Amore e vendetta
Le campane della chiesa di Saint Dunstan rintoccavano le sette meno un
quarto, per Londra stava per iniziare nuovo giorno.
Di sicuro non era facile capire che
ore fossero dal cielo, visto che come spesso capitava
nelle mezze stagioni la città era avvolta in un fitta coltre di nebbia che
rendeva l’atmosfera quasi magica, fiabesca.
La poca luce che filtrava
illuminava le strade e i vicoli della city di una strana luce argentea, quasi
tetra, mentre
la gente iniziava ad uscire dalle proprie case per iniziare le attività
quotidiane.
Anche il signor Kawada
come ogni mattina si era alzato di buon’ora e stava
pulendo il suo
negozio che avrebbe aperto di lì a un’ora.
Il signor Kawada
come indica il nome non era di origine londinese, i suoi genitori infatti erano giapponesi
emigrati a Londra per questioni di lavoro, così lui che era nato e cresciuto
nella capitale europea alla fine decise di stabilirvisi definitivamente e
aprire una modesta attività di barbiere, che nonostante l’aggettivo modesta che
lui stesso usava per apostrofare la sua attività, era molto apprezzata nei
quartieri limitrofi data la sua bravura.
L’unica a conoscere i dettagli
della vita del sig. Kawada era la signorina Yuka, una giovane donna anch’essa di origini
giapponesi, che gestiva il piccolo negozio di pasticci di carne appena a fianco
di quello del signor Kawada.
Infatti Kawada era una persona molto riservata, cosa assai insolita
per la sua attività.
Come detto aveva fama di eccezionale barbiere e gli affari andavano a gonfie vele,
tanto che spesso capitava ci fosse la fila per entrare nella sua piccola botteguccia.
Ma nonostante
questo non aveva mai voluto assumere un garzone o un apprendista che gli desse
una mano con il negozio, l’unica persona che a volte lo aiutavata quando non era presa dalla sua attività era
sempre la signorina Yuka.
Ultimamente comunque
le acque si erano come calmate, sebbene la sua fama fosse rimasta intatta e il
suo lavoro fosse sempre estremamente apprezzato anche da persone di alto rango,
che tradizionalmente avrebbero snobbato lo squallido stanzino al primo piano di
un edificio in Fleet street in cui Kawada esprimeva la sua arte.
Strane voci si rincorrevano tra i
popolani, voci di clienti del signor Kawada che entravano da lui per una rasatura e poi
sparivano nel nulla.
Voci che rimanevano tali, dato che
nonostante ci furono diversi tentativi di denuncia da parte di
abitanti di Fleet street nessuna cosa fu mai
trovata fuori posto nel negozio del signor Kawada,
ne’ fu mai trovato indumento o prova del fatto che queste persone non fossero
uscite con le loro gambe dal negozio.
Inoltre la fama di grande artista
della lama ormai lo precedeva in buona parte di Londra, si vociferava che
avesse avuto tra i suoi clienti avvocati, nobili e membri dell’alta borghesia
londinese. Tutte persone pronte a mettere in discussione ogni
accusa e infamia nei suoi confronti.
Nessuno poteva anche lontanamente
immaginare i pensieri che riempivano la mente del barbiere
mentre pazientemente finiva di spazzare e ripulire il pavimento del
negozio da polvere e residui del giorno prima.
Appoggiato alla parete c’era anche un straccio con un secchio, ma nonostante mancasse ancora
mezz’ora all’apertura Kawada non prese nemmeno in
considerazione l’idea di lavare il pavimento di legno scuro e a trattati
ammuffito.
- Ti converrà cambiare quell’acqua, se non vorrai che qualcuno si spaventi nel
vederla di un vivo color rubino.- La signorina Yuka era entrata in quell’istante
dalla porta.
Kawada di
tutta risposta alzò lo sguardo verso di lei un istante, ma poi la ignorò e si
mise a pulire la sedia e gli attrezzi sciacquandoli in un piccolo lavabo.
Yuka
sospirando prese il secchio e uscì per andare a svuotare quell’acqua
che effettivamente aveva un colorito rosso vivo, decisamente
strano dato le circostanze.
Tornò di lì a cinque minuti con il
secchio pieno di acqua pulita.
- Gli affari vanno proprio a gonfie vele ultimante…-
- Già, tutta Londra si starà
domandando come possiate avere della carne così fresca e saporita ogni giorno…-
Ribattè Kawada.
- Beh, non vi è motivo di aver
paura… in fondo il negozio della via accanto non fa mistero del fatto che usa
carne di gatto per i suoi pasticci…e poi ci sono indiscutibili vantaggi nella
nostra scelta, a
partire dal fatto che i gatti sono molto difficili da acchiappare… -
- Continuo a dirlo mia cara,
un’idea la vostra semplicemente geniale…guardate fuori
dalla finestra e osservate…uomini ricchi e potenti che schiacciano gli
altri…vivono nutrendosi di loro e della loro miseria…perché dunque non
rispettare questa semplice legge per portare avanti la mia vendetta?
Yuka
rispose con un sorriso a metà tra il tenero e il diabolico.
- Ora sarà meglio che vada al mio
negozio…se non mi metto al lavoro alla svelta quando
sarà l’orario di punta impazzirò per star dietro alle ordinazioni…buona
giornata e buon lavoro mio caro…-
Kawada
rispose al saluto con un semplice cenno della testa mentre
era intento a pulire ed affilare i suoi preziosi rasoi, fatti di argento
cesellato.
Se li era fatti
fare su misura da un fabbro di Fleet Street e da soli
valevano probabilmente più di tutto il negozio. Avevano lame lunghe ed
affilatissime, ma nonostante questo Kawada li usava
con una tale destrezza da poter rasare un uomo con solo 4 colpi di rasoio.
Anche se a dire
la verità questa era solo una voce, se ma qualcuno avesse davvero ricevuto tale
servizio non era dato saperlo. E in ogni caso Kawada non amava vantarsi del suo mestiere, se qualcuno
faceva domande in merito cercava subito di sviare il discorso.
Il negozio della signorina Yuka si trovava al piano inferiore rispetto al negozio di Kawada, e lì si trovavano anche gli alloggi per entrambi.
Nello scantinato dell’edificio si
trovava la fornace con cui Yuka cucinava i suoi
pasticci. Ogni giorno grandi colonne di fumo si alzavano dal comignolo, a
segnalare che la produzione di pasticci era in piena attività.
Alcune malelingue vociferavano di
cattivi odori provenienti dallo scantinato, olezzo di demoni e sangue dicevano, ma nessuno gli dava credito specie dopo aver
provato la cucina della signorina Yuka.
Nei vicoli difronte
all’edificio si aggirava spesso una donna, vestita tutta di stracci e
all’apparenza molto vecchia, una mendicante che cantava qualche lamentosa
strofa cercando la carità tra i passanti.
Yuka
mostrava una innata repulsione per quella donna, tanto
che la faceva spesso e volentieri cacciare in malomodo
da clienti volenterosi. La repulsione era invero ricambiata,
dato che la donna descriveva ai passanti Yuka
con appellativi come:
- Non fidatevi di quella donna…è un strega e vi avvelenerà le menti con i suoi cibi del male!
–
- Guardate quel comignolo…vi esce
il fumo dell’inferno…scappate prima che lei vi prenda!-
Naturalmente nessuno dava peso agli
isterismi di quella povera donna, i più caritatevoli la zittivano con qualche
spicciolo, i più presuntuosi la scacciavano con un colpo di ombrello
o qualche insulto.
Kawada al
contrario di Yuka ignorava completamente quella
donna. L.l'rava completamente quella
donna..l'spicciolo, i più presuntuosi la scacciavano con un colpo di’aveva
vista un paio di volte ma l’aveva subito ignorata.
Anche quella mattina quella donna
era lì che si aggirava per i vicoli quando incrociò il
passo di un giovane nobile, vestito con uno stupendo abito di velluto blu.
Aveva i capelli di colore scuro
come pure gli occhi, il volto serio ma generoso. Aveva all’incirca
trent’anni.
Prima che la donna si rendesse conto di chi aveva davanti il giovane le posò nella
mano una manciata di sterline.
La donna trasalì nel vedere tanto
denaro tutto insieme e subito cercò lo sguardo del giovane per capire la sue intenzioni.
- Potrebbe essere così gentile da
dirmi dove trovare il negozio del signor Kazuo Kawada? –
La donna dopo un attimo di esitazione senza dire un parola indicò la porta del
negozio di Kawada, incapace di proferir parola difronte a tanta gentilezza.
- La ringrazio e le auguro giorni
migliori. –
Detto questo si congedò e si
diresse verso la porta di Kawada. Il giovane era il
nobile Sasuke, rampollo di un
importante famiglia imparentata con la corona reale. Il suo nome proveniva
dalla madre, giapponese di origine e figlia
dell’imperatore.
Nonostante il suo elevato rango il nobile Sasuke godeva
della fama di nobile giusto, una condizione rara per uno della sua elevatura.
Era sposato con una bellissima giovane
anch’essa di nobile famiglia e cosa rara per i tempi che correvano i due erano
davvero molto innamorati. Di lì a qualche mese sarebbe nato il loro primo
figlio.
Ma come presto Sasuke avrebbe capito, anche se tardi per lui, l’odio e la
vendetta sono ciechi e non guardano in faccia a nessuno…
Entrò nel negozio
e fu accolto da un inchino del signor Kawada.
- Buongiorno mio signore…-
- Buongiorno a voi, siete il signor
Kawada ? –
- Per servirla milord…cosa
posso fare per lei oggi? –
- Vorrei la vostra miglior rasatura,
domani ho un giorno importante e l’aspetto dovrà essere al meglio… -
- Ma certo ,
prego mio signore…-
Kawada lo
fece accomodare sulla sedia e gli mise il panno per non sporcarsi, dopodichè si
mise a mescolare la schiuma con un movimento ritmico molto simile a un cuoco che sbatte le uova.
- E qual è dunque questa occasione mio signore ? –
- Annuncerò la mia candidatura come
prefetto della città, oltre alla dolce attesa di mia moglie…-
Kawada
ebbe un attimo di esitazione, come se le parole di Sasuke lo stessero ferendo.
- Siete proprio un uomo fortunato
mio signore…-
- Già lo devo proprio ammettere…-
Passata la schiuma si mise ad
affilare il suo rasoio argentato usando un pezzo di cuoio, dopodichè prese delicamente il volto del giovane con una mano.
- Ora rimanete
fermo mio signore… tra poco tasterete con mano la migliore rasatura di
tutta Londra…-
Intanto la mendicante, affascinata
dalle buone maniere del giovane era in attesa ai piedi
del negozio di Kawada. Voleva assolutamente
ringraziare il nobile Sasuke per la generosità del
suo gesto.
Ma avvenne
qualcosa che scosse i teneri pensieri della donna e la riportò alla cruda
realtà.
Dall’interno del negozio udì
chiaramente un urlo, che però uscì quasi strozzato
come se chi lo stava facendo stesse soffocando rapidamente.
Pochi istanti dopo sentì un rumore
meccanico e subito un
tonfo al piano inferiore, come di un grosso sacco che cade dal piano superiore.
Alla donna venne istintivo correre
su per le scale e vedere cosa fosse successo, ma fu
costretta a nascondersi dietro un muro, perché proprio in quel momento la
signorina Yuka faceva capolino dal suo negozio per
correre nel sotterraneo a prendere altri pasticci.
Quando fu certa di essere al sicuro uscì fuori e corse di sopra. Aprì istintivamente la
porta ed entrò.
Sulla sedia da barbiere non c’era
nessuno, tutto era in ordine ed apposto come se nessuno fosse entrato.
Qualcuno aveva appena lavato il
pavimento e si potevano ancora vedere le tracce di una veloce pulita alla parte
interna della porta.
Del giovane nobile nessuna traccia,
era svanito nel nulla.
Era tanta la sua foga che non si
accorse del signor Kawada che comparve da dietro la
porta dopo aver appoggiato al muro lo scopettone e lo straccio per il
pavimento.
- Che cosa
ci fai tu qui ? –
- Nulla mio signore…mi era solo
parso che qui fosse entrato un uomo..un
giovane nobile..- disse tremante la vecchia.
In effetti
il signor Kawada aveva un fare piuttosto minaccioso,
avanzava deciso verso di lei brandendo uno dei suoi rasoi come fosse un
coltello.
- Non è entrato nessuno qui…sparite
dalla mia vista o altrimenti…-
Detto questo si fece ancora più
vicino.
- Vi sbagliate
signore qualcuno è entrato qui l’ho visto io…- Disse lei ancora più
impaurita.
- In questo caso, sarà meglio che
non raccontiate in giro quello che avete visto…-
Kawada
alzò contro di lei la lama per colpirla, ma la mendicante con moltà agilità si abbassò a schivare il colpo e si nascose
dietro la sedia da barbiere.
Nel cadere la donna perse il
malconcio cappello, che nascondeva alle persone i tratti del viso.
Difronte
alla vista del suo volto e dei suoi biondi capelli, Kawada trasalì.
Il rasoio gli cadde di mano e senza più atteggiamenti minacciosi si fece incontrò alla
donna anch’essa improvvisamente stupita dal volto del barbiere.
In effetti
non si era mai soffermata a guarda in
volto il giovane, le rare volte che ne aveva occasione gli lanciava sguardi
furtivi di sfuggita come per la maggior parte delle persone che incontrava per
strada.
E di
contro anche Kawada non aveva mai avuto modo di vedere
il volto della donna, sempre accuratamente celato dal cappello calcato in testa
e dalla sua postura gobba.
La donna non era vecchia, anzi
aveva probabilmente più o meno i suoi anni. Erano solo
il vestire trasandato e la sua andatura a far pensare a
una donna anziana.
Alla fine Kawada
proferì una sola parola, quasi strozzata da un improvviso nodo in gola.
- Ino…? –
- Shi-Shikamaru
? – Rispose lei con voce visibilmente emozionata.
I due si strinsero in un
interminabile abbraccio, che colmò in un appassionato bacio d’amore.
Shikamaru
era incredulo, la donna vestita di stracci difronte a
lui era in realtà la moglie che credeva morta da anni, la donna che lui amava
più di ogni altra cosa.
La donna per cui
lui aveva deciso di diventare Kazuo Kawada ed iniziare la sua spietata vendetta contro la gente
di quella città, colpevole di aver permesso a un potente di distruggere la loro
esistenza e il loro amore.
Shikamaru
stringendola forte si lasciò andare ad una triste canzone, che spesso cantava
nei momenti di solitudine nel suo negozio.
There was a barber and his wife
and she was beautiful...
a foolish barber and his wife.
She was his reason for his life...
and she was beautiful, and she was virtuous.
And he was nieve.
There was another man who saw
that she was beautiful...
A biased vulture of the law
who, with a gesture of his claw
removed the barber from his plate!
And there was nothing but to wait!
And she would fall!
So soft!
So young!
So lost and oh so beautiful!
Oh, that was many years ago...
I doubt if anyone would know.
Appena ebbe finito di cantare Ino lo baciò dolcemente e gli sorrise. Lui ricambiò il sorriso, per la prima volta dopo anni di sofferenza
stringeva nuovamente sua moglie a se’. Ora
nulla li avrebbe nuovamente divisi.
Lei aveva capito cosa suo marito avesse fatto in nome della vendetta, ma la consapevolezza la
rendeva solo più innamorata di quell’uomo, così pazzo
d’amore per lei.
Una vita difficile e pericolosa li
attendeva ora, ma uniti nuovamente nulla li spaventava e per la prima volta dopo
anni sia Shikamaru che Ino potevano
vedere al domani con una grande felicità derivata dalla consapevolezza di
riaver trovato la persona tanto amata e a lungo cercata.
(TO BE
CONTINUED)
Angolino dell’autore:
Ringrazio tutti quelli che
leggeranno questo mio primo lavoro, che in quanto mosca
bianca dedico allo shika X ino
day XDD
Si lo so è
una storia un po’ non convenzionale, Ma più che altro il mio intento era
buttare giù una sorta di versione demo e se i
commenti sono positivi completare aggiungendo un seguito in cui si tratti
maggiormente della mitica coppia.
Ovviamente come la maggior parte di
voi avrà capito lo spunto viene dal film “Sweeny Todd” con Jonnhy Depp, anche se ovviamente visto il tema che volevo trattare
ho curato un finale migliore di quello del film XD
Per concludere
ringrazio la mia inochan che mi ha spinto a portare
avanti questa idea ^^