Era Natale.
Holly si
svegliò di soprassalto correndo per casa.
Era una
bambina allegra, felice, contenta di quel che aveva. Senza pensieri,
non faceva mai i capricci e volveva bene alla sua famiglia, al suo cane.
Corse in
cucina convinta di trovare sua madre a preparare le frittelle e il
padre intento a leggere il giornale bevendo una tazza di
caffè.
Ma li, non
c'era nessuno.
Così,
felice, corse verso il salotto sperando che fossero tutti lì
ad attenderla per aprire i ragali.
Non c'era
nessuno.
Salì
velocemente le scale ignara di ciò che l'aspettava.
Apri la porta
della camera da letto dei suoi genitori e, lì, vide
ciò che le cambiò per semrpe la vita.
Due corpi
privi di vita stesi sulle lenzuola rese rosse dal sangue. Rimanse
lì, a guardare, sperando che fosse tutto un sogno.
Corse verso la
mamma.
Fra grida e
lacrime la scosse le spalle sperando che si svegliasse.
Ma nulla, lei
non si muoveva.
Scossa dai
singhiozzi corse in camera del fratello.
Nulla. Steso
sul letto, con un laccio al collo, non respirava.
Mille lacrime
le rigavano il viso.
Poi... il buio.
Il sergente
Hudson perlustarva la casa del Miller cercando di capire cosa fosse
successo.
Era stato
chiamto dalla vicina, che scesa di casa per far gli auguri alla
famiglia aveva trovato i cadaveri.
"Signore. Cosa
ne pensa?"
"Non ne ho
idea. Landon."
"Signore, la
vicina dice che manca la bambina." Il sergente guardo il ragazzo con
aria interrogativa.
"Una bambina?"
"Si. La figlia
di sei anni."
"Non
c'è traccia di lei?"
"No, pensiamo
l'abbiano rapita." Disse il ragazzo guardando il suo superiore che si
porto un dito sul mento.
Che fine aveva
fatto quella bambina? Dove era finita?
"Come si
chiama?"
"Holly."
"Diffondete la
notizia alle altre centrali. Dobbaimo trovarla. Abbiamo un foto?"
"Si."
"Bene,
attivati ragazzo. Sai cosa fare" Il sergente Hudson aveva circa
quarantacinque anni. Fisico asciutto e sapeva sempre ciò che
faceva. Così il ragazzo annuendo si allontanò
diretto alla centrale.
Newark non era
mai stata una cittadina di cui potersi fidarsi, specialmente in
periferia. Non era il posto adatto per crescere dei figli, bambini che
potessero giocare allegramente nelle stardine luminose della
città.
Carl Hudson,
lo sapeva bene, padre di due figli, era cresciuto in quella cittadina.
Cercando si
capire cosa fosse successo in quella casa, si aggirava per le stanze
pensieroso.
Un
riscatto? Ma cosa fare di una bambina se non aveva più
famiglia?
Secondo la
vicina i Miller erano persone rispettabili, Micth il padre della
bambina, lavorava in banca.
Magari
un folle cercava denaro e lui non gliel'ha dato.
Pensò.
La mamma,
Susan, non lavorava, ma frequentava un centro per tossicodipendenti.
Qualcuno
della clinica? Forse.
E poi c'era il
fratellino di dieci anni, Adam. Morto soffocato.
Cosa
c'entra lui?
Mille erano le
domande che frullavano nella testa del sergente Hudson, su quel tragico
omicidio.
Esaminava i
corpi uno a uno.
Di
lì a poco sarebbe arrivata la scentifica. Bisognava sapere
come e quando erano morti. Anche se il perchè, sarebbe
rimasto ignoto per molto tempo.
Esaminò
la ogni stanza. Da quella dei genitori a quella di Adam fino a giungere
alla camera di Holly.
Si
guardò intorno.
I pupazzi
sparsi nell'agolo della camera, i giochi, le bambole, delle macchine,
degli aerei, un pallone da calcio e uno da football, una mazza de
baseball, poi, l'inaspettato.
Un singhiozzo.
Mi volto di
scatto incredulo.
Cosa
è stato?
"Holly?" Ma il
sergennte non ricevette alcuna risposta. Fu allora che guardando
l'armadio a muro, capì.
Lentamente
poggiò una mano sulla maniglia e l'aprì.
Lì,
nasconta fra gli scatoloni trovò una bambina dai capelli
neri e grandi occhi grigi. Il piagima blu con gli orsetti, le mani che
tenevano le ginocchia al petto, il viso, macchiati di sangue.
Il sergente le
porse la mano.
"Non ti
farò del male piccola. Sono della polizia." disse
mostrandole il distintivo.
Holly
afferrò la sua mano grande e callosa.
"Voglio la mia
mamma." Fu tutto quello che riuscì a dire.
La sua vita
non sarebbe più stata la stessa.
[Note
fine capitolo]
Premetto che i My Chemical Romance non mi appartengono e questa storia
è solo frutto della mia mente malata.
Allora, eccomi qui, con una nuova storia, diversa dalle altre che ho
scritto.
Questo è solo un prologo infatti i My Chem compariranno nel
primo capitolo.
Probabilemente se non fosse per Greta questa storia non l'avrei mai
postata.
Voglio ringraziare e didicarla a quattro persone:
Greta,
ovviamente. [Alto fino alla luna e grande quanto il mare!]
Jessika [Ti
voglio tanto bene!]
Fre
Jejè
A voi, Rò. <3
|