-Quanto ad equilibrio non ci siamo proprio…- sussurrò il ragazzo guardando la
bambina dall’alto.
I suoi occhi erano nascosti un po’ dall’oscurità della stanza,un po’ dal
vistoso ciuffo di capelli corvini che andava a coprirgli l’occhio destro. Nel
guardarlo la bambina ebbe l’impressione che non avesse alcun occhio sotto quella
ciocca di capelli,probabilmente era la pesante dose di trucco sulla palpebra a
dare quell’impressione.
Il ragazzo si abbassò fino a sfiorarle l’orecchio con il mento appuntito,la
bambina rabbrividì nel sentire quel respiro caldo solleticarle la guancia.
–Quando corri devi controllare dove vai…altrimenti rischi di cadere…come
adesso…- mormorò il ragazzo tenendo lo sguardo fisso davanti a se,intento a
scrutare il muro davanti a lui.
La bimba si ritrovò a pensare che in quella stanza era proprio buio.
Nonostante tutto riusciva a vedere alla perfezione il contorno del volto del
ragazzo.
Si accorse anche di come ghignasse…la luce lunare andava ad illuminargli
direttamente le labbra.
In quel momento la bimba lo trovò molto bello…come un principe delle
fiabe.
-Hai dei capelli bellissimi lo sai?- chiese lui con voce zuccherosa,mentre
con una mano andava ad accarezzarle la morbida chioma bionda senza però vederne
effettivamente lo splendore.
Il ragazzo continuava a fissare il muro,sorridente.
-Conosco solo un’altra persona con capelli tanto belli…- mormorò come se un
ricordo improvviso gli avesse attraversato la mente. Strinse più forte la presa
su quelle ciocche color grano,tirandole leggermente,tentando di reprimere la
rabbia che gli stava montando dentro.
La bambina venne colta da un fremito.
Non gli piacevano le carezze del principe.
Erano fredde.
Non erano come le carezze della sua mamma…
A proposito…dov’era la sua mamma adesso?
Alzò lentamente gli acquosi occhi cerulei,tentando di incrociare gli iridi
color miele del ragazzo.
Lui rimase impassibile,non si era neanche accorto del movimento della testa
della bimba,era troppo concentrato sull’ombra all’angolo della stanza.
La bambina gli chiese qualcosa,la sua voce era come un pigolio
sommesso…proprio la voce adatta per una bimba tanto carina.
Il ragazzo sembrava non sentirla.
Era proprio concentrato!
La bambina preferì non disturbarlo ancora…sarebbe stato meglio andare a
cercare la sua mamma e il suo papà…quando si era svegliata loro non c’erano.
La bimba si scostò lentamente dal ragazzo,in modo che le dita del principe
potessero scivolarle un ultima volta sui capelli.
Si girò diretta verso la porta che dava sul corridoio,da lì le sarebbe
bastato salire le scale per raggiungere la camera dei suoi genitori,voleva
raccontargli di come aveva incontrato quel principe pensieroso.
-Allora io vado…- mormorò la bambina sorridendo timida,aspettandosi un saluto
dal ragazzo.
Lui non disse nulla,continuava a guardare nell’angolo.
La bimba lo guardò incuriosita per qualche istante,aspettando ancora di
sentirlo parlare. Una volta resasi conto che il principe non le avrebbe detto
più nulla si limitò ad esibirsi in un goffo inchino alzando i lembi della
camicia da notte come aveva visto fare dalle principesse delle illustrazioni dei
libri.
Lentamente si allontanò dal ragazzo,ma si ritrovò a fermarsi quando sentì
qualcosa di bagnato sotto i sui piedi nudi.
Si mordicchiò un labbro sperando di non essersi fatta la pipì addosso…la sua
mamma l’avrebbe sgridata certamente…Si girò verso il ragazzo,ancora
inginocchiato sotto la finestra,con la luna ad illuminargli il volto…e lo
sguardo ancora fisso contro il muro.
La bambina sospirò avvicinandosi di nuovo a lui –per piacere…puoi ripulire tu
il pavimento? E’ tutto bagnato…altrimenti la mamma si arrabbierà…- glielo chiese
a voce bassissima,con un tono confidenziale tipico di chi sta raccontando un
grande segreto.
Il ragazzo smise finalmente di guardare il muro,per spostare lo sguardo sul
viso della bambina,che con un timido sorriso continuava a fissarlo tenendo le
manine giunte in segno di preghiera.
Un principio di un sorriso andò a dipingersi sul volto del ragazzo,un sorriso
che in breve si tramutò in un ghigno mostruosamente ampio…inumano,il volto era a
dir poco sfigurato,come se non vi fosse più una bocca su quel viso,ma uno
squarcio a trapassargli le guance da parte a parte.
Prima che la bambina avesse il tempo di realizzare il ragazzo alzò una mano
come a voler toccare qualcosa oltre la sua spalla,oltre i suoi capelli…
-Sono così belli…così biondi sotto la luce della luna…- mormorò
il principe,per poi alzare l’indice ed indicare qualcosa dietro la schiena di
lei.
La bimba seguì con gli occhi il braccio del ragazzo,la sua mano tremolante,le
sue dita ossute…fino a costringersi a girarsi verso la direzione da lui
indicata.
-Li vedi?- chiese lui con un tono di voce completamente diverso da prima,non
più gentile e accondiscendente…parlò ad alta voce,scoppiò a ridere alzandosi in
piedi osservandola dall’alto.
Il ragazzo sembrava un angelo altezzoso in quel momento.
La bambina non parlava.
Guardava anche lei il muro.
Avrebbe voluto urlare…eppure non riuscì ad emettere alcun suono.
La luna illuminò l’angolo buio.
E lei li vide perfettamente.
Aveva i piedi bagnati del liquido rosso che continuava ad espandersi da
quell’angolo,da quel muro crivellato di proiettili.
Centinaia di fori sulla parete…decine di ferite su quelle strane bambole
abbandonate sul pavimento…com’era rossa la pelle di quei fantocci…tutta
bagnata…come i suoi piedi.
Non riusciva a capire,non sapeva perché quelle bambole assomigliassero tanto
ai suoi genitori…non potevano certo essere loro…mamma e papà stavano dormendo al
piano di sopra,se lei avesse attraversato il corridoio e salito le scale li
vedrebbe dormire nel loro letto…con il grande crocifisso appeso alla parete
sopra il letto d’ottone…loro sarebbero stati certamente lì!
Il principe teneva tra le mani uno strano gioiello luccicante.
Assomigliava tanto ad uno di quei giocattoli che ha visto nel negozio dove la
mamma le ha comprato quella bellissima bambola di porcellana…
E’ un giocattolo d’oro…un prezioso giocattolo luccicante,che il ragazzo tiene
tra le mani.
-Sono i tuoi genitori vero?- chiede il principe senza smettere di
sorridere,con il giocattolo va ad indicare i due pupazzi abbandonati
scompostamente nell’angolo.
La bambina non gli risponde,guarda il muro con aria assente…i ruoli si sono
capovolti ora.
-Anche tua madre ha dei capelli molto belli.- dice lui con voce piatta dando
un bacio al giocattolo d’oro –peccato che strillasse così tanto…il sangue ha
macchiato le sue ciocche di rosso…i suoi capelli sono da buttare adesso…-
continua il ragazzo scuotendo la testa.
-Purtroppo il difetto delle pistole è che fanno tanto rumore…tuo padre è
entrato da quella porta come una furia quando ha sentito gli spari…mah…stupido
miscredente,avrebbe dovuto lasciarmi fare…forse lo avrei risparmiato…- mentre
parla si scosta la ciocca di capelli neri dalla fronte,si abbassa fino a
guardare negli occhi la bambina,per poi indicare le strane incisioni nere sulla
sua fronte –Le vedi queste? Sono le croci che distinguono noi Noah da voi…i
seguaci del falso dio.-
La bambina lo guarda a lungo.
Non ha capito molto bene cosa gli abbia detto il ragazzo.
Sta cercando di ricordare come sia finita in quella stanza.
Ricorda solo delle urla,e lei che corre…e infine il principe che la guarda
dall’alto.
-Ora però…basta con le chiacchiere,è il momento di prendere quello che sono
venuto a cercare…- il ragazzo le parla di nuovo con la voce gentile,e riprende a
farle quelle carezze fredde sulla testa.
Lei inizia a piangere all’improvviso,ma non per questo il principe si
ferma,continua imperterrito con quelle carezze gelide e maligne.
Carezze che fanno male…
Più male delle forbici che oltre a tagliarle i capelli le tirano via anche un
po’ di pelle.
Gli scatti delle lame si portano via ciocca su ciocca la chioma di cui
andavano tanto fiere lei e la mamma.
Il principe taglia e l’accarezza,strappa e parla…e non smette mai,non smette
di ridere e parlare neanche di fronte alle lacrime della bambina.
Quando ha finito si rialza in piedi stringendo in mano i ciuffi dorati che le
ha dolorosamente strappato via,li infila in un sacchetto mentre dalle sue labbra
fuoriesce il motivetto di una canzone appena accennata.
E’ ancora buio nella stanza,ormai anche la luna è stata coperta da una spessa
coltre di nuvole. Non riesce più a vedere gli occhi del principe,non ne vede più
il viso ne il sorriso,ne sente solo la voce…la voce cattiva,quella che sembra
una risata mal nascosta.
-Presto riceverai un'altra visita se continuerai a piangere così…- mormora il
ragazzo aprendo la finestra.
Prima di lanciarsi oltre il davanzale si gira di nuovo,la guarda
semplicemente soddisfatto…il suo lavoro è finalmente completato. Tira fuori la
lingua in una smorfia infantile,una sorta di saluto,infine si lascia cadere
all’indietro.
Scompare nell’oscurità della notte,inghiottito da un cielo senza
stelle…lasciando la bimba sola con le sue lacrime e la sua disperazione.
Debitto sorrise nel sentire la voce del conte riecheggiare nella sua
testa…
-Vorresti che tornassero indietro?-
Nonostante la sua vena sadica lo implorasse di restare ad assistere,non si
fermò.
Camminò a lungo per le strade nebbiose di quella tetra città,fin quando non
sentì una presenza affiancarlo.
Il ragazzo chiuse gli occhi sospirando felice,sentire come l’altro fremesse
di impazienza lo faceva sentire la persona più felice della terra.
-Li hai presi allora?!- chiese l’altro colto da una frenesia incontrollabile.
Debitto si limitò a porgergli il sacchetto,aspettò di sentirglielo
prendere,per poi girarsi e guardarlo mentre lo apriva.
Sembrava un bambino di fronte ad un regalo di compleanno difficile da
scartare.
Debitto attese a lungo mentre l’altro osservava la sacca in religioso
silenzio,indugiò per ancora qualche istante,per poi rompere il silenzio
avvicinandosi all’altro.
-Jasdero…? Ti piacciono allora?- il moro continuò ad osservare il fratello
bramando una risposta.
-I capelli di Dero erano più biondi di questi…- sussurrò il gemello
portandosi istintivamente una mano nei capelli,rabbrividendo nel sentirli
bruciati e strappati…così diversi da prima della loro battaglia contro quei
maledetti esorcisti…
Fu con un sospiro che Debitto riprese a camminare.
Non sapeva esattamente dove stesse andando.
Non si era neanche curato di chiamare a se il fratello…tanto che lo avrebbe
seguito comunque…
Si limitò ad estrarre la pistola,e con un ghigno voltò impercettibilmente la
testa verso il gemello.
-Te ne procurerò degli altri…-
Ve lo avevo detto…riempirò il fandom di storie sui gemelli Noah!
Avviso What if...? E se fossero sopravvissuti? (cosa che spero con tutte le mie forze! XD)
Questa non so esattamente perché l’abbia scritta…la conclusione non mi
convince particolarmente…mah,spero che voi possiate esprimere la vostra opinione
a riguardo.
Ma quanto li adoro Jasdero e Debitto/Devit ?! >w<
Tantissimo indubbiamente!!
Alla prossima by tobichan!
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