Capitolo primo
L’inizio
Speravo con tutto il mio cuore che il signor Pich fosse in
cucina con l’intento di cucinarmi una colazione come si deve. Anche se non era
così. Zio Pich giaceva nel mondo delle tombe, dove tutti i corpi venivano
lasciati a marcire per moltissimo tempo. Quando mi alzai dal letto i miei occhi
fissarono il punto in cui zio Pich mi aveva lasciato, e con lui anche Sibilla e
Jhamira. Sibilla era una ninfa dal carattere mascolino, e Jhamira una fata
guardiana dei lupi, dal carattere sincero e indipendente. Io mi chiamo Fox… Fox
Hallow, ho una sorella di nome Laika, che non la smette mai di seguire i miei
passi. Entrambi siamo i figli di due grandi imperatori. Nostra madre era
l’imperatrice di Furya, il mondo dei draghi e del fuoco. E nostro padre era
l’imperatore di Antlantide, il mondo delle creature acquatiche e dell’acqua. I
nostri genitori all’inizio non si potevano nemmeno guardare, perché i loro
mondi erano in guerra, ma poi conoscendosi decisero di scappare, e di
trasferirsi nel mondo della magia, dove nacqui io e mia sorella. Col passare
del tempo, i maghi e le streghe capirono chi fossero in realtà e decisero di
eleggerli come re e regina di quel regno. Ma una forza potente si arrabbiò con
loro, il suo nome era Re, che decise ben presto di attaccarli. Anche se invano
ci riuscì. I due imperatori, usando entrambi i loro poteri erano invincibili
così da salvare il loro regno. Un giorno però Re uccise uno dei due imperatori,
mio padre, così da riuscire ad uccidere anche mia madre. Quest’ultima riuscì
però a trasferire me e anche mia sorella nel mondo degli umani, sperando che un
giorno saremmo ritornati, col tentativo di salvare i maghi e le streghe e con
loro anche l’intero mondo della magia.
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Io e mia sorella Jennifer, stavamo raggiungendo la nostra
scuola. Entrambi avevamo la stessa cartella, così come le scarpe e i pantaloni.
Non eravamo molto felici di varcare l’entrata dell’edificio, prima di tutto
perché era mattina, e poi perché a nessuno piace la scuola:
-
siamo arrivati – sospirò mia sorella con la solita
vocina da canarino
-
oggi pioverà – mi azzardai a parlare
-
sei molto rassicurante Peter – mi ringhiò contro
Jennifer
-
ti ho solo avvertito – dissi – oggi non ci siamo
nemmeno portati l’ombrello –
-
a proposito –
si affrettò a cambiare discorso Jennifer – secondo te mamma che cosa
voleva dirci? –
-
non lo so – risposi, sistemandomi la camicia bianca –
ha detto che ce lo dirà non appena ritorniamo da scuola –
-
spero che sia una sorpresa – ridacchiò Jennifer
-
lo spero anche io –
Quando entrammo a scuola, la
prima cosa che si notava, era la lunga fila di armadietti disposti ai lati del
corridoio. Una vista nauseante, perciò mi limitavo a non fissarli:
-
oggi c’è la lezione di geometria con la professoressa
Ku – kim – dissi io a mia sorella, convinto che l’avrei fatta felice
-
che gioia – mi rispose del tutto felice – quella
professoressa sa proprio spiegare la sua materia, specialmente quando parla in
giapponese –
-
è coreano – la corressi
-
c’è differenza? – mi fissò male Jennifer
-
una piccola differenza – risposi subito - la Corea non si trova in Giappone –
-
sai – disse mia sorella dirigendosi verso il suo
armadietto – quando usi quel tono da professore non sei simpatico -