La musica era altissima. C’era un casino di gente che ballava.
Eravamo a casa mia. Avevo organizzato un party pre-scolastico.
Il pavimento tremava dai bassi a tutto volume.
Stranamente, iniziò a tremare ancora più fortemente. Era come se si muovesse. Qualcuno smise di ballare, ma la maggior parte continuavano a scatenarsi. Iniziò a tremare ancora più forte.
Non potevano essere i bassi. Il ritmo non era quello.
Corsi subito a togliere i bassi. La gente si lamentò quando la musica finì.
Ma avevo ragione. Non erano i bassi. Era un terremoto.
Non riuscì neanche a mettere a fuoco questa cosa.
Di colpo caddero le vetrine. Il televisore cadde a terra. Il lampadario cadette sopra il tavolo. E questo prese fuoco.
Iniziarono tutti a gridare e ad uscire fuori, compresa io.
Un’ora dopo, il terremoto era finito. I pompieri erano intenti spegnere le migliaia di fiamme che c’erano in quella che prima era la mia casa.
- Sapevo che non ti dovevamo lasciare da sola, Diana!- mi disse infuriata mia madre.
- Che cosa ho fatto io, adesso?!?!- esclamai.
- Signora, - disse uno dei pompieri – questa casa è distrutta, ovviamente. Dovete cercare qualche posto dove dormire. Domani andrete a farvi risarcire i danni.
- E dove andremo a dormire?- disse disperata mia madre.
- In un hotel, ovvio- disse mio padre.
- Ma non potremo vivere per sempre in un hotel
- Domani si vedrà, per oggi andiamo in hotel- disse lui – si è salvato qualcosa in casa?- chiese poi rivolto al pompiere.
- Nel piano di sopra è rimasto qualcosa, come dei vestiti e delle scarpe. Il fuoco ha distrutto interamente solo il primo piano. Ma sopra è arrivato solo all’andito e al bagno- disse lui.
Andarono a recuperarci gli abiti e andammo nel primo hotel che ci capitò.
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