MALEDETTA AMICA
MIA
È buio.
Non ne sono affatto
spaventato. Il buio può considerarsi il mio regno, il posto
perfetto in cui posso nascondermi. O, almeno, questo credevo fino a
qualche tempo fa.
Con la coda dell'occhio
vedo una luce farsi sempre più forte alle mie spalle, mi
volto velocemente e la vedo.
È
lì, davanti a me.
Mi rendo conto che i
mesi che sono passati non l'hanno affatto cambiata. Sul suo volto
c'è sempre quel sorriso divertito e i suoi occhi castani
luccicano felici. Quanto mi era mancato, tutto quello?
Faccio per avvicinarmi,
ma appena muovo un passo la vedo indietreggiare, mentre inizia a
piangere.
Che cosa...?
"Aspetta", mormoro, ma
qualcosa mi blocca sul posto.
Lei si allontana sempre
più veloce, scossa dai singhiozzi. Vorrei andare a
consolarla, abbracciarla, farle tornare il sorriso.
Ma poi lei scompare.
Mi alzo a sedere sul letto di scatto, ansimando.
Che razza di sogno.
Mi stropiccio gli occhi. È ancora notte fonda, ma la luce
della luna penetra dalle tende leggere che coprono la finestra accanto
al mio letto.
Volto il capo e incontro il dinosauro che mi ha regalato quella Vigilia
di Natale e mi trovo a chiedermi, quasi inconsciamente, cosa sta
facendo lei adesso.
So che non dovrei perdemi in pensieri simili, ma dopo quello che
è successo oggi non posso proprio farne a meno.
Davvero non mi importa se si è innamorata di quel damerino
del cavolo?
Davvero voglio lasciare perdere tutto?
Sapessi quanta musica che c'è
dentro questa voglia che
mi soffoca,
ma con indifferenza mi
allontano un po' da te,
scemo sì, ma
non ruffiano.
Sapessi com'è
bello stare qua
visto dalla logica di chi
non può
già tenere le
distanze dalla tua sincerità,
dalle tue vittorie e dai
tuoi guai,
perché voglio
liberarmi
dall'idea che non mi vuoi.
Vorrei essere capace di cancellare tutto quello che
è successo in questi anni.
Ora sarebbe tutto più semplice se non mi avesse insegnato a
rispettare me stesso e la mia vita. Non starei qui a dover combattere
contro tutti per convincermi che non mi ha dimenticato. Non sarebbe
così difficile alzarsi la mattina e vederla ogni giorno in
televisione, con quel sorriso che non mi dedica più da
troppo tempo. Non sarebbe così difficile affrontare la
voglia di ignorare il mio orgoglio e urlarle i miei sentimenti.
Ho bisogno di tempo, adesso.
Ormai tutti i giornali ne parlano come se fosse cosa certa. "La grande
storia d'amore tra Sana Kurata e Naozumi Kamura". Bleah, che schifo.
Non posso fare a meno di chiedermi se sia vero o no: lei non ha mai
parlato di lui in quel senso, lo ha sempre ammirato dal punto di vista
lavorativo, certo, ma non era quello che mi interessava veramente. A
Naozumi Sana è sempre piaciuta. Mi è bastato
guardarlo negli occhi la prima volta e subito avrei voluto rompergli
quel bel musetto carino.
Però, adesso, non sono più così sicuro
del fatto che a lei non piaccia. In fondo, sono perfetti l'uno per
l'altro. E io, invece, resto solo il cretino che è
innamorato della sua migliore amica e che non ha il coraggio di
dichiararsi apertamente.
Mi sdraio di nuovo, chiudendo gli occhi.
In questo momento vorrei essere di nuovo tra le sue braccia, come
quella sera di tanto tempo fa, quando ancora non parlavo con la mia
famiglia. Era la prima volta che provavo un sentimento simile nel mio
cuore. Anzi, era decisamente la prima volta che mi accorgevo di averne
uno. Ma in questo momento, così lontano da lei, è
a quel ricordo che mi aggrappo per convincermi che per lei valgo ancora
qualcosa.
Vorrei essere capace di dimenticarla, di cancellare davvero tutto.
Ma la verità è che non ne ho le forze e nemmeno
la vera intenzione. Ho solo una grande paura che lei non mi voglia
più, che abbia trovato un rimpiazzo in quel damerino.
E io cosa sono, senza di lei?
E mi tuffo nell'immenso della mia banalità,
e va bene anche se ho
perso
e chi ha vinto non si sa.
E ora strappo le radici
di un'assurda gelosia,
perché
è charo che mi piaci,
maledetta amica mia
Che non ti
accorgi di me.
Forse dovrei arrendermi all'evidenza.
In confronto a Kamura io non sono niente. Lui è ricco e
famoso, io un bamboccio delle medie troppo attaccato al passato per
poterlo affrontare.
Per un attimo, mi dico che forse è meglio così.
Lei non si merita uno come me, uno sempre imbronciato, timido fino
all'osso, incapace anche di dichiarare i suoi sentimenti. Kamura,
invece, è perfetto per lei e non solo perché
è un attore. Li vedo durante le pubblicità:
stanno bene insieme, dopotutto.
L'attimo dopo, invece, mi ritrovo a negare tutto. Chi ha detto che
davvero lei mi ha abbandonato per quel damerino del cavolo?
Sospiro, sempre a occhi chiusi. Vorrei sapere come stanno le cose, per
poter finalmente mettere in pace il mio cuore e la mia mente. Vorrei
anche essere capace di non pensare a Kamura come un rivale, ma non
riesco proprio a cancellare quest'assurda sensazione.
Vorrei anche essere capace di dirle chiaro e tondo quello che provo,
anche se, dopo due baci, dovrebbe essere abbastanza chiara come cosa.
Sana Kurata è una stupida, non ci sono altre parole per
definirla.
Sana Kurata è la mia migliore amica, di cui sono innamorato.
Sana Kurata, però, non si accorgerà mai di me.
Sapessi come suda la città,
(e fra mezz'ora
è lunedì)
si spoglia e si riveste
di abitudini,
ma dentro a questo
equivoco la tua fragilità
è una doccia
fredda su di noi.
La vita va avanti anche senza di lei, dopotutto. Oppure no?
In fondo le cose a scuola proseguono senza problemi e anche a casa va
tutto liscio.
E allora perché tutto mi sembra così spento senza
la sua energia, senza la sua presenza carismatica al mio fianco, senza
il suo sorriso?
Mi balena in mente il sogno che ho appena fatto. Perché
quelle lacrime?
La mia mente ritorna indietro nel tempo, a quando una Sana ancora
bambina si stringeva, tremante, tra le mie braccia, timorosa che la
madre non potesse più volerle bene a causa del libro che
aveva pubblicato. In quel momento mi era sembrata così
diversa, così fragile, così bisognosa di essere
protetta che non ho proprio potuto fare a meno di prometterle che ci
sarei sempre stato.
Davvero tutto quello che abbiamo passato non ha più senso?
E la solita bugia
aggredisce ancora gli
occhi miei.
Che non vedono attraverso
questa nuvola che va
dietro ai soldi e dietro
al sesso
come la
pubblicità.
E risalgo le pendici
di ogni nostra geometria.
Perchè
è chiaro che mi piaci
maledetta amica mia;
che mi porti al limite
e mi fai spendere, ma
inutilmente,
tutta la vita
così;
che mi fai promettere
quello che non ti hanno
dato mai, ma sì,
prima o poi è
così che mi fai.
Forse, di nuovo, dovrei arrendermi all'evidenza.
Il tempo passa e io sono l'unico che non è stato capace di
aprire veramente gli occhi, rimasti offuscati dal suo passaggio
così violento. Eppure proprio non trovo le forze per
dimenticarla.
Sana Kurata è una stupida.
Sana Kurata è la mia migliore amica, di cui sono innamorato.
Sana Kurata, però, non si accorgerà mai di me.
Altri mille ricordi affiorano nella mia mente, togliendomi il respiro.
E vorrei davvero non averla mai incontrata, almeno non mi ritroverei a
dover soffrire in questo modo. È così strano per
me provare certi sentimenti, pensare solo di poter volere bene a
qualcuno in una maniera così assoluta e devastante. Ma con
lei è così: ogni cosa è mille volte di
più, sempre.
E passerei tutta la mia vita in questo modo se solo fossi certo di non
stare perdendo tempo, l'aspetterei anche per sempre se sapessi che
anche per lei io sono speciale.
Cosa mi hai fatto, per ridurmi a pensare a queste cose?
Nonostante che mi piaci,
maledetta
amica mia.
Che non ti
accorgi di me, di me.
Sapessi
quanto amore amore c'è
in questa amicizia che mi soffoca.
Aspetterò il momento in cui anche lei capirà
quello che provo e, solo allora, arriverà il tempo dei
chiarimenti.
Per ora mi accontento di chiudere gli occhi e sognarla,
perché so che non posso averla.
Non la dimenticherò, ma anche io ho bisogno di andare
avanti, alleviare questo peso che mi soffoca.
"Pensaci sopra, Hayama. Ti piacerebbe essere il mio ragazzo?".
Le parole di Fuka mi ritornano in mente proprio in questo momento.
In fondo, mi ritrovo a pensare, ora lei sta con il damerino e non ho la
forza di accertarmi che questo sia o vero o meno. Ho bisogno anch'io
della mia felicità, almeno fino a quando non
potrò guardarla di nuovo negli occhi.
E allora, solo allora, troverò il coraggio di dirle che mi
piace.
A lei, alla mia migliore amica.
Uhm... okay.
Non so esattamente
cosa dire, se non che questa storia non mi soddisfa. L'ho scritta
totalmente di getto qualche tempo fa e poi l'ho lasciata ad
impolverarsi nel computer. Quasi non mi ricordavo nemmeno della sua
presenza, ma oggi la riproduzione casuale ha fatto ripartire questa
canzone, "Maledetta amica mia" di Marco Masini e mi sono detta: "Oddio,
è vero! C'è una povera storia che piange nei
meandri del computer!". E così eccomi qua... fatemi sapere
cosa ne pensate, se sono da internare per depressione acuta oppure ho
ancora qualche speranza.
Ah, un appunto. So
che Akito è OOC, ma sinceramente mi sono sembrati normali
certi pensieri da parte sua. In fondo, la storia è
ambientata nel periodo in cui Sana è in montagna a
registrare il film con Kamura e Akito è già
innamorato di lei. Mentre leggevo il manga mi sono sempre immagnata
Akito pensarla in questi termini, quindi spero di non avere fatto
stupidate immani.
In ogni caso, se
ci sono errori di ogni tipo, fatemelo sapere che spesso sfuggono alla
mia vista tutt'altro che perfetta!
A presto
mikchan
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