Going Under
Prologo
L'umanità, incapace di mantenere la pace,
inciampò nei propri errori... Tanto da cadere nel 2035
nell'ennesima Grande Guerra, la terza.
La popolazione terrestre ne uscì sconvolta e spaventata da
un futuro incerto.
Alla fine della Terza Guerra Mondiale del 2040, le nazioni furono
soppresse, per poter essere rimpiazzate da un unico governo centrale :
la DOGMA, la cui sede si trovava nell'ex Inghilterra del sud, appena
sotto quel che restava di Londra.
Ai vertici del governo, un gruppo di Religiosi di diversi culti i
quali, nel 2045, scelsero come Comandante Generale , il
venticinquenne, William Rossenham. Tenente distintosi durante la Guerra
per coraggio e maestria, nonché abile stratega, tanto che i
commilitoni lo soprannominarono il Mozart della guerra.
Nel
frattempo il Comandante Generale, nell'inverno
del '47,
sposò Mary O'connor.
Dalla felice unione, qualche anno dopo, nacque Hope Sunshine.
La Terra vide, in questo governo quasi utopistico, la sua salvezza.
Ma
il periodo di pace durò ben poco.
Nel 2051 la vera struttura della DOGMA cadde in mano a Rossenham,
così come crollò la maschera del giovane
comandante generale, rivelando la sua vera essenza: quella di un
arrivista spregevole e affamato di potere.
Rossenham istituì la Neo-DOGMA.
Nacque
così un regime fondato sulle paure del suo
popolo.
Non tutti gli abitanti
della terra scelsero di sottostare alla tirannia della Neo-DOGMA, ma
ancora provati ed addolorati dalle perdite della Guerra, scelsero di
ritirasi nel sottosuolo, nei condotti che una volta ospitavano miniere
e Metro. Nacquero così gli Under e la repubblica di
UnderTown.
Ovviamente Rossenham non
prese bene la situazione, scegliendo così di istruire i
Terrestri all'odio viscerale e alla violenza nei confronti
degli Under.
Un gruppo di giovani
Under, organizzò un attentato ai danni del Comandante.
Rossenham fu ferito ad una spalla, mentre la moglie fu accidentalmente
uccisa.
Nel marzo del '55, con
l'editto di New-London , il capo del governo, dichiarò
apertamente guerra agli abitanti di UnderTown.
***
Maggio
2068, New-London
-Miss
Rossenham! Miss Rossenham! Oh, dove diavolo si sarà cacciata
quella ragazza!- sbuffò una donna corpulenta -Mi
farà morire di crepacuore, già me lo sento!-
Alcuni
capelli grigi le uscivano dalla crocchia tirata, segno evidente che i
suoi nervi e la sua pazienza erano sul punto di cedere. Aveva un paio
di occhietti porcini piuttosto scuri, incassati in una luna piena, e le
guance scottate dal sole.
Amaleah
Rovethym, non era certo un'icona di bellezza, ma serviva la famiglia
Rossenham sin dai primissimi passi della piccola Hope.
-Suo padre mi farà fustigare- cantilenò la donna
quasi più a se stessa che a qualcuno in particolare.
Dalla porta fece capolino un viso mortificato.
-Madame Rovethym, scusi il ritardo...- si scusò una giovane
dai capelli ramati.
-Sia ringraziato il cielo! Dov'era finita miss Hope!?! L'ho cercata in
tutto il palazzo...- si rianimò la donna - Stasera
verrà presentata in società e lei è
ancora in queste condizioni! Mi farà morire di crepacuore,
l'ho sempre detto io!-
Sul volto di Hope comparve una smorfia di disapprovazione, mentre la
balia la spingeva verso il bagno
-Manca più di un mese al mio compleanno, non ne vedo il
motivo di questo "ballo" anticipato!-
-Ma cosa sta dicendo!- esclamò la balia, indicandole la stanza a getti -
Lei è il "Fiore di New-London"...-
-Sì, sì, il
fiore della speranza e bla bla bla... la storia la
conosco! Mia madre aveva PARECCHIA fantasia- rispose la rossa, mentre
l'acqua cominciava a colpirla. -Freddaaaaa!- ululò.
Amaleah corse a cambiare le impostazioni della stanza a getti, saltellando
goffamente.
-Non dica questo, miss Hope, sua madre per il nome, aveva
interpretato un'indovina...- cominciò la balia, ma fu
prontamente interrotta dalla giovane
-Lo so, madame, come le ho detto, conosco a memoria la storia.-
sbuffò.
Hope, si lasciò scivolare contro una parete.
La schiena premeva sul rivestimento del muro, un materiale resinoso ed
impermeabile, tutt'altro che freddo.
Sì, lei conosceva quella storia a memoria...
Sua madre, al terzo mese di gravidanza, si recò da
un'indovina per sapere il sesso del nascituro. La donna, una zingara di
nome Anya, le predisse che avrebbe dato la luce ad una splendida
bambina che per tutto il popolo della terra avrebbe simboleggiato la
speranza, nella luce della fratellanza. Insomma, un futuro radioso...
Peccato che lei venne a mancare pochi anni dopo.
Il fiume di pensieri della giovane venne interrotto dallo squittio di
madame Rovethym.
-Vapore!-
La rossa uscì dalla stanza
a getti completamente asciutta, ma con un cespuglio
ingarbugliato al posto dei capelli.
-Madame, il vapore è da ricalibrare!- ringhiò la
ragazza -Decisamente!-
-Oh cielo! è il caso di districarli- pigolò
allarmata la donna.
In men che non si dica, la giovane Hope, si ritrovò avvolta
in una vestaglia su di una poltrona.
La ragazza aveva smesso di stupirsi dei modi rozzi, quasi violenti,
della balia sin dall'età di cinque anni.
Madame Rovethym, le spuntò alle spalle brandendo una
spazzola.
-Ed ora domiamo questa chioma ribelle!- Il
suo sguardo sembrava quello di un serial killer...
Ci vollero quindici minuti di tremenda agonia per far tornare quel
gomitolo ramato, alla sua forma primaria.
-Signorina è tardissimo!-
La balia continuava a chiocciare, correndo per la stanza, in preda al
panico.
Hope era stata scaraventata in un abito monospalla blu notte, capace
solo di farla inciampare! E mentre madame Rovethym andava nel panico
inutilmente, la giovane lanciò una rapida occhiata allo
specchio.
I suoi occhi verdi e felini, spiccavano su quel volto pallido come la
luna e macchiato di efelidi.
Si sentiva una bambola. Certo, in un abito maestoso ed agghindata a
festa, ma pur sempre vuota.
La vita a Palazzo era stata dorata e meravigliosa. Ma diciotto anni
passati in una prigione luccicante, sono pur sempre diciotto anni di
prigionia.
Suo padre le aveva dato tutto, tranne un contatto con l'esterno... e
questa era la sua unica possibilità!
Il ballo era stato organizzato per trovarle un marito, che a sua volta
l'avrebbe rilegata in un palazzo d'oro... E lui avrebbe governato al
posto del Comandante.
Hope sospirò, mentre la balia la trascinava per le scale.
L'aveva portata davanti alla porta del salone dei banchetti.
-Coraggio, miss Rossenham, sorrida e tutto andrà bene...- le
sorrise dolcemente la balia.
Sa giovane sospirò ancora, e la porta si aprì.
Un'ondata di adrenalina le percorse la spina dorsale:
la sala era gremita come mai prima d'ora!
Sperando, in cuor suo, di non inciampare, Hope cominciò a
percorrere la passatoia rossa che la portava verso suo padre.
Attorno a lei, mormorii e sguardi stupiti: era la prima volta che
veniva mostrata in pubblico, e la cosa le provocava un certo imbarazzo.
Dopo quella che le sembrò un'eternità,
arrivò finalmente al fianco del Comandante Generale.
-Cari ospiti ed amici, - tuonò la voce del Comandante -Vi
presento il mio meraviglioso "Fiore di New-London" , mia figlia Hope.-
Sorrise raggiante prima di lanciare uno sguardo alla figlia. -Ed ora,
direi che l'ho tenuta tutta per me per troppo tempo... che iniziano le
danze!-
Una musica lenta e cantilenante pervase l'aria, e l'agonia della povera
Hope ebbe inizio...
Cominciarono a passarla di mano in mano, di abbraccio in abbraccio...
scambiandole sorrisi e qualche parola.
Finché qualcosa non l'attirò, o almeno...
qualcuno.
-Signorina, la vedo spaesata...- la giovane alzò i suoi
occhi verdi per incontrarne un paio color ghiaccio.
-N...no, tutt'altro, sono emozionata...- cercò di mentire
lei, stiracchiando un sorriso.
-Allora, vorrei poter avere l'onore del prossimo ballo.- le sorrise
ammiccante.
Perchè no?
pensò la giovane.
-Come vi chiamate?- azzardò lei
-Alexis Willer, per servirla- le sorrise ammiccante.
alla giovane scoppiò una risatina, mentre scivolavano sulla
pista.
I capelli biondo ramato dell'accompagnatore risplendevano sotto le luci.
-Posso chiedere la vostra età?-
-Ventuno... sì, ho ventun'anni- aggiunse in risposta alla
tua espressione meravigliata.
-Oddio, scusate, è che... oddio...- ridacchiò
nervosamente la ragazza.
Lui scosse la testa, mal celando un sorriso.
-Ricordate tantissimo vostra madre...- bisbigliò lui.
Il commento fece irrigidire la giovane.
La spiazzò.
Restava pietrificata anche quando lo diceva la balia.
-Scusate, ho detto qualcosa che non...-
-No, no figuratevi...- cercò di ricomporsi Hope.
-No, davvero scusatemi... vi accompagno a prendere una boccata d'aria!-
cercò di rimediare Alexis
-No, figuratevi...-
-Insisto!- Aggiunse guidandola verso il terrazzo.
Appena varcata la soglia, lui le diede la sua giacca -Fa freddino- si
giustificò.
La brezza leggera cominciò a pungerle il volto.
-Che meraviglia!- spalancò gli occhi la giovane - Che luna
fantastica!- sospirò
Fu allora che il tono di Alexis mutò...
-Nathan, ora!-
Hope riuscì a girarsi appena in tempo per vedere un ragazzo
alto, dalle grandi mani, premerle un fazzoletto sul volto... mentre
Alexis la immobilizzava.
Un odore ferroso ed alcolico pervase le narici della giovane, che si
accasciò tra le braccia di Alexis.
Continua...
Note dell'Autrice.
Cavolo, è stato un parto! Ma siamo solo all'inizio, in
questa storia ci sto mettendo anima e corpo e... !
Dove si troverà ora Hope?
Perchè è stata rapita?
Domande a cui risponderà il prossimo capitolo!
A prestissimo
Dimea Durless.
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