Datemi una maschera e vi dirò chi sono.

di Stellyna_P
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L’ultimo rumore che ricorda di aver sentito quella notte fu una sirena

Dammi una maschera e ti dirò chi sono.

 

L’ultimo rumore che ricorda di aver sentito quella notte fu una sirena.

Un rumore insistente e dannatamente odioso.

Quando a Virginia avevano raccontato la sua prima favola aveva pianto.

Si pianto, sua nonna gli aveva raccontato la storia del soldatino di legno e della sua bella ballerina.

In quel periodo a lei non piacque molto, preferii Cenerentola.

Era più graziosa, così l’aveva definita.

Adesso però sa che il soldatino di legno nella vita reale va più di moda di Cenerentola.

Ginny era stata una Cenerentola per una notte e adesso avrebbe bruciato come la ballerina.

Un bel cocktail di due storie micidiali.

L’ultima essenza che ricorda invece è quella di pulito e di medicinale.

Percepivo una voce lontana petulante e affannata.

-Trauma cranico, urgente. Sala 2-

Parole disconnesse, che per Virginia non avevano senso.

Dopo poco sentì un altro tipo di dolore diverso da quello che le stava annebbiando la mente.

E poi il buio.

 

-Mi dispiace, è in coma vigile-

-In che senso?-

-E’ in stato di incoscienza, non risponde a gli stimoli esterni, in questi giorni ha solo farfugliato strane parole e urlato senza un valido motivo. E’ anche questi sono segni del coma.-

-Si riprenderà?-

-Dovrebbe farlo prima dei trenta giorni, poi si parla di stato vegetativo persistente.-

 

Virginia guardò il ragazzo che con sguardo vacuo era appena entrato dalla porta.

Sorrise inconsciamente.

-Ciao Virginia.-

La ragazza continuò a sorridere e a guardarlo.

-Come va?-

Virginia lo guardò ancora.

-Non puoi sentirmi vero?-

Virginia sbuffò.

-Ryan, Ryan, Ryan, Ryan.- continuava a farfugliare Virginia cantilena.

-Si, Ryan- rispose il ragazzo con un sorriso amaro.

 

 

Tre anni dopo.

 

Il tempo scorre anche se sembra impossibile, eppure è così. Lui scorre trascinandosi via i ricordi più felici ma anche quelli più triste.

Virginia non è completamente uscita dal suo coma, eppure anche per lei la vita è continuata.

Ryan si è sposato, non con Virginia, ma ogni giorno va a trovarla.

Sempre,sempre,sempre.

E Virginia continua a dire quelle parole sconnesse che sono vaghi ricordi della sua vita passata.

Sembrava impossibile eppure quella magica storia era gia finita.

La principessa viveva tormentata dai ricordi giorno dopo giorno, la fata turchina creò la sua associazione la Virgy&Loredaine Look, il principe azzurro invece ogni giorno si domanda come sarebbe stato bello vivere con la sua principessa.

Eppure è finito così.

L’unica cosa che è rimasta è quel tenue ricordo che Virginia sembra voler tenersi stretto.

E mentre continua a ripetere il nome di Ryan, qualcuno giura di aver sentito anche un “ti amo”.

Ma è così che va a finire.

Come aveva ripetuto tante volte Virginia la storia del soldatino di stagno va più di moda di Cenerentola.

E in fondo quella era la sua favola e nessuno l’avrebbe cambiata.

-Ryan.-

 

 

 

 

 





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