kistanna
Angolo dell'autrice: Ecco a voi la mia prima
oneshot! E' una oneshot su Anna e Kristoff, come tale può
essere letta
benissimo a sé, ma se avete letto (o leggerete) la mia fic
"La regina di
Ghiaccio" troverete qualche collegamento, se avete domande a riguardo
chiedete. E' la prima volta in
assoluto che scrivo in prima persona, spero di esserci riuscita bene.
Se leggete la fic, vi prego di recensirla e
farmi sapere i vostri pareri: è una fic che volevo usare in
un contest, quindi
i vostri pareri mi servono molto, inoltre mi piace sapere cosa ne
pensate così
posso sempre migliorare!
Buona lettura!
Fisso
annoiata il ticchettare del pendolo che abbiamo al
castello. Lo faccio sempre quando spero che il tempo passi in fretta,
fin da
quando ero bambina e speravo che mia sorella Elsa riempisse quelle ore
di vuoto
passandole a giocare con me. Proprio come allora, il tempo non sembra
passare.
Sono solo due giorni che Kristoff è partito per le
montagne per lavoro, ma già mi manca tantissimo. Inizio a
dubitare di essere
capace di aspettare altri dodici giorni il suo ritorno.
"Tornerò presto" mi aveva detto. Qualche ora,
un giorno, due, è presto. Due settimane sono decisamente
TARDI!
Come se non bastasse è da giorni che si assenta spesso,
il che non fa altro che aumentare la sua mancanza.
Guardo fuori dalla finestra con sguardo perso, pensando a
lui. Osservo le figure delle varie persone che camminavano tra la
folla,
sorrido immaginandomi il momento in cui tra loro avrei scorto Kristoff.
Ho un
sussulto quando mi pare veramente di vedere lui tra la folla.
Bene Anna, ora ti
manca così tanto che hai pure le allucinazioni?
Mi strofino gli occhi, ma quando li apro il cuore inizia
a battermi emozionato, incredula sgrano gli occhi: era davvero
lì.
Era davvero Kristoff.
Che ci fa lui qui?
Non mi importa molto di avere una risposta in questo
momento, quindi euforica corro giù per le scale. A momenti
non ci cado per
quanto ci sto correndo, così per fare prima, mi lascio
scivolare lungo il
corrimano.
Scatto fino alla porta, la apro e corro vicino alle
fontane dove lo avevo visto poco fa. Il mio sguardo scorre tra la
folla,
scandagliando freneticamente ogni singola persona. Quando finalmente lo
vedo,
sento una gioia irrefrenabile percorrere tutto il mio corpo come una
scossa
elettrica, nell'apprendere che non mi ero affatto sbagliata! Senza
pensarci
nemmeno un secondo gli corro incontro e mi getto con le braccia al suo
collo
abbracciandolo fortissimo.
"Kristoff!" urlo.
Ma lui non ricambia l'abbraccio e con voce impacciata mi
dice solamente: "A-Anna ...che ci fai qui?"
Lo fisso contrariata. Mi sento un po' delusa nel vedere che
lui non sembra entusiasta quanto me di rivedermi.
Possibile che non
gli sia mancata nemmeno un po'?
Impossibile!
Conosco Kristoff e so che mi vuole bene!
Sì certo, in realtà
a volte sono un po' troppo ottimista con le persone, la vecchia vicenda
con Hans
ne è una prova schiacciante, ma con Kristoff è
diverso: so di potermi fidare.
"Come mai TU sei qui? Avevi detto che saresti
tornato tra due settimane!"
Kristoff si guarda intorno imbarazzato, come se stesse
cercando le parole giuste. Provo ad indovinare chiedendogli: "Volevi
farmi
una sorpresa?"
"I-io sì...cioè no! Cioè...non sapevo
se dirti o
meno che ero qui. Ecco io...sono tornato solo per prendere degli
attrezzi al
mercato, dato che i miei colleghi se li sono dimenticati. Fatto
ciò devo subito
ripartire, per questo non sapevo se dirtelo o meno"
Apro la bocca per fare una domanda ma una ragazza bionda
ci interrompe.
"Kris, per quanto riguarda il discorso di
prima..."
Appena Kristoff la vede sbianca, e appena lei vede me,
smette di parlare.
Chi è questa è
perché diavolo lo chiama KRIS?
Dopo un attimo di esitazione la ragazza riprende a
parlare.
"Bé, ecco... ti volevo solo dire che farò
ciò che mi
hai chiesto, o almeno ci proverò"
"Grazie" risponde lui.
"Io vado allora..." poi si rivolge verso di me
accennando un inchino "Arrivederci principessa Anna!"
Interdetta guardo Kristoff, ma è lui a parlare prima che
lo faccia io.
"E' la nostra fornitrice di materiali...ecco mi ha
detto che ci metterà un po' a trovare ciò che le
abbiamo richiesto, ma ci proverà
e ci porterà poi tutto sulle montagne...ora, ecco... credo
che dovrei andare,
il ghiaccio non si raccoglierà da solo!"
Abbasso lo sguardo dispiaciuta, non mi sento bene, non so
se questa sensazione sia dovuta dal modo in cui quella ragazza si
prendeva
confidenza con Kristoff o
se dal fatto
che lui doveva già andarsene via.
Mi prende il viso con entrambe le mani e me lo alza
finché il mio sguardo non incrocia il suo.
"Anna, mi mancherai! Dodici giorni passano in fretta,
vedrai!"
Lo fisso con uno sguardo languido, sperando con tutto il
cuore che fosse vero, ma se fossero passati lentamente come i primi
due,
sarebbe stata una lunga agonia.
"Ti prometto che al mio ritorno passeremo un po' di
tempo insieme ok? Fidati di me!"
Mi guarda negli occhi con uno sguardo così sincero e
intenso che non posso fare a meno di sciogliermi. In quel momento l'ho
capito:
io mi fido di Kristoff, perché lo amo e so che anche lui mi
ama. Mi ama
veramente.
Il suo viso si avvicina al mio fino a baciarmi, e in quel
momento tutte le stupide paure che avevo poco fa scivolano via.
Ok Anna, andiamo,
consideriamo bene la situazione.
Lato positivo: una
settimana è passata.
Lato negativo: ci
vuole ancora una settimana.
E' strano, non si sa a volte quanto ti possa mancare una
persona finché effettivamente non ti manca.
Su Anna, non ci
pensare...pensa a qualcosa che possa distrarti...
Immediatamente mi viene un'idea che mi rende subito
euforica.
Elsa! Oggi potrò
passare tutto il giorno con lei, ci potremmo divertire con la neve,
fare un
giro al mercato, fare un picnic, farci confidenze...
E' appena l'alba, solo ora me ne accorgo. Poco male,
posso svegliare Elsa come facevo da bambina e proporle di fare un
pupazzo di
neve. E' un'idea infantile, lo ammetto, ma sarà bello
ricordare i momenti
passati insieme, quei momenti che per anni ci sono mancati a causa
degli eventi
che ci hanno tenute lontane.
Saltellando corro fino alla camera di Elsa, apro
lentamente la sua porta, quasi non mi sembra vero di non doverle
più chiedere
il permesso! Ma quando finalmente entro nella stanza, mi stupisco nel
trovarla
già sveglia e in abiti formali.
"Anna! Sei già sveglia?"
"Sì! Volevo svegliarti...ma a quanto vedo sei già
vestita...pensavo che oggi potremmo passare tutta la giornata assieme,
che dici...
facciamo un pupazzo di neve?"
Non volendo l'ho chiesto con la stessa voce che avevo da
bambina, il che fa sorridere Elsa.
"Mi piacerebbe moltissimo Anna, ma non posso! Il
Consiglio Reale si riunisce oggi per discutere l'eventuale approvazione
di un
trattato. Devo andare purtroppo!"
Improvvisamente mi sento assalita da una sensazione di
delusione e sconforto: ero così entusiasta del mio programma
di oggi, che
vederlo andare in fumo in cinque secondi mi distrugge, ma cerco di non
farlo
vedere ad Elsa, di certo non è colpa sua.
"Ah...ok...non fa nulla, davvero, io..."
"Mi spiace Anna, ma torno domani, è solo rimandato
ok?"
"Ok" dico con voce flebile...odio la mia
espressività.
"Mi raccomando Anna, non ti disperare tutto il
giorno per l'assenza di Kristoff, distraiti e vedrai che il tempo
passerà molto
più in fretta!"
Arrossisco, dimenticavo il potere più grande di mia
sorella...no, non era il ghiaccio! Era il sapermi leggere nella mente
come un
libro aperto.
"Ci proverò!"
La saluto, ci scambiamo un fortissimo abbraccio, poi la
osservo andare via.
Sarà una lunga giornata.
Osservo nuovamente il pendolo, ma inizio a pensare che
abbia qualche problema: mi sembra che sia passata
un'eternità da quando l'ho
controllato l'ultima volta, ma segna che sono passati solo cinque
minuti.
Amareggiata sbuffo incrociando le braccia.
Forza Anna, Elsa ha
ragione! Continuando così il tempo non passerà
mai. Certo, ero così contenta di
poter fare quelle attività con lei...Ehi, un attimo! Potrei
provarle a fare lo
stesso, anche senza di lei. Su Anna, non hai bisogno di un'altra
persona per
divertirti.
Mi guardo allo specchio, fissando il mio riflesso e
immediatamente capisco perché non amo restare sola. Per anni
sono stata da
sola, quando Elsa non voleva avere rapporti con me per paura di farmi
del male
coi suoi poteri.
Dopo il giorno dell'incoronazione tutto è cambiato: ho
riallacciato il rapporto con mia sorella e ho conosciuto Kristoff, sto
così
bene in loro compagnia che da allora ho una paura folle di restare da
sola. Di
stare di nuovo male.
Su Anna, sii positiva!
Elsa tornerà domani e Kristoff tra una settimana, non
morirai per due giorni da
sola!
Ripenso alle attività che mi ero proposta di fare con mia
sorella: ok la prima era "divertirsi con la neve", decisamente
improponibile senza di lei, essendo estate. Non mi lascio scoraggiare e
opto
per la seconda: andare a fare un giro al mercato.
Mi vesto di fretta e corro al mercato: mi piace stare tra
la gente. Voglio ritrovare quel banco che vendeva dei bellissimi
nastri, magari
potrei prenderne uno anche ad Elsa, così avrà una
sorpresa al suo ritorno.
Durante la mia ricerca mi fermo ad osservare i vari banchi, molte
persone mi
fermano desiderose di conoscere la principessa Anna, mi intrattengo
brevemente
con loro per poi continuare la mia ricerca. Ad un tratto in un banco
vedo
qualcosa di mai visto, mi avvicino per osservarla più da
vicino: è una specie
di sfera di vetro con dentro una renna in miniatura che mi ricorda
molto Sven.
"Cos'è?" chiedo rivolta al mercante.
"L'ho fatta io stesso, se la capovolgi e poi la
rimetti dritta avrai una sorpresa"
Faccio come mi dice e immediatamente rimango sbigottita:
dentro la sfera di vetro, quella che sembra essere neve, inizia a
scendere
sulla piccola renna.
E' una delle cose più belle e incredibili che abbia mai
visto, nella mia mente inizio a pensare: "LOVOGLIOLOVOGLIOLOVOGLIO!"
, cerco di calmare il mio entusiasmo, decidendo che fosse meglio dirlo
una sola
volta ad alta voce.
"Lo voglio!"
Pago la sfera, e subito penso ad una cosa.
Voglio vedere che
faccia farà Kristoff quando la vedrà!
D'un tratto mi sfiora l'idea di regalarla a lui, un po'
mi spiace non averla per me, ma se lo renderà felice voglio
che sia sua, quindi
decido che sarà il suo regalo di bentornato!
Ora devo solo trovare
quel mercante di nastri così pure Elsa avrà il
suo regalo!
Svolto in un vicolo più isolato, fino ad arrivare vicino
ad un pontile, dove credevo ci fosse il mercante, ma non trovo nessun
banco. Ma
c'è qualcos'altro che mi fa sussultare, o meglio dire
...qualcun'altro.
Era Kristoff.
Il mio cuore inizia a battere a mille, non riesco a
pensare a nient'altro tranne al fatto che lui era lì, era
tornato e non vedevo
l'ora di riabbracciarlo, sperando rimanesse questa volta.
Sto per correre da lui quando qualcosa mi ferma,
bloccando anche il battito del mio cuore: Kristoff non era solo, era
con la
stessa ragazza che avevo visto qualche giorno prima. Non faccio in
tempo a
pensare di essere esagerata a pensare male, quando lui la abbraccia
urlando: "Ti
adoro!"
Sento mancarmi il respiro, il cuore mi si stringe in una
morsa di dolore e di rabbia, non so se voglio piangere, non so se
voglio andare
lì e sganciargli un pugno dritto in faccia o se voglio
urlargli contro qualcosa
di indicibile.
Resto lì immobile, non riesco a fare niente. E' come se
qualsiasi cosa facessi non avesse senso, neanche quello che vedo
continua ad
avere senso per me, è come vivere un incubo con la
convinzione che quello che
vedi sia impossibile che sia reale.
Sussulto di nuovo quanto sento il mio nome, ma è lei a
pronunciarlo. Penso che mi abbia visto, ma mi accorgo che invece sta
ancora
parlando con lui, il che si rivela tremendamente peggio.
"Anna lo sa che sei qui?"
"Certo che no, e non deve saperlo! Per lei sto
ancora sulle montagne a raccogliere il ghiaccio"
"Come se tu ci fossi mai andato!" dice lei con
un sorrisetto ironico che mi fa venir voglia di spaccarle la faccia.
"Abbassa la voce, non vorrai che qualcuno ti senta,
Anna è la principessa qui, mica una sconosciuta!"
"Sei stato tu il primo ad alzare la voce Kris!"
Sgrano gli occhi, il respiro mi si fa sempre più lento e
pesante, improvvisamente mi sento una stupida, per aver creduto in lui,
per
averlo atteso con tanta impazienza, per essere sempre così
maledettamente
ingenua e positiva.
Porto le mani alle orecchie, l'unica cosa che so è che
non voglio sentire altro, o non so di cosa sarei capace, quindi corro
via, tra
la folla, verso il castello.
Non so quanto tempo ci metto, sento gente che chiama il
mio nome, che mi chiede se sto bene, ma li ignoro. Riesco solo a
correre, e
correndo miliardi di pensieri si affollano nella mia mente.
Perché lo ha fatto?
Quando l'ha
conosciuta?
Da quanto tempo mi
mente?
Dove è stato in questi giorni?
Dove starà nei
prossimi?
La mia testa è talmente piena di domande che sento
potrebbe esplodere da un momento all'altro.
Finalmente riesco ad entrare al castello, quando arrivo alla
mia camera mi lascio cadere sul letto e inizio a singhiozzare,
cacciando fuori
tutto il dolore che ho cercato di trattenere dentro fino ad ora.
C'è una cosa in tasca che mi da fastidio, la prendo. E'
la sfera che volevo regalare a Kristoff, la stringo forte nella mia
mano, ed
ancora più forte è la stretta che sento al cuore.
Delle lacrime solcano il mio
viso, lascio cadere la sfera per terra, che si frantuma in mille pezzi,
come il
mio cuore.
Quella
notte la passo praticamente a piangere, ma quando
sono finte le lacrime non mi sento comunque meglio. Quei giorni
trascorrono in
maniera indescrivibile: voglio stare da sola, Olaf dice di volermi fare
compagnia ma la rifiuto. Non sono in vena di fare nulla.
Quella sera torna anche mia sorella, la abbraccio
fortissimo, ma non riesco a dirle nulla di ciò che ho visto.
Forse perché
voglio essere io a vedermela con lui quando tornerà, se mi
deve ancora mentire
voglio che lo faccia guardandomi negli occhi. Solo allora lo
dirò pure a Elsa.
OK, ora c'è solo un piccolo problema, Elsa mi conosce
troppo bene e mi sa leggere dentro, subito capisce che c'è
qualcosa che non va.
"Anna tutto bene? Ti vedo strana"
"Sì, tranquilla sono solo un po' stanca"
Mento spudoratamente e lei lo sa, glielo leggo
nell'espressione che fa.
"Se ti serve qualcosa, qualsiasi cosa, lo sai che
sono qui vero?"
"Certo sorellona!"
La abbraccio nuovamente.
"Grazie, sono contenta che tu sia tornata"
E' vero, anche se ho deciso di non dirle nulla ancora, la
sua presenza mi tranquillizza leggermente.
I giorni passano velocemente, decido di non isolarmi,
quindi quando posso sto con Elsa e Olaf, ma spesso il dolore si fa
forte e
quindi trovo una scusa per stare da sola. Elsa mi fissa strano, forse
pensa che
mi manca solo Kristoff, non capisce che invece è esattamente
l'opposto. In realtà
Kristoff mi manca, ma quello che conoscevo io, non lo sconosciuto che
ho visto
al molo. Mi domando se il vero Kristoff fosse quello e non colui che
credevo di
conoscere...proprio come Hans.
Arriva
infine il giorno del rientro di Kristoff lo
aspetto agitata dove avevamo detto. Non faccio in tempo a pensare ad un
piano
d'azione che lo vedo all'orizzonte, appena nota la mia presenza corre
esuberante verso di me.
Ma non trova ciò che si aspettava, incrocio le braccia al
petto e lo fisso con sguardo omicida, quindi lui rallenta e sorpreso mi
osserva
perplesso.
"Anna, non sei felice di rivedermi?"
Faccio uno sforzo assurdo per non mettermi a piangere o
per non mollargli un pugno, quindi gli dico semplicemente: "Dove sei
stato
in queste settimane?"
"B-Bé, a raccogliere il ghiaccio! Te l'ho detto
no?" balbetta incerto, portando una mano dietro al testa.
"Sei un pessimo bugiardo!" gli dico, mi volto
per andare via: ero già stanca delle sue menzogne. Ma lui mi
blocca per un
braccio.
"Aspetta Anna! Cosa sai esattamente?"
Ok, tutto ha un limite, mi giro, ma questa volta sono
furiosa.
"Perché? C'è qualcosa che non dovrei sapere
KRIS?"
"Oh ma allora è per quella ragazza che hai visto un
decina di giorni fa? Come ti ho già det-"
Non lo lascio finire di parlare.
"Non è solo per quello, l'hai rivista anche una
settimana fa ed eri qui, non sulle montagne e ovviamente non ti sei
disturbato
a dirmelo. Oltre al fatto che dubito che tu sia mai andato a
raccogliere il
ghiaccio, dato che tu stesso hai ammesso a lei il contrario"
Kristoff sgrana gli occhi, stupito del fatto che lo sapessi.
"Ora mi spieghi tutto, oppure non avremo altro da
dirci! Iniziando magari dal chi è questa e perché
ti chiama Kris...avete tutta
questa confidenza?"
Kristoff mi fissa sbigottito, poi scoppia in una flebile
risatina.
"Sei gelosa allora!"
Stringo il pungo forte verso il basso, resistendo ancora
una volta alla tentazione di darglielo in faccia. Ma prima che posso
dirgliene
quattro é lui a parlare.
"Allora Anna hai frainteso: quella ragazza si chiama
Kristen ed è praticamente come una sorella per me!"
Lo fulmino dubbiosa.
"Pensavo fossi ORFANO!"
"E infatti lo sono. Quando ero appena poco più di un
neonato è stata la madre di Kristen a prendersi cura di me,
ma era molto povera
e crescere due bambini diventava sempre più difficile per
lei, così quando fui
abbastanza grande cercai subito di aiutare come potevo. La madre di
Kristen
conosceva un amico che raccoglieva il ghiaccio, me lo ha presentato e
mi ha
insegnato tutto quello che sapeva, lo aiutavo come potevo e mostrai
sempre più
interesse per quel lavoro. Ma la madre di Kristen era una commerciante
di legno
e doveva viaggiare per guadagnarsi da vivere. Sapeva che se voleva
assicurarmi
un futuro doveva lasciarmi andare, così coi pochi soldi che
aveva mi comprò un
cucciolo di renna: Sven e col legno mi costruì una mini
slitta. Mi affidò al
suo amico e se ne andò, anche se non voleva darlo a vedere
sapevo che stava
piangendo. Ogni tanto viene a trovarmi ma molto raramente, loro non
sono di
Arendelle. Ho passato comunque anni con Kristen, ci siamo sempre
ritenuti come
due fratelli, e ci chiamiamo vicendevolmente Kris, perché da
piccoli ridevamo del
fatto che i nostri nomi iniziano uguali"
"Oh"
E' l'unica cosa che riesco a dire. Il suo ragionamento è
impeccabile e il suo racconto commovente, non sapevo tutte queste cose
di lui!
Ma c'è ancora qualcosa che non mi quadra.
"Si ma cosa hai chiesto a questa Kristen allora? Vi
ho visti e sentiti al molo , l'hai abbracciata e
incontrata...perché non volevi
dirmelo? E soprattutto, cosa hai fatto in tutti questi giorni?"
"Kristen commercia legno, come la madre! L'ho abbracciata
per ringraziarla, perché mi ha procurato del mogano,
rarissimo da queste
parti"
"Mogano? E a che ti serve?"
Mi sorride con un'espressione di sfida: sta macchinando
qualcosa, mi tende una mano e dice: "Vuoi vedere di persona?"
Fingo di non sciogliermi vedendo quel sorriso, con aria
diffidente dico: "Vediamo!" e stringo la sua mano.
Mi fa salire sopra a Sven e mi porta fino alle colline,
fino ad arrivare ad un'enorme prato ricoperto da una distesa di
coloratissimi
fiori.
"Wow che bello!"
Kristoff mi aiuta a smontare da Sven, quindi osservo
incantata i fiori colorati.
"C'è un'altra cosa che devi vedere"
Lo fisso dubbiosa, per poi percorrere lo sguardo nella
direzione che stava indicando. Vedo una piccola casetta fatta di legno,
che
sorgeva tra la colorata distesa di fiori.
"Che carina!"
Non resisto all'idea di vederla da vicino, così mi faccio
accompagnare da lui fino all'interno, che era ancora più
delizioso, anche se
c'erano pochissimi mobili.
"E' ancora da finire...ma il legno mi serviva per
questa!"
Meravigliata lo fisso a bocca aperta.
"Vuoi dirmi che questa l'hai costruita TU?"
"Ti piace?"
"E' stupenda, adorabile, graziosa! Non sapevo che
sapessi lavorare il legno!"
"Bé, sono contento che ti piaccia! Anche perché
potrebbe essere tua...ehm, cioè nostra...cioè..."
Sussulto a quelle parole e mi giro di scatto verso di
lui, ma mi sorprendo nel non vederlo ad altezza naturale,
bensì inginocchiato
ai miei piedi.
Il suo volto è diventato rosso come un peperone e il mio
cuore batte all'impazzata. No, non può essere davvero quello
che penso.
Tira fuori dalla tasca un anello e me lo porge con una
mano.
"Anna, vuoi sposarmi?"
In un attimo mi blocco, il mio cuore batte fortissimo e
mi viene quasi da piangere, ma questa volta sarebbero lacrime di gioia.
Come ho potuto
pensare che Kristoff avesse mai potuto fare quelle cose orribili?
D'un tratto mi sento una stupida. La stupida più
felice del mondo.
Mi getto tra le sue braccia e lo stringo fortissimo.
"Ti amo Kristoff!" gli sussurro.
Lui sorride.
"E' un sì?"
Mi slego leggermente da quell'abbraccio, quel tanto che
basta per poggiare la mia fronte sulla sua, lo fisso negli occhi, ora
anche io
sto arrossendo.
"Assolutamente!"
Mi sorride con uno sguardo pieno di felicità, per poi
scambiarci un tenerissimo bacio, dura pochi attimi, ma so che non me lo
dimenticherò mai.
Poi Kristoff si alza, mi aiuta a fare altrettanto. Lo
fisso sogghignando.
"Aspetta, non crederai di potermi sposare così
facilmente! C'è ancora una cosa da fare, ed è la
più difficile"
Kristoff mi guarda interdetto.
"Quale?"
"Avere l'approvazione di mia sorella!"
Entrambi ci mettiamo a ridere, poi lui mi fissa.
"Bé, se non me la dà gliela chiederò
tutti i giorni,
finché non cederà, noi uomini del ghiaccio non ci
arrendiamo così facilmente!"
Rido, poi mi ricordo quello che è successo.
"Scusami Kristoff, non avrei mai dovuto dubitare di
te, non so cosa mi è passato per la testa!"
"Tranquilla Anna, comprendo perché hai dubitato,
in fondo ti ho nascosto parecchie cose, chiunque avrebbe pensato male"
"Per farmi perdonare parlerò io ad Elsa!"
"Sicura? Non vuoi che ci sia anche io?"
Lo abbraccio da dietro reggendomi alle sue spalle.
"Tranquillo, voi uomini del ghiaccio sarete pure
testardi, ma noi principesse lo sappiamo essere anche molto di
più!"
Lui volta lo sguardo verso di me sorridendomi.
"Non ne ho dubbio!"
Gli do un leggero bacio sulla guancia.
Adesso lo so: non mi importa veramente se Elsa dirà di
si, se ci sposeremo, se vivremo qui o altrove.
Finché staremo insieme, finche ci ameremo così,
andrà
tutto bene.
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