***
Anno
x792.
A
circa 10km fuori da Magnolia c’è una tranquilla foresta,
ricca nella sua natura incontaminata e brulicante di molte specie di
animali.
Un
luogo poco conosciuto, se non per veri amanti della quiete. Un posto
dai profumi delicati o intensi, ma sempre piacevoli.
Da
quel magnifico paradiso, ora, sgorgavano sangue e morte.
Vari
crateri avevano preso il posto degli alberi che vi erano prima,
mentre altri semplicemente marcivano; le foglie secche si
sgretolavano in parti finissime che scomparivano al minimo accenno di
vento.
Sangue.
Sui
tronchi morti, vicino a pochi cespugli imbruniti e anche tra la
polvere, carcasse di poveri animali che si erano solo ritrovati per
caso da quelle parti giacevano immobili nella loro linfa vitale che
ora era sparsa ovunque, come se un qualche pennello gigante si fosse
divertito a ricolorare tutta la zona con quell’orrendo color
cremisi.
Man
mano che ci si addentrava si potevano scorgere le zone più
colpite, dove non era rimasto più nulla se non pochi rami
secchi e polvere, tanta polvere.
L’ultima
esplosione aveva causato una gran nube di terra che non mostrava
quasi nulla di quel che restava della vegetazione, ma ciò che
principalmente si potevano udire, erano le grida e i pianti
disperati.
Sporca,
stanca e distrutta, sia nel corpo che nell’animo, Lucy
Heartphilia piangeva tutte le sue lacrime di quell’orrore che
stava vivendo.
Il
sangue le sporcava i suoi bei capelli dorati, ora opachi e privi di
lucentezza, alcune ciocche erano state strappate via e aveva ferite
ovunque, una profonda al fianco sinistro che era stata bendata con
una veste strappata.
A
terra, come le sue chiavi, sparse vicino a lei, quasi fossero state
buttate perché inutili. Ma non era così.
La
verità era che Lucy non ce la faceva più, aveva perso,
si era arresa e desiderava solo che tutto finisse in un istante. Era
stanca, perché non sentiva altro che paura, dolore e
sofferenza, troppa sofferenza.
-
L-Lucy… -. Un lamento che le sue orecchie aveva sentito troppe
volte in quel breve lasso di tempo, e mai prima di quell’incubo.
C’era
un ragazzo nella gilda di Fairy Tail, che non mostrava mai le sue
spalle al nemico, né mai aveva anche solo pronunciato una
parola che fosse sinonimo di “arrendere”. Quel ragazzo,
aveva la testa poggiata sulle sue gambe, ricoperto di sangue e colmo
di lacerazioni che non accennavano a stagnarsi.
-
N-Natsu! Ti prego, resisti! - si disperò tra le lacrime Lucy,
osservando il suo compagno come mai lo aveva visto.
Altri
lamenti, molti.
Intorno
a lei, tutti i suoi compagni erano a terra, nelle condizioni di Natsu
o meno, ma anche peggio, come Erza, che non si muoveva più da
qualche minuto.
Lucy
avrebbe voluto andare a vedere come stava, se era ancora viva, ma non
riusciva a muoversi, il suo corpo tremava e basta. A malapena
riusciva a sentire il proprio respiro.
L’aria
era impregnata di un odore ferroso, insieme al tanfo che proveniva da
tutto ciò che era intorno a loro, ormai privo di vita.
Gray
era a pochi passi da lei, respirava a fatica ma sembrava ancora in
grado di reggersi in piedi. Sull’addome, come sulle gambe,
aveva chiuso alcune ferite con il suo ghiaccio, ma era comunque molto
provato. Si voltò verso Lucy, il viso era ancora più
pallido di come se lo ricordava ed era stremato dalla battaglia che,
probabilmente, non sarebbe durata ancora molto.
-
Come sta? - domandò, facendo un debole cenno verso il corpo
dell’amico.
Lucy
guardò ancora una volta Natsu e avvertì un conato di
vomito quando quell’immagine orrenda e drammatica si ripresentò
di nuovo ai suoi occhi.
Si
coprì la bocca con una mano e strinse gli occhi. Deglutì.
-
C-credo che abbia qualche costola r-rotta e ha p-perso molto s-sangue
-.
Faceva
male anche parlare, probabilmente anche lei ne aveva qualcuna rotta e
anche inclinata. Il fianco le doleva terribilmente.
Gray
strinse i denti e voltò la testa di scatto, come a voler
scacciare le parole che aveva appena sentito. Tornò a guardare
davanti a sé, e si odiò, perché, come gli altri,
non era stato in grado di fare nulla.
Un
doloroso mormorio alle sue spalle lo fece irrigidire. Si voltò,
lentamente, e il respirò gli si mozzò quando trovò
Lluvia trascinarsi a fatica sulle braccia, mentre tentava di
chiamarlo.
La
raggiunse più in fretta che poté, si inginocchiò
accanto a lei e l’aiutò a mettersi seduta.
-
Piano, Lluvia, non sforzarti - pronunciò in un sussurro. Era
così mal ridotta che temeva che si sarebbe sgretolata tra le
sue mani se non avesse fatto attenzione.
-
Grazie… Gray-sama… -.Veder Lluvia tentare di sorridere
in quella situazione così disperata gli fece pizzicare gli
occhi, ma si trattenne, non poteva lasciare che il suo animo
crollasse o sarebbe impazzito.
Tutti
erano malridotti, anche Gerald e Meldy, che erano giunti in aiuto di
Fairy Tail, seppur inutilmente.
Wendy
e Charle erano poco lontano, entrambe svenute e ricoperte di ferite e
terra; lì vicino, Levy, ridotta male come gli altri, cercava
di vegliare su di lei. Non muoveva il braccio sinistro da un po' e
Lucy, con orrore, se n'era accorta.
Come
era potuta accadere quella completa disfatta? Ma soprattutto, chi o
cosa ne era la causa?
I
corpi dei maghi erano sparsi, ma seguivano un certo ordine: formavano
un grande cerchio, come se all’interno di questo si fosse
sprigionata un’esplosione che li aveva lanciati un po’
ovunque, e probabilmente era stato così.
Infatti,
al centro di tutti, si stagliava qualcosa. Una figura.
La
poca polvere rimasta sospesa nell’aria poco a poco si stava
depositando a terra, accarezzata da una leggera brezza proveniente
dal nord.
Apparve
una veste scura, circondata da un’aura sinistra, demoniaca
forse, ma per nulla rassicurante, anzi.
Un
paio di occhi scuri osservarono freddi e atoni i vari maghi che poco
prima aveva respinto con facilità, usufruendo di un potere
troppo grande da contrastare.
Mirajane
Strauss, utilizzatrice del Satan Soul, il Take-Over forse più
potente di tutti, stava tremando.
Se
era necessario, quella candida e dolce ragazza poteva diventare un
demone e combattere come tale, ma mai si sarebbe aspettare di doverne
affrontare uno vero.
Sì,
perché quello non era un uomo, neppure un mostro,
quell’appellativo era fin troppo buono per quell’essere
che era stato capace di fare una strage.
Come
se avvertisse ogni pensiero, la figura si voltò verso
l’albina, che sussultò e strinse ancor più il
corpo svenuto della sorella, Lisanna, che mostrava ematomi e ferite
in tutto il corpo, come tutti del resto. Tutti tranne Lui.
-
È viva? - disse improvvisamente la figura alla Strauss,
intuendo che si riferisse alla sorella. Abbassò lo sguardo e
strinse i denti, l’aveva già persa una volta e non
voleva che succedesse di nuovo. Semmai fosse successo, l’avrebbe
seguita, senza esitazione.
Alzò
di nuovo il capo e fece un lieve cenno affermativo, seppur
riluttante.
Poco
distante, Elfman si stava reggendo miracolosamente sulle possenti
braccia, ma che in quel momento non sarebbero neppure state in grado
di sostenere una pietra.
Osservava
gli occhi spaventati della sua sorella maggiore, ma che ugualmente
tentava di reggere lo sguardo distaccato e glaciale del loro nemico.
Strinse
i denti e, con un immane sforzo riuscì a mettersi in
ginocchio, avvertendo comunque fitte lancinanti su tutto il corpo.
Ansimò,
fece un paio di respiri profondi e rialzò lo sguardo.
-
Lascia stare le mie sorelle! - urlò, lasciando però
trapelare una nota di timore. Non avrebbe visto le proprie sorelle
lasciare quel mondo, il primo sarebbe stato lui, nell’atto di
proteggerle.
La
figura voltò gli occhi, e in seguito si degnò di
mostrare il suo viso al ragazzo, che a stento si stava mettendo in
piedi.
-
T-Tu… -. Si rialzò, seppur ancora con la schiena
ricurva. - Non hai… -. Alzò maestosamente il suo
possente busto, mostrando un sorriso di scherno che sembrava più
una smorfia per trattenere il dolore che sentiva.
-
Ancora vinto! -.
Un
evidente tremolio attraversò il corpo di Mira, che con occhi
sbarrati e terrorizzati, muoveva meccanicamente la testa in segno di
negazione, mentre dalle sue labbra non proveniva che un flebile
sussurro, continuo, perentorio.
Diceva
“No”.
-
Tu, desideri morire? - chiese lentamente e con voce gelida la figura
del ragazzo dai capelli corvini, che aveva lasciato la sua postazione
e si stava avvicinando a Elfman.
-
Fermati -.
Il
sandalo scuro rimase per un momento sospeso in aria, poi, con grazia,
tornò a posarsi a terra.
-
Basta così, Zeref - disse ancora il ragazzo alla sue spalle,
dal quale provenivano flebili scariche elettriche.
-
Laxus, che stai facendo? - soffiò Mira, più a se stessa
che al biondo. Ma non venne udita.
Il
mago oscuro si voltò per metà e osservò
alternativamente i due maghi rimasti in piedi.
-
Voi, non mi interessate -.
Alzò
entrambe le mani e in un istante generò una sfera nera in
ciascuna di essere che lanciò addosso ai due. Elfman venne
colpito in pieno, sotto lo sguardo sconvolto di Mirajane, mentre
Laxus tentò un contrattacco, ma ancora prima di sferrare il
suo colpo venne spazzato via da una seconda sfera.
I
presenti, quelli che per lo meno erano ancora coscienti, assistettero
impotenti a quell’attacco che aveva scaraventato via entrambi
quei possenti corpi come fossero state piume sospinte dal più
brutale dei tornado.
Finirono
diversi metri più lontano, ancora una volta tra la polvere.
Un
forte gemito di dolore, un tonfo e uno slittamento tra la terra. Più
nulla.
-
Tu, maledetto! -.
Un’improvvisa
fiammata investì in pieno Zeref, che scomparve tra le fiamme.
Natsu
si era rialzato, mostrava un grande affaticamento e lo sforzo di
quell’attacco l’aveva rimesso in ginocchio.
Lucy
gli fu subito accanto e cercò di sostenerlo, anche se non
poteva fare molto con le sole forze rimaste.
Provato
e debilitato dalla perdita di sangue, il rosato afferrò con
fermezza la mano di Lucy, che sussultò.
-
Natsu? -.
-
Lucy, va via, se rimarrai ancora qui, morirai - mormorò,
ansimante.
La
bionda strinse istintivamente la mano del ragazzo e nella sua mente
quelle parole assunsero un’aura veritiera. Se fosse rimasta lì,
sarebbe certamente morta, ma…
Abbassò
lo sguardo. I suoi occhi stanchi si nascosero sotto una frangia
lurida e fuori posto, indecente l’avrebbe definita lei stessa
se si fosse guardata allo specchio.
Sospirò.
-
Non voglio… - sussurrò.
-
Lu… -.
-
Non voglio! - Alzò stavolta la voce, guardando con immane
determinazione ma malcelata sofferenza Natsu.
Le
fiamme erano scomparse e al loro posto restava solo un po’ di
fumo che stava sparendo velocemente. Zeref era ancora lì.
Un’aura nera lo aveva protetto dall’attacco, lasciandolo
incolume.
I
suoi occhi, privi di una qualsiasi emozione, ora si erano soffermati
su Natsu, su colui che aveva atteso per tanto tempo.
-
Lo sai, Natsu, se me ne andassi ora, perderei tutto - sussurrò
malinconicamente Lucy. La sua voce parve incrinarsi, ma mantenne
comunque un tono fermo e delicato. Alzò lo sguardo, e Natsu
trattenne il fiato.
-
È molto più divertente quando siamo insieme, te lo
avevo già detto, no? -.
Il
sorriso di Lucy era consapevole che il suo futuro e quello di
chiunque fosse lì era appeso a un filo sottilissimo, in
procinto di strapparsi da un momento all’altro.
Natsu
strinse i denti e guardò preoccupato la sua compagna.
Sollevò
piano una mano, superò il mento e le labbra di Lucy, ancora
aperte in quel sorriso che aveva paura di ciò che sarebbe
successo a lei e alle persone a cui voleva bene, e cacciò via
una lacrima che le aveva attraversato la guancia. Quando vide il
sorriso di Natsu, riuscì a percepire il calore di quel gesto
che le irradiò tutto il corpo e restituì la speranza.
Speranza.
-
Fairy Tail ti ha cambiata molto, Lucy. Hai capito che questa famiglia
resta sempre unita e combatte per e con i propri compagni. Sempre -.
I
suoi occhi fiammeggiarono, e con nuova determinazione si rimise in
piedi sulle sue gambe.
Alzò
lo sguardo sul mago oscuro, che rimase impassibile.
La
rabbia delineò il viso di Natsu, quasi a cambiarne i
particolari. Alcune squame di drago comparvero sotto i suoi occhi e i
canini gli si allungarono.
-
Zeref! - Ruggì iracondo, con una voce che spaventò
Lucy, il quale osservava pietrificata il ragazzo che aveva di nuovo
intenzione di affrontare colui che li aveva sconfitti tutti quanti.
Come
ci riesce?
La
sua sciarpa veniva cullata dolcemente dal vento mentre al contempo
l’aura di energia che proveniva dal suo corpo la faceva
vibrare.
-
Fairy Tail non cadrà per mano tua, nessuno di tutti noi lo
permetterà! -.
Come
se le sue parole risultassero l’alba di un nuovo giorno, tutti
i maghi cominciarono ad alzarsi: Gray si affiancò a Natsu,
Lucy si asciugò le lacrime e raccolse le sue chiavi, le ripose
poi nella loro custodia, ma ne tenne comunque una in mano, pronta a
dar battaglia. Anche Erza, rinvenuta poco prima, si era rialzata ed
ora indossava l’armatura del fulmine. Roteò la sua
lancia e si affiancò a Lucy.
Laxus,
Elfman, Mirajane, Lisanna ma anche Lluvia, Freed, Evergreen, Cana,
Gajeel, Levy e tutti gli altri, si issarono di nuovo, spinti dalle
parole del Dragon Slayer di fuoco.
La
famiglia di Fairy Tail aveva appena ritrovato la lucidità di
cui aveva bisogno, un punto luminoso e fisso da seguire e tenere nel
proprio cuore.
Insieme,
rappresentavano il vero potere che Fairy Tail aveva sempre
evidenziato.
L’amicizia
di tutti e la volontà di proteggersi a vicenda, di unire i
propri cuori in un bene comune e trasformarlo in una grande forza.
Zeref
guardò confuso tutti coloro che si stavano rialzando e che
ora, lentamente e a fatica, si affiancavano gli uni agli altri. Si
sostenevano, aiutavano a vicenda e non lasciavano nessuno indietro.
Che
sta succedendo?
-
Cosa significa, tutto questo? - Chiese dubbioso, osservando torvo
tutti quanti.
-
Tu non puoi capire - si fece avanti Erza, stringendo la sua lancia.
-
Una famiglia si sostiene in ogni situazione, il loro legame è
più indissolubile di quanto si pensi - intervenne Gerald,
posando una mano sulla spalla della Scarlett.
-
Noi, anche nelle avversità, non ci lasciamo condizionare! -
parlò coraggiosamente Levy.
-
Anche quando abbiamo paura, ci sosteniamo l’un l’altro -
sorrise Mira, abbracciando Lisanna ed Elfman.
-
Le risse sono uno spasso! - Ghignò Gajeel, tenendosi un
braccio ferito.
-
Ho capito che proteggere i propri compagni, ci rende più forti
- accennò un sorriso Gray, sostenendo per un braccio Lluvia,
che annuì con serenità alle parole del ragazzo.
-
Dare tutto se stessi per raggiungere anche un piccolo obiettivo, in
questa nuova casa ho compreso il valore dell’amicizia e che ciò
che conta è solo il presente vissuto con le
persone più importanti - disse con sicurezza Lucy,
guadagnandosi placidi sguardi di assenso.
-
Noi siamo Fairy Tail, il legame che ci unisce è il più
forte che tu possa trovare a questo mondo! - Esplose come un vulcano
Natsu, avvolgendosi completamente tra le fiamme e assumendo
un’espressione terrorizzante.
-
Noi non ci arrenderemo. Mai! - Il suo grido d’incitamento
attraversò i cuori di tutti i presenti, che esplosero in un
boato che squarciò il cielo e ridiede loro il coraggio di
farsi avanti, proseguire e non arrendersi più.
Natsu
aveva dentro di sé quel grande potere, la capacità di
persuadere con la propria forza d’animo chiunque lo ascoltasse
e gli fosse vicino. Lui era impavido, caparbio ma anche fin troppo
impulsivo. Le sue parole avevano comunque ridato nuova grinta a
tutti.
-
Andiamo! -.
Fairy
Tail non era semplicemente una gilda dove si riunivano molti maghi,
ma era un unico cuore, che batteva per tutti, e anche in quel
momento, la vita stava battendo all’impazzata in ognuno di
loro.
Il
marchio di Fairy Tail li avrebbe sempre protetti.
Nello
stesso tempo, Zeref non riusciva a comprendere appieno il significato
delle loro parole.
Il
mondo era solo un’illusione di bontà, ogni luogo che
aveva visto nella sua lunga vita rivelava sempre la malvagità
degli individui che si sovrapponeva al bene, che veniva
inevitabilmente soppresso.
Non
vigevano regole, i sogni si dimostravano solo fantasie per credere
che la propria esistenza avesse uno scopo, ma nulla era vero.
Rimasto
lontano da tutto e tutti per centinaia di anni, desiderò solo
sparire e dimenticare gli orrori che lo avevano segnato a vita.
Incise a chiare lettere, sulla sua anima, le parole “morte”,
“sofferenza” e “rabbia” si ripercuotevano in
un periodico cerchio nella sua testa, logorandolo sempre più
da tempo sconosciuto.
Ed
ora era lì, a combattere contro coloro che pensavano di aver
trovato il loro posto nel mondo.
Si
sbagliavano.
Erano
solo alcuni dei tanti illusi che ancora esistevano.
Erza
e Laxus caricarono i loro fulmini, Natsu le sue fiamme, Lucy strinse
la sua frusta in una mano e una chiave nell’altra, Mira si
trasformò nell’ultimo stadio del Satan Soul, Gray unì
le mani e così tutti gli altri, si prepararono a sferrare i
loro colpi migliori, in quello che sarebbe stato il loro ultimo
attacco.
Zeref
non si mosse, i suoi occhi si chiusero solo qualche istante, giusto
il tempo per formulare un unico pensiero.
Vi
sbagliate.
Un’enorme
forza magica spazzò via terra e polvere dal campo di
battaglia, lasciando quella sottostante integra e compatta.
Ancora
una volta, un’aura scura avvolse Zeref, che riaprì gli
occhi, mostrando le sue iridi rosso sangue.
I
maghi di Fairy Tail però, non si fermarono o indietreggiarono,
anzi, continuarono coraggiosamente ad avanzare.
I
loro sguardi non mostravano più alcun timore o paura, il
coraggio e la passione scorreva nelle loro vene e si poteva ben
percepire la loro determinazione.
L’anima
di Fairy Tail non aveva vacillato.
Il
mago oscuro sollevò un braccio verso il cielo, e in pochi
secondi, un’aura nera avvolse ogni cosa nel raggio di centinaia
di metri, compresi tutti i maghi.
La
devastazione di quello strano fenomeno stava spazzando via alberi,
carcasse di animali e qualsiasi altra cosa che interponeva nel suo
cammino. Le speranze di salvezza, forse, si erano davvero esaurite.
Poco
lontano, su un’altura tra le rocce, la figura minuta di una
ragazza con lunghi capelli biondi e buffe ali d’angelo che le
uscivano si lati della testa osservava, priva di emozioni, tutta la
scena.
Mavis
Vermillion chiuse gli occhi, aprì le braccia e si lasciò
cadere nel vuoto, precipitando per diverse decine di metri, finché
anche lei non finì all’interno di quella nube
distruttrice.
Pochi
secondi dopo, all’interno, si sprigionò un intenso
bagliore bianco, che avvolse tutta l’enorme cupola.
La
luce sostituì le tenebre e divenne sempre più luminosa
e abbagliante,
finché, ad un tratto, si dissolse completamente e scomparve.
In
quella che una volta era una magnifica e rigogliosa foresta, non
restò nulla, se non Zeref. Il mago oscuro abbassò il
braccio e scrutò con aria atona il cielo, notando solo in quel
momento che un tramonto rosso tenue era ormai prossimo.
- Mavis…
- Disse solamente, prima di avanzare un passo e prendere una
qualsiasi direzione.
Angolo
Autore:
Salve!
Questa è la
prima storia che pubblico su Fairy Tail, manga che mi ha appassionato
in pochissimo tempo **
Spero che la
seguiate e vi piaccia, sarà un qualcosa con risvolti
particolari e sorprendenti (credo .-.)
Intanto, grazie per
aver letto questo capitolo ^^
Ciao!
Matt
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