mare
La
casa sulla spiaggia
Ci
tengo ancora a ringraziare i lettori di "Run for a fall", "Returns" e
"Feint".
spero
che anche quest'altra mia storia (finalmente diversa dalle altre tre)
possa piacervi.
***
Quando la nuovissima air car andò a fermarsi sul vialetto di
una
esternamente modesta casetta, il sole aveva preso gia' a calare,
allungando le ombre verso il mare. Erano circa le sette quando la
famiglia Briefs mise piede fuori dal veicolo, osservando con apparente
indifferenza quella che sarebbe stata la loro abitazione estiva, o
meglio il luogo per trascorrere la vacanza ideale senza dipendere da
altri e senza dover spendere un patrimonio per ogni pranzo e cena.
La scienziata dai capelli turchini aveva meditato il tutto durante i
preparativi per la festa appena trascorsa, dalla quale dipendeva,
principalmente, questo breve viaggio che purtroppo non era stato dei
più piacevoli. Almeno all'andata.
A circa metà strada, ovvero dopo due ore di viaggio, il
sonno
della piccola, seduta nel seggiolino sul sedile posteriore, si era
interrotto e questa aveva preso a frignare. In breve quel lamento si
era trasformato in delle grida quasi disumane.
Non era raro che Bulma dovesse sopportare i pianti, spesso isterici,
della secondogenita, ma ogni volta questi si presentavano nei momenti
meno opportuni. Quando al limite della pazienza l'uomo alla guida aveva
frenato la vettura accostandola in un piccolo parcheggio, Bra
improvvisamente restò zitta.
"Che accidenti le era preso?!" Aveva sbottato Vegeta, dopo circa un
quarto d'ora di sbuffi. I nervi adesso erano a fior di pelle.
"Cosa vuoi che ne sappia io, se solo sapesse parlare...!"
La piccola, infine, fù presa in braccio e dopo il cambio di
un
pannolino decisamente umido, fù sistemata sulle gambe
materne e
lì riprese a sonnecchiare, mentre gli altri tre membri
famigliari riposavano le orecchie fracassate.
Ma non era stata solo Bra a complicare le cose.
Anche il primogenito, Trunks, aveva poi contribuito a tentare i
genitori di fare retromarcia e di scaricare la prole alla Capsule
Corporation, dove erano rimasti i coniugi Briefs, quelli anziani,
abbastanza abbattuti per il non rivedere per diverso tempo i nipotini
adorati.
"Quando arriviamo, mamma?! Io ho fame!" Era la lagna del ragazzino,
seduto dietro ma proteso in avanti per parlare direttamente nei timpani
esauriti dei genitori, soprattutto quelli di Vegeta.
"Manca poco, Trunks... per favore, stai buono!" Bulma era arrivata
quasi a supplicarlo di tacere. Aveva già addosso il peso di
Bra,
che alla tenera età di quindici mesi si dimostrava
abbastanza in
carne, e sentire anche il ragazzino lamentarsi era un ulteriore
attentato alla sua calma.
Vegeta era invece sul punto di scoppiare. L'unica ragione che lo
tratteneva dal farlo era il sonno di sua figlia, che all'alzare della
sua voce sarebbe di sicuro scoppiata di nuovo a piangere e allora quel
viaggio sarebbe andato a farsi benedire.
"Dì... non era meglio lasciarli entrambi a casa?! Menomale
che
avrei dovuto rilassarmi qui!" Sbottò irritato l'uomo.
Inevitabile la reazione di Bulma, che tenendo basso il tono della voce
prese a elencare svariate ragioni, dal fatto che Bra era troppo piccola
alla stanchezza dei genitori che per tutto quel tempo non avrebbero
potuto correr dietro ai due nipoti.
E così via...
Ma per fortuna adesso erano lì.
Dopo quattro lunghissime e terribili ore erano a destinazione, in un
posto che per un pò avrebbero faticato a chiamare casa e
magari
ci avrebbero fatto l'abitudine proprio quando sarebbero dovuti
ripartire.
Ma ciò che contava era adesso scendere dalla vettura e
respirare.
Il primo a catapultarsi fuori dall'auto fù Trunks, correndo
subito sulla spiaggia e non facendo nemmeno caso all'abitazione,
alzando con i piedi tantissimi granelli di sabbia ad ogni passo.
La donna, che fù l'ultima a scendere con ancora in braccio
la
bimbetta, ormai sveglia, osservò attentamente il posto.
Prima la
casa, bella, d'un giallo pallido e dalle assi di legno lievemente
più scure.
Era stata costruita da poco, ma aveva un che di decisamente rustico e
di attraente allo stesso tempo.
"Che meraviglia, c'è anche la veranda!" Disse, ridendo,
forse
solo per allontanare del tutto la tensione che aveva accumulato in
quelle ore. E parlò più a se stessa,
poichè Vegeta
era già intento ad aprire il porta bagagli e a scaricare le
valigie e tre scatoloni grandissimi, contenenti perlopiù
giocattoli e accessori per i ragazzini.
"Mamma! Vieni qui! Guarda il mare!" Gridò Trunks dalla riva.
Bulma appoggiò la piccolina sulla sabbia e si
avviò verso
il figlio maggiore, pregustando già quella vacanza tanto
attesa,
suo regalo personale per le nozze.
Eh già... una luna di miele poco solita, per due novelli
sposi.
Magari sarebbe stato diverso se non avessero vissuto assieme da almeno
quindici anni e se non avessero già due figli, di dodici e
un
anno. Che strano.
Mentre Trunks si avvicinava pericolosamente all'acqua, Bra rimaneva
come inebetita, a fissare quella lunga, per lei, distesa di sabbia
tiepida e biancastra e poi quella grande linea azzurra, poco
più
blu del cielo.
Vegeta prese intanto due scatoloni, uno per braccio, e salì
le
scalette della veranda per depositarli in cucina. Li avrebbero
sistemati dopo. Riemerse poi mentre ancora madre e figlio se ne stavano
a riva a parlare di chissà cosa. Era piacevole,
però...
se non fosse stato per quei bagagli da scaricare, l'atmosfera era
già più rilassata rispetto alla città.
"Trunks! Accidenti a te!" Gridò poi Bulma, senza
però
troppa convinzione. Come previsto, il ragazzino aveva scherzato troppo
con l'acqua e vi era finito dentro con ancora le scarpe ai piedi.
"Ma non l'ho fatto apposta!" Si difese il principino, facendo ancor
più un pasticcio poichè era ora nella sabbia
asciutta e
si era tutta impiastricciata alle scarpe.
"Fermo lì, adesso, togliti quelle scarpe..." ma Bulma non
fece
in tempo nemmeno a finire la frase che vide Bra corricchiare
decisamente insicura verso l'acqua e finirci dentro cadendo con un
simpatico Splash
e bagnandosi da capo a piedi.
"O Cielo! Bra!" Lasciò perdere Trunks e fece quei due o tre
passi per raggiungere la bambina, sporca di sabbia e fradicia. Ma
stranamente non spaventata. E Bulma si aspettava una scenata da Oscar...
"Basta, ragazzi... andiamo in casa, per stasera è tutto!"
Disse
infine, riavviandosi velocemente verso l'auto ormai chiusa e infilando
poi la porta di servizio lasciata aperta da Vegeta.
Si ritrovarono in una cucina che tutto sembrava ma non d'una casa
disabitata. I mobili, a dispetto dell'aspetto rustico, erano i
più moderni e belli che Bulma avesse mai visto. Certo, non
come
la Capsule Corp., ultra accessoriata e tecnologica, ma quella casetta
sembrava davvero essere una meraviglia.
"Wow..." Disse trà sè, mettendo la figlia a terra
dimenticando che la vestina fucsia era ormai tutta bagnata e
gocciolante.
Continuò a camminare e si ritrovò in salotto,
più
che mai rilassante, con un televisore al plasma appena a fianco al
caminetto e due comodi divani verdi lì di fronte messi ad
angolo.
"Ragazzi abbiamo comprato un paradiso!" disse d'un tratto la donna,
incredula come mai. Ma nessuno la stava ascoltanto, se non il mare
all'esterno.
Trunks era corso scalzo di sopra, correndo a vedere la sua stanza e
ovviamente, come tutti i bambini piccoli, la sorellina l'aveva seguito,
percorrendo le scale una per volta aggrappata al muro.
"'spetta! 'spetta!" Gridava al ragazzino, che nemmeno si era accorto
della sua presenza e già era nella cameretta più
grande a
saltare sul letto. Lì aveva trovato Vegeta, intento a
poggiare
lo scatolone con sù scritto 'Trunks'.
"Non è bella questa casa, papà? La mamma
è ancora
di sotto a guardarsi intorno!" Disse entusiasta cominciando a frugare
tra le sue cose, cercando soprattutto i videogame e le cose che Bra
avrebbe potuto distruggere.
Questa, riuscita a salire le scale, si ritrovò ora in un
ambiente nuovo ed estraneo. Non vedendo la sua mamma
cominciò a frignare.
"Credo non si sia svegliata ancora..." Rispose quindi l'uomo al figlio,
uscendo in corridoio e mettendosi di fronte a Bra, che smise
all'istante di piangere.
"Dov'è tua madre?" Le chiese, quasi avesse potuto
rispondergli e la sollevò senza grazia sedendola sopra il
suo braccio e riscendendo le scale. Però, pensava, deve aver
fatto una nuotata. Infatti, l'abitino di Bra era ancora estremamente
bagnato, così come il suo pannolino, le calze e le
scarpette. Persino un ciuffo sei suoi capelli, lisci ma con qualche
piccolo boccolo sulla nuca, era gocciolante.
"Bulma!" Chiamò Vegeta, ritrovandosi nell'ingresso. La vide
sulla sinistra, in cucina, intenta a tirare fuori dalla borsa frigo
l'occorrente per i panini di quella sera e il barattolo con un
intruglio per la piccola.
"Sto preparando la cena... cosa c'è? Bella la casa eh!"
Bulma sembrava rinata, senza più preoccupazioni.
Guardò poi il marito e rivedendo la piccola ancora in quelle
condizioni pensò bene di fare uno dei suoi soliti giochetti
a Vegeta.
"Cambieresti tu la piccola?" Gli chiese, con naturalezza.
"Certo... vuoi anche che mi metta un grembiule e pulisca la casa?
Scordatelo..." Rispose.
"Ok, dalla a me, ma non so se avrò tempo e voglia di
cucinare, stasera!" Restò calma mentre poggiava sul tavolo
tutto ciò che aveva in mano.
"Fare un panino non è un problema... posso farlo da solo!"
Vegeta era già pronto a lasciarle la bambina, che osservava
beatamente i genitori scendere a patti con un dito grassoccio in bocca.
"Magari non sarà fare un panino il problema, ma fare qualche
giochino stasera... sai, non mi risulta ti piaccia fare da solo..."
Ammiccò lei, mantenendo però la calma di chi l'ha
già vista.
"Maledizione!" Pensò
l'uomo, colpito e affondato.
"Tanto sei sempre tu ad averla vinta!" Sbottò poi,
rassegnato e dirigendosi al piano di sopra, di nuovo.
Bulma ridacchiò. Poi, come per mettere il dito nella piaga,
gridò sù per le scale "I cambi di Bra sono nella
valigia rossa!". Poi si udì solo qualche risatina
gorgogliante della piccola e il trambusto di Trunks. Tutto questo fino
a dopo cena, finchè i ragazzini non furono addormentati
ognuno nelle rispettive stanze e i genitori finalmente sotto le
lenzuola, intenti in uno dei loro amplessi, che questa volta
fù molto ma molto più focoso, come se solo il
fatto di essere alla prima notte di quella "Luna di Miele" influisse
sul loro spirito sessuale.
Tutto questo durò tre ore.
Poi davvero regnò il silenzio.
Continua...
|