-E’ davvero meravigliosa, tesoro. Ti
assomiglia un sacco.
Eccetto per le labbra, quelle sono di Peeta.-
Sorrido e mi beo della vista di mia mamma che
tiene la sua
nipotina tra le braccia: un evento che non avrei mai sperato di vedere
nella
mia vita.
-Gli occhi sono grigi, ma forse cambieranno.
E’ nata solo
ieri. – dico, sistemandomi sul cuscino.
-Quindi è una battaglia: azzurro contro
grigio?-
-Esattamente.- dico io, ridacchiando.
Non potrei essere più felice di
così in questo momento: da
quando Dandy è nata, un nome strano ha borbottato Haymitch
guardando la sua
“nipotina” a debita distanza, sembra che il passato
con i suoi incubi, con i
suoi lutti, con il suo buio sia scomparso per un momento. So che ci
sarà il
momento per pensare a chi non c’è adesso, a chi
non potrà mai vedere nostra
figlia: Prim, Cinna, Rue, Maggs, Finnick, mio padre, la famiglia di
Peeta, il
buon vecchio Mellark.
Ed ecco che il mio signor Mellark entra in camera
facendo
meno rumore possibile e portandomi la colazione a letto dal momento che
io non
mi posso davvero muovere: durante il parto mi sono lacerata e mi
dovrò riposare
per almeno un paio di giorni, più per altro per far
sì che i punti evitino di
saltare, non sarebbe esattamente piacevole. Peeta è
raggiante. Appena la bimba
è nata, lui ha seguito e guardato come Miss Optkins
l’ha lavata, pulita e
pesata. Non si allontana per più di cinque minuti da ognuna
di noi e tutto il
distretto è a conoscenza del fatto che i Mellark abbiano
finalmente allargato
la famiglia. Infatti Effie, al piano di sotto, si occupa delle persone
che
stanno arrivando per sommergerci di fiori e di roba da mangiare: per
fortuna,
perché il mio ragazzo del pane non sembra far altro se non
fissarci estasiato.
-Posso, Hellen?- chiede lui, a mia madre che
alzando gli
occhi al cielo gliela porge di nuovo.
La piccola non si scompone tanto e gira la
testolina per
vedere cosa succede accanto a lei: sembra curiosa, vivace. Di certo ha
due
polmoni sanissimi perché, quando ha fame o ha il pannolino
pieno, si fa sentire
benissimo.
-Ciao tu…- mormora Peeta, baciandola
sulla testolina scura e
accarezzandole le guance ancora un po’ irritate e grinzose
per la fatica della
nascita.
-Questa bambina diventerà la
più viziata di Panem se continui
così Peeta…- dice mia madre, ridacchiando.
-Ma l’ha vista?- le chiede lui, stupito
dal fatto che si
possa riuscire a staccare gli occhi da nostra figlia anche per un
momento.
Effettivamente
non
posso essere che d’accordo con lui: sono rimasta a fissare
nostra figlia per
ore questa notte, nonostante fossi sfinita. Nel momento in cui si
è svegliata,
non ha pianto, ma siamo rimaste a guardarci l’un
l’altra per minuti che
sembravano infiniti. La mia piccola: sta bene, è qui con te
Katniss, nessuno le
farà del male.
Sta bene.
-Si può?!-
Haymitch entra in casa con un pacco regalo gigante
che regge
con entrambe le mani: che diavolo è quella roba?
-Haymitch? Cos’è quel coso?-
-Regalo di Plutarch. Ve l’ho portato su
adesso perché, sul
serio, voglio vedere che cosa diavolo vi ha comprato quel fuori di
testa di un
capitolino.-
-Sarà di sicuro una cosa fine, non
esagerata.- dice Peeta,
ridacchiando e porgendomi Dandelion che nel frattempo si sta
addormentando
lentamente. E’ stanca, poverina.
Guardo curiosa
mio
marito che scarta l’enorme pacco che rivela, niente poco di
meno, un enorme
orso polare che, per poco, non raggiunge l’altezza di mio
marito. Mi fa paura,
sembra che voglia mangiare mia figlia e di sicuro non la
farò giocare con quel
coso enorme: e se le cadesse addosso?
-Oddio…ehm…- mormora Peeta,
imbarazzato. –Beh, scriverò a
Plutarch per ringraziarlo.-
Haymitch irrompe nella sua solita risata gutturale
e Dandy
piagnucola, infastidita.
-Haymitch!- sbotto io, cercando di mantenere la
voce bassa. –Ti
uccido, Peeta l’aveva appena calmata.-
-Perdonami, dolcezza. Comunque anche io ho un
regalo per
voi. Anche se non penso che potrà mai competere con il
regalo dello stratega!-
dice lui, ridacchiando ancora.
Cercando di mascherare il nervoso, prende un
pacchetto e lo
porge a mio marito: sembra morbido a quanto posso vedere. Peeta lo scarta e ci trova
una copertina di
lana bianca, candida. Guardiamo entrambi il nostro mentore che rosso
come un
peperone accenna ad un “Era di mia sorella ma potete averla
voi. Cioè, se vi
serve, ne avrete già migliaia”.
-Haymitch, noi… grazie.- mormora Peeta,
abbracciando il
nostro mentore mentre io cerco di trattenere le lacrime per la
commozione:
maledetto Abernathy. Lui mi guarda e mi sorride.
-Beh, dolcezza, non si dice neanche grazie?-
-Haymitch, idiota.- dico io, asciugandomi una
lacrimuccia
scappata al controllo. –Gliela vuoi mettere tu? La tua
coperta sembra più calda
della nostra.-
-Mmm… beh, ok. Ok. –
Peeta mi prende la piccola tra le braccia e la
tende a
Haymitch che l’appoggia nel nostro letto, sopra la copertina
della sorella che,
adesso, è di nostra figlia. Delicatamente, con quelle sue
grosse mani
impacciate, avvolge Dandy nella coperta di lana e la prende in braccio.
-Beh, non era così difficile.-
No, Haymitch. Non lo era.
E anche se le difficoltà arriveranno, i
pianti, i dentini,
le arrabbiature, i litigi, le parole non dette e quelle che saranno di
troppo,
io so che ce la faremo. Ce la faremo perché dopo tanto
tempo, dopo tanti anni
io non ho più paura.
Perché io ho
Peeta e lui
ha me.
E tutto ciò non potrebbe che rendermi
ancora più felice.
THE END
Oddio lo so che avevo intenzione di scrivere
ancora due
capitoli e che questo epilogo è corto ma… boh per
me era questo il finale
perfetto: con Peetuccio e Kitkat idiota versione genitori felici e il
nostro
adorabile Haymitch nonno tenero! Non preoccupatevi tesori miei
perché farò una
raccolta di one-shoot strappa feels e, ovviamente, comiche. Ringrazio
tutti
quelli che mi hanno supportato e sopportato:P tutte le fantastiche
persone che
hanno commentato, chi non lo ha fatto ma mi ha seguito fedelmente e
tutti
coloro che mi hanno messo nelle preferite, seguite, da ricordare.
Vi adoro ragazzi, non
vi libererete di me così facilmente! Vi
adoro!
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