Ammissioni ritardate.

di Lady Atena
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Periodo storico: Pre-Iron Man.
NdA: Forse è sbagliato. Ma volevo sottolineare la differenza che c'era già all'epoca tra i rapporti occasionali di Tony e quello con Pepper.

Tony uscì dalla doccia, le gocce d'acqua scivolavano lungo il corpo dalla pelle scura seguendo la linea dei muscoli, si passò una mano tra i capelli castano scuro scompigliati battendo le palpebre e afferrò un asciugamano dal bordo del lavandino legandolo attorno alla vita; coprendo fino alle ginocchia. Infilò le ciabatte di spugna e camminò fuori dal bagno, passò accanto al letto sentendo mugolare. Si voltò guardando la chioma bruna di una ragazza fare capolino dalle coperte attorcigliate, la vide stendersi di schiena allargando le braccia e annuì uscendo dalla stanza. Pepper lo guardò, gli porse dei vestiti tenendo il capo alzato.
“Questi sono i suoi abiti da lavoro. Li aveva lasciati in laboratorio, così li ho fatti lavare, asciugare e stirare insieme a quelli della signorina. Il caffè è già pronto, desidera le porti la colazione?”.
Tony batté le palpebre, sogghignò afferrando la maglietta e ne tenne le maniche corte con due dita guardando il tessuto nero scolorito davanti a lui. Scrollò le spalle, la infilò e si passò le mani sul petto sentendo i residui del logo dei Black Sabbath sotto i polpastrelli.
“Non ricordavo di averle dato le chiavi di casa. E del laboratorio”.
Pepper accennò un sorriso, arricciò le sopracciglia verso l'alto aggrottando la fronte.
“Ho detto a Jarvis che ero la sua segretaria, e lui mi ha fatto passare” ammise.
Tony rise, camminò nell'atrio superando un ripiano su cui era posizionato un pianoforte e raggiunse un divano. Alzò il capo voltandolo, lo scosse.
“Insomma, J. E se fosse stata una killer professionista molto convincente?” si lamentò.
“In quel caso, signore, bisognava ricontrollare i sistemi di sicurezza delle Stark Industries” rispose l'A.I.
Tony ridacchiò nuovamente, guardò la donna voltata verso il pianoforte e inarcò un sopracciglio.
“Le piace?”.
Pepper sobbalzò, raggiunse il divano e gli poggiò accanto il resto degli abiti. Indietreggiò, intrecciò le mani davanti a sé stringendole sulla gonna grigia.
“Ho frequentato un conservatorio, da ragazza”.
Tony annuì, prese la biancheria e la infilò sotto l'asciugamano. Si alzò, accennò un sorriso e le fece l'occhiolino.
“Potrebbe suonarmelo, qualche volta”.
Pepper strinse le labbra, guardò verso lo strumento e fece scorrere lo sguardo lungo le finestre che davano sul mare.
“Ha bisogno anche di una pianista, oltre che di una segretaria?”.
Tony schioccò la lingua infilando i piedi nei pantaloni, li tirò su allacciandoli una volta in cima e rizzò la schiena accentuando il sogghigno.
“Ho bisogno di tutte le sue qualità, Miss Potts”.
Pepper lo guardò, sorrise socchiudendo gli occhi; le iridi acquamarina brillarono di riflessi verde chiaro.
“Non credo di aver mai sentito di una segretaria lodata per aver infranto la privacy del suo datore” commentò.
Tony le fece l'occhiolino, piegò il capo di lato.
“Allora si prepari, perché le mie regole sono uniche”.
Pepper si morse l'interno guancia, annuì stringendo le mani tra loro.
“Naturalmente, Mr. Stark”.




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