The White Panther - L'arrivo di Valery

di Marra Superwholocked
(/viewuser.php?uid=515498)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Soldatini di legno


« Ecco fatto. » Jack posò a terra la sua valigetta subito dopo essere uscito dal Tardis di Valery, atterrato a Cardiff. Si sistemò gli abiti e riprese la valigetta contenente la prova schiacciante di Surren. Dopo anni e anni, era riuscito a trovare un numero discreto di persone disposte a lavorare per il Torchwood – ora con obiettivi leggermente diversi: il loro motto era passato da “Se è alieno, è nostro” ad un semplice “Analizzare per conoscere” ‒ pronte ad analizzare la bava raccolta a Lione. « Torno subito, non fare brutti scherzi » le disse facendole l'occhiolino.
« Lo sai che potrei passare vent'anni in Cambogia e tornare qui ad un tuo secondo di distanza senza che te ne accorga. »
« Sì, ma non lo faresti mai: è nel tuo DNA, baby. »
« Oh, be'.. Già. » Valery adorava quando la chiamava in quel modo.


Camminava come un avvocato, controllando l'orologio ogni cinque minuti. Jack non era in ritardo, ma doveva calcolare la sua velocità per poter arrivare in sede col fiatone di una finta corsa: nonostante il cambiamento di ideali, i dipendenti del Torchwood avevano ancora un forte desiderio di studiare il mezzo di trasporto dei Signori del Tempo, e se fosse arrivato con un respiro troppo regolare avrebbe destato qualche sospetto.
Nel frattempo, chiusa nel suo Tardis, Valery accarezzava il passamano che la condusse alla consolle; guardò in alto e vide un soffitto a cupola con cassettoni quadrati che terminava in quattro gallerie con volte a sesto acuto, le quali si estendevano per tutto lo spazio circostante. Amava l'arte gotica più della sua stessa vita e quella ne era la prova. « Ah, vecchia mia.. Quante ne abbiamo passate, insieme.. » Il Tardis parve risponderle, tanto che Valery sorrise divertita dai ricordi.
Poi lo schermo posizionato intorno alla consolle si accese e si collegò ad una telecamera nei dintorni di una scuola inglese. Il Dottore col farfallino stava, come sempre, correndo; da chi – o cosa – non lo vedeva, ma correva e forse era in pericolo. Infatti, le porte del Tardis non le diedero nemmeno la possibilità di ragionare e prendere una decisione: sbatterono con un rumore secco e crudo. La piccola viaggiatrice venne sballottata un po' ovunque, tanto che si arrese alla volontà del Tardis e rimase a terra finché non atterrò.
Jack, il povero Jack, aveva finito il suo lavoro e stava tornando da Valery: gli era stata assegnata una nuova missione, ma l'aveva rifiutata dando, così, l'opportunità a Jimmy Peter – un nuovo dipendente – di fare un po' di esperienza sul campo. Girò l'angolo nella strada in cui si aspettava di ritrovarvi il Tardis per metà scheggiato di Valery, ma nulla: l'aveva abbandonato pure lei? No, ma ne avrebbe approfittato per prendersi una pausa e andare a pesca.


Le porte scricchiolarono, ma nessuno sembrò far caso ad una strana ragazza bionda con indosso una parrucca castana che usciva da una vecchia cabina telefonica.. E con la faccia di una che nasconde qualcosa.
Era atterrata a tre chilometri di distanza dalla scuola che aveva visto dallo schermo del Tardis e non sapeva dove stesse andando. L'aria fresca dell'alba le fece venire la pelle d'oca e il giubbino di pelle senza maniche non era dalla sua parte. La sua invenzione, che portava al polso, non emetteva alcun suono, eppure il Tardis l'aveva portata fin lì per un motivo e se non era il Dottore, cos'altro poteva essere?
Non riusciva a pensare camminando tra la gente che la urtava perché preoccupata a pensare al tempo che scorre; svoltò all'improvviso in una viuzza che escludeva del tutto il rumore del traffico londinese. Davanti a lei si estendeva il quartiere più deserto che avesse mai visto. Come in un film western, un foglio di carta volò attraversando la strada con molta calma; il rumore venne ripetuto dalla eco in mezzo ai quei palazzi abitati solo da topi e gatti randagi.
« Mhm.. Non mi piace tutta questa tranq- » Non fece in tempo a terminare la frase che, voltandosi, vide un uomo che in lontananza le faceva segno di scappare mentre correva disperato verso di lei. « Ma che cosa..?! » Il Dottore!, pensò. Ma era impossibile che il Tardis la esponesse ad un tale pericolo: poco più di settantadue ore prima, era stata nel passato del Dottore e lo aveva spiato attraverso dei girasoli, in toscana; l'aveva vista e il Tardis lo sapeva. Se avesse scoperto il suo segreto troppo presto, avrebbe rischiato di distruggere l'intero creato: non era il caso. Ecco il perché della parrucca.
Il Dottore si stava avvicinando sempre di più, sempre di più. Valery pensava che stesse correndo da lei perché l'aveva riconosciuta nonostante il suo arguto travestimento, ma quando le sfrecciò davanti lo sentì urlare un'unica parola: « CORRIIIIIIII!!! » E dietro di lui vide un esercito di piccoli soldati di legno.





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2541989