Until my last breath

di LOVE_WRITING
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Si fermò a fissare quelle foto, appese alla lavagna, domandandosi, per l'ennesima volta da quando faceva quel lavoro, perché qualcuno avrebbe voluto uccidere dei ragazzini

Sentì una mano fredda toccarle la spalla, si girò lentamente per incontrare gli occhi di Hotch. Si aspettava di vederlo incavolato, pronto a sgridarla, anche se non sapeva per cosa, come suo solito.
Invece il suo capo la fissava con uno sguardo vacuo, come quello con cui si guarda il parente di una vittima.

Fu allora che Amity capì che era successo qualcosa, qualcosa di brutto.
-Mi dispiace- Le disse l'uomo abbracciandola per la prima volta da quando si conoscevano.

¬¬¬Due settimane prima

Amity Donner era sempre stata schietta, senza peli sulla lingua, caratteristica a volte scomoda per chi, come lei, svolgeva un lavoro in cui tenere a bada le proprie emozioni spesso e volentieri salvava la vita.
La Donner lavorava al FBI, nell’unità Analisi Comportamentale, con i migliori profiler al mondo.
Si sentiva veramente inferiore rispetto a loro, pur non essendo l tipo di persona che non riconosce le proprie qualità.

Si trovava a domandarsi spesso cosa ci facesse lì lei, che non era nemmeno laureata, che non era nemmeno ufficialmente un’ agente, e non aveva la metà dell’esperienza dei suoi colleghi.
Amity era entrata nella squadra come aiuto esterno, reclutata da Jason Gideon, dopo essersi fatta notare, senza nemmeno volerlo, durante una delle sue lezioni sul profiling.

Non sapeva esattamente cosa avesse visto in lei Gideon, ma l’aveva voluta dal primo momento, e a lei non dispiaceva provare, le sembrava quasi un gioco all’ inizio. Almeno lo sembrava prima di aver visto un cadavere, un corpo martoriato di una povera donna innocente, seguito da tanti altri. Lo sembrava
prima di scrutare la follia negli occhi del killer, di aver puntato contro di lui una pistola che non avrebbe nemmeno dovuto avere, e avergli sparato per paura che l’avrebbe uccisa.

Erano passati circa 7 mesi da quando era entrata nella squadra. Avrebbe potuto dire di essere cambiata molto, ma in realtà lei non si sentiva affatto cambiata, era rimasta, nonostante tutte le brutture viste, un adolescente impertinente. Ora, però, poteva definirsi una specie di profiler perché riusciva anche lei a tenere il ritmo con i ragionamenti  frenetici e complessi della squadra e partecipava attivamente alle indagini, cosa che i primi tempi era stata realmente dura

La BAU era divenuta in poco tempo una specie di famiglia per lei.
Aveva subito legato con Derek e Emily, forse perché i più alla mano, forse perché i più divertenti a suo parere, ma con loro era bastato veramente poco per instaurare un rapporto.

Derek non faceva altro che prenderla in giro, dall’ inizio, e proteggerla da chiunque, come un fratello maggiore. Capitava che quando la squadra usciva di sera in qualche locale Amity attirasse l’attenzione di qualche ragazzo, che puntualmente non si avvicinava per paura degli sguardi minacciosi che lanciava Morgan.

Emily invece era più come una migliore amica, qualcuno a cui rivelare tutto, con cui sfogarsi dei rimproveri  continui di Hotch, qualcuno sempre pronto ad ascoltarsi e porti dei freni, tenerti con i piedi per terra, aprirti gli occhi quando sbagli.

Con JJ e Rossi aveva un buon rapporto, non come quello che aveva con Morgan e Prentiss, ma sicuramente ottimo. Non riusciva ad aprirsi con loro, ma decisamente le piaceva passare il tempo assieme e ascoltare i discorsi di Dave, il modo di parlare di quell’uomo l’affascinava in una maniera incredibile.

Penelope, bhe lei era sicuramente la sua preferita, cristo sicuramente se fosse stata un uomo l’avrebbe sposata. Amava quel suo modo di voler bene a chiunque, trattare in maniera così speciale tutti. Amava la sua simpatia innata e il suo modo di chiamarla con quei soprannomi così ridicoli del tipo “fragolina” o “piccola bimba sperduta”. Dio solo sapeva dove li tirava fuori quei nomignoli. Si domandava spesso se le venissero spontanei o ci fosse un contorto ragionamento dietro.


Ecco che arriviamo ad Hotch, diamine con lui aveva un rapporto come dire….Pessimo? Dal primo momento era stato scettico su di lei, sul suo modo di fare e di essere. Probabilmente e non ci fosse stato Gideon l’avrebbe sicuramente cacciata via a calci nel sedere. Chissà perché dopo la “fuga” di Gideon non l’aveva fatto. Col tempo doveva ammettere di aver cominciato a provare un minimo di rispetto per quell’uomo così esageratamente duro e freddo, sempre nascosto dietro una maschera, forse stava addirittura cominciando a volergli bene, se non fosse stato per come lo stesso si relazionava con lei.
Non faceva altro che sgridarla, ogni cosa facesse, era pur vero che arrivava in ritardo ogni giorno o quasi, che il suo look non era esattamente professionale e il suo linguaggio non abbastanza curato…ma hey lei era così, ormai l’avrebbe dovuto capire che non sarebbe migliorata. Sapeva che infondo, molto infondo, Hotch le voleva bene, solo il loro rapporto era più quello di un padre che vuole imporre dei limiti ad una figlia adolescente.

Infine c’era Spencer Reid, con cui aveva un rapporto decisamente strambo, diverso dagli altri. Spencer era stato sempre molto gentile con lei, a dire il vero lo era con tutti, e subito era riuscito ad entrare nelle sue simpatie. Con il passare del tempo aveva cominciato a scoprire molti segreti su Reid, cose che mai avrebbe immaginato. Ne aveva passate tante quel ragazzo la madre schizofrenica, il bullismo, l’abbandono del padre e il rapimento da parte di Tobias Henkel, ed Amity aveva sviluppato un istinto di protezione nei suoi confronti quasi esagerato. La verità era che Amity voleva solo tenere Spencer lontano da ogni dolore, per quanto fosse impossibile con il loro lavoro, sentiva la necessità di vederlo sereno, felice, come meritava di essere. Non sapeva a cosa derivassero queste sue assurde necessità e questo suo affetto che da subito si era dimostrato nei confronti di Spencer Reid, sapeva però che erano qualche cosa di straordinariamente forte.

Varcò la soglia della sala conferenze mentre tutti suoi colleghi la fissavano.





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