| Sono partito da qui. Ho percorso strade, solcato oceani, valicato montagne. Ho volato, sono caduto e mi sono rialzato. Sono stato benevolo e clemente, malvagio e corrotto; sono stato giusto, sbagliato, ipocrita, serio, sincero, superficiale, indeciso, ottimista, divertente, sono stato impreciso e sono stato giudicato. Sono stato tutto quello che ho visto essere umano. Sono stato l'uomo più felice e il più depresso, disadattato, emarginato fino all'ilarità e al rifiuto in un senso di compiaciuta superiorità. Sono stato a nord, sud, est e ovest e oltre i limiti geografici e mentali. Ho parlato italiano, spagnolo, tedesco, francese, cinese, giapponese e indiano. E ho studiato Cesare e Pompeo, Bacone e Cartesio, Colombo e Vespucci, Kant ed Hegel, Mazzini e Garibaldi, Churchill e Hitler. Ho sentito, ho ascoltato e ho perfino visto e ho così conosciuto e compreso. Mi sono inabissato e sono riemerso, sono affogato ma sono sopravvisuto. Ho udito, toccato, gustato, annusato e veduto. E non mi sono fidato. E ho idealizzato. Quanto ho idealizzato, oh... quanto ti ho idealizzato. E mi sono criticato e ho criticato l'essermi criticato e l'ho dimenticato e ricordato. E ho trovato evidente come l'importante perdesse valore e l'ininfluente ne acquistasse a dismisura. E ho fatto e ricevuto prediche; scritto canzoni, romanzi, poesie e aforismi; e ho cantato senza voce e mangiato senza fame e ho bevuto senza sete e non mi sono potuto dissetare quando la gola bruciava. E volevo bere te e solo te e ti ho bevuta solo quando non mi soddisfacevi più e graffiavi la mia gola, anelante nuove speranze e nuove curiosità. E sono stato leggero più di una piuma e non ho visto dove il vento mi ha portato e non ho registrato lo scorrere del tempo mentre mi facevo pietra, inorganica e pesante, priva di essenza. Ho vissuto gioie e dolori, sofferenze e piaceri, amori e odi, speranze e delusioni, vita e morte. Ed eccomi ora, sono arrivato qui. Nel punto stesso da cui ero partito. O meglio, a due passi da lì.
|