Gavettoni
e rivelazioni.
Hermione
fece scattare la serratura del bagno sospirando, esausta.
Da
quando si era trasferita a Grimmauld Place, su invito dei Weasley e
di Sirius, due settimane fa, aveva passato ogni giorno a ripulire le
stanze della casa dagli orrori presenti.
Sistemato
il cambio su uno sgabello, aprì il rubinetto per far
riempire
l'antica vasca dai piedi leonini e si stiracchiò stancamente.
Liberatasi
dai vestiti, entrò nella vasca, mugolando soddisfatta.
Canticchiando
sottovoce, iniziò ad insaponarsi il corpo con foga per poi
riservare
lo stesso trattamento anche ai capelli.
Quando
ogni traccia di sporco fu sparita, insieme alla stanchezza,
uscì
dalla vasca e si avvolse in un morbido asciugamano bianco.
Portatasi
davanti al lavandino, passò una mano sullo specchio per
disappannarlo e scrutò il suo riflesso.
Quasi
quasi avrebbe ringraziato Malfoy. Se non fosse stato per lui Madama
Chips lo scorso anno non le avrebbe rimpicciolito i denti con la
magia e adesso si ritroverebbe ancora con gli incisivi da castoro.
Con
uno sbuffo osservò i suoi capelli; rassegnata prese la
bacchetta e
li asciugò con un incantesimo. Gli anni erano passati, lei
era
cresciuta ma i suoi capelli erano rimasti indomabili e di certo non
aveva tempo da perdere con la Tricopozione lisciariccio, il Ballo del
Ceppo era e rimaneva un'eccezione.
Finito
di asciugarsi si spalmò di crema idratante profumata per
allontanare
anche il ricordo della puzza degli spray usati per debellare i Doxy
iniziò a rivestirsi. Con suo enorme disappunto si rese
immediatamente conto di aver dimenticato di prendere il reggiseno.
Per un attimo valutò l'idea di appellarlo ma, visto il
numero di
persone presenti in casa, la probabilità che qualcuno lo
vedesse
svolazzare in direzione del bagno era troppo alto, così
desistette
dal progetto.
Non
potendo fare altro, si agganciò i jeans e, anche se
titubante,
infilò la camicetta bianca a cui arrotolò le
maniche quindi indossò
le scarpe da ginnastica.
Raccolti
gli indumenti sporchi, se li strinse al petto e, sbloccata la porta
del bagno si affacciò. Il corridoio era deserto
così si slanciò
fuori dal bagno in direzione di camera sua, dall'altra parte del
corridoio.
Era
quasi giunta a destinazione quando avvertì un
“Pop” e si ritrovò
a terra, infradiciata e con qualcosa che gli pesava addosso.
«Fred
e George Weasley, non pensate di passarla liscia!» si
sentì urlare
dal pianterreno, dall'inconfondibile voce della madre dei ragazzi.
A
quel punto Hermione non ebbe dubbio su chi le fosse crollato addosso.
Con
uno scatto repentino i due si rialzarono e uno dei due, che Hermione
suppose fosse Fred, a giudicare dalla F stampata sulla maglietta le
porse la mano per aiutarla a rialzarsi.
Certo
i due non si aspettavano ciò che videro: i gavettoni che
avevano in
mano erano esplosi nell'urto inzuppando i vestiti della ragazza e
rendendo trasparente la camicia.
Stupito,
George si grattò il capo, lievemente a disagio e si
Smaterializzò
mentre Fred rimase a fissarla con la mano tesa a mezz'aria.
«Mi,
mi dispiace.» balbettò, prima di Smaterializzarsi
a sua volta.
Rimasta
sola e col volto in fiamme, Hermione raccolse le sue cose e si
barricò in camera.
Gettati
i vestiti sporchi in un angolo, si asciugò con un
incantesimo e si
buttò sul letto seppellendo la faccia nel cuscino.
Non
poteva credere a ciò che le era appena successo.
Se
ci pensava si sentiva morire.
I
gemelli l'avevano vista in quelle condizioni; Fred l'aveva vista in
quelle condizioni, non avrebbe più avuto il coraggio di
uscire da
quella stanza.
«Wow,
questi gavettoni hanno avuto un risvolto imprevisto!»
esclamò
George, ghignando, appollaiato sul davanzale della finestra nella
camera che divideva col suo gemello.
Se
si aspettava una qualche risposta da lui rimase deluso
perché Fred
rimase immobile, seduto sul suo letto e con lo sguardo fisso a
contemplare qualcosa di non meglio definito di fronte a se.
Anche
se avesse voluto indagare non ne ebbe la possibilità
perché un
potente “Alohomora!” fece spalancare la porta e una
infuriata e
bagnata Molly Weasley fece irruzione in camera.
«Non
ho cresciuto dei piccoli selvaggi e non pensiate che il fatto che
adesso abbiate diciassette anni m'impedisca di punirvi!»
minacciò,
avvicinandosi ai due e afferrandoli per le orecchie.
«Mamma
ma i gavettoni erano per Ron, ci dispiace che ci sia andata di mezzo
tu.» provò a giustificarsi George.
«Non
m'importa per chi fossero, non è un comportamento corretto e
basta.»
affermò la donna.«Per punizione pulirete le patate
per la cena
manualmente.»
«Ma
mamma!» esclamarono in coro i due ragazzi, disperati.
«Niente
ma e non provate a Smaterializzarvi perché stringo
così bene le
vostre orecchie che finireste per spaccarvi.»
Continuando
a protestare, i due seguirono la madre giù per le scale
rifilando
un'occhiataccia alla sorella che, vedendoli, era corsa al piano di
sopra sbellicandosi dalle risate (con uno dei gavettoni le avevano
inzuppato le ultime Api Frizzole rimastile e lei non aveva gradito la
cosa).
Spalancata
la porta della camera che divideva con Hermione,entrò, la
richiuse e
vi si appoggiò, sfinita dalle risate.
«Oddio,
Hermione, avresti dovuto vedere i gemelli, la mamma li ha strapazzati
per bene!» esclamò, asciugandosi le lacrime dal
troppo ridere.
Non
ottenendo risposta, alzò gli occhi e vide che la sua amica
era
rimasta immobile sul letto.
Preoccupata
le si avvicinò.
«Hermione,
che ti è successo?»
La
ragazza si limitò a scuotere i ricci in un gesto di
negazione.
«Su,
dimmi cosa è successo.» la esortò,
sedendosi di fianco a lei sul
letto.
«Oh,
Ginny, non sai che figuraccia che ho fatto.»
confessò sconsolata.
«Dai,
racconta tutto alla tua Ginny.» la incoraggiò.
«Sono
andata a farmi la doccia ma ho dimenticato il reggiseno,
così mi
sono vestita e stavo tornando di corsa in camera ma i gemelli mi si
sono Materializzati addosso con i loro gavettoni e mi hanno
inzuppato.» raccontò arrossendo.
«In
pratica Fred ti ha visto in versione osé.»
tradusse la ragazza,
ridacchiando.
«Certo,
brava, ridi.» rimbeccò Hermione, imbronciata.
«Io però non ho più
il coraggio di scendere di sotto e di guardarli in faccia.»
«Non
farla così tragica, magari non se ne sono neanche
accorti.» provò
a consolarla.
«Oh,
se ne sono accorti e come. Fred è rimasto a fissarmi
imbambolato.»
la corresse.
«Bene!»
esclamò Ginny, saltellando sul letto.
«Cosa
ci vedi di buono?» chiese Hermione, nervosamente.
«Io
non ho le fette di prosciutto sugli occhi, a te piace Fred.»
rispose
la piccola Weasley, serafica.
Se
avesse avuto ancora qualche dubbio, il rossore salito al volto
dell'amica li avrebbe spazzati via.
«Che
dici, Ginny!» protestò l'altra, debolmente.
«La
verità. Mi sono accorta di come hai iniziato a guardarlo da
un anno
a questa parte.» affermò Ginny, sicura.
Sentendosi
scoperta, Hermione prese il cuscino e se lo portò davanti la
faccia.
«Al
Ballo del Ceppo mi ha detto che ero molto carina e poi è
stato
sempre gentile con me...ma non importa, tanto lui mi vede solo come
l'amica di Ron.» ammise, infine.
«Quei
due sono dei buffoni, non è facile capire cosa pensano ma,
secondo
me, non dovresti buttarti giù così.»
«È
meglio non farsi illusioni, così non si rischia di rimanere
delusi.»
ribatté Hermione, convinta.
«A
tavola! La cena è pronta!» urlò la
signora Weasley dal
pianterreno.
Prima
che Hermione potesse tentare qualche forma di resistenza, Ginny la
prese per un braccio e la trascinò giù per le
scale.
La
cena si svolse come sempre, con il signor Weasley e Malocchio Moody
che parlavano del Ministero, Sirius intento a raccontare con l'aiuto
di Remus le sue avventure da Malandrino e Tonks che faceva ridere i
ragazzi con le sue metamorfosi.
Le
uniche note stonate erano rappresentate da Hermione che mangiava in
silenzio con gli occhi bassi e da Fred che appariva stranamente
distratto e assente.
Fortunatamente,
nessuno sembrò notare le loro stranezze.
Finita
la cena, ognuno si ritirò nella propria stanza, se
l'obiettivo della
signora Weasley era quello di sfinirli c'era riuscita.
Arrivato
nella sua stanza, Fred si lasciò cadere pesantemente sul suo
letto,
subito imitato dal gemello.
«Hey,
fratello, che ti prende?» chiese George, puntellandosi con un
gomito
per tenere la testa sollevata.
«Perché?»
chiese l'altro, rimanendo disteso supino e portandosi un braccio a
coprire gli occhi.
«Dall'incidente
con Hermione sembra che ti abbia colpito un Bolide.»
affermò
George.
«Peggio,
è un casino.» rispose Fred mettendosi a sedere con
le gambe
penzoloni e la testa tra le mani.
«E
così ti piace la piccola Granger!»
esclamò il gemello, sorridendo.
«Bé, in realtà ormai tanto piccola non
è.» commentò ammiccando.
L'occhiataccia
che si guadagnò dal fratello fece nascere un largo sorriso
sul suo
volto.
«Ahi,
ahi, qui la cosa si fa seria. Se mi lanci certi sguardi per i miei
commenti innocenti vuol dire che non soltanto ti piace ma ti sei
proprio innamorato!» esclamò, esterrefatto.
Nonostante
quello di fronte a lui fosse il suo gemello, quasi una parte di se,
non poté fare a meno di sentirsi imbarazzato.
«George,
tu non capisci. Lei quest'anno è stata scelta come Prefetto,
io
rappresento tutto ciò che per lei è
sbagliato.» spiegò,
tormentandosi i capelli. «Fortuna che presto torneremo a
scuola, lì
avrò di che distrarmi.»
«Ancora,
però, abbiamo del tempo da trascorrere qui, magari potremmo
mandarle
un messaggio di scuse, giusto per pacificare l'atmosfera.»
propose
George.
Un
identico sorriso sghembo lampeggiò sui loro volti, quindi
George si
spostò alla scrivania e recuperò un pezzo di
pergamena.
Quando
ebbe finito di scrivere ed entrambi ebbero firmato, incantò
il
foglio affinché, sotto forma di aeroplanino di carta,
volasse fino
alla camera delle ragazze.
Lanciatolo
fuori dalla stanza i due tornarono dentro e si misero a letto.
Fred
sospirò chiudendo gli occhi, sperando che quel messaggio
avesse il
potere di dileguare il velo d'imbarazzo che era calato tra lei e
Hermione, ignaro del sorriso sornione che aleggiava sul volto del suo
gemello.
Giunto
alla sua meta, l'aeroplanino iniziò a picchettare sulla
porta.
Hermione
era sola in camera e, udito quel lieve fruscio alla porta,
l'aprì,
titubante. Immediatamente l'aeroplanino le volò in mano e si
fermò.
Per
Hermione Granger,
lesse su una
delle ali.
Incuriosita
aprì la pergamena.
Ci
dispiace per quanto è successo stasera...anche se lo
spettacolo
involontario è stato niente male. ^___-
Per
compensare promettiamo di non comportarci troppo male nei giorni a
seguire.
Gli
inimitabili George e Fred.
Hermione
sorrise, quello era il loro bizzarro modo per chiederle scusa.
Certo,
l'incidente era stato imbarazzante ma non aveva cuore di rimanere
arrabbiata con loro dopo quel biglietto.
Continuando
a ridere, la ragazza si coricò.
Quando
Ginny, dopo aver finito la doccia, raggiunse la sua amica in camera
non poté fare a meno di chiedersi a cosa stesse pensando per
essersi
addormentata con quel volto sorridente.
*****
La
mattina dopo fu con una certa titubanza che Fred scene in cucina. Se
da un lato aveva voglia di vedere Hermione, dall'altro non poteva
fare a meno di chiedersi come si sarebbe comportata vedendolo e se
l'avesse perdonata.
Affacciatosi
nella stanza vide sua madre di spalle, intenta a preparare la
colazione e la ragazza dei suoi pensieri che, di fianco a lei, le
dava una mano.
«Buongiorno!»
esclamò, entrando con andatura dinoccolata e avvicinandosi
al
tavolo.
«Buongiorno
caro!» gli rispose la madre sorridendogli da dietro i
fornelli,
l'arrabbiatura per i gavettoni del giorno prima era ormai storia
passata.
«Buongiorno
Fred.» rispose Hermione, alzando lo sguardo su di lui e
rivolgendogli un sorriso timido.
Quella
visione rincuorò Fred.
In
pochi secondi la cucina fu riempita da tutti gli occupanti della casa
e la colazione ebbe inizio rumorosamente, così come di
consueto.
«Ragazzi,
oggi c'è da finire il primo piano e iniziare il
secondo.» annunciò
Molly quando tutti ebbero finito di mangiare.
Tutti
gli interpellati sospirarono rassegnati. Da quando erano ospiti a
Grimmauld Place la signora Weasley aveva escogitato ogni espediente
pur d'impedirgli di assistere o di origliare le sedute dell'Ordine
delle Fenice.
«Ciao
caro, buon lavoro.» disse rivolta al marito, dandogli un
lieve bacio
sulla guancia mentre usciva dalla cucina. «Ron, Ginny e Harry
si
occuperanno della sala da tè al primo piano mentre Hermione,
Fred e
George ripuliranno il salotto al secondo piano. Io devo occuparmi
dell'organizzazione della dispensa.»
Come
dei bravi soldatini, ognuno prese gli strumenti di lavoro e si
avviò
verso la propria destinazione.
Mentre
saliva le scale, Hermione si chiese il perché di quella
suddivisione; normalmente lei aveva sempre fatto squadra con Harry e
Ron mentre i gemelli e Ginny lavoravano sotto le direttive della
signora Weasley (non che le dispiacesse stare un po' con Fred ma
doveva ammettere che stare da sola in compagnia di quei due un po'
l'agitava...ci si poteva aspettare di tutto da loro). Probabilmente,
si disse, la signora Weasley temeva che se avesse lasciato i gemelli
soli con Ginny si sarebbero dati agli scherzi anziché
lavorare.
Arrivati
nel salotto i tre depositarono a terra tutto l'occorrente per le
pulizie e diedero un'occhiata in giro.
Per
fortuna la stanza non era molto grande, si trattava, probabilmente,
di un salottino privato attiguo ad una camera degli ospiti.
Purtroppo, però, le sue condizioni non erano dissimili da
quelle
delle altre stanze. I due divani, presumibilmente rivestiti di seta
erano ricoperti di polvere e ragnatele, così come il tavolo
basso
posto tra i divani, il piccolo scrittoio collocato in un angolo e lo
scaffale che lo sovrastava.
Le
tende poste alla finestra, inoltre, ronzavano in maniera sospetta
lasciando intuire la presenza di un'infestazione di Doxy non
indifferente.
Rassegnata,
Hermione tirò fuori una sciarpa dalla tasca per coprirsi
naso e
bocca.
«Preparatevi,
per prima cosa dobbiamo debellare i Doxy.» affermò.
Quando
tutti furono adeguatamente coperti, impugnarono ognuno uno spray
Doxycida e si prepararono alla lotta.
«Al
mio tre spruzziamo.» avvisò Hermione.
Utilizzando
i gesti, la ragazza iniziò il conto alla rovescia.
Al
tre i ragazzi premettero ognuno il loro erogatore ma non successe
nulla.
Perplessa,
Hermione osservò lo spray.
«Eppure
sono nuovi.» protestò la ragazza.
«Vado
a farli vedere alla mamma.» annunciò George
strappando di mano il
Doxycida agli altri due e precipitandosi fuori dalla stanza
chiudendosi la porta alle spalle.
“Maledetto
imbroglione!” pensò Fred, subodorando la non
casualità
dell'accaduto.
«Allora,
tutto bene?» chiese Ginny che attendeva George ai piedi della
scala.
«L'incantesimo
è riuscito, gli spray non hanno funzionato. Li ho lasciati
soli, ora
spero che il mio caro fratellino si dia una mossa.» rispose
lui,
sedendosi su uno dei gradini.
«E
se andassimo a controllare?» propose la sorella, ammiccando.
Il
sorriso sornione sfoderato dall'altro valse più di una
risposta.
Il
più silenziosamente possibile iniziarono a salire le scale
sperando
che il sonno perso la notte precedente per architettare tutto non
fosse sprecato.
«Aspettando
che George torni che facciamo?» chiese Hermione, guardandosi
intorno.
Fred
la guardò e si disse che lui avrebbe ben saputo cosa fare
solo lì
con lei. Immagini di lei come l'aveva vista la sera precedente
iniziarono a occupare la sua mente.
«Se
spostiamo le cose ho paura che i Doxy s'innervosiscano.»
continuò a
spiegare Hermione.
«Cosa?»
chiese Fred, dopo essersi riscosso dai suoi pensieri.
«Fred,
tutto ok?» domando, vedendolo distratto.
«Si,
si.» rispose il ragazzo, sfuggendo lo sguardo di lei.
Finché
erano rimasti in compagnia non aveva avuto problemi a starle accanto
ma, adesso che erano da soli, non riusciva a non pensare quanto
sarebbe stato bello stringerla tra le braccia e baciarla...ok, se
doveva dare retta al suo amico ai piani bassi avrebbe fatto ben
più
che baciarla, ma in fondo che pretendevano, era pur sempre un
diciassettenne con gli ormoni in subbuglio. Tutto ciò,
però, non
aveva importanza perché non sarebbe successo nulla di tutto
questo.
Lei non avrebbe voluto.
Vedendolo
distogliere lo sguardo per poi perdersi nuovamente nei suoi pensieri,
Hermione gli si avvicinò e lo strattonò per un
braccio.
«Insomma,
che ti prende?» gli chiese, cominciando ad innervosirsi.
«Lascia
stare, è meglio se esco da qui.» rispose lui
avviandosi alla porta.
«Non
ti capisco, dovrei essere io quella a disagio, sono stata io quella
che si è ritrovata mezza nuda in corridoio!»
protestò, perdendo le
staffe.
«Si,
ma non sei tu quella a cui viene un'irrefrenabile voglia di baciarti
ogni volta che ti vede!» rispose, alzando a sua volta la voce.
«Che
cosa?» chiese Hermione, sbigottita.
«Mi
piaci...io credo di essermi innamorato di te.»
confessò serio,
guardandolo dritta negli occhi.
«Non
scherzare!» lo rimproverò lei, arrossendo e
abbassando il capo.
«Ecco,
appunto, ero certo che non mi avresti creduto. Sappi però
che se c'è
una cosa su cui non scherzo mai è l'amore.» disse
Fred, facendo un
altro passo verso la porta.
«Allora
parlavi sul serio?» chiese Hermione raggiungendolo e sentendo
il suo
cuore accelerare i battiti.
«Si,
ma che importa?» rispose lui, sospirando.
«Importa
per questo.» ribatté Hermione, piazzandoglisi
davanti per
impedirgli di uscire.
Prima
che lui potesse dire altro, si alzò sulle punte e, portate
le
braccia dietro al suo collo, lo baciò.
Fu
un castissimo bacio a fior di labbra ma Fred si sentì come
se un
Bolide lo avesse colpito in pieno.
«Cosa
significa?» chiese, stordito, allontanandola da se quei pochi
centimetri che gli bastavano per guardarla negli occhi.
«Significa
che anche tu mi piaci.» spiegò Hermione,
arrossendo. «Solo avevo
paura che non volessi avere nulla a che fare con Prefetto.»
«Ed
io temevo che tu non avresti mai voluto avere a che fare con il
“Terrore dei Prefetti”.» rispose Fred
ridendo.
Tornato
serio, si avvicinò nuovamente ad Hermione con l'intento di
approfondire il contatto avuto prima. Stava quasi per sfiorare le sue
labbra quando un fruscio fuori dalla porta attirò la sua
attenzione.
Fatto
segno di tacere alla ragazza si avvicinò all'uscio e lo
spalancò
all'improvviso. Davanti a loro stava uno spettacolo alquanto
particolare:George e Ginny se ne stavano carponi col sedere per aria
e l'orecchio appiccicato alla porta.
Vistisi
scoperti cercarono di ricomporsi ma era difficile trovare una scusa
plausibile per la loro presenza lì.
«Fratello,
me la pagherai per aver tramato alle mie spalle ed anche tu,
signorina non la passerai liscia.» minacciò,
scrutando i due che
ostentavano un'aria innocente.«Adesso, però, ho di
meglio da fare.»
detto questo sbatté la porta in faccia ai due e strinse a se
Hermione.
L'ultima
cosa che i due al di là della porta udirono fu la risata di
Hermione. A quel punto non gli rimase che tornare sui propri passi
sperando che la loro amica riuscisse a far dimenticare a Fred i suoi
propositi di vendetta.
Fine.
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