Kim
Jonghyun e 101 modi di fare la cosa sbagliata.
I
palloncini riempiti di elio spingevano impazienti contro il soffitto,
lasciando le cordicelle arricciate e colorate penzolare sopra le
teste dell'orda di ragazzi – tutti più o meno
adolescenti – che
festeggiavano animatamente il compleanno di chissà
chi.
Perché Jonghyun era
pronto a scommettere che quasi nessuno, là dentro, sapesse
cosa
stesse facendo a parte bere, pomiciare e assumere senza controllo
sostanze illecite. Lui, del resto, non poteva dire di fare eccezione.
Tutto
quello che desiderava era divertirsi, sballarsi, magari riuscire a
rimorchiare qualche bella e formosa ragazza da portare al piano di
sopra; “E'
questo che
significa godersi la vita in stile Kim Jonghyun”,
ripeteva ogni volta che gli chiedevano perché si comportasse
in quel
modo. Era giovane e bello, non aveva alcun motivo di negarsi
ciò che
desiderava, premettendo che sapesse cosa realmente volesse.
Buttò
giù l'ennesimo chupito, rise forte e gettò
indietro la testa. In
radio trasmettevano una canzone americana, orecchiabile e
movimentata, perfetta da ballare avvinghiato a qualche biondina tutto
make up e gonne corte. Si guardò intorno deciso a trovare la
noona
che
gli avrebbe
movimentato la serata, adocchiando qualche bellezza papabile, quando
i suoi occhi vennero catturati da qualcosa di ben più
diverso.
Kibum,
il suo compagno e migliore amico, stava parlando – o meglio
dire,
flirtando
– con Lee Hun Seok, un modello palesemente gay. Jonghyun
aveva
sempre saputo che Kibum fosse diverso
e
la cosa non lo aveva
mai turbato, non era da lui farsi problemi legati alla
sessualità
delle persone, la cosa gli era sempre andata bene. Almeno fino a quel
momento. La vista di Kibum che sfiorava i pettorali di quel tipo ebbe
la forza di fargli venire la nausea. Cosa
stava facendo? Quel tipo era un uomo. Probabilmente l'unica cosa che
desiderava era il suo culo! Quel
genere di pensieri divennero opprimenti nella sua testa.
«Jonghyun
oppa?» una ragazza gli sfiorò un fianco e
Jonghyun, pervaso da una
rabbia che non credeva gli appartenesse, la scansò via con
non
troppo garbo e camminò a passo rapido verso Kibum. Era cieco
di
qualsiasi altra cosa che non fosse il sorriso che l'amico stava
rivolgendo a quel tipo. Lo afferrò per un polso, facendo
trasalire
Kibum per la sorpresa, e lo tirò dietro di sé
senza dargli alcuna
spiegazione finché non trovò uno stanzino delle
scope. Non sapeva
cosa fare, in realtà stava improvvisando, ma quando chiuse
la porta
alle sue spalle e si ritrovò faccia a faccia con lui
pensò a quanto
avrebbe voluto essere lui il ragazzo sotto il suo tocco, appena
qualche minuto prima. Con una breve carezza sul suo volto
accorciò
le distanze e lo baciò. Una scossa elettrica lo pervase,
spinse la
lingua contro le sue labbra e lo sentì mugolare in una
maniera
deliziosa.
«Jonghyun,
cosa stai-» senza pensarci su una seconda volta, Jonghyun
approfittò
del momento per insinuare la lingua all'interno della sua bocca
calda. Kibum sapeva di cocco e coca-cola, la sua lingua era lenta e
impacciata, dapprima, e poi frenetica e impetuosa. Jonghyun dovette
stringere la presa sui fianchi del più giovane per non
sbilanciarsi
e tenerlo a bada; forse per via dell'altro o per la
curiosità per
quel tipo di esperienza, Kibum sembrava animato da un fuoco del tutto
nuovo. Le loro dita spingevano, graffiavano e premevano ovunque.
Jonghyun si domandò se avesse o meno il permesso di
toccargli il
sedere, poi, mentalmente, si appuntò che era un ragazzo e
che se ci
avesse provato gli avrebbe sicuramente tirato un pugno in qualche
zona utile.
Si
staccarono dopo un po', con il fiato corto e gli occhi lucidi e
curiosi. Jonghyun si leccò le labbra e le morse piano, in
attesa di
una qualsiasi reazione da parte dell'altro e Kibum lo fissò
di
rimando, in attesa di qualcosa anche lui. Restarono dunque in
silenzio, fissandosi, aspettando tutti e due che l'altro facesse il
primo passo dicendo che quello che c'era appena stato era normale,
che avevano bevuto troppo e cose del genere. Ma nessuno dei due lo
fece.
Jonghyun
afferrò un prodotto per la pulizia dei vetri e si mise a
leggere
l'etichetta; Kibum, snervato, emise uno sbuffo e lo scansò,
superandolo e lasciandolo solo con … chissà quale
agente chimico
dal nome impronunciabile. Jonghyun aveva lo sguardo vacuo e perso.
Cosa aveva fatto? Aveva davvero baciato Kibum? Era
palese che
avesse bisogno di vedere qualche ragazza.
Assolutamente
e al più presto.
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