La ragazza ferma in stazione

di Lady Viviana
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La ragazza ferma in stazione
 
 
A chi aspetta qualcuno.
Ad Axyl e al Circo della Notte.
A Spes.
 


Il treno ripartì, veloce ed entrò nella galleria, per poi sparire dietro una curva, mentre Lei lo guardava, aspettando. La panchina su cui era seduta da ore, ormai, stava diventando fredda e gli ultimi bagliori del sole morente diedero un ultimo lampo accecante, prima di svanire dietro una casa. Era sola, in quella stazione dimenticata, lasciata anche dai ritardatari, che avevano imboccato il sottopassaggio, diretti verso il centro della cittadina. Ma non le importava, non aveva paura, non più, almeno e sapeva che, prima o poi, Lui sarebbe arrivato a illuminare la sua giornata, a sorprenderla con la sua ingenuità e il suo sorriso, ma, soprattutto, a portarla via.
Da quanto era lì? Non lo sapeva. Per Lei le giornate erano scandite soltanto dall’arrivo e dalla partenza dei treni, di cui ormai sapeva a memoria orari e destinazioni, tanto che spesso i passeggeri, frettolosi, le chiedevano informazioni volandole davanti, le parole che si perdevano fra un fischio e l’altro delle locomotive.
Eppure, nessuno di accorgeva davvero di Lei, della sua quotidiana e costante presenza su quella panchina: né macchinisti, né controllori, né bigliettai, quasi fosse una statua.
 
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Il bambino stava trascinando lungo il binario il suo piccolo zainetto, la mano stretta intorno a quella della madre, quando, all’improvviso, la lasciò andare, la sua attenzione catturata da qualcosa di più interessante, e corse via.
“Mamma! Mamma! Perché quella signorina è così triste? E perché i suoi capelli sono grigi?” chiese, indicando una giovane ragazza, molto bella, seduta su una panchina. Sembrava… attesa di qualcosa e la madre si ricordò di averla vista lì anche quando, da giovane, d’estate passava di lì, diretta al mare.
“Amore, è la Ragazza-che-aspetta, aspetta qualcuno che, però, non è mai sceso dal treno, non ancora perlomeno. E forse non lo farà mai, ma Lei aspetta e non perde la speranza…
E, dopo avergli concesso ancora qualche secondo per osservarla, lo trascinò via, preoccupata soltanto del treno che stava per partire senza di loro.




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