Nota
legale:
Harry Potter © 1997, J. K. Rowling.
Il qui presente
intreccio è da considerarsi proprietà esclusiva
dell'autrice; pertanto, non può essere riprodotto
- totalmente o parzialmente - senza il consenso di quest'ultima.
Avvertimenti: angst, what if.
Note:
Priscilla
abbandonata da Salazar è il mio - tristerrimo - headcanon.
Sob.
Il resto
è silenzio
But my words like silent
raindrops fell,
And echoed in the wells
of silence.
(Simon and Garfunkel)
Silenzio, il sentiero
è deserto.
Il Salazar di un tempo
se ne sarebbe rallegrato, ma adesso la notte è una coltre
senza stelle e il buio un velo soffocante che entra negli occhi, nella
bocca, nelle orecchie.
I suoni giungono
ovattati, la strada appare un serpente sinuoso che si snoda tra alberi
di giada.
Potrebbe essere solo
un sogno e Salazar non sa se desiderare di risvegliarsi in quella
scuola di Sanguesporco e ascoltare nuovamente i racconti boriosi di
Godric o i consigli amorevoli di Tosca.
Le lezioni
appassionanti di Priscilla.
Ne varrebbe la pena?
Tentenna. No.
La sua
scelta non prevede amore.
Non potrebbe
sopportare Hogwarts e quel rumore.
Rumore.
Priscilla, per quanto
brillante, non pensava che Hogwarts potesse essere così
rumorosa, di notte.
Sente il
chiacchiericcio degli studenti ancora svegli, il suono metallico dei
pentoloni lavati dagli elfi del castello, i battibecchi dei quadri e lo
squittio spaventato di un topo.
La scuola respira, si
contorce, vive intorno a lei, sinfonia vivace di incantesimi, gorgoglii
e sussurri.
Storce il naso:
l’armonia non è completa, invece lei pretende la
perfezione.
Manca una voce,
baritonale e cupa, più adatta a impartire ordini che parole
d’amore.
Eppure
con me lo ha fatto.
Priscilla è
una donna forte, una strega intelligente, ma le lacrime scendono
comunque.
Nel suo cuore
resterà solo silenzio.
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