Lost and insecure
You found me you found me
Lying on the floor
Surround me surround me
Why’d you have
to wait
Where were you where
were you
Just a little late
You found me you found me
You found me - The Fray
Louis tutto sommato era un bravo ragazzo, anche se, al
momento, un po’ appeso ad un filo, un po’ troppo.
Aveva lasciato la facoltà di psicologia da qualche mese
ormai, non riuscendo più a seguire i corsi e a studiare,
forse non ne aveva più la voglia, o forse gli sembrava
piuttosto inutile stare lì in quelle aule ad ascoltare dei
mezzi pazzi.
Lui e la sua famiglia ormai erano come degli estranei, non vivevano
più insieme da quando lui aveva dovuto lasciare la sua
città per fare gli ultimi due anni di università,
cioè da un anno. All’inizio si sentivano, certo,
poi però le chiamate, da una o due a settimana, erano
arrivate ad una o due al mese, così come le videochat, fino
a scomparire definitivamente.
Aveva un migliore amico, Harry, ma non era nemmeno più
sicuro di voler passare ancora del tempo con lui, non parlavano
più come prima, c’era qualcosa che li stava
allontanando, che piano piano si era frapposto tra di loro e che adesso
stava prendendo sempre più posto, allontanando sempre di
più i due, come un palloncino, infilato in mezzo a due
statuette di plastica, che piano piano si gonfia, e quel qualcosa era
probabilmente il comportamento di Louis, insomma: cocaina, eroina,
alcool e debiti non erano molto utili per mantenere rapporti con altre
persone.
La vita di Louis stava andando a rotoli, e lui che si lasciava
sopraffarre da essa non era di aiuto.
Harry sapeva, tuttavia lo aveva scoperto quando ormai il palloncino si
era già gonfiato troppo.
Quella notte Louis era all’Heaven, come d’abitudine
da due mesi a quella parte. Aveva capito che doveva smettere di
andarci, i debiti li aveva tutti con persone di quel posto, eppure era
sempre più forte di lui, tanto lo avrebbero trovato lo
stesso.
Come da copione del venerdì sera al locale c’erano
Marcus e James.
Louis girava nel locale con una birra in mano, la terza in
un’ora. Era sempre meno lucido e la cosa gli piaceva da
matti, si era promesso che quella sera non sarebbe andato a cercare ne
eroina ne coca, i debiti iniziavano ad essere numerosi, eppure con il
torpore dell’alcool nello stomaco si era completamente
dimenticato di quella promessa.
Erano ormai le tre di notte, Louis era a quota sei birre e una dose di
coca quando incrociò le ultime persone al mondo che avrebbe
voluto trovare, soprattutto in quello stato.
“Allora Tomlinson- Marcus gli aveva poggiato il
braccio sulle spalle mentre gli parlava, intanto l’altro gli
si era parato davanti cercando di mettergli paura; ci stava riuscendo
pienamente –tu ci devi dei soldi, ma scommetto che non ce li
hai nemmeno stasera.” Avevano entrambi quel ghigno iquietante
stampato in faccia, sapevano di avere ragione e sapevano già
cosa avrebbero fatto a quel povero ragazzo.
Non avevano nemmeno bisogno che Louis aprisse bocca, i soldi non li
aveva, come sempre.
Finirono in uno dei bagni al secondo piano, il primo posto che avevano
trovato libero, e lì per Louis iniziò
l’inferno.
L’unica cosa che riusciva a fare era vedere i pugni dei due
piombargli addosso, uno dopo l’altro, fino a che non si
lasciò andare e smise di sentire anche quelli per poi
riprendere conoscenza chi sa quanto tempo dopo.
Disteso sul pavimento del bagno, quando aprì gli occhi,
l’unico sollievo era quello del marmo freddo a contatto con
il suo zigomo; per il resto, nei primi cinque minuti da quando aveva
ripreso conoscenza, non era riuscito ad alzare un dito.
“Devo assolutamente trovare quei soldi.”
Harry era stanco di tutta quella situazione, erano settimane che il suo
migliore amico si drogava e lui non era ancora riuscito a fare niente
per impedirlo.
Erano circa le due di quel sabato sera e Harry era ancora sul divano a
fissare la televisione accesa davanti a se, senza nemmeno aver capito
di cosa parlasse quello stupido programma che stavano trasmettendo da
più di un’ora.
Deciso a trovare Louis si alzò, prese le chiavi e
uscì, quasi scardinando la porta.
In poco più di un’ora di macchina aveva fatto
tutto il giro della città, compresi tutti i vicoli possibili
ed immaginabili, aveva anche controllato in alcuni dei locali
più frequentati della zona, eppure dell’amico
nessuna traccia.
Si decise a tornare a casa solamente quando ormai mancava
un’ora all’alba.
Aprì la porta di casa e subito il tipico rumore del vetro
che si infrange per terra si diffuse nella stanza e una pozza di un
liquido giallo prese posto accanto ad un paio di Vans nere, Louis e la
sua ennesima birra.
Aveva l’accenno di un livido, che sicuramente il giorno
seguente sarebbe diventato viola, sullo zigomo destro e la vecchia
ferita al labbro si era riaperta.
“Proprio non ce la fai a stare alla larga dai guai
eh.”
“Mh cosa? Ah sì. No, credo proprio che non sia il
mio forte.”
“Andiamo, hai bisogno di dormire.”
Louis non fece nemmeno in tempo a pensare alle coperte calde che
dovette correre in bagno in preda a conati di vomito.
Per i giorni seguenti Harry si era promesso di non lasciare solo Louis,
nemmeno per un’attimo.
Nei mesi seguenti le crisi di Louis non furono poche, anche se per lo
più erano tutte a livello psicologico, quelle dovute alla
cocaina. L’eroina l’aveva provata solamente tre
volte in quei mesi, costava troppo per il suo povero portafoglio.
“Hey
Harry?”
Era mattina presto, fino
ad un minuto prima ognuno era ancora nella sua stanza, poi Harry si era
ritrovato Louis appoggiato allo stipite della porta di camera sua.
Aveva il volto stravolto, sembrava che non avesse chiuso occhio.
“Lou,
dimmi!”
“No, niente.
Non importa.”
“No, Louis!
Aspetta! Dove vai?- Scese di corsa al piano di sotto e trovò
Louis che misurava a grandi passi il corridoio d’ingresso
–Lou. Che succede?”
“Mi dispiace,
ok?! Non volevo farlo. E’ solo che ne avevo troppo bisogno e
non sono riuscito a non pensarci. Non avrei dovuto farlo, lo so.
L’ho solo pensato, sì, però non dovevo.
E’ solo che...”
***
“Ti odio
quando fai così Harry!”
“Faccio...cosa?”
“Sei troppo
buono con me! Insomma, in questo periodo non sto facendo altro che
pensare a
drogarmi come un malato,
e tu non fai altro che dirmi ‘non importa’,
‘è normale’...urlami contro diamine!
Fa’ qualcosa di diverso dal guardarmi con gli occhi pieni di
compassione! Smettila di pensare ‘Poverino, chissà
cosa sta provando in questo momento, devo fargli pesare questa
situazione sempre meno’!”
Eppure in quel momento
Harry stava pensando a tutto tranne a quello che credeva Louis.
Nei cinque minuti che
seguirono lo sfogo, il cameriere del bar poteva benissimo andare a
prendere un coltello in cucina e tagliare l’aura di tensione
che si era creata attorno al tavolo numero 17.
“Scusa,
io...non so cosa mi sia preso, Haz.- la rabbia che prima aveva preso
posto negli occhi azzurri del ragazzo, adesso si era tramutata in
rimorso per la scenata appena fatta, sapeva meglio di chiunque altro
che Harry non era una di quelle persone. –forse sto
impazzendo. Comunque grazie di tutto, davvero, una qualunque altra
persona se ne sarebbe già andata mezz’ora fa, ma
che dico mezz’ora...mesi fa. Anche se non so nemmeno
più cosa provo per te. E’ che in questo momento
sei tutto quello che ho, mi hai fatto uscire dal baratro e credo
proprio di doverti la vita. Che poi, ti voglio bene? Ti considero come
mio fratello? Ti amo? Non lo so, non so più niente della mia
vita.”
“Lou?”
“Oddio- si
coprì l’intero volto con entrambe le mani, in
preda ad un attimo di completo pudore –ma che cavolo sto
dicendo? Credo di star impazzendo per davvero.”
“Io invece
credo che tu abbia solo bisogno di riprenderti da tutto questo, poi lo
capirai da solo quello che vuoi.”
***
Era passato un anno dall’ultima volta che Louis aveva assuno
della droga.
Aveva trovato un lavoro e era riuscito a pagare i debiti a tutti,
l’unica cosa che ancora non era riuscito a fare era entrare
di nuovo in uno di qui locali e trovarsi faccia a faccia con i suoi
ex-spacciatori, così ci aveva mandato Harry al posto suo.
Louis ed Harry? Beh, lascio ad ognuno di voi il potere di immaginarvi
come sia finita tra di loro...amici? Fratelli? O qualcosa in
più? Questo sta a voi deciderlo; fatto sta che, come
è normale che sia, tutti i palloncini, dopo un po’
di tempo che sono gonfi, si restringono piano piano, fino a che non ne
rimane solamente un pezzo di lattice. Harry e Louis, in un modo o
nell’altro, si erano ritrovati.
Salve gente!
Era
per un progetto di scuola, ma i miei Larry ovviamente finiscono ovunque.
Non ci
sono vere e proprie scene Larry proprio perchè era per
scuola e avevo il tema della droga e degli
amici
che si ritrovano dopo un po' di tempo...ringrazio chi è
arrivato a leggere
fin
quì e spero che gli sia piaciuto,
Giulia.
@hij_ops
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