Il
mondo in mano.
Sei sempre stato un tipo particolare, una volta felice e una triste, un
momento di euforia accompagnato da uno di malinconia. Eppure io ti
capivo.
Capivo quando avevi
bisogno di un abbraccio forte, e quando, invece, volevi essere lasciato
solo per pensare un po’.
Capivo quando eri
affascinato davvero e capivo le tue richieste anche solo con uno
sguardo.
Capivo persino quando
eri spaventato da qualcosa, nonostante cercassi sempre di nasconderlo.
Oh, le tue paure erano
tante, anche se negavi spesso.
Ma lo so che ci sono, e
so anche che ti maledici sempre di avermele fatte scoprire senza
volerlo, una ad una.
Sei un orgoglioso, e
non puoi accettare il fatto che, anche tu, hai il tuo tallone
d’Achille.
Sei un’anima
testarda, egoista, superba e tutti dicono di non frequentarti
perché hai osato distinguerti dalla massa.
Ed è forse
proprio per questo che mi hai colpito così tanto.
Sai cosa? Mi ha colpito
di te anche il fatto che cerchi di essere duro ma a volte non ci riesci.
Tra le tante cose, so
anche che c’è qualcosa di buono lì
sotto a quella corazza che ti sei voluto costruire.
Chiamami come vuoi:
illusa, immatura, ragazzina… Ma so che per te non
è vero.
Perché lo so
che anche tu mi amavi, nonostante mi avessi detto che non volevi
più amare nessuno.
Lo sentivo fortissimo,
come sentivo il tuo cuore battere la notte, abbracciati l’uno
all’altra come se fossimo il tesoro più prezioso,
quando mi dicevo di voler restare.
E’ questo che
mi rendeva felice così dannatamente tanto e che mi faceva
sorridere.
Le tue labbra non si
muovevano e non facevano rumore, ma con gli occhi, quei fantastici
occhi, mi dicevi di voler stare accanto a me.
Ed io ti rispondevo di
sì, perché non avevo altre parole in mente che
fossero riuscite a gestire i miei sentimenti.
Anche io ti volevo
accanto, per sempre.
Non so se anche tu
volevi il per sempre in fondo alla frase, ma in quel momento mi bastava
una notte.
Chissà,
quella notte potrebbe diventare qualcosa di più.
Avevi ragione quando mi
dicevi che sognavo troppo ad occhi aperti e che, prima o poi, mi sarei
ferita con le mie stesse mani.
Ma ci speravo comunque,
e tu lo sapevi, ma non dicevi niente perché non volevi
fermarmi.
Da cosa, poi? “Dall’essere
felice inconsapevolmente”, mi hai risposto.
Perché
inconsapevolmente? Questa non è vera felicità.
Ho sbagliato, lo
ammetto, mi sono fatta sogni inutili quando nemmeno tu sapevi darmi una
risposta giusta.
Ti chiedevo domande a
cui non sapevi rispondere e mi accontentavo dei tuoi silenzi, pensando
fosse troppo presto e che ci volesse del tempo.
E invece no, il tempo
è servito solo a rendere tutto più chiaro.
Cosa
sono stata per te?
Solo Dio sa quanto
vorrei una risposta sicura e sincera, ma, dopotutto, come posso
esigerla se non ho nemmeno il coraggio di porre la domanda?
Siamo entrambi codardi,
e scusami se ho sempre pensato che lo fossi solo tu.
Ci siamo tirati
indietro da tutto questo e sono sicura che ha fatto male anche a te.
Ne ho poche, di
sicurezze, io. Forse quasi nessuna, neanche tu eri una certezza.
Ogni giorno vigeva in
me la paura di perderti per sempre, perché sapevo, in fondo,
che un giorno l’avresti fatto.
E tutti quei piani da
realizzare insieme? E i viaggi da fare?
Tutti quei baci che ci
siamo dati?
Tutte quelle volte che
piangevo e che mi hai abbracciata forte?
Tutte quelle risate,
quei momenti felici che ci sono stati?
Dove sono finiti?
Lo sapevo che non
sarebbe stata facile la nostra storia, che avrei dovuto fare sacrifici
e che avrei pianto, ma l’ho fatto lo stesso.
Chiamami masochista,
perché ormai me lo dico anche da sola.
Mi ricordo quando mi
dicevi, la notte, che mi amavi, pensando che non ti sentissi, quando,
invece, udivo ogni singola parola, ogni sospiro.
Sono sempre stata
attenta ai dettagli, e tu lo sai, lo hai sempre saputo.
Quando ti dicevo che
capivo molte cose dai tuoi comportamenti, tu sorridevi.
Anche tu sapevi molte
cose, e ti credevo.
Capivi i miei sorrisi e
li sapevi distinguere alla perfezione: ti arrabbiavi persino quando ti
mentivo, dicendo che stavo benissimo.
Capivi quando le
lacrime stavano per arrivare, anche se non si vedevano, e sei stato
l’unico che, nonostante tutto, non mi ha mai preso in giro
per i pianti frequenti.
Forse anche tu volevi
imparare a piangere così facilmente.
Capivi quanto amavo
stare ore in biblioteca a sfogliare pagine su pagine, e mi portavi per
accontentarmi, per rendermi felice.
Noi due eravamo
un’unica cosa ed eravamo la più bella che potesse
esistere.
Con i nostri sbagli, le
nostre paure, le nostre insicurezze, i forse, i baci, gli abbracci, le
lacrime, i sorrisi.
Quando ero con te,
sentivo di non dover mentire più a me stessa.
Ero così
felice che avrei potuto toccare il cielo con un dito, e ti ringrazio
ancora oggi di avermi fatta stare così bene.
Ti guardavo
intensamente mentre passeggiavamo per i parchi – cosa che
piaceva più a te che a me, ma non importava più
di tanto – e sorridevo. E tu sorridevi di rimando, facendomi
sentire amata senza dire nemmeno una parola.
Sentivo di avere il mondo in mano
una volta per tutte, e nessuno sarebbe stato in grado di distruggermi.
Tranne te.
Hai distrutto tutto in un modo
violento, aggressivo, e quando mi hai urlato che volevi farla finita,
sono stata zitta, mai come in tutta la mia vita.
E, quando te ne sei andato per
sempre, forse il mio silenzio ti ha detto qualcosa, forse si sono
sentiti i pezzi del mio cuore in frantumi.
Chiara's corner.
Okay, non mi uccidete per
questa mia piccola creazione.
Non è un
granchè, lo so, ma, stranamente, a differenza di altre mie
creazioni serali, ho deciso di pubblicarla senza aspettare due secoli e
mezzo.
E poi... Rullo di tamburi...
Ho imparato a mettere le immagini!
Oh mio Dio, questa me la devo segnare sul calendario!
Ammirate l'immagine stupenda
che ho scelto e poi continuate a leggere questo "chiara's corner".
Passando alla one shot, non
c'è molto da dire. E' sicuramente molto malinconica, e non
molto adatta alla mia età, ma l'ho scritta di getto e non
posso farci niente se ho idee strane.
Forse un po' mi dispiace di
star scrivendo solo storie tristi e abbastanza depresse, ma mi sono
accorta di
amarle troppo, e quindi penso le scriverò per molto tempo.
Ringrazio
(come un'idiota) la canzone che ha accompagnato la
scrittura della storia e che mi ha dato un sacco di idee: "Sono solo
parole" di Noemi.
Vi consiglio di ascoltarla,
perchè, secondo me, è davvero meravigliosa.
Sono esattamente le 22.22
secondo il mio orologio (esprimete un desiderio!), quindi, prima che
mia madre sia accorga che, invece di prepararmi per domani, sono ancora
al computer a pubblicare storie che nessuno mai leggerà, la
faccio finita subito.
Preparate gli spumanti aha.
Con questo, mi congedo
finalmente e vi lascio con questa "cosa".
Mi raccomando, se volete,
fermatevi un attimo e lasciate un parere su questa storia!
Mi farebbe molto piacere
sapere cosa ne pensate!
Buonanotte a tutti voi umani,
e buona settimana! xx
Ps. Non ricordatemi che domani
è davvero lunedì e che dovrò
svegliarmi alle sette. Oddio.
Come al solito, ecco i siti
dove potete rintracciarmi:
Tumblr:
chiarascorner
Twitter: @dj_chiara
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