Storia
senza nessunissima pretesa. Solo l'ennesimo pensiero che mi sono fatta
durante una puntata, osservando il comportamento di quei due (chi sono
quei due? Jen e Jethro, ovviamente!). Perchè anche se spesso non si dicono nulla, gli sguardi parlano e i loro pensieri mi sembrano più veri delle loro parole
Pensieri a fior di labbra
Titolo: pensieri a fior di
labbra
Challenge:
sfida dei duecento prompt
Prompt: 102.
Labbra
Fandom:
NCIS
Personaggi:
Leroy Jethro Gibbs, Jennifer Shepard, dott. Mallard
Raiting:
verde
Tipologia: one-shot
Parole:
578
La
sala autopsie è illuminata da luci bianche e fredde come i
tre cadaveri distesi sopra i tavoli d’acciaio. Due
appartengono ai fratelli Dampsey, il terzo, più vicino
all’ingresso, ad un agente NCIS, l’autista del
direttore Shepard. Duky è seduto alla sua scrivania, indossa
ancora il camicie verde e una cuffietta dello stesso colore. Gibbs
sente i passi di Palmer alle sue spalle e lo vede entrare nella sala e
avvicinarsi al dottore.
Lei
è lì in piedi accanto al quarto tavolo, le mani
appoggiate sul bordo liscio e grigio e gli occhi fissi sui tre corpi
davanti a lei. Nudi contenitori di anime perdute.
Lui
si avvicina a lei con passo lento. Una domanda a cui non riesce a dare
voce si muta in un abbozzo di sorriso sulle sue labbra.
“Sto
bene, Jethro, davvero!*” gli risponde con voce pacata, senza
alcuna esitazione.
La
paura, per un attimo, inchioda Gibbs ai suoi pensieri. Credeva che non
avrebbe udito mai più alcun suono uscire da quelle labbra
morbide.
Lui beve un sorso di caffè e si allontana di pochi passi,
avvicinandosi al primo dei cadaveri. Lei sta continuando a parlare, ma
le sue parole non giungono a lui con chiarezza. La mente di Gibbs
è ingombra di altri pensieri. Ha rischiato di perderla e ha
permesso ai suoi sentimenti di riemergere, improvvisi e impetuosi come
un temporale in mare. Un attimo prima navigava al largo con il timone
ben stretto tra le mani, padrone del mare e dell’orizzonte e
un attimo dopo era in balia della tempesta, incapace di manovrare la
nave squassata dalle onde.
Gibbs
prende un altro sorso di caffè, nella speranza che quel
liquido caldo e amaro che scandisce la sua giornata riporti
regolarità nel suo animo. Poi si gira, pronto per
affrontarla.
“Pensi
di dire qualcosa, prima o poi*?” le sue labbra si muovono
appena, ma attirano la sua attenzione. Deve tornare in sé,
pensa.
“Un
po’ di caffè?*” chiede mentre le porge
il suo bicchiere. Lei lo prende senza esitazione e lo avvicina alle
labbra, bevendo un sorso. Lui invidia quel bicchiere, vorrebbe essere
al suo posto.
“Ho
i risultati degli esami del neuropatologo…*” la
voce di Ducky arriva da lontano. Si era dimenticato della sua presenza
in quella stanza.
Gibbs
lo ascolta mentre dice qualcosa a proposito di una malattia congenita e
gli risponde a tono, ma non sa nemmeno lui che cosa sta dicendo. Sembra
quasi che Gibbs voglia accanirsi sull’errore commesso
dall’agente David.
“A
me sembra un caso di morte naturale.*” Afferma Jen con una
nota di ovvietà.
“È
esattamente la mia diagnosi.*” conclude Ducky abbozzando un
sorriso, poi se ne va. Gibbs lo osserva appoggiare la cartellina sopra
il tavolo e fare un cenno al suo assistente. Le porte della sala
autopsie si aprono con uno sbuffo, Duky e Palmer escono. Li guarda
sparire dentro l’ascensore, dovrebbe seguirli. Seguirli gli
sembra la cosa più sensata da fare. Jen è ancora
appoggiata al tavolo d’acciaio, ha gli occhi chiusi e le sue
labbra rilassate gli sembrano ancora più invitanti.
Gibbs
le si avvicina di un passo, esitante. La vede contrarre la mascella e
deglutire pesantemente, si ferma. Scuote la testa - non è il
momento giusto, pensa - e prima di lasciarsi sopraffare dalla emozioni
fa un mezzo giro su se stesso ed esce.
Jen
sente lo sbuffo delle porte, riapre gli occhi e sospira. Le labbra di
Jethro erano una tentazione troppo grande, non avrebbe resistito ancora
a lungo.
* Dialoghi tratti
dalla puntata 3x 22 "Un pugno pericoloso"
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