Your love song.
"Ti ho scritto una
canzone."
Aveva esordito così,
guardandolo dritto negli occhi, il tono di voce estremamente
rilassato.
Roxas, sdraiato sull'erba
accanto a lui, tolse lo sguardo dai fogli con il riassunto del
capitolo di storia e gli lanciò un'occhiata contrariata e scettica.
Perchè ogni volta che
provavano a studiare per un compito in classe, o ad allenarsi per il
campionato di basket scolastico, o a leggere in biblioteca doveva
finire così?
Sospirò e sorrise ironico.
"Oh, ma davvero? Che
romanticone."
Axel rimase ad osservarlo
per un istante, poi l'espressione allegra tramutò completamente,
rendendolo simile a uno degli zombie di quei film del cazzo che
mandavano ai matti Sora; la chitarra giaceva tra le braccia, in
attesa di intonare quella canzone che era costata al suo proprietario
giorni di continui ripensamenti su rime, parole e note che non lo
facessero sentire un emerito coglione (ma, allo stesso tempo, che
rendessero abbastanza chiaro il concetto).
Lo sguardo divertito di
Roxas sembrò penetrargli la pelle come mille punture di api, e cercò
di ricorrere a tutto il suo autocontrollo (che, diciamocelo, era già
di per sè abbastanza carente) per non bestemmiargli in faccia e
mandarlo a fanculo.
Odiava essere vittima di
quello supido cagnolino biondo e... odiava, santo dio, odiava
come allo stesso tempo si ritrovava ad esserne completamente succube.
Sì,
ecco, questa era la parola che probabilmente gli si addiceva di più:
lui era succube di Roxas, dei suoi malumori, dei suoi capricci da
principessina.
Ma,
soprattutto, ciò che davvero lo mandava in bestia era constatare
quanto, ogni volta che lui si esponeva, Roxas godesse nel vederlo
boccheggiare dietro al suo splendido culetto.
Perchè
Axel sapeva che Roxas era fottutamente vanitoso e borioso, così come
sapeva quanto gli piacesse fingersi ingenuo e docile per poi
riempirlo di schiaffi morali e riderci anche su.
...beh,
ok, in realtà sapeva anche che era lui, ad essere esageratamente
stupido.
Voglio
dire, un essere umano normale avrebbe rinunciato già da tempo;
avrebbe provato per un pò forse, ma al quindicesimo tentativo
fallito di conquistare il suo cuore ( o almeno di avere una minima
possibilità che l'altro lo cagasse di striscio) lo avrebbe
ragionevolmente mandato a quel paese e avrebbe puntato ad altri.
E,
chiariamoci, non è che non ci avesse provato.
A
dir la verità, dopo aver conosciuto Roxas era uscito con così tante
ragazze della scuola da aver perso il conto; ma per quanto avesse
tentato di interessarsi al genere femminile, dopo aver baciato una
certa Larxene si era arreso all'idea
di essere irrimediabilmente gay fino alla punta del mignolo.
Non che
la scoperta lo avesse sconvolto molto, all'epoca.
Demyx,
in fondo, glielo diceva da secoli, che il suo era un aspetto
altamente equivocabile – ma lui, da bravo stronzo qual'era, non gli
aveva mai dato veramente retta. E in fondo, anche se a volte aveva
pensato che fosse vero, il ricordarsi che stava parlando di Demyx lo
aveva desistito all'idea che potesse essere reale.
Ma il
tempo, alla fine, gli aveva dato ragione – e questo gli aveva fatto
capire quanto assurdo fosse il mondo, se perfino uno come Demyx
cominciava a risultare più sveglio di lui.
Si erano
incontrati tra le mura di quella stupida scuola, in corridoio: Axel
era sceso al secondo piano con Riku, con la precisa intenzione di
sfottere qualche primino terrorizzato dal primo giorno di liceo.
Non che
fossero realmente interessati a metter paura, ma lui e Riku avevano
questo splendido idllio che si basava sulla malsopportazione di ogni
tipo di regime (in primis, ovviamente, quello scolastico).
E
qual'era il miglior metodo anti noia da primo giorno se non
divertirsi a stuzzicare una massa di piccoletti?
Così
durante l'intervallo erano andati, curiosi anche di scoprire quante
ragazze effettivamente carine (o perlomeno scopabili) ci fossero;
faceva un caldo infernale, e tutti i ragazzini giravano con le
camicie leggermente sbottonate e le gonne accorciate ai limiti della
decenza.
Mentre
Riku si guardava attorno, un pò annoiato, Axel sembrava essere in un
parco giochi, urlando frasi sconce e lanciando sorrisi smalianti di
qua e di là manco fosse una reginetta del ballo.
Poi,
eccolo.
Axel, in
seguito, avrebbe giurato di aver sentito una specie di coro degli
angeli o cose del genere (espressione canzonata da Demyx fino
all'inverosimile, ma esprimeva il concetto).
Era
bastato un soolo istante e lui, il grande Axel, si era completamente
rincoglionito, perdendo anche quel minimo barlume di ragione
sopravvissuto.
Roxas
era appoggiato ad una colonna vicino la finestra, accanto a quello
che poi si sarebbe scoperto essere Sora, suo migliore amico da tempi
immemori (e, a detta di Riku, matto come una scimmia, ma si sa, Riku
non ama essere obiettivo); Sora era preso dall'imitiazione di chissà
quale insegnante e Roxas, nonostante avesse fino a un secondo prima
un'espressione del tutto assente, aveva guardato il compagno ed era
esploso in una fragorosa risata.
...e
da lì era cominciato l'inferno.
Axel
si era voltato verso Riku e, da tipo cool, bello e maledetto qual'era
sempre stato fino ad allora, si era trasformato nell'arco di un micro
secondo nella reincarnazione di
Candy Candy, con tanto di occhi sbrilluccicosi e cuori arcobaleno che
gli svolazzavano attorno.
"Mi
sono innamorato."
Riku si
era limitato a rivolgergli un'occhiata totalmente priva di interesse
(Axel era solito perdere la testa per qualcuna con una media di sei
volte al mese) e a chiedergli chi fosse stavolta -citando
testualmente- la povera disgraziata di turno.
Axel
aveva scosso la testa e gli aveva indicato Roxas, alchè Riku aveva
strabuzzato gli occhi e si era irrigidito in perfetto stile
surgelato. Il che è tutto dire, considerando quanto egli fosse già
di per sè un tipo poco caloroso.
"Ax...
ti sei rincoglionito? Quello è un ragazzo."
Axel,
prendendolo per un braccio, aveva messo una sorta di broncio
ridicolo: "Sì, e allora?"
Riku
aveva sollevato gli occhi verso il cielo, esasperato.
"...non
ti piacevano le ragazze fino a.. quanto, tipo dieci secondi fa?"
Axel,
conrariato, era ammutolito per un istante, per poi rivolgergli
un'espressione piena di entusiasmo.
"Sì,
beh, lo so, ma... voglio dire, guardalo. Non ti viene voglia di
saltargli addosso?"
Riku si
era letteralmente sbattuto una mano in fronte, prendendo seriamente
in considerazione l'idea di sbattere la testa contro la colonna
accanto.
"Axel...
quel ragazzo ha il pisello."
"Sì,
fin qui ci ero arrivato. E non stare sempre a rompere i coglioni!"
e, divertito, aveva lanciato a Roxas uno sguardo appassionato, prima
di prendere Riku per il colletto della camicia e portarselo dietro,
verso di loro.
Quel
giorno, Axel aveva conosciuto Roxas, Roxas aveva conosciuto Axel e
per la prima volta Axel si era preso un bel 'Vaffanculo' dal più
piccolo, in risposta a una battutaccia volgare con cui aveva
attaccato bottone.
Sora,
dal canto suo, da allora si era attaccato a Riku come una cozza,
senza che nessuno ne capisse realmente il motivo. Semplicemente, gli
stava simpatico.
E da
allora erano passati due anni, ed erano ancora lì, allo stesso
identico teatrino di tutti i giorni: Axel che corteggia
spurodatamente Roxas, Roxas che lo manda a fanculo, Axel che mette il
broncio, Roxas che si mette a ridere, Axel che lo guarda e si
innamora, si innamora, si innamora sempre di più.
Axel
guardò Roxas che, sorridente, cercava di riportare la propria
attenzione sui riassunti di storia, sdraiato sull'erba del parco, i
fili verdi che gli solleticavano il volto con dolcezza.
...sì,
aveva provato ad uscire con le ragazze, dopo averlo conosciuto.
E
c'erano stati vari tentativi anche con dei maschi. Dopo il loro primo
incontro,lui e Roxas si erano frequentati come amici per un pò,
nonostante le divergenze caratteriali.
Poi
c'era stato un brutto litigio, e non si erano parlati per mesi; in
quel lasso di tempo si era visto con tante persone, tutta gente della
scuola.
Non
aveva mai avuto grandi problemi a guadagnarsi qualche appuntamento, e
in quel periodo si era sbizzarrito, era andato a letto con tante di
quelle ragazzine del primo e del secondo anno da confonderle tra
loro.
Perchè
erano tutte così uguali, tutte... così diverse da Roxas.
E si
erano rincontrati in cortile, per caso, e Axel non aveva resistito,
lo aveva abbracciato e gli aveva chiesto di perdonarlo, perchè gli
mancava, e si sentiva solo e svuotato di una parte di sè, senza di
lui.
Roxas
aveva riso, di quella risata bella e trasparente che gli aveva visto
la prima volta, e si era fatto offrire il pranzo.
Dopo
quel giorno, Axel aveva capito che i mesi passati senza parlare con
Roxas non erano esistiti nella sua testa, perchè senza Roxas i suoi
giorni erano incolori e inodori, e si era arreso all'idea di essere
innamorato per davvero.
Non in
quel modo patetico descritto nei film o nei libri (o peggio, nei
manga); ma si era perso in un amore vero, di quelli che ti fanno
sentire nello stomaco e nel cuore sensazioni contrastanti, e a volte
ti sembra di avere due pugili in lotta perenne nella pancia, perchè
le emozioni si scontrano l'una con l'altra fino a farti sanguinare il
cervello.
Aveva
capito quanto fosse difficile e stupendo abbandonarsi a qualcuno, ma
Roxas non gli dava mai una soddisfazione, o un chiaro segno di
interesse.
Sapeva
mantenersi sul vago con un'abilità pari a quella dei funanboli di
tenersi in equilibrio sulla corda, e forse lui si sentiva davvero
come quel filo, in balìa dei cambiamenti di direzione di Roxas.
Si era
dichiarato sempre, tutti i giorni, in tanti di quei modi che neanche
se li ricordava più.
Roxas
ogni volta rideva, poi cambiava discorso e mai, mai affrontava la
questione, come se fosse una cosa di poco conto.
E lui,
per quanto fosse un tipo ostinato, non aveva mai davvero il coraggio
di chiedergli di più, di farsi avanti e baciarlo, stringerlo, farci
l'amore come solo lui avrebbe saputo fare.
"...a
cosa stai pensando?"
Roxas si
era accorto da un pò che Axel era assorto in chissà quali assurdi
pensieri.
A volte
l'idea di quello che frullava nella testa di quel pazzoide lo
preoccupava non poco.
Axel lo
guardò e posò accanto a sè la chitarra, con cautela.
Poi gli
sorrise dolcemente e sospirò, guardandolo per un istante.
"Al
fatto che ti amo e che a te non importa nulla."
Roxas
trattenne il fiato, ma non si mosse; gli occhi di Axel, scuri e
profondi, si erano tuffati nei suoi, e lui ci si perse dentro per un
attimo.
Come sempre.
Ci fu il
silenzio per qualche minuto, poi Axel, senza dire una parola, si alzò
bruscamente, raccolse in fretta la chitarra e lo zaino e fece per
andarsene.
Roxas
non lo seguì, se non con lo sguardo.
Sapeva
che quel giorno sarebbe arrivato.
In
fondo, che diavolo si aspettava?! Dopo tutti quei mesi di
dichiarazioni... di messaggi, di scritte sui muri, di appuntamenti e
di fiori sul banco, trovati al mattino, tra le risate di Sora e i
sorrisi complici di Kairi.
Era
inevitabile che, a forza di fare lo stronzo, Axel si sarebbe arreso
prima o poi... ma in fondo, non era proprio questo ciò che voleva?
Non è questo che hai
sempre desiderato? Che lui ti lasciasse in pace e ti restasse
semplicemente amico?
"...Rox?"
Axel si
era fermato di colpo, e ora si guardava dietro la schiena: Roxas lo
aveva afferrato per il lembo della giacca, senza guardarlo in faccia.
Dietro
di loro, i fogli con i riassunti sparsi sull'erba, rotolanti tra i
fiori come fiocchi di cotone.
Axel non
ebbe il coraggio di muoversi, semplicemente senza parole.
Che
diavolo stava succedendo?
Stava
per chiederglielo, ma Roxas lo precedette, il volto verso il basso,
completamente nascosto.
"...sono
uno stronzo."
Iniziò
a tremare quasi impercettibilmente, tenendo ben salda la presa sul
giubbotto di pelle.
Non
poteva continuare a ignorare la cosa. Non più. E lo sapeva da... da
un sacco di tempo, ma forse la verità è che aveva fatto finta di
non capirlo perchè...beh, perchè era più comodo.
"...la
voglio sentire."
"Eh?"
fu l'unico commento di Axel, che sussultò per un istante a quella
richiesta così inaspettata.
Roxas
continuava ad agitarsi dietro di lui, senza alzare il viso; quando
Axel glielo sollevò con due dita, lui fu costretto a mollare la
presa e a guardarlo negli occhi.
Axel
rimase stupito nel vederlo piangere.
Piangeva
come piangono i bambini quando perdono il loro giocattolo preferito,
e Axel pensò che come definizione era piuttosto calzante.
Roxas
non gli toglieva lo sguardo di dosso, e nonostante questo continuava
a piangere, apparentemente senza un motivo.
Axel
sorrise e gli prese il viso fra le mani.
"...
vuoi sentire la mia canzone?"
Roxas
rimase fermò per un attimo, poi fece un cenno di assenso, frenetico.
Axel
avrebbe voluto rapire quell'immagine, scattare una foto, portarsela a
casa e guardarla per il resto della vita, osservarla fino a
consumarne i colori riflessi negli occhi di Roxas.
"Sai,
capisco che tu sia profondamente colpito dal mio talento musicale, ma
prima di commuoverti noon credi che dovresti almeno ascoltarla?"
Roxas lo
guardò allibito per un attimo, poi scoppiò a ridere, lasciando
Axel, per la millesima volta, senza parole.
In
silenzio, il biondo cercò le mani con le sue e gliele strinse, e
Axel si sentì tremendamente stupido, ma per nulla stupito della
reazione del suo corpo, di quelle emozioni.
Aveva
scoperto da tempo che l'amore, quello vero, non si esaurisce. Anzi,
ti schiaccia con il suo peso, e aumenta e ti opprime.
Ma lo fa
con delicatezza, come quando fai la battaglia con i cuscini: è un
gioco dall'accento bellicoso, e magari rischi di cadere dal letto e
farti male, ma è così bello sentire quella morbidezza addosso, e se
un cuscino si rompe tutte le piume sfuggono via, e sembra quasi che
nevichi.
I
sorrisi di Roxas erano come le piume che si disperdono in una camera
da letto dopo una battaglia di cuscini: lo sfioravano con
delicatezza, ma erano immagini così nitide che sembravano magiche e
irreali, e lui avrebbe voluto scattargli una foto lì, in quel
momento, e portarsela a casa, guardarla fino a consumarne i colori e
le sfumature colte nei suoi occhi azzurri.
Roxas si
guardò intorno, poi sorrise malizioso.
"Beh,
però adesso è tardi. La canzone me la fai sentire domani, eh?"
e senza aggiungere nulla lasciò le sue mani, sghignazzando e
allontanadosi, il vento che gli sfiorava la cresta bionda.
Axel
rimase impalato per qualche secondo, scioccato dall'interruzione così
brusca di quel momento così bello, poi si scosse leggermente e alzò
lo sguardo verso Roxas che, poco lontano, gli faceva la linguaccia.
Rimase
in silenzio, poi iniziò a ridere così forte da piegarsi in due.
"...sei
davvero un grande stronzo, Rox."
Roxas
sorrise e si avviò verso l'albero sotto il quale giacevano ancora i
suoi fogli; si voltò verso Axel e sorrise.
"Ma
mi ami anche per questo."
Axel
alzò gli occhi al cielo e sorrise, rassegnato: "... la canzone
ti piacerà." disse solo, prima di voltarsi e andarsene,
salutandolo con un cenno della mano.
Roxas si
sedette e lo guardò allontanarsi, il mento poggiato sulle ginocchia.
"Oh,
Ax" disse, tra sè e sè "non immagini quanto."
Nella Tana dell'Autrice
Ciao a
tutti! Non posso credere di essere tornata nel fandom di Kingdom
Hearts dopo... quanto, due anni? Accidenti, è passato così tanto
tempo..?! Ad ogni modo, in questi ultimi anni mi sono allontanata dal
mondo delle fanfiction semplicemente perchè, dopo parecchio tempo
che scrivevo, ho sentito il bisogno di staccare un pò la spina.
Tuttavia, il fandom di Kingdom Hearts mi è rimasto nel cuore, ed
erano mesi che avevo voglia di scrivere qualcosa e... beh, sono
tornata al mio primo amore, che sono le AkuRoku. Devo dire che è
stato un esperimento, nel senso che ho scritto per talmente tanto
tempo su di loro che ero curiosa di vedere se riuscivo ancora a
gestirli. Il risultato non mi soddisfa molto, ma diciamo che è una
storiella senza pretese dedicata a tutti coloro che mi seguivano in
questa sezione. Rileggo spesso le vostre recensioni e vi ringrazio.
Un giorno finirò anche Winter Time, ma per il momento sono
concentrata su altro >_< Chiedo perdono! Ad ogni modo, se
volete continuare a leggermi, potete seguirmi nel fandom Disney e
dare un'occhiata alle one-shot random che creerò di tanto in tanto.
Credo che tornerò presto in questa sezione, perchè amo Kingdom
Hearts e amo Axel e Roxas, che sono stati e saranno sempre una delle
mie OTP. Un bacio a tutti, grazie per aver letto <3 Lasciatemi un
parere se vi va! :3 Be brave
Memy
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