OLD DOLL
Emily non ne poteva più. Voleva correre. Voleva
parlare. Voleva essere libera di fare quello che voleva. Aveva il vuoto
più profondo dentro. Ma nonostante ciò, era
costretta a sorridere. Un sorriso che all'apparenza poteva sembrare
sadico, ma che nascondeva sentimenti ben peggiori. Voleva solo
dimenticare tutto quanto...
Che giornata
spettacolare,era. Un sole abbagliante inondava le strade del paese
rendendo tutto più colorato. Dopo l'alluvione del mese
precedente, tutti erano più allegri. Tutti tranne lei. Era
piccola, ma sapeva che sua madre non stava bene. Insieme si recarono
fuori le mura del villaggio sormontato dal grande castello. Era buio
quando arrivarono a destinazione. Era una casa grandissima,
sembrava quasi un palazzo imperiale. Grande sì, maestosa, ma
raccapricciante.Madre e figlia entrarono e un uomo smilzo, con un
camice bianco e una mascherina altrettanto candida che gli copriva
metà del viso. Gli occhi... avevano uno sguardo...
folle.Accolse le due con calorosa simpatia, le invitò a
sedersi e sparì oltre una porta nera.La piccola
cominciò a guardarsi intorno e vide passare una ragazzina
poco più grande di lei, con magnifici capelli corvini e dai
grandi occhi blu. La pelle, bianca come porcellana. Fra le braccia
teneva un coniglietto bianco.Scomparve subito al seguito del padre, ma
Emily notò una specie di esitazione da parte della bambina.
Dopo qualche minuto la madre venne portata al di là della
porta nera, che sembrava una tomba.
Passò un'ora.
Niente. Emily cominciò a preoccuparsi, ma non poteva
entrare. Aveva visto solo uno scorcio di stanza, prima che la madre
entrasse. Era strana e in fondo alla parete c'era un'altra porta.Il
dottore aveva invitato la donna ad attraversare quella porta, poi, il
nulla.
Sentì un urlo
straziante provenire dalla stanza. Emily riconobbe la voce di sua
madre. Si precipitò subito dentro la stanza e
varcò la soglia della porta successiva. Era tutto buio.
Emily corse invano, e raggiunse un'insenatura. Sentì dei
passi e ci si nascose. Il dottore passò accanto a lei, con
il camicie sporco di sangue. Sembrò oltrepassarla, ma poi si
bloccò a metà strada e le sorrise. Era un sorriso
folle, proprio come lo sguardo che le lanciò. La
afferrò per le braccia e la trascinò via,
incurante delle sue urla.
<<
Sarai una bellissima bambola, Emily >>
Emily sentì la porta di quella grande stanza
aprirsi. Osservò il dottore avanzare a grandi passi, verso
il centro della stanza, in cui era posto un trono vuoto. Aveva qualcosa
fra le mani. Qualcosa che sembrava vivo, ma che non si muoveva.Il
dottore posò una bambola sul trono. O almeno, quello che
sembrava una bambola. Aveva lunghi capelli neri, la pelle candida e gli
occhi blu come l'oceano.
<<
Buona notte, Aya
>>
Emily vide il viso triste della bambola. Era la ragazzina che aveva
visto tanto tempo prima. "Lei era viva, era viva proprio come me".
"Hey can you hear me, I
called out your name.
Where are yo from? "
Una canzone che sembrava un lamento.
La bella voce di Aya spezzata dalle lacrime, lacrime che i suoi occhi
spenti non potevano versare.
Buona notte...Aya...
Buona sera ^^
Ho sempre voluto scrivere qualcosa su Mad Father, videogioco che amo
alla follia, ma non avevo idee. Girovagando per il sito, ho trovato
diverse storie e così mi sono decisa. Questo, il finale
più brutto e triste, è anche quello che
preferisco di più, quindi non ho potuto non scrivere su
questo.
Spero vi piaccia e spero abbiate apprezzato la mia idea di basare la
storia da un'angolazione diversa. Emily è un personaggio del
tutto inventato, e ho voluto personificarla (?) in una delle tante
bambole che ci sono nella "stanza delle bambole". E basta. Dio,
è durato tantissimo! Recensite, mi farebbe piacere ^-^
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