A Rota, perché voleva
qualcosa di fluff anche
se non sono capace di scrivere fluff *coff*
Alla Luce del Sole
Non
è la prima volta che si baciano.
Non è nemmeno più un avvenimento tanto raro da
potersi giustificare, a onore del vero, ché tante volte si
sono incontrate le loro labbra da rendere l’imbarazzo e la
titubanza delle prime volte un pallido ricordo, sensazioni oramai tanto
lontane dai loro animi da apparire poco più che spettri
inermi.
Eppure, non può nulla contro il moto di stupore che
spontaneo lo assale, devastante come un pugno inaspettato, eclatante
come uno schiaffo sonoro, nell’esatto momento in cui le loro
labbra premono le une contro le altre.
Levi sbatte un paio di volte le palpebre, preso così alla
sprovvista da ritrovarsi incapace di mettere a fuoco altro, anche fosse
l’abbozzo ideale della reazione più istintiva e
immediata. Invece, rimane immobile, il fiato sospeso e gli occhi
insolitamente sgranati pieni di genuino stupore.
Non è la prima volta che accade. Ma è raro che
sia proprio lui
a prendere l’iniziativa.
Eren si ritrae quasi subito, un leggero sorriso tra
l’imbarazzato e il soddisfatto che ben gli colora le labbra;
e forse scapperebbe pure come lo stupido ragazzino che è, se
la mano del Capitano non andasse a catturare il bavero della sua
giacca, e intrappolarlo così di fronte a lui e
all’atto compiuto.
Sono innumerevoli i baci che si sono scambiati. Pochissimi quelli nati
da pura iniziativa di Eren. Solo uno – questo, appena rubato
– dato alla luce del sole.
Le dita stringono di più attorno al tessuto e lo strattonano
verso di lui, e Eren abbassa per qualche istante lo sguardo, la
scintilla di un accenno di panico che zampilla negli occhi per un
istante.
Borbotta pure quelle che sembrano scuse improvvisate, ma Levi non lo
sta proprio a sentire, perso com’è nella
contemplazione di un sentimento che da tempo non assaporava
più. Di cui forse, aveva perso la speranza di provare.
Lo attira a sé, con uno strattone rude e privo della minima
delicatezza che fa vacillare pericolosamente il ragazzo, lo cattura
passandogli il braccio dietro le spalle e premendo la mano contro la
nuca, senza lasciargli più scampo, e si permette perfino un
mezzo sorrisetto, intriso da complicità e senso di lieve
rivalsa, quando vede negli occhi di Eren la stessa sorpresa di cui
pochi istanti prima era stato vittima.
Lo bacia, a lungo e piano, distante dal tocco fugace di Eren di
poc’anzi, pretendendo attenzione e tutto il tempo di cui
necessitano. Lo bacia lento, assaporando il calore delle sue labbra, e
il piacere dei suoi capelli fra le dita, godendo della vicinanza di
tutta la sua persona lì e ora, sotto un cielo limpido e al
vento che sa di fresco, liberi dall’oscurità di
stanze grigie e incontri segreti, da paure, dubbi e rimpianti.
E si rende conto, lo sa benissimo, di quanto sia sciocco e privo di
alcun senso provare un moto d’animo tale da riscaldargli
tutto il petto; ma, davvero, nulla può contro la
felicità di un bacio ricevuto alla luce del sole.
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