Senso di colpa

di Shetani Bonaparte
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~~Lo osservi dormire in silenzio.
Non osi muoverti, non oseresti nemmeno respirare, se potessi.
Vergogna.
Odio per te stesso.
Ecco cosa provi.
No… non riuscirai mai a perdonarti: hai permesso al Plak-Tow di corrompere le tue sinapsi, di far tacere la logica.
Di ferirlo.
Stringi le mani dietro la schiena con forza mentre il tuo sguardo è appuntato sul suo petto.
Non lo vedi, no, il camice e le coperte del bio letto lo coprono, ma sai che su quel petto ampio c’è il segno d’una ferita.
Una ferita che non doveva esistere.
Il rigeneratore cutaneo era stato abilmente usato, poco fa, dal dottor McCoy, ma il tuo rimorso persiste.
Diamine… lo avresti volentieri ucciso, vero?
Beh, per poco non lo hai fatto, idiota.
Non dovresti dartene la colpa… eri corrotto dagli effetti del Pon Far… o forse sì, è stata colpa tua: sei stato tu a volere lui e McCoy come ‘testimoni di nozze’.
Sei stato tu a coinvolgerlo.
“Spock…”
Ecco. Ora è sveglio e ti osserva, stiracchiandosi.
Non puoi evitare di osservarlo. È… è bellissimo.
“Stai bene?” ti chiede. Ti ruba una domanda che dovresti porre tu.
Annuisci.
Ma no, non va tutto bene: il sorriso che ti rivolge è immeritato. E ti tremano le mani.
No, un vulcaniano non dovrebbe perdere così il controllo. Non dovrebbe proprio.
Deve per forza esser colpa degli ormoni residui del Pon Farr. E della tua dannata metà umana.
Ti scruta, Jim, ti scruta preoccupato, nonostante quello malridotto sia lui.
Ti legge dentro un po’ troppo facilmente. Un po’ troppo bene.
Non puoi impedirlo… non puoi annegare nella logica il vostro Legame.
Un Legame sbagliato, forse, illogico.
Però puoi impedirgli di crescere. Di evolversi.
Devi farlo al più presto perché ora Jim stende le braccia verso di te e tu non puoi far altro che immergerti nel suo abbraccio.
Nel suo calore. Nel suo profumo. Nella sua essenza.
Singhiozzi.
Un pianto privo di lacrime, il tuo.
Un’emozione che non può liberarsi.
Ma va bene così.
È tutta colpa del Pon Farr. Sì, solo quello.
Sai, sei bravo a mentire a te stesso, se ci credi veramente.
“Le chiedo scusa, Jim”
“Non importa…” ti dice lui, carezzandoti i capelli. Stringendoti forte al suo petto.
Come faceva tua madre.
“Non importa…” sussurra ancora.
I tuoi singhiozzi muoiono. La pace ritorna.
E ti chiedi come avresti potuto esistere senza di lui.
Senza Jim.
E la risposta è no. Non potresti.
Non potresti vivere senza il tuo t’hy’la.
 




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