Un
tranquillo pranzo in famiglia
«Mamma,
mi sposo».
Alla
signora Weasley cadde la forchetta nel piatto, mentre
il marito bevve un lungo sorso di succo di zucca per mandar
giù il boccone
andatogli di traverso.
«Ti
sposi?»
«Si
sposa?»
«Si sposa?»
«Shi
shposa?»
La
signora Weasley guardò contrariata il figlio George,
prima che Angelina gli appioppasse una poderosa gomitata fra le costole.
«Tesoro,
sono più di vent’anni che ti supplico di non
parlare a bocca piena. Mi fa piacere notare come il mio duro lavoro in
qualità
di madre di un tal degenerato vada sprecato in tre miseri
secondi».
«Scusa,
ma’», rispose il figlio, una volta che ebbe
inghiottito ciò che rimaneva dello sformato di rognone che
la madre aveva
preparato in occasione del settimanale pranzo in famiglia.
La
signora Weasley sospirò, poi tornò a concentrarsi
sull’altro suo figlio.
«Ti
sposi?»
Ron
alzò gli occhi al cielo, e sbuffò.
«Sì,
mamma. Mi sposo. Si può sapere cosa c’è
di tanto
straordinario? Sapevate tutti che prima o poi l’avrei fatto,
non capisco la
causa di tanto stupore».
«Mmh,
fammici pensare… Oltre al fatto che tu sei
l’incarnazione vivente dell’eterno indeciso e che
non capiamo assolutamente
perché una come lei
– e qui indicò
Hermione – debba sposare uno come te?»
Anche
senza gemello, George non aveva perso il vizio di
canzonare i fratelli ogniqualvolta se ne presentasse
l’occasione. Hermione
arrossì e Ron lo guardò in tralice, prima di
tornare a rivolgersi alla madre,
che nel frattempo aveva ripreso a parlare.
«Ma
siete così giovani!»
«Ancora
con questa storia? Mamma, abbiamo ventun’anni, ti
ricordo, e abbiamo entrambi un buon posto di lavoro. A cosa servirebbe
aspettare uno o cinque anni, poi?»
Molly
era ancora titubante, il figlio se ne accorse
dall’occhiata supplicante che lanciò al marito per
chiederle aiuto. Arthur aprì
bocca per parlare.
«Papà,
non ci provare. So a menadito tutto quello che ti
hanno rinfacciato i nonni per anni, tu sei proprio l’ultimo
che dovrebbe
parlare».
La
bocca del signor Weasley tornò a sigillarsi come per magia.
Molly lo guardò con una nota di disappunto ma, prima che
potesse continuare,
Ron la bloccò.
«Però
se Harry ti annunciasse di voler sposare Ginny, tu non
saresti così contraria, vero?»
Fu
il turno di Harry quello di sputare il succo dritto nel
piatto, mentre Ginny gli batteva premurosamente una mano sulla schiena
e
fissava il fratello con uno sguardo omicida.
«Oh,
ma sarebbe tutto diverso, in questo caso!»
Tre
paia d’occhi increduli si arrestarono sulla donna,
quelli di Harry ancora lacrimanti per il gran tossire.
«Come?»
«Ma
sì…»
Molly
riservò uno sguardo pieno d’amore alla giovane
coppia
davanti a lei.
«Harry
è uno di famiglia, lo è sempre stato. Ed
è un così
bravo ragazzo! E poi quale madre non desidera veder accasata la propria
figlioletta con un partito come lui? Harry, tesoro, se vuoi ancora un
po’ di
pasticcio, basta chiederlo!»
Harry
rifiutò deciso con la testa, ancora incapace di
parlare. Ron boccheggiò offeso, mentre i restanti componenti
della famiglia
Weasley, inclusa Angelina, decidevano saggiamente di nascondere i
propri visi
dietro qualcosa, fosse una forchetta, una mano o un bicchiere, e di
astenersi
da quella specie di dibattito.
«Si
può sapere che differenza vuoi che faccia che mi sposi
io o che si sposino loro? Io sono addirittura più grande di
Harry!»
«Tesoro,
da come ti comporti non si direbbe. Ho solo detto
che per voi sarebbe meglio aspettare, ecco tutto».
«Da
come ne parli, sembra quasi che Hermione non ti vada a
genio!»
Silenzio.
L’unica cosa che riecheggiava era il respiro
affannato di Ron. Hermione tentò di farsi più
piccola possibile sulla sedia,
evidentemente a disagio, provocato non solo per il non poter mettere
becco, una
volta tanto, in una discussione.
«Oh,
ma cara, non crederai veramente questo?»
Si
rivolse ad Hermione con un’espressione allarmata, mentre
l’altra arrossiva e negava energicamente. Quindi Molly
tornò a concentrarsi sul
figlio, arrabbiata.
«Non
metterle in bocca parole che neanche pensa!»
«Ma
io non… Oh basta».
Ron
si passò una mano sugli occhi, stancamente, e
sospirò.
«Mamma,
non mi importa come la pensi. Sposerò Hermione a
giugno e basta. Non capisco cosa dovremmo aspettare».
Tutti
rimasero in silenzio, mentre la signora Weasley si
alzava e si girava di spalle per nascondere un sorriso soddisfatto.
«Come
vuoi tu, caro».
«Era
proprio necessario mettere in mezzo anche me e Ginny?»
Harry
aveva aspettato quel particolare momento della
giornata, dove dopo un pranzo con i parenti ognuno si alza da tavola
con la
mente più o meno annebbiata dalla digestione e una piacevole
sensazione di
torpore si diffonde per tutto il corpo. Quando si tende ad isolarsi in
piccoli
gruppi, o coppie (sono soprattutto le esponenti del sesso femminile che
propendono a riunirsi insieme naturalmente, per cominciare a parlare di
argomenti che solamente loro riescono a trovare così
stimolanti da far passare
l’intontimento da cibo) ed Harry aveva approfittato proprio
di questo: cosa
meglio di una signora Weasley impegnata a parlare di cucina poteva
consentirgli, infatti, di trascinare indisturbato il suo migliore amico
in
giardino e parlargli a quattrocchi?
«Andiamo,
mia madre ti adora! Era palese che portandole
davanti il vostro esempio, avrebbe acconsentito anche al mio
matrimonio!»
Harry
lo guardò, truce.
«Ron,
non mi interessa. Ma hai capito in che razza di
situazione mi hai cacciato? Ora tua madre penserà di vederci
sposati entro
domani, o peggio!»
L’amico
sghignazzò, per nulla pentito, ed Harry lo fissò
maligno.
«Cos’è
poi tutta questa esuberanza, così all’improvviso?
Non
ti facevo un gran cuor di leone riguardo ad Hermione, visto e
considerato tutto
il tempo che ci hai messo per dichiararti…»
L’altro
tossì, ed Harry gli diede una pacca amichevole sulla
spalla, capendo all’istante tutto.
«Ci
sei cascato pure tu, vero?»
«Non
immagini quanto possa essere dannatamente convincente
quando vuole…»
«Soprattutto
se è abilissima nelle fatture e ti punta una
bacchetta contro…»
I
due si guardarono, e scoppiarono a ridere.
«Allora
avevo ragione! A quando il lieto evento?»
Harry
fissò uno gnomo gattonare dietro una pianta, nella
vana speranza di riuscire a passare inosservato. Si chiese
distrattamente se
certe cose potessero cambiare, prima o poi, e si rassicurò
rispondendosi di no.
«Poco
dopo il vostro. In fondo, il passaggio di Voldemort ha
pur lasciato dietro di sé qualche traccia, fortunatamente
positiva per noi.
Comunque Ginny sapeva che avresti comunicato a vostra madre le tue
intenzioni,
quindi ho saggiamente deciso di aspettare il risultato, prima di
arrischiarmi
anch’io».
«E
poi hai anche il coraggio di dire a me che
sono un coniglio. Da che pulpito!»
Risero
insieme, riflettendo che avevano affrontato molte
cose, ma continuavano ancora a temere le reazioni imprevedibili della
signora
Weasley, nonostante fossero ormai grandi e vaccinati.
«Molly,
si può sapere perché prima hai fatto tutte quelle
scene a Ron?»
La
consorte si sistemò nel letto matrimoniale e si godette
quel momento di pace, mentre il signor Weasley aspettava pazientemente
la sua
risposta.
«Piccola
vendetta personale. Ho aspettato per anni, anni,
che Ron si decidesse finalmente a
presentarla qui come fidanzata ufficiale; è stato uno
scambio equivalente
dopotutto, non trovi anche tu, caro? E poi, volevo vedere fino a dove
arrivava
il suo amore per la ragazza».
Il
signor Weasley trattenne a stento un sorriso, mentre
ripensava alle scenate che aveva fatto nei confronti di
un’immaginaria Hermione
quando il loro pargolo aveva quattordici anni e si pensava che la
povera sventurata
fosse in realtà la fidanzata di Harry, oltre che
un’abile doppio-giochista.
«Certo,
tesoro. Come sempre hai ragione. Ce l’hai sempre
avuta, fin dall’inizio».
A
Molly sembrò di sentire un velato accenno di ironia da
parte del marito, ma spegnendo la luce con la bacchetta si convinse di
aver
immaginato quella sottile sfumatura nel tono della sua voce.
Dopotutto,
era da quando si erano sposati che Arthur le dava
ragione su tutto, perché avrebbe dovuto iniziare a dubitare
ora della sua buona
fede?
Note
finali: Innanzitutto, un grazie per la mia fantastica
beta RobyLupin. Spero che correggerai ancora ciò che scrivo,
perché
significherebbe che continuo a farlo ^^
Inoltre,
vorrei avvisare che per la seguente frase: “è
stato
uno scambio equivalente dopotutto, non trovi anche tu, caro?”
il riferimento
allo scambio equivalente deriva dal manga Fullmetal Alchemist, e quindi
non è
mia invenzione.
Credo
che la fermezza di Ron sia leggermente OOC, ma nei
suoi panni, con un’Hermione arrabbiata come minaccia, credo
che avrei reagito
nella stessa maniera XD
Un
ulteriore ringraziamento va quindi a GinevraEvans e ramona55, che hanno
recensito la mia prima drabble ^^
Kissoni a tutti!
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