Best) When You Say Nothing
At All" di Ronan Keating. Sono presenti spoiler del settimo libro. Se
non l'avete ancora letto, fatelo adesso. Enjoy.
PRIMO ANNO
"It's no wonder no one can stand her. She's a nightmare, honestly."
"Non c'è da sorprendersi che nessuno la sopporti. E' un
incubo, onestamente."
Harry Potter and The Philosopher's Stone
Perchè lei era un
incubo. Non uno di quelli grotteschi o spaventosi che lo facevano
svegliare di soprassalto, quelli popolati da ragni giganteschi che
uscivano da sotto il letto o si calavano subdoli e silenziosi da
ragnatele penzolanti sopra la sua testa. Lei era un altro genere di
incubo. Un incubo ad occhi aperti. Come (nell'ordine): la zia antiptica
a cena, il brutto voto da portare a casa in religioso silenzio con
aggiunti una sfilza di mea
culpa, ricevere un Howler, l'abito smesso di terza mano
con cui
presentarsi il primo giorno di scuola, senza poterci far nulla, con
tutti lì a giudicare. Ecco, lei era così.
Piantata nel
bel mezzo di quella sfilza di momenti spaventosi. Numero tre nella
classifica personale degli incubi ad occhi aperti di Ron Weasley:
Hermione Granger come vicina di banco, Hermione Granger con la risposta
già pronta, mentre lui stava ancora rielaborando la domanda,
Hermione Granger (di almeno una testa più bassa di lui) a
correggerlo, petulante, saccente, sicura.
Sicura, certo. Ma non abbastanza da non scappare in bagno,
sconfitta e avvilita, in lacrime davanti ad una sua presa in giro, ad
un suo commento. Chi l'avrebbe mai detto? La perfetta Hermione, si era
rivelata dolorosamente umana davanti all'altrui disprezzo. Al suo
disprezzo. Ron Weasley aveva combinato l'ennesimo pasticcio. Come farsi
perdonare, adesso? E poi c'era stata la faccenda di quel troll. Lui ed
Harry avevano giocato agli eroi e lo avevano chiuso in bagno insieme a
lei, senza rendersene conto. Erano tornati indietro per salvarla, e lui
l'aveva vista lì, vulnerabile, lì, tra muro e
mostro.
Dov'era adesso tutta la sua saccenza? L'avevano fatta franca, alla
fine, la prima di una lunga serie di volte. Per la prima volta il trio
aveva trionfato. E poi,
quando tutto era finito, lui l'aveva presa per
mano e fatta uscire dal bagno. Forse nessuno se n'era
accorto,
ne' Harry, ne' la McGrannit, sopraggiunta di lì a poco, ma
lui
l'aveva tenuta per mano tutto il tempo. Per la prima volta Ron ed
Hermione ne erano usciti insieme.
Più tardi erano rimasti da soli, davanti alla cornice vuota
della Signora Grassa. Si
erano seduti contro il muro, in attesa del suo ritorno. Lei
era rimasta con gli occhi fissi sullo sfondo scuro del dipinto, la
bocca leggermente socchiusa e la fronte corrugata, lui se n'era accorto
perchè ogni tanto le lanciava un'occhiata di sbieco,
leggermente
a disagio, per capire se lei si aspettasse qualcosa da lui, una
conversazione, parole a riempire il silenzio tra loro. Ma lei non
sembrava minimamente preoccupata dalla sua presenza e lui cominciava a
capire, senza rendersene conto, nel retro della sua mente, che il
silenzio non sarebbe mai stata un problema per loro. Le parole
sì. Ogni tanto le parole sarebbero state un grosso problema,
quasi insormontabile, ma il silenzio, mai.
Il silenzio tra loro non era mai vuoto.
It's amazing how you can speak
right to my heart
Without saying a word,
you can light up the dark
Try as I may I could
never explain
What I hear when you
don't say a thing
You say it best when you say nothing at all
E lei continuava a fissare la tela.
"Ho letto su "La Storia di Hogwarts" che i dipinti si muovono, possono
lasciare le tele.."
Non lo aveva detto nel solito modo imperioso e saccente che aveva di
dare informazioni, lo aveva detto con una strana sfumatura nella voce,
come se non ci credesse tanto neppure lei, ad una magia del genere.
Come quando aveva nove anni e aveva letto su un libro che il mondo era
formato di atomi. Non li poteva vedere, ma c'erano, doveva solo
crederci. Come quando aveva dieci anni e aveva inavvertitamente fatto
il suo primo incantesimo. Non riusciva a spiegarlo, ma era successo.
Così guardava quella tela.
Per lui non era nulla di eccezionale e quindi si era limitato ad
assentire leggermente.
"Non è incredibile?" aveva aggiunto lei, con un sussurro
concitato, che a stento tratteneva l'emozione.
E lui aveva incominciato a capire perchè lei leggesse tanto,
immagazzinasse tutto, amasse scoprire. Cercava, desiderava con tutta se
stessa un frammento di quell'Incredibile. L'aveva capita.
Per una attimo si erano guardati.
Poi era tornata la Signora Grassa.
E adesso tutti potevano pensare che qualcosa era cambiato tra loro
quando
avevano sconfitto insieme il troll, ma la verità era che si
erano perdonati quando lui l'aveva presa per mano ed erano diventati
amici quando lui l'aveva guardata negli occhi per la prima volta e
l'aveva capita.
SEI ANNI DOPO
There was
a clatter as the Basilisk fangs cascaded out of Hermione's arms.
Running at Ron, she flung them around his neck and kissed him full on
the mouth.
Ron threw away the fangs and broomstick she was holding and responded
with
such enthusiasm that he lifted Hermione off her feet.
Ci fu un fracasso quando le zanne del Basilisco caddero dalle braccia di
Hermione.
Correndo verso Ron, gli gettò le braccia al collo e lo
baciò sulla bocca.
Ron lasciò cadere a terra le zanne e la scopa che stava
tenendo e ricambiò
con un tale entusiasmo che alzò Hermione da terra.
Harry Potter and the
Deathly Hallows
Ah, il bacio!
Il logico epilogo all'illogico sentimento che per più di tre
anni l'aveva strozzato alla gola.
Non c'era nulla da capire. In quel momento, in mezzo alla guerra, al
panico, loro due erano riusciti a ritagliarsi il loro momento di pace.
Improvvisamente era come se un gigantesca bolla di sapone li avesse
avvolti, isalandoli da tutto e tutti. Incluso Harry, che poco lontano
batteva a terra il piede con aria impaziente e leggermente a disagio.
Ron non si sentiva così vicino a lei da mesi. Non c'era
stato bisogno di parole o dichiarazione come preludio a quel momento.
Ancora una volta, tra loro aveva trionfato il silenzio.
It's amazing how you can
speak right to my heart
Without saying a word,
you can light up the dark
Try as I may I could
never explain
What I hear when you
don't say a thing
Mesi prima, si erano ritrovati soli in casa Black. Seduti sulle scale,
avevano gli occhi rivolti verso un altro quadro, purtroppo non privo
del suo abitante, sebbene miracolosamente in silenzio. Il ritratto
della signora Black.
"Secondo te, se la Signora Black fosse ancora viva, il quadro
invecchierebbe al suo posto?", aveva riso Hermione.
Lui non aveva capito quella che evidentemente doveva essere
una battuta e si era girato a guardarla, con aria interrogativa.
"Oh, insomma Ron! Non ti dice niente "Il Ritratto di Dorian Grey?"
Di nuovo quella sua aria fottutamente saputella.
"No", aveva risposto lui. Secco. Asciutto.
Si era alzato.
"Ma dove va?"
"Via"
"Ron.."
"Non ho intenzione di stare qui a farmi trattare come uno stupido!"
C'era una nota stridula nella sua voce, una nota che raccontava anni di
simili frecciatine, perchè ormai si sapeva che quella
intelligente era lei, no? E il piccolo Ron, l'immaturo Ron di undici
anni, gridava vendetta nella sua mente.
Lei era un incubo, un incubo, un incubo.
"Sai Hermione, a volte sei davvero un incubo!"
L'aveva ferita e lo sapeva. Lo sentiva nella sua totale mancanza di
parole. Lo capiva dal silenzio.
Lei si era alzata e aveva lasciato la stanza. Erano tempi tesi,
tesissimi, per tutti e sopratutto per loro. Ogni goccia poteva essere
quella che faceva traboccare il vaso. Il suo poco convincente "mi
dispiace" la scortava alla porta con tanto
di inchino pomposo, e la sua bella corte di "dai, non volevo"
e "parliamone" la facevano infuriare ancora di più. Si era
sbattuta la porta alle spalle, con la consueguenza che le urla della
signora Black avevao riempito tutta la casa.
Lei sospirava e lui sospirava, come nei più classici romanzi
d'amore.
Ma c'era anche una guerra in corso, e di lì a poco, fuggendo
da qualche pericolo, lui l'avrebbe presa per mano, e lei l'avrebbe
perdonato.
The smile on your face
let's me know that you need me
There's a truth in your
eyes saying you'll never leave me
The touch of your hand
says you'll catch me if ever I fall
You say it best when you
say nothing at all
Mesi prima.
E adesso? Ah, il bacio!
Il logico epilogo all'illogico sentimento che per più di tre
anni l'aveva strozzato alla gola.
Alla fine si erano staccati l'uno dall'altra e, sorridendo del
nervosismo di Harry che a questo punto stava agitando in aria le
braccia e saltellando da un piede all'altro, si erano ricomposti.
Avviandosi lungo il corridoio lui le si era avvicinato.
"A volte riesci ad essere un sogno Hermione"
Lei si era messa a ridere, ma era arrossita quanto lui.
La frivolezza di una frase romanica in mezzo alle macerie.
Per una volta, poi, lui aveva detto la cosa giusta.
L'aveva presa per mano e avevano seguito Harry verso la battaglia.
|