ANIMA SEMPLICE
Disclaimer e note:
* Deidara, Tobi, Obito e
Madara Uchiha appartengono a Masashi Kishimoto.
* La canzone “L'altra metà”
(testo di P. Fabrizi), il cui testo ha ispirato questa song-fic, è tratta
dall'album di Fiorella Mannoia “Canzoni nel tempo” (2007)
* Dedico questa fic alla
mia SisHimeDannaSenpaiSorellona... perchè senza di lei a rompermi le scatole un
giorno sì e
l'altro pure questa fic
sarebbe ancora solo ed esclusivamente nel mio cervellino.. XDD tvb, Sis!
ANIMA SEMPLICE
-Quando il cielo pianse cenere-
Tutto accade in una frazione di secondo.
Un
rapido scambio di sguardi.
C'è
tristezza nei tuoi occhi, forse rimpianto, di sicuro un urgente invito a
scappare.
Nel
mio, solo un incredulo stupore.
Ho
soltanto il tempo di comprendere che è meglio se seguo il tuo muto avviso,
perchè tutto sta per cambiare. Definitivamente.
Stacco a fatica lo sguardo dal tuo viso, mi volto e inizio a correre.
Improvvisamente, il boato.
La
terra trema. Il calore brucia. La forza d'urto schiaccia, distrugge, devasta.
Vengo scaraventato a terra. Poi, improvviso com'è iniziato, il fragore si
interrompe.
Cala
il silenzio più assoluto.
E la testa mi gira
E le gambe non reggono più
Mi
rialzo e mi appoggio al tronco annerito di un albero. Riprendo fiato. Sono
riuscito ad allontanarmi in tempo. Forse non abbastanza, dato che sento ancora
addosso la pressione dell'aria spostata dall'esplosione, ma almeno sono vivo.
Ondate di vertigine mi scuotono, mentre mi giro verso il punto di origine di
questo cataclisma.
La
vista è annebbiata... non ho resistito e senza fermarmi mi sono voltato: ho
dovuto ammirare la tua opera d'arte finale.
Ricomincio a camminare e raggiungo traballante e come intontito il centro del
cratere, in cerca di te.
In questa immensa galera
Piove cenere e non vedo più
Qui
mi fermo, distrutto, e cado in ginocchio. Attorno a me, ormai, c'è il silenzioso
nulla. Niente è sopravvissuto: gli alberi sono stati sradicati, l'erba bruciata,
ogni forma di vita nel raggio di 10 chilometri è stata annientata. Hai fatto un
capolavoro, senpai!
E
allora perchè mi sento così oppresso? Mi sento come un animale in gabbia. Fa
male, tanto male, proprio qui, alla sinistra del petto. Brucia, come se qualcuno
mi stesse pugnalando. Una morsa mi stringe lo stomaco, fatico a respirare.
Mi
tolgo la maschera dal viso, in cerca di aria e di sollievo, e la getto a terra
vicino a me. Mi sfrego l'occhio con il dorso della mano e quando finalmente la
vista mi torna normale alzo il viso al cielo.
Il
cielo è tornato blu, proprio come era stamattina mentre eravamo in volo su uno
dei tuoi volatili di argilla.
L'unica differenza?
Trattenuta in aria da invisibili refoli di vento, una nuvola di cenere e fili
d'oro si sta delicatamente posando al suolo.
Tendo una mano guantata e un filo dorato mi si attorciglia alle dita. Lo guardo
splendere alla luce del sole.
I miei occhi si perdono
E i miei anni non contano più
Improvvisamente la dura realtà mi colpisce, come uno schiaffo dato a tradimento.
Spalanco l'occhio e un gemito mi sfugge dalle labbra.
Non
ci saranno più dragoni o volatili di argilla. Quel filo d'oro è tutto quello che
mi resta di te. E' finito lo spettacolo. E' calato il sipario. Non ci sei più,
senpai.
Chino lo sguardo a terra e mi copro il viso con le mani.
Oggi
ho perso un amico, ho perso… la mia famiglia. Sì, ecco cos'eri per me, senpai.
Una famiglia. Nonostante ti facessi impazzire con le mie assurdità, nonostante
non capissi un accidente della tua arte, nonostante tutto... ti volevo bene.
Perchè eri riuscito ad accettarmi, mentre tutti gli altri si erano limitati ad
ignorarmi, o nel migliore dei casi a tollerarmi.
Forse un po' ti somigliavo, senpai? Forse ti ricordavo qualcuno? Non lo so, ma
so di sicuro che, ormai, anche tu mi consideravi un amico.
Dietro ogni minaccia, dietro ogni strangolamento... immaginavo (speravo) ci
fosse 'qualcosa'. E quel tuo ultimo sguardo me ne ha dato la conferma.
Per
un attimo mi sono sentito davvero felice.
Ora,
però, sono solo.
E
questa solitudine mi mette paura, mi spaventa. Oh, è vero, non è la prima volta
che mi sento così solo…
Anche se non ricordo bene, sono sicuro di aver già provato qualcosa di simile.
Allora perchè mi fa male come se fosse la prima volta?
Come
mi manchi, senpai...
Non
potevi aspettare, eh? O trovare un altro modo per “esprimere la tua arte”? Un
pugno rabbioso colpisce il suolo. Evidentemente no. Prima o poi sarebbe comunque
finita così, lo so... però...
Mi
manchi, senpai...
Ma è la terra che gira
Sotto un cielo di immobile blu
Il mio corpo respira
E non c'è niente che valga di più
Guardo il cielo blu cercando di riprendere il controllo. Inspiro a fondo. Sono
vivo, respiro ancora: dovrei sentirmi almeno sollevato. E invece... la presa sul
mio cuore non si allenta, nemmeno un attimo.
Cerco di alzarmi. Dovrei lasciarmi questo luogo alle spalle, continuare da solo,
ma è come se fossi bloccato qui.
Non
ci riesco. Non ne ho più la forza. Non ne ho più il motivo.
Io non so più chi sono
E il mio nome non mi aiuterà
Una
parte di me mi spinge a reagire, ad andare avanti. L'altra mi dice che nulla ha
più senso, ormai. Non sono più nessuno, senza di te, senpai. Questo conflitto mi
schiaccia, non capisco più nulla, mi sento diviso a metà. Forse perchè lo
sono...
“Come non sei più nessuno? Sei un Uchiha, Obito-kun, non dimenticartelo.”
Madara-san. La sua voce mi rimbomba improvvisa nelle orecchie. Era un po' che
non si faceva sentire.
“La
vita prosegue. La terra continua a girare. Lasciamo questo posto e torniamo
indietro, prima che arrivi qualcuno.”
“Non
riesco a staccarmi da questo luogo. Lasciami in pace, ti prego.”
“Non
dire assurdità! Hai tutto quello che ti serve: hai il nome, hai il potere… io,
Uchiha Madara, te li ho dati! E' il mio dono che ti ha permesso di sopravvivere
e diventare forte! Dobbiamo andare avanti, abbiamo una missione da compiere. Lo
capisci, questo?”
Seguirò il tuo profumo
E il tuo viso mi illuminerà
Chiudo l'occhio e inspiro a fondo. Il tuo profumo, pungente come quello
dell'argilla che amavi tanto, è ancora nell'aria. Ti vedo ancora, la tua
immagine luminosa impressa nella mente e nel cuore. Prendo la mia decisione. E'
una decisione difficile, ma in qualche modo mi rasserena.
“TU
hai una missione da compiere, Madara-san. Una missione della quale a me importa
ben poco, ormai... tutto quello che a me importava veramente mi è stato portato
via.
Il
mio ruolo di 'copertura' l'ho svolto, no? Ora il 'bravo ragazzo' non ti serve
più. Per me andare avanti non ha più senso, non capisci? Non posso andarmene.
Non voglio andarmene. Tu prosegui pure, ma lasciami qui.”
“Che
cosa? E come posso… ti ricordo che stiamo condividendo lo stesso corpo..”
“Te
lo regalo, è tuo. Tu però lasciami andare, ti prego...”
“Se
questo è quello che vuoi... e sia.”
Anima semplice finirà
Questa tempesta di polvere
Anima semplice volerà
Questa nerissima cenere
Alzo
il viso al cielo per l'ultima volta. La cenere sta ancora cadendo, lieve.
Ehi,
se non fosse così scura sembrerebbe neve! La scena ti piacerebbe, senpai...
Una,
due, tre lacrime mi scendono dall'occhio destro, giù sulla guancia, fino al
mento.
Nonostante il pianto, sorrido.
Sto
arrivando, Deidara-senpai...
...
L'uomo al centro del cratere abbassa lo sguardo.
Silenziosamente raccoglie la maschera abbandonata lì accanto e la indossa con
gesti rapidi e accurati.
Si
rialza, spolverandosi il mantello, e comincia ad allontanarsi. Improvvisamente
si ferma, e si gira un'ultima volta a fissare mestamente il luogo che ha appena
lasciato.
Sospira.
Pochi gesti delle mani e sparisce nel nulla.
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