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ROSSO FUOCO
Seguito di A
Piedi Nudi
Di GinTB
Mezza luna d'estate
Due anni dopo.
Rimini, Italia. Scostò le tende con un gesto
frettoloso e davanti casa sua vide Federico che la salutava con la mano.
Sorrise, facendogli cenno di aspettare ancora qualche minuto. Raccolse i ricci
capelli bruni in una coda alta, fermandosi qualche ciuffo ribelle con delle
forcine colorate. Risistemò le lunghe ciglia con un pò di mascara ed uscì,
salutando i genitori. Federico, il ragazzo di Angelica e suo grande
amico. Erano poco più che le sette del mattino ma il sole era già alto in cielo.
Strinse un paio di chiavi in mano, talmente forte da conficcarsele nella pelle.
Fece una smorfia contrariata nel vedere Angelica seduta davanti, che le
sorrideva malefica. Tuttavia non disse nulla, la salutò come se nulla fosse e si
mise a chiacchierare con Federico. L'unico motivo per cui non trascorrevano le
vacanze assieme era la ingiustificata ed esagerata gelosia di Angelica, che
nell'ultimo periodo esponeva Marisol a molte cattiverie, che quest'ultima subiva
in silenzio, dato l'affetto che provava per entrambi. Inoltre non aveva
intenzione di fare la terza incomoda. Invece, Elena e Sara l'aspettavano a
Marano, nella villa dove oramai non metteva piede da due anni. Un pensiero
s'insinuò nella sua testa, non più travolgente come un tempo. Il ricordo
polveroso e sbiadito di quel ragazzo moro che tanto le aveva fatto battere il
cuore in quell'estate dei suoi diciasette anni le riaffiorò vago, sostituito
subito dalla voglia di rimettersi in piedi su una tavola da surf, passione che
non l'aveva più abbandonata. Sorisse ad Angelica, che infine ricambiò. Non le
andava di litigarci, erano amiche da tempo immemorabile, e anche se
l'infastidiva il suo comportamento, cercava di capirla e sopportarla il più
possibile. Lei era bellissima e non riusciva a capacitarsi la gelosia nei suoi
confronti. Erano amiche da quando ancora andavano all'asilo, Federico era
innamorato pazzo e Marisol non era neanche lontanamente bella quanto lei.
Si
appoggiò allo schienale della Mini dell'amico osservando il paesaggio che
cambiava eppure rimaneva sempre uguale, mentre scorreva al di là del vetro
perfettamente trasparante. Sorrise nel vedere le spiaggie, che famigliari, le
comparivano davanti. Era tutto uguale all'ultima volta che c'era stata. Scrutò i
visi dei pochi passanti in cerca di qualcuno di vagamente riconoscibie. Una
vecchietta dall'aria simpatica sul ciglio della strada la salutò sorridendo, lei
ricambiò ricordandola come la gestrice del locale dove andava spesso a fare
colazione, che a quanto pare non l'aveva scordata. Le villette a
schiera, molto simili l'una all'altra, si susseguivano veloci, ognuna con un
proprio giardino curato e una propria staccionata bianca in stile inglese.
Girato l'angolo, per un altro quartiere di villette in legno antico, la ragazza
di sporse dal finestrino per individuare la sua. In lontananza il legno chiaro
risaltava sui muri bianchi, e l'enorme vetrata per lo più visibile rifletteva i
raggi del sole accecandola a tratti. Agitò la mano in direzione di due ragazze
sedute sul marciapiede con il volto tra le mani, con aria assonnata.
Ricambiarono balzando in piedi improvvisamente più attive, sbracciandosi nel
saluto. Sorrise. Sempre le solite esuberanti. -Non me la
ricordavo così bella quella casa, Mina...- La bruna annuì, senza però
rispondere. Non vedeva l'ora di scendere ed abbracciare le due amiche, con cui
non si ritrovava da un pò di tempo. -ehi!- Fece una linguaccia a Federico, che stava
imprecando contro di lei a causa della sua eccessiva foga nel chiudere la
porta. Strinse le ragazze con affetto, per poi osservare
l'edificio alle loro spalle. Vari ricordi le riaffiorarono e fu come tornare
indietro nel tempo.
-Sei bella anche con la polvere
addosso...- Alzò il viso verso il porticato e lo rivide. Più bello del solito,
la guardava dalla sollia, con uno sguardo che non gli aveva mai visto. -Che sei venuto a fare?- Non lo
guardò, la briciola sul tavolino di vetro era molto più interessante, e
soprattutto non aveva intenzione di rivelare le sue vere emozioni. -Volevo salutarti....- Le prese
il mento tra le dita e l'obbligò a incontrare quegli infiniti occhi blu. Una
lacrima le scivolò sul volto, senza senso. Non provava più nulla, era come se
dentro di sè regnasse un silenzioso vuoto. Si alzò e prese i bagagli, portandoli
fuori. -Perchè mi eviti?-
Improvvisamente si voltò, e con un espressione più di dura di quanto avesse
voluto e con voce gelida parlò, tagliente. -Perchè non voglio avere più
niente a che fare con te- Bugia. Tremenda bugia.
Sospirò, per un attimo rattristita, poi tornò a
sorridere, entusiasta. -Allora, ragazze, siete pronte?!-
Scoprire che era tutto ugualmente e terribilmente
romantico la mise di buon umore più di quanto lo fosse già stata. Era sera, il
sole era calato da poco, riflettendosi sul mare cristallino con bagliori
aranciognoli. Sara ed Elena ridevano e scherzavano allegre, di fianco a lei.
Marisol si osservava intorno con curiosità, in cerca di qualche novità,
contemporaneamente, si accese una sigaretta. -Mina...Ascolta.. Che ne dici di un gelato? Da
Pamela sono buonissimi!- Accennò un si, seguendo le amiche che soddisfatte la
trascinavano in un locale lì vicino. Lo riconobbe subito, spesso ci era stata
anche lei due anni prima. Poco distante, un gruppo di ragazzi chiacchierava, dei
capello notte spuntavano tra gli altri, e il suo cuore iniziò a battere forte,
troppo forte. E più di avviciniva, più tutto scompariva in un oblio di emozioni,
sotto il ritmo del suo cuore. Non esistevano che lei, quel ragazzo che ancora le
voltava le spalle, famigliare e il battito del suo cuore. E mentre si avvicinava
al bar il ragazzo si voltava verso di loro, come tutti gli altri. Incontrò i
suoi occhi e fu un sussultò. Si risvegliò al'improvviso dal sogno ingannatore in
cui era caduta e proseguì non nascondendo la sua delusione. Dal tavolo in cui
erano sedute a parlare fissò spesso quel ragazzo moro, era sorprendente come
assomigliasse a Manuel. I lineamenti, il corpo, i capelli.. Ma non gli occhi. A
differenza del ragazzo che le aveva fatto battere il cuore tempo prima, i suoi
occhi erano di un verde chiaro, che sfumava sul grigio. -Ma hai visto
che occhiate ti sta lanciando quel moretto, Mina?- Marisol osservò nuovamente il
moro, che in effetti la stava fissando con molta intensità. Sorrise appena
voltadosi verso le amiche, che la guardavano malizziosa. -Io dico che hai
fatto colpo!- Esclamò Elena. La brunetta la guardò un pò dubbiosa. -Ele... Non
trovi che assomigli molto a Manuel?- -Bè, in effetti
Mina, quello è suo fratello..- Marisol si voltò sorpresa verso il moro che
veniva preso in giro dagli amici, effettivamente assomigliava davvero troppo a
Manuel per poter essere un caso. -Ma quanti anni ha?- Continuò, curiosa. -19 anni...Come
te..- -Tre meno di Manuel...-Soppesò le parole
dell'amica, osservandosi le scarpe pensierosa. -Eccolo che
arriva!- Sara le diede una leggera spinta, indicandogli con un leggero cenno il
ragazzo che si stava dirigendo verso il loro tavolo. Si fermò a poco più di un
metro da loro, esitando, poi prese una sedia da un altro tavolino e le si
posizionò accanto. -Ciao- Sorrise. Era proprio bello, anche se per lei
non eguagliava Manuel. -Ciao-Rispose un pò imbarazzata, era un situazzione
del tutto assurda. Osservò un attimo Sara ed Elena, salutandole con un cenno
disinteressato. Loro, con una scusa a dir poco banale, si
allontanarono,lasciandoli soli. -E così... Tu saresti il fratello di Manuel!- Forzò
un sorriso, sotto lo sguardo indagatore del moro. -Si, lo
conosci?- Marisol annuì, senza dire una parola. -Comunque,
piacere Daniele..- Sorrise ancora. -Marisol...-Gli strinse un mano, mentre il ragazzo
le baciava le guance. Aveva un buonissimo profumo, ma non poteva fare a meno di
confrontarlo con il fratello. -Non sei del posto, vero?- -No, sono di
Rimini- Disse, un poco a disagio. Essere lì con lui, quando due anni prima era
nel letto del fratello, le faceva un certo effetto.-Però, ora che ci penso.. Io
due anni fa ero venuta qui ma... Non ti ho mai visto in giro!- Annunciò, con
tono pensieroso. Di certo lo avrebbe notato un ragazzo del genere, pensò
poi. -Due anni fa... Ero a Las Vegas con mio padre!-
-Ah
ecco! Altrimenti ti avrei notato..- Arrossì leggermente ripensando a quello che
aveva detto. Era vero sì, lo avrebbe notato. Ma soprattutto per la somiglianza
con il fratello. Lui sorrise ancora di più. -Ne sono felice!
Bhè.. Ti va di fare un giro?- Marisol cercò le amiche con lo sguardo, ma di loro
non c'era nessuna traccia. Evidentemente avevano ben pensato di lasciarli soli.
-Ok-
Sorrise infine, avviandosi per pagare il conto.
-Dai, ora accetti questi soldi! Non mi interessa
nulla!- Esclamò Marisol, mentre Daniele, consideratamente più alto di lei, se la
rideva sotto i baffi. -E no! Ti ho detto che è il ragazzo che paga il
conto!- Sorrise, divertito. La bruna si fermò, accendendosi una
sigaretta. -Peccato che non è con te che ho ordinato!-
Insistette la ragazza, sbuffando un alone di fumo. -Poco importa...
Guarda, questa è casa mia!- Marisol lasciò cadere il discorso, senza parole
sotto l'immensità della villa. Potè rivedere s'è stessa due anni prima, poco più
bassa, con i capelli color mogano che ricci e ribelli le circondavano con grazia
il viso. Gli occhi argentei circondati da un trucco non troppo pesante, stesso
piercing al labbro e al naso. Il fisico meno formoso ma sempre attraente.
Accanto a lei un ragazzo ventenne che le sorrideva, frugandole dentro con quegli
occhi blu che erano tutt'ora indimenticabili, mentre le apriva la porta di
quella maestosa proprietà. Daniele, che credeva fosse rimasta spiazzata dalla
bellezza della casa scoppiò in una clamorosa risata. -Ne ho viste
tante di reazioni, ma la tua è davvero imbattibile! Ti assicuro che un volta
dentro non fa tutto questo effetto!- La bruna pensò che non era affatto vero,
che dentro era ancora più bella, tuttavia sorrise. -E' una casa
davvero bella!- Daniele le circondò le spalle con un braccio, scuotendola un
pò. -Ti va di bere qualcosa?- Marisol stava per
annuire, curiosa di rientrarci. Poi ci ripensò, l'idea di rivedere Manuel,
soprattutto in una situazzione simile, non l'attirava affatto. -Io... Forse un
altra volta! Le mie amiche saranno certamente in pensiero, è meglio che torni a
casa!- Solitamente non usava scuse, usava dire sempre la verità. Ma cosa avrebbe
potuto dire?, sorrise, cercando di sembrare il più convincibile
possibile. -O.. Certo! Vuoi che ti accompagno?- Scosse il
capo, forse troppo affrettata perchè il ragazzo sembrò restare deluso. -Prima di andare
ho una commissione, ma potremmo vederci uno di questi giorni... Che ne so, un
caffè tra amici, o in spiaggia!- Sorrise rassicurante, sperando di averlo
convinto. -Certo! Buona idea! Allora... Buona notte!- Si
chinò per baciarle una guancia. Daniele era più alto di Manuel, il primo
ressentava quasi un metro e novanta. Manuel, per come lo ricordava, era poco più
di un metro e ottanta. Mentre si avviava verso casa si voltò un ultima
volta per osservare la grande villa, la luca della sua stanza era accesa, qualche istante dopo si accese
quella della stanza accanto. Pensò che doveva essere la camera di
Daniele.
Suo fratello era
rientrato molto prima del solito quella sera. Quando uscì dalla sua stanza lo
trovò sorridente che si avviava al piano di sotto. -Ehi fratellino!
Che cos'hai?- Gli diede una pacca sulla spalla, scompigliandoli i capelli simili
ai suoi. -Ho conosciuto una ragazza... E.. ed è fantastica!-
Manuel sorrise, incuriosito. Chi aveva potuto colpire così tanto Daniele?, come
lui era sempre stato un ragazzo da storie di pochi giorni, nulla di
serio. Gli tornò in mente la ragazza che aveva fregato
lui, e ancora gli doleva il cuore. Non riusciva a dimenticarla, nonostante
fossero passati due lunghi anni e fossero cambiate tante cose. -E chi è?-
Chiese, scacciando il pensiero di quella ragazza irragiungibile. -E' una nuova...
Alta sul metro e settantatre penso.. Bel corpo, capelli ricci e bruni, ma quello
che mi ha colpito di più sono stati i suoi occhi! Sono... Argento vivo!- Manuel
sussultò. Davanti a lui riconparve l'immagine della rossa stesa sul suo letto.
Non poteva essere. Infondo lei aveva i capelli molto più sul rossiccio, ma
potevano essere benissimo tinti. -E...Co-come hai detto che si chiama?- Chiese
cauto, Daniele lo scrutò incuriosito dalla sua reazione, ma poi continuò ignaro
ed entusiasta. -Veramente non te l'ho detto! Si chiama Marisol,
bel nome vero?- Il moro si fermò di colpo, mentre il cuore che prima aveva
iniziato a battere veloce si era improvvisamente fermato per poi ripartire più
velocemente di prima. Marisol. L'unica vera ragazza che gli aveva fatto battere
il cuore. Ed ora suo fratello ne era attratto. Provò un pò di rabbia e gelosia,
solo l'idea che avesse potuto sfiorarla lo faceva impazzire. Subito dopo si
placò, infondo lui l'aveva soltanto sciupata e suo fratello poteva meritarla
molto più. Che diritti aveva per arrabbiarsi? No, lei era il
passato. E non le avrebbe mai permesso di tornare nella sua vita, non ancora,
non di nuovo.
Dopo aver
parlato al telefono con Angelica, che sembrava essere tornata quella di un
tempo, si era distesa sul letto, credendo di poter sentire ancora il profumo del
corpo caldo di Manuel. Scosse il capo, promettendosi di non ripensarci più.
Infondo a lui non interessava nulla di lei, lo aveva ben dimostrato. La
vibrazione del telefono, seguita dalla suoneria, l'avvertì che le era arrivato
un messaggio.
Sono stato veramente bene stasera. Il numero me lo ha
dato mio fratello, in caso che tu te lo chieda. Buona notte. Un bacio
Daniele
Suo
fratello. E così Manuel sapeva che era tornata. Probbabilmente aveva dato il
numero al fratello con non curanza, infondo non gli interessava nulla di lei. Ma
allora perchè teneva ancora il suo numero?, i suoi pensieri furono interrotti
dall'arrivo di Elena. Sorrise, cercando di nascondere la malinconia che l'aveva
invasa negli ultimi minuti. -Ehi.. Che c'è? Non è andata bene con Daniele?-
Marisol sorrise, mentre un lacrima le scivolava sul volto, la scacciò in
fretta. -No no... Io...- -Che c'è
tesoro?- Elena si siese accanto a lei, accarezzandole la testa. -Sai, no che due
anni fa sono venuta qui in vacanza?- Elena annuì, si erano conosciute proprio
quell'estate. -Ecco... Io.. Diciamo che ho avuto una storia con
Manuel.. Per lui penso di trattasse di solo sesso.. Per me...- Lasciò la frase
in sospeso, giocherrellando con i suoi capelli. -Con Manuel?
Stai scherzando, vero? Sei stata con quel pezzo di fig...- Si azzittì, notando
lo sguardo di Marisol -Oh..- Disse solamente. -Fatto sta che
ora suo fratello si è interessato a me, ed io non so come comportarmi...-
Abbassò lo sguardo, felice però di averne parlato con lei. -Perchè non
provi a rintracciarlo?- Propose Elena, con tono dolce e comprensivo. -Non credo sia
una buona idea, io per lui sono una delle tante...- Sospirò.
Quanto si sbagliava. Poco
lontano, come l'una pensava all'altro, l'uno pensava all'altra. Inconsapepevoli,
sotto la mezza luna d'estate, erano succubi delle stesse emozioni, dei stessi
pensieri. Tutti e due ingannati dal fato e da sè
stessi.
NOTA
DELL'AUTORE:
Salve! Ed eccomi tornata con il non-atteso seguito di A Piedi Nudi! La
prima cosa da dire è che questo racconto sarà molto più lungo del primo, in
effetti l'idea iniziale non prevedeva un seguito, era tutto incorporato in un
unica Fan Fiction, ma poi mi sembrava essere più chiaro così, ed in effetti A
Piedi Nudi è più una presentazione, un lungo prologo della seconda Fan Fiction.
Rosso Fuoco sarà molto più chiara e duratura, e piena di colpi di
scena. Spero vi piaccia e di ricevere qualche
recensione!!