Cap.
7 - Partenza: alla ricerca delle nostre origini
Qualche giorno
dopo, Luna e Alexis, fatta la valigia, decidono di partire e Shura si
offre di accompagnarle. La loro destinazione è la Francia,
più precisamente Marsiglia.
Mille emozioni
le pervadono, insieme a tante domande.
Il giorno
prima della partenza, le due ragazze escono ed incontrano gli amici di
Luna, per salutarli prima della partenza. Alexis ha, quindi, il piacere
di conoscere le persone a cui sua sorella vuole bene, trovandole
simpatiche e cordiali.
- E
così, domattina partirete per Marsiglia - riassume Marin,
seduta accanto ad Aioria.
-
Già. - risponde Luna. - Siamo talmente emozionate... -
- Posso ben
capirlo. - sorride Marin. - Sono felice per voi. Certo che è
stata una sorpresa aver scoperto che hai una gemella! -
- Siete
talmente identiche che se non aveste pettinature differenti vi
confonderei! - sdrammatizza Aioria, circondando con un braccio le
spalle della sua fidanzata.
Le due sorelle
si guardano e sorridono.
- Ehm... -
prende parola Milo - se permettete, vorrei venire con voi.
Così ne approfitto anche per rivedere un mio carissimo amico
che abita proprio a Marsiglia. -
- Ma certo che
puoi venire! - acconsente Alexis con un sorriso.
- Bene, a che
ora si parte, domani? -
- Molto
presto: alle 7:30 dobbiamo essere già all'aeroporto. -
- Ok, non
tarderò! -
- Ma... Milo,
mi togli una curiosità? Chi è questo tuo
carissimo amico? - chiede Aioria.
- Non te ne ho
mai parlato? Strano.Comunque si chiama Camus ed è francese.
Abitava qui quando era piccolo, poi s'è dovuto trasferire
nel suo Paese natio a causa del lavoro dei suoi genitori. Ci siamo
fatti una promessa, prima che lui partisse: ci promettemmo che, un
giorno, in un modo o nell'altro, ci saremo rivisti. -
- Pensa che
bello, adesso hai l'occasione di poterlo riabbracciare! -
-
Già. Chissà come sarà cambiato... e se
si ricorderà di me! -
- Ma come,
pensi si sia scordato di te?! Ma certo che si ricorderà,
stai tranquillo! - Aioria si alza e va a dare una pacca all'amico,
sorridendogli.
- Lo spero... -
***
L'indomani,
anche se ancora assonnati, Luna, Alexis, Shura e Milo arrivano puntuali
in aeroporto. I loro posti sono vicini, quindi durante il viaggio non
mancano certo le chiacchierate e le risate.
- Alexis, tu
non sei nervosa? - chiede ad un tratto Luna alla gemella.
-
Sì, e tanto... -
- Anch'io -
- Ragazze -
Shura si sporge dai sedili dietro di loro - state tranquille,
andrà tutto bene. Vostra madre sarà felice di
riabbracciarvi. -
Finalmente
arrivati a destinazione, decidono di fermarsi in albergo a fare una
doccia, riposarsi e mettere qualcosa sotto i denti.
Più
tardi, nel tardo pomeriggio, indirizzo alla mano, i quattro ragazzi
cercano l'abitazione, chiedendo anche informazioni alle persone della
zona, e giungono ad un modesto palazzo. L'appartamento che cercano
è situato al quarto piano, l'ultimo.
Citofonano.
"Leroy", questo il cognome scritto sulla targhetta accanto al pulsante.
Attendono, ma
niente. Provano ancora, poi un'anziana esce nell'esatto momento in cui
Luna prova ancora a citofonare.
- Vous cerchez
Madame Leroy? Elle n'est pas en maison, elle est encore au travail -
Il gruppetto
ringrazia e decide di fare un giro, per poi ritornare più
tardi.
Dopo aver
fatto un bella passeggiata ed aver visto un po' la città,
ritornano davanti al palazzo. Pensano che, essendo calata la sera
ormai, la donna possa essere rientrata, perciò provano a
citofonare.
- Oui? -
risponde una voce femminile dall'altra parte.
- Ehm... Vous
êtes Madame Leroy? - parla Luna, cimentandosi per la prima
volta a parlare in francese dopo tanti anni.
- Oui, c'est
moi -
- Nous sommes
Luna et Alexis... - si zittisce, non sapendo che altro dire.
Seguono pochi
minuti di silenzio, poi la voce tremolante della donna le invita a
salire, mentre il portone in vetro si apre con uno scatto.
Decidono di
non usare l'ascensore. Quando arrivano al quarto piano, c'è
una donna dai capelli lunghi e mossi, raccolti in una coda alta, ad
attenderli sull'uscio del suo appartamento. Ha gli occhi lucidi e le
sue labbra fremono.
- Figlie
mie... siete proprio voi? Non riesco a crederci. Per favore,
accomodatevi. -
I quattro
ragazzi si accomodano in salotto, mentre la donna va a preparare del
thè e dei biscotti che poi offre ai suoi ospiti.
- I...Io...
Sono talmente emozionata che... non riesco a parlare... - dice la
donna, asciugandosi un lacrima. - Venite qui, fatevi abbracciare -
Le ragazze si
alzano dai loro posti e vanno ad abbracciare la madre.
- Le
mie bambine... Mi siete mancate tanto in questi 20 anni. Spero che le
famiglie a cui vi ho affidate vi abbiano accudite con affetto. E questi
giovanotti chi sono? Non me li presentate? -
Le due si
allontanano dalla donna e fanno le presentazioni.
- Shura
è mio fratello adottivo, ha tre anni in più di
noi, Milo invece posso definirlo il mio migliore amico. - spiega Luna,
lanciando un'occhiata prima a Shura e poi a Milo, sorridendo ad
entrambi.
- Sono
contenta che le vostre famiglie adottive non vi abbiano tenuto la
verità nascosta. Che bello potervi riabbracciare dopo
così tanti anni! -
- A proposito,
mamma - prende parola Alexis - ci potresti raccontare perché
ci hai affidate a due famiglie distinte? -
-
Sì, piccole mie, è giusto che voi sappiate...
anche se è doloroso. - prende un profondo respiro ed inizia.
- L'uomo che dovrebbe essere vostro padre non ha mai desiderato figli,
non gli piaceva l'idea di avere marmocchi urlanti per la casa, come
diceva lui. Io invece ero il suo opposto, volevo tanti figli. Era anche
un tipo un po' scorbutico a volte, ma mi amava. Quando,
però, seppe della nascita di due gemelle, andò su
tutte le furie e mi minacciò di abortire. Io, ovviamente non
ho mai voluto abortire, così tenni la gravidanza nacosta
finché potevo e, quando iniziò a vedersi il
pancione, mi inventai la scusa che mia madre, che abitava a qualche
kilometro da Atene, stava male e dovevo andare ad aiutarla. Mia madre e
vostro padre non sono mai andati d'accordo, quindi lui non
s'è mai permesso di mettere piede in casa della suocera.
Così, passai i restanti mesi della gravidanza a casa di mia
madre, poi, quando voi nasceste, lui lo scoprì, anche se non
ho mai saputo come. Diventò molto violento, mi
picchiò e mi disse che dovevo abbandonarvi o mi avrebbe
sbattuta su un marciapiede.
Scappai di
casa e mi stabilii in un appartamento lontano dalla casa in cui vivevo
con quell'uomo. Non seppe mai il mio indirizzo, per fortuna. Un paio di
giorni dopo, durante una notte, mentre imperversava un temporale, presi
voi due e vi affidai a due famiglie distinte. In questo modo volevo
nascondervi, lui non doveva in nessun modo farvi del male. Non oso
immaginare ciò che avrebbe fatto a voi e poi a me, se ci
avesse trovate... Dopodiché, ho lasciato la Grecia e sono
venuta qui in Francia. -
Luna e Alexis,
così come Shura e Milo, non sapevano proprio cosa dire. Lo
shock era tanto.
- E... che ne
è stato di...? - cercò di dire Alexis.
- Beh, anni
dopo mia madre mi telefonò e mi disse che vostro padre era
stato arrestato per omicidio. -
I presenti
trasalirono.
- A quanto
pare, s'era risposato e la donna con cui stava l'ha tradito, quindi
l'ha uccisa. -
- Santo
cielo... - commentò Milo.
- Che uomo
terribile. Mi scusi se glielo chiedo, ma come faceva ad essere sposata
con un tipo così? - chiese Shura.
- Quando ci
siamo conosciuti era dolce con me, gli anni di matrimonio
però l'anno cambiato. Non lo riconoscevo più, non
era più l'uomo che mi corteggiava donandomi dei fiori ogni
volta diversi. Qualcosa, o forse qualcuno, l'aveva fatto cambiare
totalmente... -
-
Però ora pensi al presente. Lui non può
più farvi del male, nè a lei, nè alle
ragazze. -
-
Già, le mie ragazze... Temevo di non rivederle mai... -
- Ma invece,
eccoci qui: siamo di nuovo assieme a te! - la rincuora Luna.
- Abbiamo
tante cose di cui parlare con te, mamma - aggiunge Alexis.
- Ed io non
vedo l'ora di ascoltarvi. Sentite, vi va di cenare da me, stasera? -
- Anche noi? -
chiese Shura.
- Ovvio! Vi
aspetto tutti. Preparerò una squisita cena solo per voi!
Avete già visto Marsiglia? E' bellissima! Comunque, non
vorrei vi annoiaste a stare qui mentre io sono impegnata a cucinare,
che ne dite di andare a comprare un dolce nella pasticceria qui vicino?
Scegliete voi! Ecco, prendete questi soldi. - dice, prendendo il suo
portafogli e porgendo dei soldi alle figlie. - Io invece vado a fare la
spesa e mi metto ai fornelli -
-
Ok, a più tardi, mamma! - le ragazze salutano la madre con
un bacio sulla guancia.
- A
più tardi, signora! - salutano educatamente i ragazzi.
Mentre stanno
scendendo le scale, incrociano un ragazzo che sta salendo, il quale
subito si blocca, sorpreso, alla vista di Milo.
- Milo? -
chiede conferma infatti.
Anche Milo
è sorpreso di vederlo. Si apre in un sorriso.
- Non credo ai
miei occhi! Camus! -
*Sbuca da un angolino* Ok,
lo so, sono in ritardo con gli aggiornamenti. Eh, purtroppo quando
l'ispirazione va in vacanza... >_>''
'Sto capitolo mi
convince poco, ma vabbeh. Spero piaccia a voi. :)
A presto (spero)! ^^
Qui sotto la traduzione delle
frasi in francese:
"Vous cerchez Madame
Leroy? Elle n'est pas en maison, elle est encore au travail." = Cercate la signora
Leroy? Non è in casa, è ancora al lavoro.
"Oui?" = Sì?
"Ehm... Vous
êtes Madame Leroy?" = Ehm...
Siete la signora Leroy?
"Oui, c'est moi" = Sì, sono io
"Nous sommes Luna et
Alexis..." = Siamo Luna
e Alexis...
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