The age of Malandrini

di _CamyDonut_
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-Riva del lago nero- 

Dopo un giorno passato alla ricerca di un dannatissimo libro sui dolci stregati Tonks decide di recarsi al lago, per riposarsi e per dimenticare per un attimo le preoccupazioni. 

- Uff...com'è possibile che non ci sia una biblioteca con le ricette?!-  
Parla da sola, sbuffa leggermente e continua a camminare. Non le importava in quel momento chi e cosa la stesse ascoltando per lei c'erano solo Tonks, sé stessa e Dora a farle compagnia. Che pensiero strano, sentirsi tranquilla stando da sola, con i rumori del vento che soffiava abbastanza impetuoso e il fruscio delle fronde degli alberi a farle da cornice.  Come può una donna sentirsi sicura senza compagnia? Semplice, nessuna di loro aveva il suo carattere, forte, cocciuta e determinata. Con una bacchetta in mano poteva sentirsi in grado di sfidare un Mangiamorte. Arrivata sulla costa stende il suo mantello ai piedi di un alberello fiorito, si stende su di esso e prende un cappello dalla forma insolita dalla borsa, lo indossa e lo posa sulla sua fronte, comprendo gli occhi. 
- C'è fin troppa quiete...-  
Aggiunge con un filo di voce. Mentre sta per chiudere gli occhi un rumore improvviso e assordante la fa rizzare sulle punte dei piedi ma...con un movimento goffo sbatte la testa contro il tronco dell'arbusto. Si massaggia la zona dell'urto e si lascia sfuggire un "ruggito". 
- Ma si può sapere perché gli alberi spuntano dal nulla?!-  
Dice per evitare una figura al quanto poco dignitosa -anche se si trovava sola con un paio di Puffole Pigmee curiose- si massaggia la testa e torna stesa, senza aver scoperto l'origine del trambusto, e chiude gli occhi, cullata dal vento e dal canto degli uccellini, non era mai stata più tranquilla, si poteva vedere così inattiva solo nel momento del sonno. Il vento si alza piano piano e le scompiglia i capelli viola e lunghi portandole via il berretto; si accorge dell'accaduto ma è troppo rilassata per agire, si limita a muovere il polso con un tentativo -invano- di catturarlo. Apre gli occhi dopo una decina di minuti e si appresta a recuperare il suo oggettino da poco perduto. 
- Quando sarò Auror mi basterà schioccare le dita!-  
Sbuffa e rotola -a causa della pendenza- verso una buca, vi guarda dentro e ritrova il cappello. Allunga un braccio e lo recupera borbottando parole incomprensibili, si riescono a distinguere solo "Se...Auror" e "Non dovrei sforzarmi". Recuperati tutti i suoi oggetti ritorna a casa tra qualche caduta e saltelli spensierati. 




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