Ciò che è giusto

di fantasia
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C'era qualcosa di giusto in tutto questo, era come se il mondo fosse entrato finalmente nella giusta prospettiva, stare stesa nel letto di Booth, il suo odore e le sue braccia che mi avvolgevano dolcemente, sentire il calore che emanava dal suo corpo e che si confondeva con il mio, il suo bambino che cresceva dentro di me. Era giusto tutto questo, il dolore, la paura, le delusioni e i tradimenti rimanevano confinati fuori perchè ora, mentre la mano di Booth, dell'uomo che avevo scelto per condividere la vita, scivolava dolcemente sul mio ventre appena ingrossato e si poggiava su suo figlio, su nostro figlio sentivo che il vetro dietro cui mi ero riparata per tanti anni non mi serviva più. Un bambino completamente nostro, un bambino che avevamo creato noi due insieme dal nulla. Razionalmente sapevo che il desiderio di procreare era insito nell'istinto umano ma una parte di me, una parte di cui nemmeno io ammettevo l'esistenza mi diceva che avere un figlio, creare dal nulla un bambino che non avesse avuto come padre Booth era inconcepibile per me. Si, pensai stringendomi un pò di più tra le braccia di Booth, era tutto giusto e niente e nessuno mi avrebbe fatto cambiare idea, lui sarebbe rimasto, come ha sempre fatto, come farà sempre.




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