Premessa:
Immaginate di spiare una conversazione tra due vecchi amici. Voi non
siete
stati invitati a partecipare e loro non sanno che voi state ascoltando.
Vi è mai capitato di sentire due persone che parlano al bar
o sul treno? Vi è
mai venuto in mente di andare da loro e chiedergli "di cosa state
parlando?"
Credo di no, perché qui dovreste farlo?
Era
una notte fredda, sul
tetto del grattacielo soffiava una leggera brezza proveniente dal
porto. Lui
rabbrividì e si chiese se il suo compagno in completo
gessato non avesse freddo
anche lui, con la coda dell’occhio cercò di
dedurlo dai suoi atteggiamenti.
Forse non lo dava a vedere, era fermo immobile e contemplava il cielo
come se
sapesse quali meraviglie si celassero dietro ogni costellazione. Dalla
tasca
del tweed tirò fuori una strana penna dalla punta verde
smeraldo e disse
“ Non pensavo fosse possibile Shinichi, quando mi hai
telefonato ho pensato che
fossi impazzito”.
Il piccolo detective sorrise tristemente e rispose:
“ Sarebbe stato tutto molto più facile “
si fermò un momento prima di
aggiungere “ e meno persone sarebbero morte a causa
mia”.
Il Dottore si voltò per guardarlo e ribatté
“ non per colpa tua, ma per
colpa loro”.
“ E’ questo quello che ti ripeti ogni volta che
qualcuno muore a causa tua?”.
Fu il turno del Dottore di fare una smorfia amara “ Sempre
acuto come il
solito giovane Kudo! Sono costretto ad ammettere che hai ragione
…”.
Rimasero entrambi in silenzio a contemplare le stelle.
Fu il piccolo Detective a rompere il silenzio per primo “ Ci
pensi mai?”.
“ A cosa?”.
“ Tutto quello che ti sei lasciato alle spalle …
Corri, fuggi e non ti fermi
mai. Ti sei mai voltato per vedere quello che lasci dietro di
te?”.
“ Lo faccio ogni istante della mia esistenza” Una
lacrima scivolò lenta sul viso
dell’uomo.
“ Ti manca il tuo pianeta, non è vero? Li detesti
per averti costretto a
compiere quel gesto, ma ancora di più odi te stesso per
averlo adempiuto”.
L’antico signore del tempo non rispose non c’era
bisogno di confermare,
sapevano entrambi che quelle parole erano vere.
“ Dalle una possibilità, se la merita”.
“ Parli di Haibara, non è vero?”.
“ Si”.
“ Sei in ritardo quella possibilità
l’ha già avuta!”.
“ E come se la cava?”.
“ Se la cava … “.
“ Di quanto?”.
“ Il tuo ritardo è di quasi sei mesi”.
Il Dottore si chinò e si mise sulle spalle il giovane
detective e disse
“ Bene Kudo che ne dici se andiamo al Karaoke?”.
“ Solo se prometti che canti anche tu!”
Il Dottore rise e rispose “ Se canti passerò le
mie prossime rigenerazioni a
ridere a crepapelle!”.
“ Dottore?!”.
“ Si?”.
“Ricordati che adesso mi dovrai chiamare Conan
Edogawa”.
Il Dottore si sistemò meglio il papillon rosso e rispose
“ Tu chiamami John
Smith “.
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