Il padre

di Fliv
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«Stai mentendo» dico con gli occhi pieni di rabbia, mentre stringo un coltello nella mano sinistra.
«No, credimi. Altrimenti per quale altro motivo non ti ho mai detto chi fosse tuo padre? Ho sempre cercato di nergarlo anche io. Non ho mai voluto crederci, ma ora lo vedi anche tu. Sei malvagia, sei vendicativa, sei subdola e manipolatrice. Ora avanti, uccidimi, ma le cose non cambieranno con la mia morte, anzi, lui ti chiamerà a sé. » risponde mia madre, tra un singhiozzo e l'altro mentre piange.
«Non ci credo. Sei una bugiarda. Lo stai dicendo solo per confondermi.» controbatto io, con gli occhi iniettati di sangue, decisa nel mio intento.
«Devi credermi invece! Lui ti .. »
Non le lascio finire la frase, che mi lancio contro di lei e le trafiggo il petto con una coltellata. Lei subito si accascia, sembra che la coltellata sia stata fatale. Cade sul pavimento, non si muove più. Gli occhi sono fissi nel nulla. Io le estraggo il coltello dal petto e, con gli occhi pieni di lacrime, lo lancio lontano dalla mia vista. Mi allontano, senza mai levare lo sguardo dal corpo. Raggiungo il muro, striscio con la schiena contro la parete e mi lascio cadere a terra.
La mia rabbia é sparita, ora ci sono soltanto i sensi di colpa che mi opprimono il petto e che non mi fanno respirare. Con la poca forza che mi rimane, mi alzo e vado in bagno. Riempio la vasca d'acqua e mi immergo, come per lavar via quell'orribile delitto; ma non funziona, così immergo anche la testa sotto l'acqua e pian piano lascio che la vita mi abbandoni.
«Se mia madre ha ragione, lui non permetterà che sua figlia muoia senza venirla a prendere» penso.
Poco prima di morire, tuttavia, lui arriva. Io, esco dalla vasca e gli dico: «Sei venuto a prendermi?»
«Si»
«Dove andiamo?»
«All'inferno»
Mia madre aveva ragione.




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