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Disclaimer: Ezio Auditore, Haytham Kenway, Desmond Miles, Connor Kenway e tutti gli altri personaggi appartengono alla Ubisoft e a
chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta
per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo.
Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto
rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è
ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla
stessa tramite permesso scritto.
"Ogni essere umano ha una leggenda personale da compiere, e questa è la ragione della sua esistenza nel mondo."
- Paulo Coelho -
Per cosa vivere, per cosa morire
Nulla è reale, tutto è lecito.
La verità si accartoccia su se stessa come un serpente agonizzante, frammenti che tagliano incidono uccidono.
Desmond brucia - diventa fuoco e urla muto, senza più voce,
senza più nulla a cui aggrapparsi - e Minerva china il capo,
sconfitta.
È già iniziata.
Altaïr è il primo, così lontano da essere solo una sfumatura nel mezzo di tutto quel dolore.
Lo scruta, lo analizza, lo giudica.
Poi si lancia e le aquile lo seguono, dal cielo fino al suo cuore.
Devo farlo ora.
Se fosse possibile descrivere la sensazione d'aprirsi - spaccarsi
- Desmond saprebbe ora cosa scrivere, perché la sofferenza non
la si può nemmeno chiamare per nome tanto è forte.
Giunone ha uno strano sorriso sul volto, denti scoperti e le labbra sottili come un filo trasparente e letale.
Il calore gli ha quasi bruciato del tutto la mano, ma il Credo - la coscienza - grida troppo forte per non essere ascoltata.
E il braccio che lo sostiene è quello di Ezio.
Sai che è giusto.
Di tutti, Auditore è quello che gli è sempre piaciuto di più, scanzonato eppure incrollabile.
Vorrebbe parlare di illusioni e allucinazioni Desmond, ma è
proprio Ezio quello che gli sorride rassicurante, un Mentore e un uomo,
un esempio - il più forte.
Porta le dita al cappuccio e il simbolo - quella speranza per la quale
vi siete battuti fino alle ossa della ragione - brilla come una stella
malevola e feroce.
Quando si butta all'indietro, in un gesto che Desmond ha ripetuto
infinite volte per infinite notti, i rostri dell'aquila affondano nel
suo petto e lì stringono.
E lì strappano.
Non c'è altra scelta.
Le ginocchia crollano - si fanno di sabbia e Desmond di chiede se quel
fuoco non gli abbia sciolto anche la pelle - battendo sull'impiantito
con un tud sordo e ovattato.
Minerva si porta le mani al viso e piange lacrime di vetro, trasparenti come uno specchio, cieche come quelle degli uomini.
Ribalta la testa all'indietro Desmond e il cuore gli batte così
veloce che ha paura oltrepassi la barriera delle costole per essere
sputato lì, tra il coraggio e il rimpianto.
Quando solleva le palpebre - incredibilmente pesanti - è la
curiosità di uno sguardo di neve e acciaio la prima cosa che
vede.
Andate!
Haytham Kenway lo sovrasta, cercando e domandando.
Inclina il capo alla sua sinistra e aggrotta le sopracciglia, al polso un'aquila spezzata.
Desmond può ancora sentire la sua agonia sotto la lingua, il
fiele dei sogni infranti e la disillusione di chi muore ancora prima
d'essere colpito.
Deve ammetterlo; lo ha sorpreso quel Templare, perché di tutti è stato l'unico a farlo vacillare.
Lo ha stupito e gli ha insegnato a guardare anche l'altro lato della moneta, simmetrie che si cercano senza mai trovarsi.
Poi si volta di scatto - un sangue che chiama, che mendica un
sentimento ignorato per anni - e la nebbia si riprende quella
figura d'inganni e polvere.
Andate!
Desmond non ha più fiato e gli pare quasi che la sua stessa carne sia fatta d'aghi e agonia.
Vorrebbe togliere la mano - brucia e brucia e asciuga ogni cosa - e la tentazione è così forte...
In fondo, lui sopravviverebbe.
Lui e suo padre e Rebecca e, perché no, quel cretino di Shaun.
Basterebbe solo sollevare le dita, ecco, proprio così, e poi...
Quelle di Connor sono più forti - più determinate - e gliele riportano sulla sfera.
Ora!
Connor era troppo simile a lui perché Desmond non provasse una naturale empatia per il nativo .
Arrabbiato e deluso, Ratonhnhaké:ton gli ha ricordato il valore
della battaglia, la disperazione della scelta e il sacrificio di se
stessi per gli altri.
Ha compreso Connor e lo attraversa ora con l'impeto di una tempesta,
perché il mondo è nato libero e tale deve rimanere, a
qualsiasi costo.
Non ha niente da regalargli, non un saluto e neppure un un gesto
d'incoraggiamento, e quindi gli offre l'unica cosa che non gli sia mai
mancata davvero, oltre l'amore di Ziio e il silente orgoglio di
Haytham: la rassegnazione a un destino già scritto.
E l'aquila gli divora il cuore.
****
"Oggi, ventuno dicembre 2012, la terra
è stata interessata da un'intesa tempesta solare che, tuttavia,
non ha lasciato danni permanenti..."
"Qualche centrale elettrica guasta e
un cielo rosso, ma, per il resto, possiamo dire che qui a New York
tutti si sono goduti lo spettacolo che il sole ha avuto modo
d'offrirci..."
"Il corpo di Desmond Miles viene prelevato alle ore 15:03 dai membri dell'Abstergo Industries.
Il soggetto appare in buone condizioni
fisiche, sebbene la mano destra mostri bruciature profonde che scoprono
l'osso e la carne viva. Si procede al prelievo di campioni di DNA per
scopi scientifici e..."
****
Giunone cammina libera e si gode il vento tiepido, alzando le braccia
al cielo e liberando una risata tra l'isterico e il felice.
Storna lo sguardo e spazza l'orizzonte con dita invisibili e predatorie
- artigli fatti per cacciare e dominare - inconsapevole.
Su di lei - su tutti loro - il silenzio di un'aquila che aspetta - e aspetta e aspetta.
Perché la libertà ha le ali di un rapace e gli occhi di
mille e mille Assassini: gli occhi di sarà sempre disposto a
combattere per essa.
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